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Autore: bulmasanzo    04/04/2013    3 recensioni
Una riscrittura della storia riproposta in ogni titolo della saga dei fratelli Mario, in uno stile semiserio e tragicomico che diventa progressivamente sempre più impegnato.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Bowser, Luigi, Mario, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 9

La principessa stende le mani lisciando il tessuto dell'ampia gonna rosa del suo abito.

Si guarda allo specchio e manda all'indietro i suoi vaporosi capelli dorati che però già hanno una microscopica traccia di ricrescita rossa alla base.

I suoi occhioni dolci le restituiscono uno sguardo languido.

Pensa che questa potrebbe essere una delle ultime volte in cui potrà ammirare questo suo aspetto e le viene un moto di nostalgia anticipata che scaccia. Non vuole rovinare quell'immagine con le lacrime, ché già ci pensa l'occhio nero che s'è procurata.

Certo, dovrebbe essere l'ultima cosa di cui preoccuparsi, ma suo malgrado i suoi pensieri ritornano sempre lì.

Cerca di immaginare come sarà dopo la trasformazione, ma la sua fantasia pare limitata, proprio non ne ha idea, proprio non ci riesce.

I koopa da lei incontrati fino a ora sono quasi tutti maschi. C'è un'unica ragazza. Quando l'ha vista, ha pensato che, per gli standard di quella specie, dovrebbe essere piuttosto carina.

Ma c'è una cosa che non ha potuto fare a meno di notare del suo aspetto, e si tratta della mancanza dei capelli. Un dubbio l'assale. Forse solo i koopa di sesso maschile ce li hanno...

Non è detto.” viene contestata.

Peach apre leggermente la bocca per lo stupore e si volta a guardarla.

Come?”

Non è detto che li perderai.” ripete la ragazzina, impassibile.

Peach tira fuori le dita che ha inconsciamente infilato nella chioma e assume un'aria colpevole.

Ho parlato ad alta voce?” domanda, sinceramente confusa.

Era chiaro che pensassi a quello. Te l'ho letto in faccia.”

Si stacca dalla parete con studiata lentezza e tutti nella stanza si mettono a ridere.

Non pensare che ti giudichi negativamente.” cerca di riprendersi l'umana “Secondo me tu sei bellissima...”

Oh, certo, lo sono.” annuisce Wendy “E anche se non diventerai bella quanto me, non invidiarmi troppo."

"Tutti siamo belli, a modo nostro.” sorride la principessa “Però io spero di assomigliarti almeno un pochino, dopo la trasformazione...”

Non ci sarà nessuna trasformazione!”

Entrambe si voltano sorprese verso colui che ha parlato.

Perché hai detto così?” chiede Wendy.

Perché non è giusto.” continua Larry in tono insolitamente deciso “La principessa non deve cambiare aspetto per noi. Lei non vuole e noi non glielo possiamo imporre.”

Peach lo guarda attentamente, segretamente grata, e gli rivolge un sorriso che lui ricambia.

Ma papà ha già dato l'ordine!” esclama Morton, rompendo l'incanto “E i magikoopa a quest'ora hanno finito di mettere a punto la pozione. Tra poco la vengono a prendere.”

E allora?” riprende Larry testardamente “Non ce l'abbiamo un poco di autorità? Cavolo, siamo i principi, i futuri duchi di queste terre. Devono darci retta!”

Tu sei pazzo!” lo accusa “E secondo te quelli disobbedirebbero a un ordine di papà, che è il re?”

Larry si volta a guardare suo fratello direttamente “Forse no... ma a noi cosa diavolo ci serve una mamma che sarà infelice per tutta la vita?”

Beh, però...” la voce di Peach è esitante, flebile, quasi spaventata “Ci sono altre cose, al di là dell'aspetto fisico...”

Larry le si avvicina con tutta la disinvoltura dei bambini, le prende una mano e la guarda senza celare la profonda ammirazione che prova per lei.

Tu sei troppo buona e bella per essere la nostra mamma.” le dice.

Che cos'hai in mente?” gli chiede Wendy.

Ho in mente di aiutarla a scappare.” dice semplicemente il koopa azzurro “I suoi salvatori sono già nel castello, al primo livello. Noi potremmo agevolarli mandandogliela incontro.”

Vuoi metterti contro papà?” grida Morton sconcertato.

Non perderei mai un'occasione per farlo, Dentolino.” borbotta lui grattandosi la stellina blu tatuata sulla guancia.

Scusa, ma sei fuori di testa, sei svitato, sei folle, sei...”

Lo faresti sul serio?” grida Peach speranzosa, non ha proprio saputo trattenersi.

Sì, principessa. Lo farei sul serio.” conferma Larry fissandola “E anche i miei fratelli lo farebbero, non è così?” aggiunge, buttando un occhio alle proprie spalle.

Non siamo d'accordo.” dice Wendy.

È rischioso...” esita Morton.

Ma sinceramente a me dà fastidio pensare che papà si sposi con questa qui.” ammette Wendy fulminandola con gli occhi. E qui Peach ha la vaghissima impressione di non esserle molto simpatica.

Mica ti possiamo lasciare da solo con la principessa, chissà cosa combini!” concorda Morton.

Grazie per la fiducia.” sbuffa Larry incrociando le braccia.

Ma io non voglio che se ne va!” strilla improvvisamente Bowser Junior correndo ad attaccarsi alle sue gonne “Papà ha detto che lei è la mamma! Perché volete mandar via la mamma?”

Peach guarda tristemente il più piccolo dei bowserotti e non sa cosa dire.

Non è la mamma, Jun.” la precede Wendy.

Papà ha detto di sì, quindi sì!” strepita il bimbo stringendo convulsamente il tessuto roseo.

Era una bugia, Junior!” incalza Morton.

No!” piagnucola il piccolo “Non era una bugia. Papà non le dice le bugie.”

Qualche volta sì.” sospira Wendy. Ha l'aria seccata, ma sembra addolcirsi mentre lo prende in braccio e lo stacca dalla gonna di Peach. Gli sussurra qualche cosa per tentare di calmarlo.

Per tutta risposta il piccolo scoppia in vere lacrime, da spezzare il cuore.

Wendy è inadatta a questo ruolo, riflette Peach, è troppo giovane, ma sta cercando di comportarsi come se fosse lei quella mamma che tanto manca sia a lei che ai suoi fratellini. E si sente minacciata da lei.

Si sorprende a provare per tutti loro una pena infinita e a chiedersi se non sia egoista a pensare soltanto al proprio aspetto e alla propria libertà, mentre loro continuano a soffrire senza speranze. Se esistesse un'altra via d'uscita, se potesse aiutarli in qualche altro modo lo farebbe con tutto il cuore. Ma la sola idea di accettare di sposare il drago loro padre continua a farle orrore, tutto quanto continua a essere semplicemente sbagliato.

Non è pronta a cambiare vita e la consapevolezza di ciò la fa sentire male, impotente.

Si inginocchia sul piccolo e cerca le parole che non esistono per farlo smettere di piangere, naturalmente senza risultato.

Alla fine, è Larry a prendere in mano la situazione, ed è buffo che sia proprio il più giovane a riuscirci.

Scusa, piccolo, capirai quando sarai più grande... Lo sai che ti vogliamo bene.” gli dice spingendolo sul fondo della stanza mentre gli altri ne escono.

E poi chiude la porta a chiave, lasciandola infilata nella serratura, in modo che lo si possa liberare facilmente.

Non si farà male?” chiede Peach, preoccupata che un bimbo di quattro anni sia stato lasciato da solo, ma anche emozionata per l'inaspettata prospettiva di fuga.

Tra un po' i magikoopa sarebbero venuti a prendere te.” dice sbrigativamente Larry “Ci penseranno loro a farlo uscire. Adesso pensiamo a noi, dobbiamo fare in fretta.”

Dove ci troviamo?” chiede la principessa.

Questo castello è articolato per livelli.” spiega Morton con aria da cicerone “Che sono sette in tutto, e noi stiamo nell'ultimo, che è il settimo, che è quello che sta più in alto, che è il primo da sopra. L'uscita invece sta nel livello più in basso, che è il primo, che è il piano terra, che è l'ultimo da sopra...”

Come li attraversiamo senza che ci scoprano?” lo interrompe Peach con una certa urgenza nella voce.

Come tutti i castelli che si rispettino, è pieno di passaggi segreti.” svela Wendy “Adesso ci infiliamo dentro questa parete e gli passiamo sotto al naso.”

Mentre lo dice, agisce. Sfiora un tasto pressoché invisibile nel muro e quello si apre arrotolandosi su se stesso come una serranda, facendo un gran fracasso.

L'ingranaggio andrebbe oliato.” osserva la koopa perplessa.

Il rumore deve aver messo qualcuno in allarme, perché dal fondo del corridoio si alzano delle voci.

I tre bowserotti e la principessa si infilano in tutta fretta nel buco e richiudono l'apertura, cercando di fare più in silenzio possibile.

Dietro di loro si apre un corridoio buio.

Wendy lancia una palla di fuoco dalle labbra per illuminarlo e subito scorgono sul fondo una scalinata in pietra.

Se vostro padre vi scopre finirete nei guai.” li avverte Peach “Fatemi andare da sola.”

Nemmeno per sogno, non sai dove devi andare.” dice Larry a bassa voce.

Potrebbero ricatturarti e avremmo fatto tutto per niente.” aggiunge acidamente Wendy.

Ti scortiamo.” aggiunge Morton entusiasmandosi “Come se fossimo le tue guardie del corpo.”

Peach non sa veramente cosa dire, così li segue in silenzio e con l'adrenalina in circolo.

Ma loro non sono gli unici ad avere avuto questa brillante idea.

I lampi intermittenti -rossi, gialli e verdi- che brillano a distanza di un centinaio di metri di fronte a lui si stanno rivelando un'ottima guida per uscire dal buio del passaggio segreto in cui s'è infilato, che ha pensato di utilizzare per prendere di sorpresa i suoi nemici.

Si tratta di un corridoio stretto che a stento contiene la sua mole. Ma, per fortuna, man mano che avanza, si allarga.

Quello che non capisce di preciso è da dove, o da chi, effettivamente, provenga quella luce.

Ha qualcosa di insolito, qualcosa di diverso dal normale potenziamento di una stella.

Ha qualcosa di vivo, di pulsante, di attraente, in qualche modo.

Quando raggiunge la falsa parete, in realtà composta da sottilissima tela che lascia filtrare la luce, piazza un occhio all'altezza del microscopico buco, da lui stesso praticato a guisa di occhiello, e controlla la situazione.

Il primo a passare a una spanna da lui, così vicino che se volesse lo potrebbe benissimo acchiappare è l'insignificante toad dalla capoccia bianca e blu, il superstite.

Ne hanno sottomessi a mille di questi, sono insulsi, inetti e meschini. Formiche, di fronte a lui.

Eppure, questo in particolare è stato baciato da chissà quale dea bendata ed è arrivato al castello tutto intero, sano e salvo.

Ancora per poco. Farà la fine del suo amico giallo, è solo questione di tempo.

Ma quello cui è veramente interessato adesso è l'umano.

Quando lo ha visto per la prima volta, lo ha odiato. Ha odiato tutto di lui. Ha odiato il suo aspetto misero e ingannevole. Ha odiato la sua determinazione. Ha odiato la sua sorprendente forza fisica. Ha odiato la sua abilità nel salto. Ha odiato la sua fortuna sfacciata. Ha odiato la sua perseveranza.

E adesso odia dover credere che, se si scontrassero, molto probabilmente, nonostante l'evidente disparità di stazza, sarebbero alla pari.

Se vuole disorientarlo e fargli perdere il vantaggio che ha su di lui deve agire con calma e senza fretta. Deve aspettare il momento propizio per colpirlo di nascosto.

Sfortunatamente, la pazienza non è esattamente una delle sue virtù.

Quando lo vede finalmente arrivare non ce la fa più, è accecato da quell'odio devastante.

Non immagina di dover ancora fare attenzione, non capisce di star facendo lo sbaglio di lasciarsi trasportare dalla furia.

Vuole solo vedere il suo sangue giovane e delizioso che si allarga sotto il suo corpo straziato, vuole eliminare per sempre la prospettiva di un allontanamento forzato dalla sua sospirata principessa.

Allora balza fuori, lacera la tela.

Salta addosso al suo obbiettivo con un rabbioso ruggito di furore.

Solo quando ormai ha chiuso i suoi terribili artigli su di lui si rende conto del proprio tremendo errore.

Ma non ha nemmeno il tempo di darsi dello stupido né di rimediare.

Una sorta di scossa elettrica lo attraversa completamente, dalla punta delle unghie fino a quella della coda.

L'onda d'urto che si sprigiona da quel piccolo corpo umano è talmente improvvisa e potente da rivelarsi in grado di scaraventare lontano anche un corpo gigantesco qual è il suo.

Sottosopra, guarda stupito il suo nemico il quale non si aspettava un attacco. Ma nemmeno lui si aspettava una tale resistenza.

La luce che ha visto e che lo ha condotto fin lì proviene proprio da lui, è come se nascesse dai più profondi meandri del suo cuore e, da lì, si diffondesse a tutte le sue membra.

Lo trasfigura, gli rende l'aura meravigliosamente brillante come se fosse stata lavata con un potentissimo detersivo smacchia-anime. Lo fa apparire splendido, come un qualche dio. Apollo, probabilmente.

Ma la cosa strana e che non si spiega è che anche sul suo viso vede dipinto, capovolto per via della prospettiva, il medesimo stupore. Non per lui, Bowser, ma per se stesso.

Tutto ciò lo scorge solo per un millesimo di secondo circa.

Poi si crolla addosso e non riesce più a vederlo, ingombrato dalla sua stessa massa corporea.

Si rialza un po' malconcio e già teme che sia fuggito.

Gli ha dato involontariamente quello stesso vantaggio che aveva tentato di strappargli via, e che potrebbe benissimo sfruttare.

Invece, lui è ancora lì, immobile, come se lo sfidasse.

Nella sua faccia ora c'è una chiara espressione quasi divertita.

Bowser serra gli occhi fiammanti, come osa quell'essere inferiore sia per specie che per rango rivolgergli un simile sguardo?

Dovrebbe avere paura di lui. Dovrebbe tremare al suo cospetto. Dovrebbe temere per la sua incolumità, per la salvezza sua e dei suoi amici. Dovrebbe farsela nei pantaloni.

Tu chi sei?” gli chiede invece Mario.

Lo guarda congiungendo le sopracciglia, formando un'unica, cavernosa linea curva, rossa e pelosa, cercando di trasmettergli tutto l'odio che prova per lui.

Tu, misero umano.” gli dice sprezzante “Osi davvero chiedere a me chi sono?”

Perché non dovrei osare?” lo accoglie inaspettatamente lui “Se sei chi credo io, hai ben poco di cui vantarti.”

A parte un regno sconfinato, un esercito immenso, una schiera infinita di servitori...”

Che non mi hanno impedito di raggiungerti, dunque non è che ti siano serviti poi a molto.” osserva quello sfacciatamente.

Bowser si arrabbia a questa insinuazione “Non interrompermi!” sbraita, e una serie di palle di fuoco esplode dalle sue fauci spalancate insieme al suo grido rabbioso.

Mario prima si abbassa, poi si trova a scappare. Sì, come un vigliacco!

L'ultima lo prende alla schiena e riesce a perforare la barriera luminosa. Il fuoco consuma il tessuto bruciandogli la pelle e arresta la sua corsa.

Approfittando di questo istante, quasi non si rende conto di essersi lanciato alla carica.

Vuole incornarlo, ma naturalmente quello sgorbio panciuto, a dispetto di tutto, riesce a evitarlo con uno dei suoi proverbiali salti.

Come un ragnetto luminoso, si aggrappa al muro e lui, Bowser, lo sfonda, mancandolo di pochissimo. Ma quando cade a pera lo prende tra gli artigli. Lo sente ardere anche sotto tutti quegli strati spessi di pelle che lo fasciano.

Sei intoccabile.” gli grida, ma non ha intenzione di lasciarlo cadere.

Il suo braccio squamoso si stende di netto e lo colpisce in piena faccia.

Stavolta fa centro, vede il sangue che tanto aveva bramato di vedere uscir fuori dalla sua bocca.

Che però si arriccia in un sorriso indecifrabile.

I suoi occhi celesti si sollevano costringendolo suo malgrado a seguirli.

Lo Sfavillotto compare dal nulla come un fantasma.

La sua apparizione è decisamente inaspettata, ma ha il potere di fargli comprendere.

Capisce come ha fatto ad atterrarlo. Capisce perché brilli a tal punto. Capisce chi lo ha aiutato.

E capisce anche che è stata colpa sua, perché lo ha fatto mandare lui da lei.

Ha plasmato lui stesso il mostro che lo ucciderà.

Ciò che lo sfiora, inaspettatamente freddo da raggelarlo, è davvero un brivido di paura?

Lo Sfavillotto si pone sul petto di Mario trasmettendogli la sua energia luminosa.

Un fascio di luce accecante li avvolge.

Ne scaturiscono cinque raggi ben distinti che fondono entrambe le loro sagome in quella di un'unica, enorme stella, finché ogni traccia dell'uomo è scomparsa e non restano soltanto quelle punte lucenti a segnalare la sua presenza.

Per contrastarla, la incenerisce con una fiammata che si rivela del tutto inefficace.

La stella aumenta di volume e la luce diventa talmente intensa da costringerlo a socchiudere gli occhi per non rimanere cecato.

Ciò che segue è qualcosa di indescrivibile, pare che tutto ciò che gli sta intorno sia destinato a disintegrarsi, ad auto-annullarsi.

Ma questo è il suo castello!

Non può accettarlo, la colpisce alla cieca.

Sente il suo artiglio spezzarsi.

Cade all'indietro, come se avesse appena preso la scossa.

Poi, così com'è iniziata, passa.

Torna a intravvedersi l'uomo, ha lo sguardo affranto.

Lo Sfavillotto è tra le sue mani raccolte a coppa, quasi del tutto spento, sfinito, con l'unghione di Bowser che gli ha sfondato il minuscolo petto.

Una sorta di fluido argenteo scaturisce dalla sua ferita, cola denso come sciroppo.

Ho esaurito la mia luce.” dice con un filo di voce e respirando a fatica “L'ho trasferita tutta su di te. Fanne buon uso.”

Chiude gli occhietti minuscoli e si accascia.

Aspetta!” gli urla Mario “Resisti!”

Ma la buona stellina s'è ormai eclissata. Per sempre.

No!” grida Mario, incredulo, ma poi deve difendersi dal nuovo attacco, per sua fortuna infruttuoso, del suo nemico.

Non tantissimo tempo era passato da quando s'erano incontrati, ma in quella stella, dopotutto, Mario aveva trovato un amico, l'unico che in qualche modo gli ricordasse la principessa dei suoi sogni.

Potete immaginarvi come si sia sentito nel vederselo perire così miseramente davanti.

Come probabilmente deve sentirsi Yvan da quando...

A proposito, ma perché Yvan non lo sta aiutando?

Si fa scivolare il corpicino della creatura dentro la tasca della salopette, certo non è molto, ma non può certo abbandonarlo per terra. Penserà dopo a dove seppellirlo.

Mentre si trova impegnato nella lotta, si accorge di aver compreso qualcosa del suo nemico.

Forse inconsciamente, tende spesso a coprirlo, a bloccargli la fuga verso l'alto.

Questo, evidentemente, a causa della sua tendenza a saltellar via su cui oramai s'è fatto un (sopran)nome.

Può sorprenderlo, è piccolo e agile mentre il drago è grande e grosso.

Così gli scivola in mezzo alle gambe...

Ma non ha tenuto conto della coda.

Il colpo di frusta che si becca in pieno volto gli fa vedere gli uccellini che fanno il girotondo attorno alla sua testa.

Viene ributtato indietro, in tempo per vedere le terribili zanne che si chiudono su di lui.

Si gira su un fianco e il morso lo raggiunge nel braccio.

Sente le carni che gli vengono strappate con brutalità ed è impressionante constatare quanto la cosa non gli faccia male.

È per via della luce che mi hai donato, mio piccolo amico?” si chiede da solo, affascinato “Giuro sulla mia vita che ti vendicherò.”

E dopo aver promesso ciò, per niente intimidito dal suo avversario né indebolito dal suo attacco, si alza in piedi e salta via, sgusciando letteralmente sotto il suo naso.

Si esamina la spalla dilaniata e sbuffa. “Immagino che domani mi farà un po' male.” biascica, ma poi viene colto da una strana sensazione di benessere, di calore.

Bowser gli si butta di sopra, lui lo schiva e una volta che s'è raddrizzato scopre, attraverso il tessuto lacerato della manica, che la ferita s'è appena auto-rimarginata senza lasciare neppure una minima cicatrice sulla pelle.

Doppio è lo stupore.

Com'è possibile? Nemmeno il fungo 1-Up fa un lavoro così accurato.” si chiede mentre piomba a propria volta addosso al re per ripagarlo.

Il koopa si drizza per scrollarselo via, Mario si aggrappa ai suoi capelli folti sulla nuca. Scivola e gliene resta una manciata in mano, finendo aggrappato al grande guscio verde.

Gli spuntoni sul suo dorso gli bucano le scarpe ma non lo feriscono.

Una specie di senso di onnipotenza lo pervade.

Ora sa per certo che la Luce è dentro di lui ed è in qualche modo alimentata dal sacrificio dello Sfavillotto come anche dal ricordo sublime di Rosalinda.

Si sente quasi invincibile, invulnerabile, incandescente.

Ma è proprio quando si è più sicuri che si abbassa la guardia.

Non capisce quello che succede, sente soltanto un grande intorpidimento, nessun dolore.

Vede tutti i colori dello spettro mescolati insieme che vorticano a velocità folle, gli danno la nausea.

Viene sbalzato contro il suolo e solo allora realizza di essere stato colpito.

Quando riapre gli occhi vede un ghigno terrificante comparire nella faccia del suo nemico.

Un braccio è teso in un gesto trionfale, e tra gli artigli stringe il sacchettino coi biscotti che gli ha appena sfilato dalla cintura.

Te li ha dati lei, non è vero?” chiede, pur conoscendo già la risposta.

Mario resta per un momento sbalordito che il suo nemico sappia di Rosalinda, ma poi decide che non deve stupirsene. In fondo, è lui il forestiero in questo mondo.

Quella sgualdrina intergalattica!” esclama il koopa e Mario si risente per questo epiteto poco rispettoso a dir poco.

Se hanno saputo renderti così forte, aspetta che mi rimetta in pari con te.”

Mentre ancora parla, si caccia il sacchetto in bocca tutto per intero. Mario lo guarda impotente mentre ingoia pure la plastica.

Tutto ciò che quella rispettabilissima donna gli ha lasciato è andato così perduto. Praticamente, è quasi come se il suo ricordo fosse svanito, come se fosse morta.

Quando, dal centro del suo ventre, si comincia a intravvedere lo scintillio stellare, inizia ad allarmarsi e si rende conto del vero pericolo.

Non vuole sapere quello che succederà adesso, preferisce voltarsi e iniziare a correre, a scappare.

Perché se ora Bowser diventasse Super Bowser o qualcosa di simile, Mario saprebbe di non poter vincere, di essere condannato. E ricordiamoci che lui non può certo lasciarsi battere. Non adesso, non dopo tutto quello che ha affrontato.

Deve salvare la principessa Peach a tutti i costi, ha promesso di farlo, anche se non la conosce nemmeno e anche se in effetti non l'ha mai vista.

Per farlo, deve perlomeno essere vivo.

Mentre Mario fugge, noi faremo un passo indietro e spiegheremo che cos'è capitato nel frattempo a Yvan. Non crediate che non sia intervenuto ad aiutare Mario per paura.

Dopo aver mangiato quel biscotto miracoloso, ma prima che Mario e Bowser si affrontassero, Yvan aveva continuato ad andare diritto, a camminare spedito, a marciare come un soldatino.

In effetti, lui è un soldato, ma in quel momento se l'era scordato.

S'era scordato di ogni cosa, non avrebbe più saputo dire nemmeno il proprio nome, se glielo avessero domandato.

S'era scordato della presenza del suo amico Mario, s'era lasciato alle spalle Luigi e Daisy, che sono rimasti indietro, aveva completamente dimenticato Yoshi e gli altri, che li aspettano fuori, e non gli importava neanche più della principessa Peach, che è prigioniera da qualche parte.

Non gli interessava più niente di niente, l'unica cosa che per lui avesse un senso in quel momento si concretizzava nell'unica esigenza di andare avanti, di trovare colui che gli aveva strappato dalle mani il suo ragazzo, di ripagarlo con la stessa moneta.

Wolley era praticamente l'unica persona di cui, per molti anni, gli fosse veramente importato.

Avevano fatto i salti mortali per stare insieme, la loro storia d'amore era stata molto contrastata, soprattutto dalla famiglia di Wolley che non si rassegnava, che avrebbe voluto combinargli un matrimonio con una certa Kinopio, una ragazza toad ricca e bella che Yvan aveva visto una sola volta e che aveva, nonostante tutto, preso in simpatia.

Fedele come un cane, il giallo lo aveva seguito e s'era sciolto dall'impegno con la sua dopotutto incolpevole fidanzata, con tutto ciò che questo comportava.

Eterno fautore dell'amore libero, era stato diseredato per le sue idee e per la sua decisione di andarsene insieme a uno del suo stesso sesso, ma non gli era importato.

Si erano amati sinceramente.

E adesso, lui era morto nell'inseguimento del proprio sogno, se n'era andato in un modo così improvviso e ingiusto che non sembrava nemmeno possibile.

Se fosse esistita anche una sola, microscopica speranza di riaverlo indietro, di farselo restituire, o per lo meno di farla pagare a chi l'aveva ucciso, l'avrebbe alimentata con tutto il suo cuore.

Una persona più fragile di lui si sarebbe arresa subito, sarebbe precipitata nel baratro, ma lui no, lui era forte, lui avrebbe continuato a provare quell'illusoria ma quantomai confortante sensazione che non riusciva nemmeno a definire bene, ma che gli ispirava la fiducia per cui tutto quanto, alla fine, si sarebbe concluso nel migliore dei modi, per lui, per loro.

Forse derivava dal semplice fatto che ancora non riusciva a crederci.

Non poteva accettare che la fortuna che gli aveva arriso fino a quel momento lo avesse definitivamente abbandonato.

Non sapeva ammettere a se stesso che tutto fosse semplicemente finito, che niente sarebbe mai stato come prima e che non sarebbe mai potuto tornare indietro.

Mentre così meditava e perseguiva la sua meta, qualcuno lo ha colto di sorpresa.

Dopo essersi separati dal padre, Iggy e Lemmy hanno preso i comandi del veicolo volante e gli sono planati dietro, di soppiatto, seguendolo in silenzio, guidati dal suo strano brillare.

Poi, quando si sono portati esattamente sopra di lui, ognuno di loro lo ha preso per un braccio.

L'intenzione era di portarselo via per combinargli qualche brutto scherzetto, non necessariamente finalizzato alla sua eliminazione fisica, magari speravano soltanto di divertirsi un po'.

Ma Iggy ha subito mollato la presa, s'è scottato.

Lemmy ha grugnito ma ha resistito.

Il toad così s'è trovato appeso per un braccio soltanto.

E ha gridato, ma il veicolo s'è alzato in volo e allora lui, sentendosi mancare la terra sotto i piedi, ha pensato bene di aggrapparsi alla mano del suo rapitore e s'è issato a bordo di questo bizzarro mezzo volante simile alla faccia eternamente sorridente di un clown triste.

E il conducente stesso sembra un pagliaccio, con questi capelli tutti colorati e sparati in testa e gli occhi spiritati da folle che vanno da tutte le parti.

Si stupisce di sovrastarlo, è minuscolo, sembra un nano, ma si accorge che comunque è sicuramente più giovane di lui, non avrà più di venti, ventidue anni... cosa che, comunque sia, non giustifica la sua altezza, resa ancor più insignificante da quella considerevolmente maggiore del fratello minore che gli sta accanto. E scusate il gioco di parole.

Allora? Che cosa volete da me?” chiede il toad intrepidamente.

Perché brilli così?” gli fa il tappo “E perché non ti si può toccare?”

Non ti hanno insegnato che non si risponde alle domande con altre domande?” lo rimprovera Yvan.

Perché, tu cos'hai appena fatto?” abbaia Lemmy.

Lo guarda con puro e semplice odio, che viene ricambiato con entusiasmo.

Si mettono in posizione d'attacco e incominciano a scannarsi, ma non è mica semplice muoversi all'interno di questa sorta di tazza, anche se non si può negare che sia abbastanza capiente.

Dopo pochi vani tentativi di tenerlo a bada, i due fratelli koopa tirano fuori le loro personali bacchette magiche, che ogni bowserotto riceve in regalo dai magikoopa per il diciottesimo compleanno.

Se vi ricordate -ma se non ricordate vi rinfresco io la memoria- avevamo detto che sulla punta di quella di Ludwig, il primogenito, c'era un diamante puro. Beh, invece quella di Lemmy porta incastonato uno zaffiro giallo a taglio ovale e quella di Iggy uno smeraldo squadrato che è nuovissimo, visto che lui diciotto anni li ha appena compiuti. Tanto per la cronaca, Roy ha un rubino. La pietra è indispensabile, perché catalizza il pizzico di magia che la bacchetta racchiude, impedendole di scaturire incontrollabilmente.

Le puntano alla gola del loro nemico e sparano in sincrono un incantesimo che viene letteralmente assorbito dalla sua pelle.

Non dico che non abbia nessun effetto, ma di sicuro non è devastante al punto che s'erano augurati.

Che cosa avrebbe dovuto farmi questo?” chiede il toad riacquistando l'equilibrio perduto.

Avrebbe dovuto annientarti!” dice Iggy mostrando una certa confusione nel constatare che non abbia funzionato.

Già, invece ha soltanto scalfito la tua corazza.” osserva Lemmy, e quando lo dice sembra quasi felice, eccitato.

Quindi non è più così impenetrabile.” riflette Iggy.

E subito le due pietre vengono di nuovo puntate su Yvan.

Ma stavolta, prima che possano sparare, lui salta in piedi sul bordo del mezzo volante e i due incantesimi si scontrano, causando una piccola esplosione che fa tremare tutto.

Yvan scivola all'indietro e rimane attaccato al bordo per le sole braccia con il corpo a penzoloni nel vuoto, trovandosi paradossalmente nella situazione che poco prima era riuscito a evitare.

Sbuca fuori la cresta multicolore del piccolo koopa. La sua risata è sguaiata, assomiglia a quella di una iena. Sopra la testa solleva minacciosamente un grosso pallone arancione.

Poi Yvan sente le sue dita che vengono crudelmente schiacciate ed è costretto suo malgrado a mollare la presa.

Mentre precipita incontro alla morte inevitabile, fa la sconvolgente scoperta di non averne nessuna paura.

Molti dicono che quando si sta per morire si riveda tutta la propria vita.

L'unica cosa che a Yvan torna in mente e che gli pare anzi di vedere è Wolley che lo raggiunge e lo avvolge nelle sue ali in un abbraccio protettivo e disperato.

Tende le mani per ricambiarlo o almeno sfiorarlo.

Ma non lo raggiunge e le lacrime rischiano di affogarlo.

Poi c'è l'impatto, violentissimo, con il suolo e tutto il mondo scompare mentre l'eco della risata di Lemmy Koopa si perde nell'aria sopra di lui.

Per alcuni lunghissimi minuti, Yvan è lasciato a se stesso, sperduto in una landa buia e senza la minima ombra di vita.

Un tocco delicato su una guancia lo riporta indietro.

Schiude gli occhi e cerca di dire qualcosa, ma un dolore acutissimo alla schiena gli toglie il fiato.

Due grandi occhi blu gli restituiscono uno sguardo preoccupato.

Si deve essere rotto qualcosa.” mormora una voce femminile che sembra lontanissima.

Sfido, cadere da un'altezza simile.” risponde un'altra voce che riconosce come quella di Luigi “Per lo meno non sono tornati a dargli il colpo di grazia. Aiutami a sollevarlo.”

E si sente prendere da sotto le spalle.

Nello spostamento, un fiotto di sangue scuro erutta dalle sue labbra.

Diavolo!” impreca Luigi “Guarda dov'è andato a finire!” e sfiora con un dito qualcosa di acuminato che s'è conficcato a fondo nelle sue carni e che non appena viene rimosso gli provoca un'altra volta un dolore fisico insopportabile.

Cosa dobbiamo fare?” chiede Daisy, spaventata dalla quantità di sangue che si sta allargando sotto il povero toad.

Devo avere ancora un pezzetto di fungo verde.” bofonchia Luigi frugandosi nelle tasche “Per le emergenze.”

E più emergenza di questa!”

Yvan si sente aprire le labbra a forza, ma quando sente il corpo estraneo dentro la propria bocca non ce la fa a ingoiare, deve essere aiutato da Luigi che gli spinge delicatamente la gola con i polpastrelli.

Non basterà!” geme Daisy e, non ci si crede, una lacrima si affaccia su una delle sue guance bianche.

Per fortuna, invece, basta per richiudere la ferita, anche se sulla pelle rimane un segno vivido.

Anche se Yvan non si sente per niente meglio, con un supremo sforzo di volontà si risolleva e si mette a sedere.

Grazie.” la sua voce è debolissima, un sussurro “Dove eravate finiti? A imboscarvi?” cerca di sorridere.

Sì...” borbotta Luigi e cambia subito argomento “Che fine hanno fatto gli altri?”

Di Mario non so nulla, quando quelli mi hanno preso era dietro di me e poi non l'ho più visto...” comincia Yvan.

Luigi sta per chiedere di Wolley ma si frena appena in tempo, quando si accorge che Yvan ha smesso di parlare e che i suoi occhi piccoli e neri sono diventati all'improvviso vitrei e colmi di tristezza.

Batte le palpebre un paio di volte. Intuisce che dev'essere capitato qualcosa di sconvolgente.

Lo accoglie tra le braccia e lo stringe come se fosse un bambino e lui, in risposta, scoppia a piangere, così finalmente si sfoga.

Daisy li guarda senza sapere cosa dire o cosa fare. Anche se a lei le cose troppo stucchevoli non piacciono, vuole rispettare quel momento e resta zitta.

Ma poco dopo si sente un boato che proviene decisamente da sotto i loro piedi e che scuote il pavimento.

Yvan si asciuga gli occhi e guarda confusamente i suoi compagni.

Cos'è stato?” chiede, come se loro gli possano rispondere.

Andiamo a vedere?” suggerisce Daisy stringendosi nelle spalle.

Poco distante c'è una di quelle carrucole con cui Mario e Yvan avevano scalato il castello.

Stavolta, loro tre la usano alla rovescia, cioè per scendere di nuovo al livello inferiore.

E incontrano subito Mario che sta fortuitamente correndo proprio verso di loro.

Mario!” lo chiama suo fratello “Da cos'è che stai scappando?”

L'idraulico li raggiunge sulla piattaforma “Non vorresti saperlo, te lo spiego dopo, adesso saliamo su, saliamo su, presto!” grida affannatissimo smanettando con la corda.

Riescono a sollevarsi prima che una spessa lingua di fuoco li circondi.

Santo cielo!” esclama Luigi guardando sotto di sé.

Due grosse corna bianche come l'avorio sono spuntate al seguito della vampata.

Vigliacco!” grida Bowser ergendosi fieramente nella sua nuova statura “Tanto non mi sfuggirai per sempre, sto giocando in casa!” e sparisce.

In realtà, sono loro che sono spariti, sfuggendogli, con il pavimento che s'è chiuso sotto di loro.

Era proprio lui!” urla Daisy non appena si trovano al sicuro “Quello che ha rapito Peach il giorno del suo compleanno! L'ho riconosciuto, l'ho visto con i miei occhi...”

Beh, non ne dubitavamo.” dice Mario.

Ma prima non era così grosso!” continua la ragazza “Come è successo, come ha fatto a diventare così?”

Mario esita. “Forse ho commesso un piccolissimo errore. Ha ottenuto un potenziamento che era destinato a me... anzi... diciamo pure che ne ha ottenuti più di uno.”

Mario!” esclama Luigi in tono stizzito “Ma che combini?”

Sta' zitto, lo Sfavillotto ha pagato caro questo sbaglio.” sbotta lui.

Se lo toglie di tasca per mostrarlo tristemente a Daisy che quando lo vede prorompe in un “Oh, poverino!”

Yvan assume un'aria afflitta “No, ancora...” bisbiglia.

Luigi, non hai altri di quei cosi...?” chiede la principessa.

Quello che ho dato a Yvan era l'ultimo.” risponde bruscamente Luigi “E comunque, ormai è tardi.”

Mario ripone la stellina con dolcezza.

Poi guarda tutti con sguardo fermo, quasi freddo.

Sentite. Se non vogliamo che le morti dei nostri compagni siano vane, dobbiamo trovare la principessa e portarla in salvo. Forza, ormai siamo a un passo!” li sprona.

Ma quando annuiscono, nessuno di loro lo sta guardando.









































Angolo autrice:

Sin da quando ho iniziato a scrivere la storia, avevo una voglia matta di arrivare a questo capitolo in particolare. Mi sono divertita un mondo a buttarlo giù e mi sono stupita quando poi, rileggendolo, ho constatato che era venuto esattamente come lo avevo immaginato all'inizio... Vorrei invitare l'utente KrystalRocker a recensire, nonché ringraziarla per avere inserito la storia nei suoi preferiti. (Non è che ti voglio mettere in difficoltà, è solo per sapere cos'è che ti ha incuriosita :) è un vero sollievo sapere che esiste qualcun altro che per lo meno si interessa a questo mio lavoro!)

Spero che tutti voi abbiate passato delle buone vacanze.

  
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