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Autore: daemonlord89    04/04/2013    1 recensioni
Quando Jeremy riceve in eredità da suo zio una magnifica villa a Dover non riesce a crederci. Ma il dono è accompagnato da un misterioso messaggio, che lo zio ha voluto far pervenire solamente a lui, in privato. Qual è il significato della scritta sul biglietto di carta?
Un'avventura che porterà nel meraviglioso mondo del mare, per scoprire uno dei più grandi segreti che esso protegge.
Genere: Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Cronache degli Abissi'
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Capitolo dodicesimo
L'unico piano possibile

 

Dove sei?”
La voce di Margaret, distorta dal telefono cellulare, era ancora più minacciosa del solito.
“Sono in barca, te l'ho detto. Stiamo tutti bene, torneremo a breve.” rispose Jeremy. Aveva ricevuto la chiamata qualche secondo prima ed era uscito sul ponte, lasciando agli altri tre, in cabina, il compito di pensare ad un piano per infiltrarsi nella piattaforma di Mansell.
A breve sarà comunque troppo tardi.” disse lei, sputando sulle prime parole “Non mi troverai.”
“Come?”
“Me ne vado, Jim! Ci vuole tanto a capirlo?”
“Ma no, amore... Non...”
“Non chiamarmi
amore! E' una parola del tutto senza senso, in questo momento!”
“Non fare così, ti ho detto che...”
“Mi hai detto che tornerete a breve e non lo metto in dubbio. Ma sappi che, e forse sarai felice di saperlo, avrai tutta la villa per te e i tuoi amici, perché non mi troverai!”
“Non mi sembra il caso di litigare per una cosa del genere, Margaret.”
“Ah, no? Mi porti in un paese del cavolo, sperduto nel nulla, mi lasci da sola in una villa ormai abbandonata, con la sola compagnia della governante di tuo zio; ti sembra poco?”
“Ascolta...”
“No. E' finita, Jeremy.”
Un suono secco comunicò la fine della conversazione.
Jim guardò lo schermo del cellulare per qualche istante, prima di abbassarlo oltre il bordo della
Dalia.
“Vaffanculo!” sbraitò, gettando l'oggetto in mare “Tenete, esserini blu, mangiatevi questo aggeggio infernale. E spero che vi vada di traverso!”

Annika si avvicinò alle spalle di Jim, lentamente. Lo sentì piangere. Era stata attirata fuori dall'urlo.
“Jim...” cominciò. Lui si voltò e la fissò con occhi gonfi di lacrime.
“Meg mi ha lasciato.”
“Oh, Jim...”
La donna si portò accanto a lui e lo abbracciò con tutta la forza che aveva in corpo.
“Anni, davvero, non conviene... Non in questo momento.”
“Shh. Non converrà, magari, ma è ciò di cui hai bisogno.”
E rimasero lì, fermi, mentre Jim non riusciva nemmeno a pensare.

“Ahi.” disse Andreas, in cabina. Lui e Nathan osservavano la scena dalla finestra.
“Brutta storia.” commentò l'altro.
“Già, meglio lasciar perdere. Stavamo dicendo?”
Da qualche ora, ormai, cercavano di pensare a tutti i modi possibili per arrivare a Mansell. Neumann aveva subito proposto di infiltrarsi a partire da sott'acqua, ma aveva scordato che nessuno degli altri era abile nelle immersioni. Inoltre, probabilmente, la Mansell inc. aveva sistemi di rilevazione che non avrebbero permesso loro di avvicinarsi più di tanto. Scartata quell'ipotesi, avevano deciso di eliminare ogni possibilità che riguardasse azioni di infiltrazione. Avrebbero cercato un modo per essere accolti sulla piattaforma senza destare sospetti.

“Ci fingiamo giornalisti?” propose Nate.
“Nein, non avrebbe senso. Mansell non ha mai rifiutato di apparire in pubblico, ma non ha mai nemmeno scucito la minima informazione. Ci hanno tentato dei giornalisti veri senza successo, figurati noi.”
“Giusto. Ispettori?”
“Ispettori? Secondo te sarebbe credibile?”
“No, già. Mansell è stato appoggiato dal governo ed ha evitato diversi controlli, quindi si insospettirebbe. In ogni caso, poi, sapendo di ricevere la visita di alcuni ispettori, potrebbe preparare un percorso ad hoc, in modo da nascondere i suoi segreti. No, dobbiamo fare in modo di avere libero accesso alla struttura.”
“Operai.” concluse Andreas, sgranando gli occhi come in preda ad una rivelazione.
“Operai?”
“Sì, operai petroliferi in cerca di assunzione. Se Mansell ha bassi costi di trasporto, non dovrebbe avere problemi a stipendiare altri lavoratori, che permetterebbero di velocizzare il processo di estrazione!”

In quel momento entrarono Jeremy ed Annika.
“Ehi, Jim.” salutò Falker “Tutto bene?”
“No, ma fa niente.” era triste, si vedeva.
“Se possiamo fare qualcosa...”
“Sì. Trovate un piano per arrivare alla piattaforma.”
“Ja. Ecco, forse un'idea ci è venuta.”
Spiegarono la situazione e Jim sembrò sollevarsi un poco.
“Ottima idea. Così non dovremmo destare troppi sospetti e, lavorando lì, avremmo campo libero. Mi piace.”

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Qualche ora dopo erano tornati a villa Bent, sempre con il favore dell'oscurità. L'indomani, forse, qualcuno avrebbe fatto domande circa la scomparsa della Dalia, ma in quel momento c'erano questioni più importanti.
Diana aveva accolto Jim e subito aveva cercato di portare il discorso su Margaret. Lei non c'era, come aveva promesso. Era sempre stata una donna con le idee chiare, una che manteneva le promesse, ma a Jeremy fece male comunque.

Si ritirarono nuovamente nella sala principale, per scrivere dei curriculum falsi. La governante servì loro del caffè, come richiesto, perché non fossero colti dal sonno. Avrebbero riposato, ma solo dopo aver terminato quel compito. Erano svegli da troppo, i gesti erano più faticosi e le lettere si confondevano ai loro occhi.
“Diana.” chiamò Jeremy, mentre la donna stava uscendo dalla stanza.
“Sì, signor Axton?”
“Puoi... Puoi per favore scrivere ciò che ti detto? Io non credo di essere abbastanza lucido.”
“Ma certo.”
La donna cominciò a battere sulla tastiera del computer, scrivendo tutto ciò che Jim le chiedeva di scrivere e correggendolo, anche, quando si accorgeva degli errori da lui commessi.
In meno di mezz'ora, furono pronte tutte e quattro le richieste di assunzione. Le spedirono e andarono a dormire.

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Jeremy si svegliò nel tardo pomeriggio, dopo aver dormito più di dodici ore. Era confuso per il troppo sonno e ci mise un po' a riordinare le idee. Gli venne da chiamare Margaret, prima di ricordare di essere da solo.
Si mise a sedere sul letto e si stirò.
Il computer! Ricordò.
Controllando la sua casella di posta virtuale, notò un nuovo messaggio. Lo lesse con attenzione, più volte, poi si mise a cercare Andreas e Nathan per tutta la casa. Non li trovò, probabilmente si erano alzati prima ed erano usciti. Compose allora il numero del primo. Quando lui rispose, non gli diede il tempo di parlare.
“Andreas, prendi Nathan, chiama Annika e venite tutti qui. Mansell vuole assumerci.”

 

   
 
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