Il pegaso blu lanciava lancinanti urla di dolore, chiaramente esagerate, ad ogni intervento dell’amica. Dash era coricata sul sofà di casa, mostrando smorfie d’ogni sorta, mentre Fluttershy, con un rotolo di bende, cercava di fasciarle la groppa e le ali.
“Non fare la femminuccia, Rainbow…”, l’ammonì.
“Ma fa male!”.
Twilight strizzò verticalmente una siringa, facendo fuoriuscire un po’ di liquido: “Con questa dovresti sentire meno dolore”.
Alla vista dell’ago, il pegaso si calmò inaspettatamente: “…no, no, va bene così. Non fa poi tanto male”.
“Ragazze, ci pensate?”, esultò Spike con eccitazione, “Abbiamo tolto di mezzo i FlimFlam Brothers! La città proibita è praticamente in mano nostra!”.
“Non essere così ottimista, amico”, rispose Applejack con compiacimento, accomodata ad una poltrona e di nuovo con lo stecchino tra i denti, “Ci sarà sempre qualcuno disposto a crearci problemi”.
“Se dovesse capitare”, esclamò Pinkie Pie, cercando di sintonizzare una grossa radio a valvole, “allora gli porteremo dei cupcakes!”.
“Eyup. Ma per un po’ credo staremo tranquilli”, concluse lo stallone.
Rarity, con il vestito bruciacchiato, sorseggiò delicatamente il sidro della tenuta Apple: “Delizioso! Oh! E la festa! E’ stata semplicemente grandiosa! Non mi sono mai divertita tanto in vita mia! Spero vengano di nuovo a darvi problemi, così ci faremo un altro giro di giostra!”.
Applejack si fece seria: “Però… Twilight, Pinkie… i vostri locali sono distrutti. Cosa farete ora?”.
L’unicorno viola sorrise: “Mh… avevo in mente qualcosa. Voglio ritornare in affari, come un tempo, però devo prima risollevarmi, così pensavo di ricominciare da zero”.
“Ovvero?”.
“Vedi, cara”, riprese Rarity, “nella mia maison c’è bisogno di soda rinvigorente per i clienti! E, mentre qualcuno la prepara, ci dovrà essere un altro pronto a servirla!”.
“Cupcakes!”, esordì Pinkie.
“Affari legali, dunque?”, chiese Applejack.
“Soltanto per ora, AJ”, rispose Sparkle, “Ma quando avrò nuovamente un po’ di grana… ripristinerò il mio laboratorio e la produzione di sidro corretto… e Pinkie potrà riaprire lo speakeasy”.
“Come ai vecchi tempi?”, sorrise l’altra.
“Come ai vecchi tempi”.
Bic Macintosh ed Applejack uscirono in strada, lasciando l’asso di Equestria in compagnia delle amiche.
La sorella alzò gli occhi verso il sole accecante e si mise gli occhiali sul muso.
“Non è andata poi così male, vero Mac?”.
“Ce la siamo vista brutta”.
“Sì… ma è stata un’impresa spettacolare”.
“Questo è vero”, ammise.
“I giornali ne parleranno per settimane”.
“Già, finché non arriverà qualche altro spaccone a rovinarci la festa, come hai detto prima”.
Applejack gettò lo stuzzicadenti: “Oh, era tanto per dire! Chi vuoi che si metta contro la tenuta Apple, ormai? Sono sicura che non accadrà per un bel po’…”.
Poco lontano, distante dagli occhi dei due, un taxi portava a destinazione il proprio cliente, fermandosi davanti alla bottega distrutta di Twilight.
La porta del mezzo si spalancò e scese una creatura serpentiforme, dotata di zampe provenienti da diversi animali: in un artiglio teneva una valigia da viaggio e, sulle spalle, indossava una camicia dai motivi floreali.
Sollevò lentamente gli occhiali scuri dal volto caprino e ruotò gli occhi con compiacimento, scrutando attentamente l’intero paesaggio di Ponymood. Si sfregò le mani con eccitazione.
“Oh! Ma che splendida, splendida città!”, esclamò, mordendosi il labbro inferiore, “Già vedo tutti parlarne: il ‘Sidro della Discordia’! Solo nei migliori speakeasy di fiducia!”.