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Autore: shelly2010    30/03/2013    7 recensioni
Usagi è una psicologa infantile e lavora accanto a Mamoru, il suo migliore amico. La sua vita procede più o meno tranquillamente, fino a quando Seiya ritorna improvvisamente, sconvolgendola completamente. Perché Usagi nasconde un segreto e quando Seiya lo scoprirà, potrebbero iniziare i guai...
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Mamoru/Usagi, Seiya/Usagi
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna serie
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QUANDO IL PASSATO RITORNA
Capitolo 8   -   Io sarò sempre con te

 

 
 
“Si può sapere cosa ci fai qui adesso?” domandò Fabiola con astio, guardando quello che ormai poteva definire a tutti gli effetti il suo ‘ex’ fidanzato.
“Sono venuto per parlare con te… per chiarire…” fu la pronta risposta di Seiya, il quale non si faceva di certo intimorire dall’espressione di lei, decisamente poco amichevole.
“Io non ho niente da dirti, quindi mi sembra chiaro che hai fatto un viaggio per niente e perso il tuo tempo inutilmente, mi spiace” gli ribatté Fabiola, cercando di alzarsi da dove era seduta, prontamente fermata da Seiya, il quale le mise una mano sulla spalla per fermarla.
 Quel gesto ebbe il potere di fare adirare ancora di più la ragazza, che si voltò verso di lui con aria minacciosa e gli disse a denti stretti: “Posso sapere cosa vuoi ancora da me, Seiya? Non ti è bastato quello che hai fatto finora?”
“Ti ho detto che devo parlarti e chiarire questo increscioso incidente…” le rispose lui, iniziando a sua volta ad adirarsi.
“Increscioso incidente, dici? Seiya… qui si sta parlando di una bambina… non di una cavolata qualunque! Che poi ci sarebbe anche da discutere del fatto che mi hai deliberatamente tenuto nascosto che eri andato a letto con Usagi…” gli urlò contro Fabiola, completamente fuori di sé per la rabbia, infischiandosene caldamente che tutti gli avventori del locale potessero assistere al loro litigio.
Sbuffando scocciato, Seiya le rispose: “Ancora con questa storia? Ti ho già detto che è capitato soltanto una volta, e perché entrambi eravamo ubriachi… non te ne ho mai parlato prima perché per me era un fatto di poca importanza…”
Nel sentire quelle parole, Fabiola non ci vide più per la rabbia e la delusione che provava in quel momento e – senza quasi accorgersene – gli diede uno schiaffo in pieno viso.
Seiya rimase stupito da quella mossa della ragazza e la guardò a bocca aperta, accarezzandosi nel frattempo la parte lesa.
“Ma cosa ti è preso, si può sapere?” le chiese indignato.
“Si può sapere cosa è preso a te, invece!” gli sbraitò contro lei. “Dov’è finito il ragazzo dolce di cui mi sono innamorata? Possibile che non ti rendi conto delle assurdità che stai dicendo in questo momento? Mettendo da parte per un attimo il fatto che hai fatto l’amore con Usagi… ti rendi conto che adesso sei padre? E non conta il fatto che tu non ne eri a conoscenza… ora lo sai, ed è tuo dovere di uomo affrontare le tue responsabilità e prenderti cura di quella bambina!”
“E cosa dovrei fare, scusa? Mettermi insieme ad Usagi per il bene di quella bambina che – nostro malgrado – abbiamo avuto insieme? Anche se non provo nulla per lei? Nemmeno un briciolo di quell’amicizia che una volta ci univa? Anche… anche se io amo te?” concluse con un briciolo di voce, mentre gli occhi esprimevano tutto il dolore che lui stava provando in quel momento.
Fabiola lo guardò in silenzio per un lungo momento, per poi dire: “Non ti sto dicendo questo… solo… non puoi fare finta che la bambina non esista… e di conseguenza sarai costretto a frequentare anche Usagi”
“Io vorrei soltanto che noi due tornassimo insieme come prima…” le disse semplicemente lui, sentendosi all’improvviso sconfitto.
“Mi dispiace… ma non sarà più come prima: io… io non posso fare finta di nulla! Quella bambina esiste e non sarò io a tenerla lontana da suo padre” disse, voltando la testa per non fargli vedere le lacrime che stavano scendendo lente lungo le sue guance.
“Faby… io…” disse Seiya, ma una voce alle sue spalle lo interruppe: “Vieni Faby… andiamo a casa… ho già avvertito Licia che noi ce ne andiamo, ma lei preferisce rimanere qui: ha incontrato dei suoi amici e si farà accompagnare da loro” disse Elena seria, abbracciando teneramente le spalle della sua amica e ignorando completamente Seiya. Tuttavia, quando gli passò accanto disse: “Ovviamente io e Davide non ti lasciamo in mezzo a una strada: dormirai sul divano del salotto, ma domani mattina ti voglio fuori da casa mia, intesi?” e, detto questo, le due amiche si allontanarono verso l’uscita del locale, mentre Seiya sentiva il suo cuore rompersi in mille pezzettini.
 

 

* * *

 
Usagi si svegliò di soprassalto con una strana sensazione che proprio non riusciva a comprendere. Quando aprì gli occhi, capì da cosa essa dipendeva: Mamoru non era più lì con lei nel letto.
Presa completamente dal panico, si mise di scatto seduta mentre dentro di sé pensava: “No… non può succedere ancora come nel passato! Allora sono io che ho qualcosa che non va, visto che dopo aver fatto l’amore con me scappano tutti!”
Voltandosi però, si accorse che Mamoru non era ancora andato via, ma in quel momento si stava rivestendo in silenzio.
Coprendosi il seno con il lenzuolo, Usagi sussurrò: “Mamo-chan…”
Nel sentire la sua voce, Mamoru lasciò cadere la maglietta che teneva in mano in quel momento e si voltò verso di lei con un largo sorriso stampato in viso: “Non volevo svegliarti, scusa…” disse, e stava per aggiungere: “Non adesso, per lo meno…”, quando si accorse dell’espressione della ragazza e, interpretandola alla perfezione, si azzittì all’istante. Ignorando la maglietta che stava per indossare poco prima, si avvicinò lentamente al letto, sedendosi sopra e, accarezzandole delicatamente una guancia, le disse: “Che cosa c’è Usako? Con me puoi parlare, lo sai…”
Usagi tenne ostinatamente lo sguardo abbassato dicendo: “Io… ecco… mi vergogno così tanto! Per un attimo… ecco… ho avuto l’impressione di tornare al passato, a quando… sì, insomma… a quando mi ero svegliata e non avevo trovato Seiya… sai cosa intendo…”
Mamoru la guardò per un attimo in silenzio, per poi dire: “Usako… guardami per favore…”, ma lei continuò a tenere lo sguardo basso, di conseguenza lui fu costretto a metterle una mano sotto il mento, facendole alzare molto dolcemente la testa per poterla guardare dritta negli occhi. “Io non mi allontanerò dal tuo fianco nemmeno se tu lo volessi… soprattutto dopo quello che è accaduto tra di noi questa notte… io ti amo Usagi e comunque prima non me ne sarei andato in sordina come hai erroneamente immaginato, ma ti avrei svegliata… beh… alla fine non sono poi così altruista come tu credi: volevo un ultimo bacio dalla mia donna prima di andare a casa. Ma tornerò domani mattina presto – cioè, volevo dire stamattina, considerata l’ora che si è fatta - per fare colazione con te e Akiko, per poi accompagnare a scuola lei e noi due andare al lavoro insieme…”
“Allora perché non rimani qui con me invece di andartene?” gli chiese Usagi, rimanendo comunque molto guardinga.
“Non sai quanto mi costa andarmene adesso… credi che a me non costi fatica andare via? Beh… se lo pensi, sbagli di grosso! E guarda bene: lo faccio unicamente per la piccola… stai certa che se non fosse per lei, adesso sarei lì con te nel letto… e magari ti avrei anche svegliata per fare ancora l’amore…” ridacchiando nel notare il rossore che si diffuse sulle guance della ragazza, segno del suo imbarazzo in quel momento. “Ma dobbiamo stare attenti e procedere per gradi con lei… farla abituare piano piano alla novità…” concluse serio.
A questo punto Usagi finalmente comprese l’atteggiamento del ragazzo e, dopo aver annuito con la testa, gli rivolse finalmente un caloroso sorriso dicendo: “Sì, hai ragione Mamo-chan… come sempre, d’altronde…”
“Ecco… è così che mi piaci” le disse lui, catturandole le labbra con un bacio che si fece subito molto passionale. Staccandosi da lei a fatica, le disse: “E’ meglio che vada… strega ammaliatrice, altrimenti rischio davvero di non rispondere più delle mie azioni” dichiarò, provocando in lei una risatina divertita, mentre il cuore si gonfiava di amore per lui.
Mamoru finì di vestirsi velocemente per poi voltarsi verso di lei e dire: “Ok… io sono pronto… allora vado… ci vediamo fra… tre ore” disse, consultando l’orologio che aveva al polso.
“Sì… aspetta che ti accompagno alla porta” gli rispose Usagi, facendo per scendere dal letto, bloccata prontamente da Mamoru, il quale disse: “Aspetta… ti passo io la camicia da notte. Guarda che non scherzavo prima quando dicevo che rischio di non rispondere delle mie azioni… e non posso immaginare cosa potrebbe succedere se ti vedessi completamente nuda davanti a me…”
Usagi, che in un primo momento era rimasta perplessa dal comportamento del suo fidanzato, si aprì in una risata argentina, mentre dentro di sé pensava che forse – finalmente – anche per lei sarebbe arrivata un po’ di felicità.
 

 

* * *

 
Quando Davide entrò in camera quella sera, trovò la moglie già a letto che lo attendeva.
Mentre si chinava per dare una carezza alla piccola Shelly che dormiva nella sua cesta, le disse: “Pensavo che stessi ancora parlando con Faby… l’ho vista molto scossa prima…”
Come risposta, Elena negò con la testa per poi dire: “Si è chiusa nel più assoluto mutismo e non ne vuole parlare… la conosci, e sai com’è testarda a volte, perciò non ho voluto insistere più di tanto. Sono convinta che quando si sentirà pronta a parlare verrà lei a cercarmi”.
 
Fabiola si voltò per l’ennesima volta nel letto: quella sera sembrava proprio che il sonno non volesse arrivare… e di certo il fatto che Seiya in quel momento stava dormendo sul divano del salotto non aiutava di certo. Per di più le era venuta una gran sete, ma per andare a prendere un bicchiere d’acqua doveva passare per forza per il salotto, il che voleva dire dove lui stava dormendo, e assolutamente non aveva voglia né di vederlo né di parlargli.
“Tutte a me capitano… mai una volta che io possa stare tranquilla!” sbuffò, voltandosi per l’ennesima volta, senza però risolvere un granché.
Dopo altri cinque minuti in cui si girava e rigirava nel letto, l’arsura divenne per lei insopportabile, di conseguenza si alzò con uno sbuffo tirando indietro le lenzuola e decise finalmente di alzarsi.
Cercando di fare il meno rumore possibile, la ragazza aprì piano la porta scorrevole che divideva la zona notte da quella giorno e – quasi in punta di piedi – entrò nella stanza e si diresse decisa verso il mobile che conteneva i bicchieri.
Aveva fatto però pochi passi quando nel buio sentì la voce di Seiya dirle: “Adesso ti fa ribrezzo anche parlare con me, tanto da muoverti in casa come una ladra pur di non incontrarmi?” chiese, per poi mettersi seduto e guardarla.
Presa completamente in contropiede, Fabiola si fermò sul posto, non sapendo bene cosa dire.
Rimasero così per un lungo momento a fissarsi senza dire una parola. Ad un certo la ragazza, non potendone più di tutta quella tensione, decise di abbandonare l’idea di bere e si voltò per tornare nella sua stanza. Ma Seiya fu più veloce di lei e, alzandosi di scatto, la raggiunse con pochi passi e la bloccò afferrandola per un braccio e dicendo con voce supplichevole: “Ti prego Faby… non andartene! Io… io ho bisogno di te per affrontare tutto questo. Da solo non ce la potrò mai fare…”
Fabiola non resistette a quelle parole: da sempre, non gli aveva mai fatto mancare il suo appoggio su ogni cosa, e anche quella volta non fu da meno.
“Devi andare a parlare con Usagi e chiarire una volta per tutte la situazione con lei: anche se ti ha nascosto una questione importante come quella della nascita di vostra figlia, non puoi portargliela via… a prescindere dal fatto che per la bambina sarebbe un trauma difficilmente sopportabile, non si può negare che lei sia una brava madre e con la piccola abbia fatto un ottimo lavoro” disse, senza modificare la sua espressione seria, anche se sapeva che Seiya non l’avrebbe comunque vista, considerato il buio che avvolgeva la stanza.
“Lo so… io quella frase l’ho detta soltanto perché trascinato dalla rabbia, ma non separerei mai una madre dalla propria figlia… non sono così crudele, e tu dovresti conoscermi e saperlo questo” disse Seiya, scoppiando a piangere, rivelando finalmente il dolore che stava provando in quel momento. “Io… io non so cosa fare… sono completamente perso e ho l’impressione che prima o poi annegherò in mezzo a tutto questo”.
Intenerita da quelle lacrime, Fabiola gli rivolse un piccolo sorriso affettuoso e – vinta dalle forti emozioni che stava provando in quel momento – lo abbracciò, facendogli mettere la testa nell’incavo tra la spalla e il collo per consolarlo.
“Vedrai che tutto si sistemerà e andrà a posto… tu però devi promettermi di agire in piena coscienza e di non farti trascinare – come tuo solito – dall’irruenza” gli disse, accarezzandogli lentamente la schiena scossa dai singhiozzi che, piano piano, stavano scemando.
Fabiola sentiva la pelle umida a causa delle lacrime di lui, ma non si scostò, continuando a tenerlo abbracciato a sé, muovendo le mani su e giù lungo la sua schiena in un movimento quasi ipnotico.
Quando finalmente i singhiozzi cessarono, Fabiola si scostò da lui cercando di riprendere in mano la situazione, ma fece i conti senza l’oste, infatti non tenne conto della profonda attrazione e amore che – nonostante tutto – continuava ad esistere tra loro due. Si guardarono per un lungo momento nella penombra, mentre i loro visi – attratti come se fossero due calamite – si avvicinarono lentamente fino a quando le loro labbra si sfiorarono, prima un tocco lieve e leggero, per poi diventare più deciso e passionale. Agendo completamente d’istinto, Fabiola socchiuse la bocca per dargli libero accesso, e quando le loro lingue si incontrarono e intrecciarono furono entrambi percorsi da una scarica elettrica.
Seiya la strinse maggiormente a sé, come se temesse che lei potesse scappare nuovamente da un momento all’altro.
Si separarono soltanto quando entrambi ebbero bisogno di ossigeno per respirare.
Non riuscendo a rimanere separato per troppo tempo da lei, Seiya continuò a tenerla stretta, continuando nel frattempo a baciarle dapprima una guancia, per poi scendere giù lungo il collo fino ad arrivare ad una spalla, lasciando nel frattempo una scia umida lungo il suo percorso che portò la ragazza ad emettere un gemito di piacere incontrollato.
Quella era musica per le orecchie del ragazzo, che a quel suono alzò la testa e la guardò dritta negli occhi – almeno, per quello che gli sembrò essere gli occhi – e le disse con voce roca: “Ho voglia di fare l’amore con te”
Fabiola bevve quelle parole, completamente persa nel suo mondo che all’improvviso era tornato dorato, ma non gli rispose, limitandosi a guardarlo in silenzio, consapevole del fatto che lui già sapesse la sua risposta, visto che la conosceva come le sue tasche.
Con un sospiro, infatti, Seiya l’abbracciò nuovamente stretta al suo petto e, affondando il viso tra i suoi capelli, le disse: “Lo so che non lo faresti mai per paura che Elena e Davide ci potrebbero sentire, però ho voluto soltanto farti sapere quello che provo in questo momento… io ti amo Faby, e il fatto che tu mi avessi lasciato e non volessi più parlarmi mi stava uccidendo poco alla volta”
“Anch’io ti amo Seiya” gli rispose lei, dando finalmente voce a quelle emozioni che provava.
“Rimani con me stanotte, ti prego… senza fare nulla, te lo prometto. Ho soltanto voglia di tenerti stretta a me e sentire il tuo calore” disse Seiya, senza smettere di tenerla abbracciata a sé.
Fabiola annuì, il viso sprofondato contro il petto di lui, completamente rapita dal suono del cuore del ragazzo che batteva contro il suo orecchio.
Separandosi impercettibilmente da lei, non con molta fatica, Seiya la prese per mano e la guidò verso il divano, dove si sdraiò in posizione supina, accogliendo immediatamente lei tra le sue braccia, la quale si accoccolò al suo fianco.
Dopo un attimo di silenzio, in cui entrambi assaporarono totalmente la loro vicinanza, Fabiola ruppe il ghiaccio sussurrando: “Cosa pensi di fare adesso? Con Usagi e la bambina intendo…”
Lui rifletté un attimo su quella domanda e alla fine rispose: “Andrò a parlare con Usagi, cercando di chiarire quello che effettivamente è successo, rassicurandola che non le porterò via la bambina, ma chiedendole di permettermi di conoscerla e di essere una presenza costante per lei d’ora in avanti… devo anche chiarire la questione dei messaggi che Usagi dice di avermi mandato: la conosco… conoscevo… molto bene e non è mai stata una bugiarda. Sono sicuro che quei messaggi lei me li ha davvero mandati… ma dove saranno finiti?”
Fabiola lo ascoltò parlare senza interromperlo nemmeno un attimo e quando lui pronunciò quella frase, lei alzò lo sguardo su di lui e gli disse con un sorriso: “Lo scopriremo insieme”
Seiya ricambiò d’istinto il sorriso di lei e, traendola maggiormente a sé, le disse: “Grazie”.
Finalmente completamente in pace con se stesso, Seiya si lasciò piano piano cadere tra le braccia di Morfeo, seguito a ruota da Fabiola subito dopo.
 

 

* * *

 
Il suono della sveglia posta sul comodino accanto al letto arrivò implacabile quella mattina, come sempre del resto.
Usagi allungò una mano per spegnere quello strumento infernale per poi mettersi supina e fissare il soffitto con espressione assorta, riflettendo su come la sua vita fosse completamente cambiata nel giro di poche ore. Ora lei e Mamoru stavano insieme, erano diventati una coppia, e non sarebbe più stata sola ad affrontare il mondo che la circondava.
All’improvviso il pensiero che lui sarebbe arrivato da un momento all’altro, come promesso, la fece scendere di corsa dal letto per prepararsi.
Si precipitò in bagno per una doccia veloce e lavarsi i denti; mentre si pettinava i lunghi capelli valutò l’idea di truccarsi un pochino, ma decise che era meglio di no: Mamoru l’aveva vista in ogni modo possibile ed immaginabile, anche con un enorme pigiamone di pile una volta che aveva avuto la febbre, e tra loro non c’erano mai stati imbarazzi di sorta… non voleva che ciò accadesse proprio adesso.
Uscendo dalla stanza da bagno, tornò nella sua camera, aprendo immediatamente l’armadio per scegliere un abitino carino e pratico da indossare: va bene non volere cambiare le abitudini che c’erano sempre state tra di loro, ma nello stesso tempo non voleva neanche che lui pensasse di essersi fidanzato con un relitto ambulante.
Una volta pronta, andò verso la cameretta della figlia per svegliarla.
Varcata la soglia, si fermò un attimo, guardando la bambina con espressione colma d’amore profondo, mentre un’angoscia profonda le attanagliava il cuore al pensiero che di lì a poco Seiya avrebbe rovinato tutto, distruggendo quello che lei aveva costruito in quegli anni.
“Sei la mia gioia più grande e non gli permetterò di portarti via da me. Lotterò con le unghie e con i denti per tenerti con me… e adesso mi sento anche più forte, perché non sono più sola in questa battaglia”pensò, avvicinandosi nel frattempo al letto della bambina, per poi sedersi sopra e dire dolcemente: “Ehi cucciola… dai che è ora di alzarsi…”
A quelle parole Akiko prese il cuscino tra le sue piccole braccia e disse: “Ancora cinque minuti mamma, ti prego…”
Usagi sorrise divertita nel notare quanto la figlia le assomigliasse: quante volte lei aveva pronunciato quella stessa frase quando sua mamma andava a svegliarla per andare a scuola?
Scacciando immediatamente dalla testa l’ombra che le offuscò per un attimo la mente a causa di quel pensiero, si alzò e le disse: “Va bene… ma che siano soltanto cinque minuti, non un secondo in più, altrimenti finirai per arrivare tardi a scuola”
Akiko non le rispose neppure, ma Usagi non si era aspettata una risposta da lei in realtà.
Uscendo dalla stanza, andò verso la cucina per preparare la colazione.
 
“Dai forza Akiko: muoviti a bere quel latte, altrimenti spengo subito la televisione, intesi?” la rimproverò severa Usagi, mentre guardava – forse per la milionesima volta – l’orologio appeso alla parete di fronte, domandandosi dove fosse finito Mamoru: in genere era la puntualità fatta persona, ma quel giorno era in clamoroso ritardo.
Immediatamente la paura della sera prima prese a sopraffarla nuovamente, odiandosi subito dopo per quel pensiero: Mamoru le voleva bene, ne era certa, e non l’avrebbe abbandonata al suo destino… loro erano amici, prima di diventare anche amanti, e qualcosa voleva pur dire, no?
Ma una vocina insistente, che lei proprio non riusciva a far tacere, prese a dirle che anche un’altra persona si dichiarava suo amico e poi l’aveva lasciata senza troppi complimenti.
Come se fosse stato evocato dai suoi pensieri, il campanello alla porta prese a suonare. Rassicurata all’istante, e sentendosi anche una completa sciocca per quei pensieri che avevano attanagliato la sua mente, Usagi si diresse verso la porta, non prima però di essersi rivolta alla figlia e dirle con espressione il più possibile minacciosa: “Muoviti a bere quel latte, altrimenti spengo la televisione, capito? E guarda che non sto scherzando!”
Quando aprì la porta di casa, la prima cosa che vide fu il sorriso radioso che le rivolse Mamoru non appena se la trovò davanti.
“Buon giorno” le disse, chinandosi verso di lei e dandole un bacio a stampo sulle labbra.
“Meno male che sei arrivato, Mamo-chan: stamattina non è proprio giornata!” fu la risposta che lei gli dette.
Il ragazzo la guardò con un sopracciglio sollevato come a porle una muta domanda, perciò Usagi si affrettò a spiegargli: “Stamattina Akiko è completamente immersa nel mondo dei sogni e sta impiegando una vita intera a bere una misera tazza di latte mentre guarda i cartoni animati… magari nel vederti si da’ una mossa, visto che per te ha una vera e propria adorazione”
“E da quando le permetti di vedere la televisione mentre mangia?” le chiese lui divertito, entrando finalmente in casa.
“Beh… presto la sua vita sarà completamente stravolta dalla notizia che Seiya è suo padre e chissà da cos’altro ancora, perciò ho pensato che per una volta potevo anche fare uno strappo alla regola” gli disse con espressione vagamente colpevole, facendolo scoppiare a ridere divertito.
Non resistendo oltre, Mamoru l’abbracciò stretta e le sussurrò all’orecchio: “Sei una grande madre, Usako… e non devi temere nulla perché niente e nessuno riuscirà a separarti da tua figlia… comunque adesso vado a vedere cosa posso fare per velocizzare la pigrona” concluse, strizzandole un occhio e avviandosi con passo deciso verso la cucina.
Usagi rimase per un attimo sul posto, sentendosi completamente grata nei confronti di quel ragazzo che le era stato accanto sin da subito, dandole sempre il suo completo sostegno e rispettando i suoi tempi, senza farle pressione alcuna. E alla fine la sua pazienza era stata premiata, perché lei adesso era totalmente e incondizionatamente innamorata di lui.
Finalmente si decise a muoversi ed entrò in cucina proprio nel momento in cui Mamoru stava dicendo a sua figlia: “Ciao Scricciolo! Mi domandavo se qualcuno avesse voglia stamattina di farmi compagnia e mangiare una buona ciambella con me” facendole passare il sacchetto contenente i dolci davanti al naso.
Nel sentire la voce del ragazzo, la bambina distolse la sua attenzione dalla televisione, voltandosi verso di lui.
Usagi si aspettava di vedere la scena che si ripeteva tutte le volte quando Mamoru andava a trovarle, cioè la bambina che gli buttava le braccia al collo e gli riempiva il viso di baci.
Questa volta, però, Akiko ebbe una reazione completamente diversa: non appena mise a fuoco la figura di Mamoru davanti a lei, scoppiò a ridere come una matta.
Usagi e Mamoru si guardarono in faccia perplessi, non riuscendo proprio a capire cosa avesse causato una simile reazione nella bambina.
“Akiko… si può sapere cosa ti è preso adesso?” chiese Usagi, ma l’unica risposta che ottenne fu che la bambina prese a ridere ancora più forte. “O mamma… aiuto… mia figlia ha bisogno di una cura disintossicante!” scherzò, facendo sorridere divertito Mamoru, il quale si rivolse verso la bambina e le chiese: “Ehi piccola… mi spieghi perché ridi?” inginocchiandosi nel frattempo alla sua altezza.
Akiko lo guardò per un attimo, tornando momentaneamente seria, per poi – buttandogli le braccia al collo – e dirgli in un orecchio, ma a tono abbastanza forte da permettere a Usagi di sentire chiaramente: “Io conosco un segreto”
Usagi si sentì gelare sul posto, mentre la paura che sua figlia avesse scoperto la verità su chi fosse suo padre prese a farsi strada nella sua mente.
Mamoru le lanciò un’occhiata come muto avvertimento di stare tranquilla, per poi rivolgersi nuovamente alla bambina e dirle sorridente: “Un segreto? Davvero? Ma lo sai che a me puoi dire tutto…”
In risposta la bambina gli rivolse un largo sorriso e gli disse: “Mamoru, tu sei diventato il fidanzato della mia mamma, vero?”
La reazione di Usagi e Mamoru in quel momento fu la stessa: sbiancarono visibilmente in volto, mentre mentalmente si domandavano cosa avesse visto la bambina per porre una simile domanda.
Riscossosi dopo un attimo, Mamoru si schiarì la voce e chiese: “Ehm… perché mi chiedi questo?”
“Vi ho visti ieri pomeriggio in spiaggia: vi stavate baciando sulla bocca! La mia amica Ayame mi ha detto che se due persone si baciano sulla bocca vuol dire che sono fidanzate!” fu l’innocente spiegazione della bambina, che però continuò dicendo: “A dir la verità mi ha detto che a volte anche le mamme e i papà lo fanno… questo vuol dire che adesso sei il mio papà?”
Mamoru fu sopraffatto dall’emozione in quel momento, ma decise di essere completamente sincero con lei e le rispose: “No piccola… io non potrò mai essere il tuo papà, anche se mi piacerebbe tantissimo, credimi…”
Gli occhi della bambina diventarono improvvisamente lucidi per quella delusione, ma le lacrime non arrivarono mai a bagnarle le guance paffute: cambiando improvvisamente espressione, infatti, divenne seria, sembrando per un attimo molto più grande della sua età. Annuendo, disse: “Va bene, ho capito… però io ti vorrò sempre bene lo stesso” dandogli un bacio sonoro sulla guancia.
Mamoru sentì il cuore gonfiarsi di profondo amore per quella bambina e, abbracciandola stretta, le disse: “Anch’io piccola mia… te ne vorrò sempre, proprio come se fossi davvero mia figlia”
Finalmente soddisfatta, Akiko finì in un battibaleno la sua tazza di latte, mangiando una delle ciambelle portate da Mamoru, per poi correre nella sua stanza e prepararsi per andare a scuola.
Una volta che rimasero soli, Usagi andò ad abbracciare per la vita il ragazzo, appoggiando la sua fronte al petto di lui e dicendo: “Se dovessero riuscire a portarmela via io…”, ma fu prontamente interrotta da Mamoru, il quale le disse: “Non succederà, puoi starne sicura… e se ciò dovesse accadere, ti giuro che lotterò insieme a te per impedirlo”
Leggermente rassicurata da quelle parole, Usagi lo strinse maggiormente mentre un sorriso iniziava ad illuminarle il viso.
 

 

* * *

 
“Sei sicura di non volerti fermare ancora? Adesso che le cose sono state chiarite può fermarsi anche Seiya senza problemi” scherzò Elena.
“Ehi… grazie eh… è sempre piacevole sentirsi apprezzati dagli amici” intervenne Seiya con finto tono risentito.
Le due ragazze però non gli prestarono il dovuto interesse: Fabiola si rivolse all’amica e le disse: “Sì Ele… noi togliamo il disturbo, anche perché abbiamo quella certa questione che tu sai da risolvere…”
La bionda annuì in silenzio, per poi abbracciare forte la sua amica e dire: “Va bene… ma mi mancherai tantissimo!”
“Anche tu… grazie di tutto” le rispose la rossa, per poi staccarsi da lei e rivolgersi al fidanzato ritrovato e chiedergli: “Andiamo?”
Seiya annuì e le rispose: “Sì… è ora di andare”
Un ultimo abbraccio tra le due amiche e poi i due fidanzati andarono via.
Elena li guardò allontanarsi tenendosi abbracciati. Quando furono abbastanza lontani, pensò: “Mi auguro che le cose migliorino… certo che si sono proprio cacciati in un bel pasticcio…”
 

 

___________________

 
Ciao a tutte!
Eccomi qui ritornata dopo tanto tempo con questa storia, che un pochino avevo abbandonato.
Colgo l’occasione per augurarvi a tutte voi una buona Pasqua in pace e serenità.
Un bacione
Shelly

 

   
 
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