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Autore: daemonlord89    02/04/2013    1 recensioni
Quando Jeremy riceve in eredità da suo zio una magnifica villa a Dover non riesce a crederci. Ma il dono è accompagnato da un misterioso messaggio, che lo zio ha voluto far pervenire solamente a lui, in privato. Qual è il significato della scritta sul biglietto di carta?
Un'avventura che porterà nel meraviglioso mondo del mare, per scoprire uno dei più grandi segreti che esso protegge.
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Cronache degli Abissi'
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Capitolo decimo
Tra leggenda e verità

 

Jeremy e Nathan controllarono la capanna da cima a fondo, ma non trovarono nulla di utile, salvo una cornice che custodiva una foto. Era il ritratto di due persone, probabilmente padre e figlia, che sorridevano allegri verso l'obiettivo. Era una fotografia piuttosto vecchia, ingiallita dal tempo. Una data era riportata sul retro, 1961.
L'uomo era di mezza età, mentre la bambina avrà avuto meno di dieci anni.
Era l'unico indizio su chi abitasse quella grotta, oltre alla custodia del flauto.
La trasmittente gracchiò, era Annika.

Ragazzi, mi sentite?”
“Sì, parla pure, Anni.”
“Avete trovato qualcosa?”
“Sì, qualcosa di abbastanza utile. Stiamo per tornare. Andreas come se la sta cavando?”
“Andreas... Beh, forse è meglio che torniate. Ha qualcosa di importante da dire. A tutti noi.”
“D'accordo, arriviamo subito.”

Quando tornarono sulla barca si scrollarono di dosso il krill. Non ne potevano già più di quegli esserini.
Annika aveva preparato dell'acqua calda con un fornellino da campeggio e servì una tazza di tè fumante; tutti gradirono, dopo il bagno e l'esplorazione della caverna ne avevano proprio bisogno.
Jeremy notò l'espressione distante di Andreas. Sembrava che stesse fissando qualcosa in lontananza, dove però non c'era nulla.
“Ehi!” lo chiamò. Il sub si riscosse scuotendo la testa.
“Tutto a posto, Andreas?”
“Ja. Scusate, è che... Ancora non riesco a crederci.”
“Cosa hai visto là sotto?” domandò allora Falker, interessato.
“Sì, allora... Uff, non so da dove cominciare...”

Cominciò dalla conformazione dell'isola. Unendo le sue informazioni e quelle di Nate e Jim, i quattro riuscirono ad avere un'idea piuttosto chiara della situazione. Quello scoglio era completamente cavo, aveva due diverse camere interne, nascoste abilmente da passaggi segreti e poste una sopra all'altra, nell'enorme roccia centrale. Poi, fu il momento della rivelazione: il simbolo, il labirinto, Atlantide.

“Atlantide?” Jeremy non credeva alle sue orecchie.
“Com'è possibile?” intervenne Nathan, grattandosi il mento “Atlantide è una leggenda e poi, anche se non lo fosse, non dovrebbe trovarsi nel mare dell'Inghilterra.”
“Certo, se diamo credito a Platone. Tuttavia...” Andreas si fermò un attimo. Chiaramente stava riflettendo su come proseguire il discorso.
“Tuttavia?” fu Annika ad incitarlo.
“Ecco, io sono un accanito sostenitore del detto 'tutte le leggende hanno un fondo di verità'. A mio parere, se analizziamo con attenzione la favola di Atlantide, potremmo facilmente trovare una spiegazione scientifica.”
Fantascientifica, forse.” Falker era scettico.
“Ja, forse hai ragione. Ma state a sentire.”
I tre si misero sull'attenti. Non volevano perdersi una sola parola.

“Atlantide viene descritta da Platone come un'antica civiltà sconosciuta, che abitava su un'isola la quale, forse per una catastrofe naturale, si è
persa nelle maree. Numerosi studiosi hanno cercato di individuare quest'isola, ipotizzando che si trovasse nell'oceano che collega Europa ed America. Eppure, qualcosa non quadra. Ci avevo già pensato, molto tempo fa. Sono un amante delle leggende e avevo riflettuto su questa cosa. Ammettendo l'esistenza di una civiltà, è strano pensare che questa avesse sede unicamente su un'isola. La naturale evoluzione di ogni società la spinge a cercare terre al di là di quella di origine, vuoi per le risorse, vuoi per la volontà di espansione. Ritengo che anche Atlantide debba aver seguito questa tendenza.”
“Quindi ciò che stai cercando di dire è che quest'isola è una sorta di
colonia di Atlantide?” propose Jeremy.
“Exakt. Ha del tutto senso pensare che gli Atlantidei si fossero espansi e questo luogo, questo mare, non è poi troppo distante dalla posizione ipotetica della loro... Chiamiamola
sede centrale. Inoltre, il fatto che l'isola sia scomparsa nel mare potrebbe essere intesa in un diverso modo. Si potrebbe pensare che Atlantide fosse una civiltà subacquea.

 

Anche Nathan, ora, sembrava affascinato. Era convinto che un discorso su Atlantide non potesse essere interessante a livello scientifico e storico, ma Andreas l'aveva stupito. Eppure, ancora c'era qualcosa che non quadrava.
“E gli Atlantidei?” domandò “Chi erano, secondo te?”
“Uomini. Più o meno come noi.”
“Uomini?” Annika aggrottò la fronte “Sott'acqua?”
“Ja. Sai, Anni, esistono diverse teorie che collocano l'essere umano nelle profondità del mare. E sto parlando di habitat naturale. Queste teorie spingono sul fatto che la nostra struttura, priva di pelo, è idrodinamica, e sulla nostra insolita resistenza al freddo nell'acqua, sicuramente maggiore di quella a contatto con l'aria.”
“Ma come potevano respirare?”
“Beh, l'evoluzione ha favorito creature incredibili. Pensare che la selezione naturale abbia favorito la vita dell'uomo nell'oceano non è così assurdo.”
“Un ramo evolutivo
alternativo?” chiese Jim.
“O
precedente.” fu Nathan a rispondere. Tutti si voltarono verso di lui.
“Ha tutto senso. Immaginate questo: milioni di anni fa l'uomo si sviluppa nell'acqua e si adatta a vivere nelle profondità. Il suo corpo è idrodinamico, resiste al freddo e sviluppa delle branchie. In un momento successivo, però, è costretto ad uscire, ad andare sulla terraferma. Forse
davvero per un cataclisma, o forse perché le condizioni di vita sono più favorevoli. Allora l'evoluzione agisce ancora, l'uomo muta pur mantenendo alcune delle caratteristiche che possedeva.”
“Sì.” ora era Jeremy a continuare. Andreas aveva messo in moto una ruota che nessuno poteva fermare “La memoria della fase acquatica piano piano scompare e l'uomo dimentica la sua origine. Poi, ad un certo punto, qualcuno trova delle rovine, risalenti all'era del mare. La notizia corre e Platone la interpreta a suo modo, portando avanti una leggenda che altro non è che la storia della nostra origine, distorta dal tempo.”

I quattro sorridevano, entusiasti delle loro teorie. Annika batté le mani eccitata.
Fu in quel momento che Jim e Nate mostrarono la custodia rinvenuta nella grotta.
“Forse questa teoria potrebbe spiegare questo.” disse Jeremy.
“E' la...”
“Custodia del flauto di cui parlava mio zio. Sì. O almeno, crediamo sia quello.”
“Incredibile, fa' vedere!” Annika prese l'oggetto e lo rigirò tra le mani.”
“Come si spiegherebbe?” domandò Andreas.
“Vedi, noi umani abbiamo sviluppato dei sistemi per comunicare con gli animali. Sistemi di suoni e versi, impostazioni della voce, che ci permettono di essere compresi anche da cani e gatti. Se davvero i nostri antenati vivevano sott'acqua, è plausibile che facessero altrettanto con le creature che vivevano vicino a loro.”
“Un flauto che permetteva loro di parlare con le balene.” concluse Annika, a bocca aperta.
“Non è assurdo, vero?” intervenne Nathan “Esistono fischietti, richiami usati dai cacciatori. Riusciamo ad attirare gli squali con il rumore, alcune esche artificiali sfruttando il suono per attrarre il predatore. Insomma, non è poi così diverso. Servono semplicemente delle conoscenze che
loro avevano e noi no.”
“Tecnologia avanzata?”
“No, non credo. Credo fossero poco più che ominidi. Semplicemente
esperienza.”

“Wow.” nessuno riusciva a dire nulla di più. In poco tempo avevano indagato il mistero dell'origine dell'uomo, dando una spiegazione del tutto possibile. E si erano dimenticati della loro missione. Fu Andreas a ricordarselo.
“Ah, signori. Guardate.”
Estrasse qualcosa da una tasca. Era uno stemma, uno scudo triangolare. Un'incisione su di esso recitava
Mansell inc.
“L'ho trovato nel tunnel segreto, mentre stavo uscendo. Probabilmente l'ha perso un sub. Un sub che, ne sono sicuro, c'entra qualcosa con la scomparsa delle balene.”
“Mansell?” Nathan non capiva.
“Edward Mansell.” spiegò Annika “E' stato su tutti i giornali qualche tempo fa, a causa della costruzione di una piattaforma petrolifera.”
“Mmm.” concluse Jim “Credo che si impongano delle ricerche riguardo questa piattaforma.”

   
 
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