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Autore: Daisy Ross    31/03/2013    13 recensioni
Dal Prologo:
"Se c'era una cosa di cui Alice Paciock andava certa, fin da bambina, era che la compostezza e l'eleganza caratterizzanti sua madre e sua nonna, oltre che tutti i numerosi cugini Abbott, c'entravano con lei quanto i cavoli con la Burrobirra.
Difatti a soli cinque anni, dopo una sfilza di infinite cadute tragiche e numerose visitine al San Mungo, poté constatare di avere totale assenza di equilibrio e, invece, una buona dose di goffaggine.
Insomma, era una bambina piuttosto imbranata.
Ed ora, compiuti quindici anni...non era cambiata poi granché. Anzi, è più corretto dire che fosse peggiorata."

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Prendiamo una Nuova Generazione scombussolata dai normali problemi dell'adolescenza, i primi amori e le prime delusioni; aggiungiamoci una buona dose di bugie, filtri d'amore spaventosamente potenti, fidanzati segreti e piani strampalati per sabotare matrimoni. Accostiamo il tutto a misteriose forze oscure che gravano segretamente sul Mondo Magico e tanti, troppi misteri da risolvere...ne viene fuori un mix piuttosto esplosivo, non vi pare?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus, Severus, Potter, Alice, Paciock, Jr, James, Sirius, Potter, Nuovo, personaggio, Rose, Weasley | Coppie: Rose/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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A Demi, perché c'è sempre stata.
Ad Asia, perché è rimasta.
Ad Alessia, Sabrina e Alessandra, e
  a tutti voi, 
voi che resterete con me e la mia adorata Alice.
:)

 

 

Prologo 

 
 

Se c'era una cosa di cui Alice Paciock andava certa, fin da bambina, era che la compostezza e l'eleganza caratterizzanti sua madre e sua nonna, oltre che tutti i numerosi cugini Abbott, c'entravano con lei quanto i cavoli con la Burrobirra.
Difatti a soli cinque anni, dopo una sfilza di infinite cadute tragiche e numerose visitine al San Mungo, poté constatare di avere totale assenza di equilibrio e, invece, una buona dose di goffaggine.
Insomma, era una bambina piuttosto imbranata.
Ed ora, compiuti quindici anni...non era cambiata poi granché. Anzi, è più corretto dire che fosse peggiorata. E mentre suo padre -che, fra parentesi, adorava- si era rassegnato senza troppi sforzi all'avere una figlia goffa, Hannah Abbott non era mai stata una di quelle persone che si arrendevano facilmente.
Magari era proprio per questo motivo che, adesso, Alice si trovava incastrata in un vestitino rosa striminzito, in bilico su un paio di scarpe con un tacco davvero improbabile. Quando quella mattina la madre le aveva detto, in tono innocente, che sarebbe andata a comprarle qualcosa di nuovo per il matrimonio, non aveva di certo immaginato che in realtà stesse progettando la sua morte prematura.
Perché, diciamocelo, su quei tacchi sarebbe stata fortunata se fosse riuscita a fare più di un passo senza ammazzarsi. E dato che la fortuna, come la compostezza e l'eleganza, pareva evitarla quasi avesse il Vaiolo di Drago, lei preferiva non sfidare la sorte.
Arricciando il naso davanti il lungo specchio che aveva in camera, si tolse le Scarpe della Morte, e le lanciò sotto il letto. Gettò un'occhiata obliqua al suo riflesso, scuotendo la testa, e decise che avrebbe indossato quella specie di vestito in pubblico solo quando avrebbe voluto morire di vergogna. O attirare l'attenzione, come se già non bastassero le sue cadute epiche a farlo.
Quindi si affrettò a togliere anche quello, per poi buttarsi addosso jeans e camicia, mentre sognava di presentarsi alla carimonia così, nel pomeriggio. E l’avrebbe pure fatto, se non avesse temuto così tanto la reazione di sua madre.
Scese al piano inferiore della casa vuota. Mamma-belva era di nuovo in giro per negozi, mentre suo padre era ancora al Ministero, e non sarebbe tornato fino all’ora di pranzo. Alice gli assomigliava molto, sia nell’aspetto, che nei modi di fare; avevano entrambi i capelli castani, un po’ di lentiggini, la carnagione chiara e un’incredibile sensibilità. Con la differenza che Neville Paciock sapeva farsi coraggio e affrontare le cose da uomo, mentre lei, che non riusciva nemmeno a parlare con il ragazzo che le piaceva, cercava quasi sempre di rimanere nell’ombra, e di non farsi mai avanti, quale che fosse la situazione.
Spesso si era chiesta se per caso il Cappello Parlante fosse un amante dell’alcool, dato che, per assegnarla a Grifondoro, doveva per forza essere stato ubriaco.
Arrivò in cucina e, guidata dal profumo di cioccolata, scovò la torta regalata gentilmente dalla vicina, e ne addentò una fetta. Aperte sul bancone, c’erano ancora la sua Lettera di Hogwarts e l’invito ufficiale alla cerimonia di quel giorno.

                                    


E' con immenso piacere che
Percy Ingatius Weasley e Audrey Suzanne Miltoon
Annunicano il loro matrimonio
Che si terrà in data 29 Agosto
Alle ore 18:00 presso La Tana.

 

per gli sposi: 22, Leister Boulevard, Londra.                         

                               
 

All'arrivo della Partecipazione alle nozze, entrambi i suoi genitori avevano mormorato, sorridendo, un ‘era ora’, per poi inviare un Patronus di congratulazioni  a casa dei due futuri sposi. Hannah le era sembrata decisamente esaltata alla notizia; ma forse, rifletté Alice,era solo perché così aveva avuto un motivo valido per comprare nuovi vestiti. E per costringere lei a mettere una gonna.Era stata un po’ meno entusiasta nello scoprire che Alice non sarebbe stata uno dei nuovi Prefetti di Grifondoro; e, in effetti, persino lei ci era rimasta un po’ male.
Era sempre andata bene a scuola, e i suoi voti si mantenevano su una media piuttosto alta; ma poi, suo padre le aveva fatto presente che nemmeno lui era mai stato Prefetto e che, in ogni caso, sarebbe sempre stato fiero di lei.

Se non altro, anche lei era contenta di vedere che i due avessero finalmente deciso di sposarsi, dopo tanti anni passati assieme e con due figlie già quasi adulte. Molly e Lucy le erano molto simpatiche, come d’altronde praticamente tutti i componenti della famiglia Weasley, tranne forse qualche piccola eccezione.
C’era Rose, che era come una sorella per lei, e poi Fred, che la faceva sempre ridere, Hugo, Roxanne, Louis, Dominique…bè, erano molto numerosi.
Automatico era, poi, associare il nome dei Weasley a quello dei Potter. Harry e Ginny Potter avevano tre figli: James, Albus e Lily. Alice era cresciuta con loro –suo padre, sapeva, era un vecchio amico del signor Potter dai tempi della scuola, perciò si vedevano spesso-, giocando con Rose e Albus, che avevano la sua stessa età, e con James, di un anno più grande.
Le venne da ridere, a quel pensiero. Erano lontani i tempi in cui lei e James Potter riuscivano ad avere una conversazione senza bisticciare. Aggrottò la fronte, domandandosi per l’ennesima volta come avesse fatto a sopportarlo da bambina, quando era ovvio che già da allora il ragazzo covasse quel suo atteggiamento egocentrico e fastidioso che tanto detestava.
Nonostante tutti fossero al corrente di quanto poco i due ragazzi si sopportassero a vicenda, Alice aveva il sospetto che sua madre e Ginny Potter confabulassero per un loro improbabile futuro insieme. Ogni volta che stava dai Potter, e casualmente (ma no, diciamo pure, sfortunatamente, sventuratamente e disgraziatamente) capitava seduta di fianco a James, le sentiva parlottare e ridacchiare, lanciando occhiate maliziose nella loro direzione.
Ad ogni modo, da un bel po’ di tempo a questa parte semplicemente si ignoravano; soprattutto ad Hogwarts, nonostante fossero obbligati a vedersi ogni sera nella Sala Comune.
Tralasciando James, e le numerose ammiratrici che il ragazzo vantava, ad Alice piaceva molto la sua Casa, anche se, doveva ammettere, non aveva stretto particolari amicizie con nessuno a parte Jo. E Rose, che però era a Corvonero.
In realtà, non era mai stata molto propensa alla socialità, nemmeno prima di arrivare ad Hogwarts.
Scosse la testa, rassegnata, mentre finiva la sua fetta di torta e, lupus in fabula, Hannah Abbott faceva rumorosamente irruzione in casa con una miriade di buste tra le mani e un’aria soddisfatta che non prometteva nulla di buono. Il tempo di arrivare in cucina, posare le buste e squadrare la figlia da capo a piedi, che già la stava spingendo al piano superiore, borbottando qualcosa del tipo ‘ritardo’, ‘matrimonio’ e ‘bisogna prepararsi!’.
« Vedrai, Alice, ti ho preso un altro vestito, ed è…bè, è meraviglioso! Su, avanti, devi provarlo! » cinguettò allegra. Poi, vista l’espressione della figlia, aggiunse, piccata: « Non fare quella faccia da funerale, non ti sto portando alla ghigliottina ».
Alice pensò che la ghigliottina sarebbe stata un’idea decisamente migliore, ma decise di non controbattere, e si diresse di sopra, riflettendo su quanto la moda e quei maledetti tacchi alti le avessero causato un bel po’ di ossa rotte, in vita sua.
Quattro ore e quaranta minuti dopo, lei, suo padre e sua madre si tenevano per mano, nel salotto di casa, pronti per materializzasi a La Tana.

 
 
                                                      





  









Note dell'Autrice.
Ho davvero poco tempo di scrivere le note ma, ecco, ci tengo a farvi sapere che pubblicherò il primo capitolo a breve,
che tengo tanto a questa storia e che sarei felice, no, felicissima se al mio rientro trovassi qualche recensione. 
Detto questo, grazie per essere arrivati fin qui e, tanti auguri a tutti! :)
A presto, :3
daylise_

 
  
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