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Autore: Chel_esque    08/04/2013    0 recensioni
Mentre Rinoa continua a seguire il suo sogno, Squall continua ad allontanare l'unico sole che lo proteggeva dalle ombre.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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FADING SUNLIGHT
scritta da Chel-esque, tradotta da Alessia Heartilly
III

Calcio.

Un altro sassolino soffrì un tremendo calcio che Squall tirò senza cerimonie. I suoi passi potenti contrastavano con i fiori bellissimi che ornavano i lati del sentiero su cui camminava. Controllò l'orologio per vedere se era vicina la fine del ballo di promozione.

Erano solo le dieci e trentatré.

A che diavolo stavo pensando?

Squall fissò il cemento, calciando l'ennesimo sassolino davanti a sé.

Giusto, non pensavo proprio.

Voleva picchiarsi per aver permesso che accadesse. Quello che era successo solo pochi minuti prima era un errore totalmente e completamente stupido. Non gli poteva fregare di meno del pubblico che aveva visto; era da Rinoa che voleva stare lontano adesso.

"Hey, Squall? Quanto tempo ci mette il sole a sorgere?"

Squall sorrise al ricordo che arrivò senza sforzo.

"Quattro minuti."

"Quindi, quattro minuti perché il sole cancelli tutto il buio del mondo?"

Ricordava quel giorno. Era uno di quei giorni semplici per entrambi, quando la presenza di Rinoa era tranquillizzante, anche quando non facevano nulla di utile. Anche se era insicuro su molti aspetti della loro relazione, non rimpiangeva affatto quei momenti.

"Allora, che ne dici di essere il mio sole?"

"Cosa?"

"Mi hai sentita." Rinoa ridacchiò un poco. "Puoi essere il mio sole, e puoi proteggermi dalle ombre."

Il sogno si schiarì, e Squall fu di nuovo tra i fiori.

Ti sbagliavi. Tu eri il mio sole.

*~*~*~*~*

Rinoa voleva urlare. Non per la frustrazione, come nell'ultimo paio di giorni, ma urlare contro Irvine fino a fargli sanguinare le orecchie, e poi ancora un po'.

Perché, perché aveva dovuto seguire Squall nello stesso momento in cui l'aveva fatto lei? La vista di Irvine la fece spaventare, e andò a nascondersi veloce dietro un albero. Almeno era in un punto abbastanza buono, e poteva sentire ogni parola.

"Hey, Squall."

Il Comandante sospirò. Era evidente che voleva stare solo.

"Irvine."

Il cowboy mantenne la sua facciata felice, continuando a parlare. "Bel numero quello di prima. Era una bella aggiunta allo spettacolo."

"Mh."

"Rinoa però sembrava un po' scioccata."

Rinoa fece una smorfia nel sentire il suo nome e il commento; sapeva che la sua reazione probabilmente aveva mancato di finezza e grazia. Poteva quasi vedere Squall fare lo stesso, da quello che sapeva e ricordava di lui.

Era una finzione?

"È andata bene. Il pubblico non ha sospettato niente, e se l'ha fatto, non può far altro che spettegolare."

Il suo tono freddo non mancò di farle battere forte il cuore; aveva iniziato a sperare che Squall provasse ancora qualcosa per lei. La stessa speranza a cui s'era appoggiata per un anno intero, fino a quando alla fine si era spenta.

Riportò la mente alla scena che si stava svolgendo davanti a lei.

"Quindi, lo hai fatto completamente e assolutamente di proposito?" domandò il cowboy nello stesso tono freddo.

"Sì."

Irvine lo schernì, con un'espressione totalmente diversa sul viso rispetto al sorriso allegro di prima. "In qualche modo, non ci credo."

Rinoa si accigliò, dietro il suo albero. Insieme alla speranza crescente, anche la confusione catturò il suo interesse. Dove sta andando a parare?

"Che altro c'è da credere?" sputò Squall, che ora lanciava coltelli con lo sguardo contro Irvine.

"Squall, sai di provare ancora qualcosa per lei."

Rinoa smise di pensare mentre la speranza continuava a fiorire in lei. Cosa?

"No, invece."

E la speranza svanì, solo per ritornare insieme ad ulteriore frustrazione nei confronti dei due uomini.

"Non mentire a te stesso, Squall!" esclamò Irvine. Continuò senza pietà. "Vediamo tutti come la guardi, come ti sei comportato dopo che vi siete lasciati. Come fissavi la televisione ogni volta che c'era lei; come sembri felice quando guardi le fotografie che hai tenuto di lei!"

A queste parole, Squall sembrò spezzarsi, un'ondata di emozioni che esplose da lui e prese vita con le sue parole.

"Bene. Sì. Provo ancora qualcosa per lei," sbottò. Squall fece un respiro profondo, prima di pronunciare con calma le parole successive.

"Amo ancora Rinoa Heartilly."

Rinoa non poteva crederci. Doveva andare a parlare con Squall. Non importa cosa succederà.

Irvine fece un sorrisetto quando sentì il suono dei tacchi alti colpire in fretta il cemento dietro di lui. Sorrise ancora di più quando vide l'espressione di shock e sorpresa di Squall quando Rinoa comparve da dietro l'angolo. Era perfetto, pensò.

"Ah, Rinoa. È bello rivederti qui," disse con calma, come se non fosse successo nulla. Come se il fatto che Squall ammettesse qualcosa che negava da un anno non fosse nulla di che.

Questo momento era decisamente perfetto. Quello che lo rendeva ancora migliore era il fatto che non c'era modo per Squall di negarlo ancora, ora che Rinoa sapeva.

"Ciao Irvine," riuscì a dire Rinoa.

Irvine guardò prima uno e poi l'altra. "Be, adesso vado, ci rivediamo dentro," disse, e sorridendo e facendo l'occhiolino a Squall e Rinoa si voltò e se ne andò fischiettando.

Squall controllò ancora l'orologio, un gesto nervoso per avere qualcosa da fare. Le dieci e quarantuno.

Spostò lo sguardo sulla bellezza davanti a lui e dovette distoglierlo alla vista dell'espressione dolce ma feroce della cantante.

Squall Leonhart non poteva prevedere cosa sarebbe successo dopo.

E lo spaventava. Lo spaventava così tanto.

*~*~*~*~*

Rinoa era scappata dai litigi in passato, ma da questo non si sarebbe permessa di scappare. Non se ne sarebbe andata come aveva fatto troppo volte nella sua vita, come Caraway aveva sottolineato così tante volte.

Avrebbe lottato.

Questo lasciava Squall con la scelta di fuggire senza mai guardarsi indietro. E fu esattamente quello che cercò di fare.

"Beh, Rinoa, dovrei tornare dentro. Buonanotte," disse freddamente, senza alcuna somiglianza con l'uomo scioccato che era stato pochi minuti prima.

"No."

Rinoa non voleva sembrare così vigorosa, ma la frase le uscì così. Decise di essere schietta. "Squall, è vero?"

"Cosa?"

"Squall, non comportarti come se non fosse successo niente! Ti ho sentito, sono stata sempre dietro quell'albero."

L'espressione di Squall passò gradualmente da fredda a scioccata, e infine furiosa. Con lei? Lei non lo sapeva, e sinceramente non le interessava. Non l'avrebbe fatta vacillare, non quel giorno.

Squall non voleva parlarne, soprattutto non parlarne più con lei. Se l'avesse fatto, non sapeva cosa avrebbe detto, delirante com'era. Aveva già dimostrato che non sapeva cosa stava facendo se c'era Rinoa, con lo scherzetto allo spettacolo.

"Squall."

Gli occhi di Rinoa si riempirono di dolore quando lui continuò a non rispondere.

"Buonanotte," disse lui, cercando di superarla.

Ora o mai più, Rinoa. Ora o mai più.

"Squall!"

Lui non si voltò. Non esitò mai, camminando tranquillo sul sentiero per tornare nel salone.

Ora o mai più.

"Anch'io ti amo ancora!"

*~*~*~*~*

Squall spalancò gli occhi. Quelle erano le parole che voleva sentire da così tanti mesi, per troppi mesi.

Si voltò di nuovo, con gli occhi pieni di sorpresa. Vide gli occhi di Rinoa pieni di lacrime che non erano ancora cadute. Il senso di colpa che già provava crebbe quando la vide. La sto ferendo di nuovo.

Ma riuscì solo a dire una parola.

"Cosa?"

Rinoa si rifiutò di indietreggiare, anche se aveva paura di essere rifiutata di nuovo. Tutte le sue paure di essere rifiutata e respinta, anche se si erano realizzate una volta, la perseguitavano con assalti implacabili. Ricordi della sua infanzia dolorosa con Caraway, e anche di quella notte, continuavano a tornarle in mente. Fu la tristezza a pervadere le sue parole successive, tristezza che Squall non poté fare a meno di notare.

"Quest'ultimo anno... è stato un inferno. Pensavo che non intendessi quello che avevi detto quella sera, all'inizio, ma quando non mi hai chiamato, e nemmeno chiesto di me, mi ha fatto male capire che era vero. Mi ha fatto così dannatamente male."

Squall poté solo ascoltare mentre il suo senso di colpa si moltiplicava. Era tutta colpa sua. Tutte le volte che si era convinto che lei fosse felice, quando la vedeva, erano una bugia.

"Mi dispiace." Furono le solo parole che riuscì a dire.

La ragazza continuò a fissarlo attraverso le lacrime. Mentre parlava era riuscita a calmarsi, ma le faceva ancora male parlargli.

Questa sensazione andrà mai via?

Rinoa voleva chiedergli ancora una cosa; almeno una cosa prima che lui uscisse di nuovo dalla sua vita.

Voglio che finisca - questa parte di me che sono un fallimento.

"Perché?" iniziò. "Perché mi hai detto tutte quelle cose quel giorno?"

Per tutto quel tempo lei aveva pensato di essere un fardello, qualcosa che lo disturbava immensamente. Forse lui pensava questo di lei, e l'aveva pensato per troppo tempo nella loro relazione. E per quella frustrazione, era esploso quel giorno, quando non poteva più sopportarla.

Ma non poteva pensare a tutte quelle possibilità adesso: presto avrebbe avuto una risposta. Se solo avesse potuto fingere che non la ferisse, se avesse avuto ragione.

Squall era molto a disagio. Non voleva dirle perché era insicuro, ma sembrava che non avesse scelta. Poteva non voler dire a Rinoa perché aveva fatto quelle cose, ma non voleva più vederla stare male. Quella era una cosa che non avrebbe più fatto. Lei era stata ferita da lui per troppo tempo.

Era difficile, ma l'avrebbe fatto. "Non volevo essere ferito." Non la guardò mentre parlava. "Non volevo scoprire un giorno, quando tu fossi stata famosa e felice, che io non ne ero degno."

Fece un respiro profondo, e l'aria fredda lo rinfrescò e lo calmò. "Era importante per te; il tuo sogno di diventare una cantante. Non volevo mettermi in mezzo. E sapevo che saresti stata con me se te l'avessi chiesto, ma non volevo trattenerti."

"E quando saresti finalmente diventata una cantante famosa, avresti capito che potevi avere così tanto di più. E non era la prima volta che mi sentivo così, per la maggior parte della nostra relazione mi sono sentito così. E quel giorno... è stato il giorno in cui tutto avrebbe cominciato a rompersi, se fossimo rimasti insieme. Non intendevo le cose che ho detto, Rinoa. Nemmeno una."

Si voltò, e abbassò la testa per la vergogna. Quello che non si aspettava erano due braccia magre che lo avvolsero da dietro, con una dolce pressione sulla schiena quando la testa di Rinoa si appoggiò alla sua spalla.

La sua voce era semplicemente così piena di dolore e rimpianto che non poteva essere arrabbiata con lui. Era turbata, però. Per quanto tempo lui si era sentito così, e non gliene aveva nemmeno parlato? Per quanto tempo si era portato il senso di colpa addosso? In quel momento, condivideva la sua tristezza; il tempo passato lontani l'uno dall'altra aveva ferito tremendamente entrambi.

"Squall..." I tacchi fecero poco rumore mentre si spostava per guardarlo. Gli posò la mano sulla mascella, guardandolo negli occhi.

"Non ti avrei lasciato - nemmeno per un secondo ti avrei lasciato." Finalmente pianse, singhiozzando piano.

Il Comandante non poté evitare di sentirsi riempire gli occhi di lacrime, ma non avrebbe pianto. Invece, attirò Rinoa in un forte abbraccio, lisciandole i capelli in maniera confortante; qualcosa che faceva spesso quando stavano insieme, solo che capitava quando stavano per addormentarsi.

Riavremo quei giorni?

Dopo qualche momento, Squall le chiese se voleva tornare in camera a riposare; era stata una lunga notte e avevano troppe cose a cui pensare per il futuro.

"Non voglio il futuro. Voglio rimanere sempre nel presente. Voglio semplicemente restare qui con te..."

E quindi rimasero abbracciati.

L'orologio segnò le dieci e quarantacinque.

*~*~*~*~*

"Irvine!"

Il cowboy, ormai un uomo di venticinque anni, sollevò un bambino tra le braccia e andò dalla donna in piedi accanto alla chiesa.

"Irvine, muoviti, o faremo tardi! E non possiamo perderci la possibilità di fare fotografie!" La giovane donna danzò felice nel suo abito da damigella azzurro cielo, riuscendo a malapena a contenere la sua eccitazione. Irvine aveva un completo nero.

"Sì, Selphie." Il bambino ridacchiò alla danza goffa della donna, anche se non poteva capire del tutto perché fosse così felice.

Rimase in braccio a Irvine mentre entravano nella chiesa, decorata di azzurro cielo e bianco. Gigli azzurri ornavano i pilastri, e c'erano nastri bianchi sul fondo dei gambi. Era insieme semplice e bellissimo, a modo suo.

Il matrimonio di Irvine e Selphie era stata una combinazione di colori brillanti, giallo e arancio, anche se sorprendentemente non era stato male. Quella era Selphie; poteva ideare e decorare qualsiasi cosa, avendo fatto parte del Comitato per il festival del Garden di Balamb per così tanti anni.

Il pubblico si alzò e si voltò alla porta quando entrò una bellissima donna vestita di bianco. I capelli erano raccolti in un complicato chignon con piccoli gigli bianchi; entrò con un sorriso visibile attraverso il velo bianco, con occhi solo per l'uomo davanti a lei; l'uomo che amava di più al mondo.

"Papà, chi sono?" chiese il bambino di tre anni mentre suo padre lo stringeva.

Irvine sorrise a suo figlio e disse, "quei due laggiù sono le persone più testarde che incontrerai nella vita."

"Che vuol dire test-testade?" chiese curioso il bambino.

"Te lo dico dopo," rispose Irvine con un sorriso.

Il gruppo era stato così felice di sentire che Rinoa e Squall era tornati insieme, tre anni prima. Era stato ancora più felice di scoprire che la stessa notte Irvine aveva chiesto a Selphie di sposarlo.

Non era stato facile per la cantante e il Comandante; avevano litigato così tante volte. Ma erano sempre riusciti a superarlo, a differenza del passato: il tempo passato lontani aveva cambiato entrambi.

E Irvine aveva ragione.

Erano incredibilmente testardi. Lo sono ancora, pensò divertito. Certe cose non cambiano mai. Almeno erano abbastanza testardi nella loro relazione da continuare a provarci. E aveva funzionato; stavano per essere felicemente sposati entro pochi secondi.

Il bambino continuò a guardare Irvine con un sorriso sul volto. Irvine gli scompigliò i capelli castani e gli disse, "quei due laggiù staranno insieme per sempre."

Il bambino sorrise e annuì, essendo giusto alla conclusione sul perché ci fosse così tanta gente e avessero addosso abiti che prudevano davvero tanto.

"Per sempre?" chiese.

"Per sempre. Perché la tua mamma dice che sa che troveranno sempre modo di tornare insieme. E lo penso anch'io."

Irvine applaudì quando Squall e Rinoa si scambiarono il primo bacio come marito e moglie.

Non poteva essere più felice per loro.

Ci era voluto troppo tempo perché tornassero insieme, come avrebbero sempre dovuto essere.

Era passato un anno; troppo.

Ma ci erano voluti solo quattro minuti per tornare di nuovo l'uno tra le braccia dell'altra.

E il sole continuò a brillare sul mondo, sciogliendo la neve e le ombre oscure con la sua luce, mentre un uomo ritrovava il suo sole.

"Sarai sempre la persona che mi proteggerà dal male."

*****
Nota della traduttrice: Come al solito, ringraziamenti alla mia beta Little_Rinoa e ogni commento verrà tradotto e inoltrato all'autrice originale, e ogni eventuale risposta sarà ritradotta e inserita come risposta alla recensione nei siti che lo permettono. Inoltre, piccolo momento di "promozione" personale: ho aperto anche una pagina Facebook mia, dove segnalo gli aggiornamenti delle traduzioni - tutte, anche di altri fandom - e delle mie storie (i cui aggiornamenti sono più rari, ma vabbè...): la pagina è questa :) Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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