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Autore: Lady_Wolf_91    09/04/2013    1 recensioni
"...non voglio che tu muoia per me Annabeth..." lei scosse leggermente la testa "non capisci? sono morta ogni giorno aspettandoti..."
Masterplane è la parte conclusiva di Reborn e Bitten...buona lettura =)
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Reborn, Bitte, Master Plan'
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Mi svegliai presto, scivolai fuori dal letto senza fare rumore per non svegliare Cristal, scesi in cucina e misi a fare il caffè “già sveglia?” Jacke mi abbracciò baciandomi il collo “…troppi pensieri…tu?” “Tim russa” sorrisi “mi spiace” “nah niente di grave…allora i tuoi pensieri?” mi voltai per baciarlo “tu sapevi di Lucas?” fissò Bob sul divano che faceva strani movimenti e tornò a guardarmi “me ne ha parlato Cristal, ma nemmeno lei ne sa molto, ha solo detto che…Mike l’ha ucciso” chiusi gli occhi “ancora lui” “già…tu sei sicura che…che la chimera non sia lui?  Annui “si…so che sembra strano e che non ho prove ma…non è Mike” mi strinse più forte “ok ti credo” “non lo dici solo per quello che è successo?” “no Emm…ti credo davvero!”
Il primo a risvegliarsi, dopo di noi, fu Bob che ci raggiunse in cucina sorridendoci, dopo un po’ ci raggiunsero anche gli altri, all’appello mancavano solo Kalea, che stava ancora dormendo e Daphne che nessuno aveva visto, aspettai qualche minuto pensando che Kevin andasse a chiamarla, quando capii che non l’avrebbe fatto presi una tazza piena di caffè, mi feci coraggio e andai fuori.
Lei se ne stava seduta sul dondolo con gli occhi verdi che fissavano il vuoto, aveva dormito? Le porsi la tazza piena di caffè bollente ma sembrò non vedermi, mi schiarii la voce  “siamo…tutti in salotto…” nessuna risposta “…dovremo…organizzarci e…quindi…” sembrava di parlare con il muro, no un muro avrebbe dato più soddisfazioni, sbuffai  e le afferrai un braccio, lei ringhiò senza nemmeno guardarmi “senti, io non piaccio a te e tu non piaci a me, ma stiamo in questa cosa insieme quindi smettila di fare l’alfa isterico e di comportarti come una bambina capricciosa, vieni dentro e affronta la cosa con noi!” alla parola bambina finalmente mi guardò come se si fosse appena risvegliata, mi strappò la tazza dalle mani e bevve il caffè in un solo sorso, mi guardò ancora e finalmente si decise ad entrare “visto Emily? Non era così difficile no? Ti ha anche ringhiato solo una volta!”. Appena entrammo gli altri si ammutolirono, Daphne si posizionò al centro della stanza e ci guardò tutti “dopo ieri siamo giunti alla conclusione di avere due ipotesi…dico due perché non possiamo ancora scartare del tutto l’ipotesi che sia Mike…quindi oggi faremo delle ricerche e cercheremo prove e…qualsiasi cosa ci sia utile…” Bob si alzò “come lupo non vi sono più utile ma posso controllare tutto il materiale che posseggo, cercherò qualsiasi cosa anche la più piccola per venire a capo di questa situazione!” “perfetto…perché pensavo proprio che tu e…Annabeth potete andare al capanno e fare tutte le ricerche necessarie…vedete anche se su quel libro c’è scritto altro e non tralasciate niente…noi invece andremo alla ricerca di indizi per il bosco…magari capiamo dove si trova la chimera ci divideremo in modo da battere più zone ma chiunque si imbatta nella chimera deve scappare e non combattere è un ordine! In quanto a te Emily…rimarrai qui con Kalea!” mi alzai in piedi “anche io voglio aiutarvi!” “e lo farai proteggendo Kalea…se le succede qualcosa qualsiasi cosa ti riterrò responsabile!” Jacke mi guardò e poi guardò Daphne “non possono rimanere qui da sole” “infatti non lo faranno, Kevin rimarrà qui con loro!” lui la guardò a lungo e poi si alzò dal divano e sbuffando iniziò a salire le scale, lei lo ignorò “qualcuno ha qualcosa da dire o possiamo andare?” nessuno parlò, salutai Jacke raccomandandomi di stare attento e vidi Annabeth che faceva lo stesso con Daphne, lei annuì e in breve tutti si allontanarono da casa.
Sbuffai sprofondando nel divano, vidi Kevin tornare con in braccio Kalea con gli occhi ancora mezzi chiusi “è successo qualcosa? Tra voi due intendo?” mi osservò con gli occhi stanchi “no, niente” anche senza sentire il suo cuore aumentare i battiti e il suo respiro rallentare, sapevo che stava mentendo ma decisi di ignorarlo e così mi concentrai su Kalea che intanto si era svegliata del tutto ed era piena di energie.
Passammo il tempo a giocare e lei non perdeva occasione per riempirmi di domande, era davvero una bambina intelligente e curiosa, iniziò con una serie di domande su Jacke “ma Jacke non ce li ha i genitori?” “si, certo che li ha” “e perché non ci sono mai?” mi sforzai di sorridere, glielo avevo chiesto almeno mille volte in quei quattro anni, vedevo come soffriva, come gli mancava soprattutto la sorella, così gli avevo detto di provare a parlarci, ma lui si limitava ad osservarli da lontano senza trovare il coraggio di avvicinarsi “bè…sai Kalea…è…una cosa un po’…è complicato” lei annuì e tornò a disegnare “e tu?” “io cosa?” “tu c’è l’hai il papà?” deglutii, bloccandomi per un secondo “si…io….c’è l’ho…” “e dov’è?” “lui è….è andato via…tanto tempo fa…” “sei come me allora? Non lo hai mai visto?” “si…ma non lo ricordo molto bene…ero molto piccola” “io non l’ho mai visto il mio papà però la mamma mi ha detto che anche se non mi conosceva mi voleva tanto bene” “si...sono sicura che sia così” “tu lo conoscevi?” “il tuo papà? No mi spiace…ti manca?” alzò le piccole spalle “non lo so…mi piacerebbe sapere com’era” guardai il disegno che stava facendo, l’intero branco riunito intorno al tavolo “sai cosa potremo fare? Chiederlo a Kevin, lui lo conosceva!” mi guardò e mi sorrise, buttandomi poi le braccia al collo, le scompigliai i lunghi capelli neri e ricambia l’abbraccio, in quel momento entrò Kevin con l’espressione seria “senti Kevin…” mi zittì e pochi secondi dopo un urlo disumano di una donna ci fece sobbalzare, Kalea si strinse di più a me coprendosi le orecchie con le manine, Kevin ci guardò “vado a vedere cosa succede” mi alzai per raggiungerlo ma la piccola si aggrappò ai miei pantaloni così rimasi ferma “fermati, Daphne è stata chiara e poi…ho un brutto presentimento” lui non si voltò “e se è qualcuno che ha bisogno d’aiuto? Vado e torno, voi non muovetevi da qui e non aprite a nessuno!” lo guardai uscire velocemente e correre in direzione dell’urlo, sbuffai e presi Kalea in braccio, iniziai ad esplorare la casa per controllare che tutto fosse chiuso, come se questo bastasse a tenere lontano la chimera, urlava la piccola vocina nella mia testa, la ignorai, tornai in salotto con Kalea sempre in braccio che continuava a tremare, cercai di non farle capire quanto fossi agitata e iniziai a raccontarle una favola che poco a poco la calmò.
Passò mezz’ora e iniziai a innervosirmi, dov’era Kevin? Il rumore di una vaso che andava in frantumi non fece altro che peggiorare la mia ansia, ok calma…forse era il vento no? Si tutti sanno che il vento ama rompere i vasi “Kalea vado a vedere cosa si è rotto…torno subito ok? Tu non muoverti da qui” “no rimani qui con me” “torno subito piccola, andrà tutto bene promesso, ma tu non muoverti ok?” lei annuì così mi alzai e andai sul retro, aprii lentamente la porta e uscii, no non c’era nessuno, feci qualche passo e vidi il vaso rotto, ok forse era stato davvero il vento, mi voltai per tornare dentro e vidi che la porta si era chiusa “maledizione!” feci il giro ma fu inutile, avevo chiuso tutto, poi mi ricordai della finestra che mi aveva rotto Daphne…o no…c’era una finestra rotta….e io avevo lasciato Kalea da sola…ok si forse non era niente, entrai dalla finestra cercando di non farmi prendere dal panico e corsi in salotto “Kalea?” mi bloccai di colpo, nel salotto, nel mio salotto c’era una ragazza alta con dei capelli corti rossi come il fuoco e gli occhi grandi grigi che mi osservava, inclinò la testa teneva senza grazia Kalea svenuta tra le braccia, feci per avvicinarmi e lei ringhiò i suoi occhi cambiarono colore diventando color ambra, la fissai paralizzata senza capire, lei ne approfittò e corse in direzione della porta, le diede un calcio possente rompendola, e si scaraventò fuori, tornai in me e iniziai a correre, non dovevo perderla per nessun motivo, non me lo sarei mai perdonato, la ragazza era veloce, era già arrivata al cancello, le ringhiai contro sperando che si fermasse a combattere ma lei mi ignorò cosi iniziai a correre più velocemente, si lei era veloce, ma lo ero anche io, non aveva scampo. Correvamo a pochi passi di distanza l’una dall’altra, arrivammo nei pressi di un gigantesco burrone, bene, pensai, ora doveva fermarsi per forza, ma lei non accennava a rallentare, corse sicura fino al limite del burrone e poi, come se fosse la cosa più facile del mondo saltò atterrando perfettamente sul lato opposto, mi guardò per un secondo sorridendo con gli occhi sempre color ambra e riprese a correre “merda” non avevo mai saltato così lontano…non avevo mai saltato nemmeno una pozzanghera…ringhiai frustrata e ricominciai a correre cercando un’altra strada per raggiungerla e ululai più forte che potevo, sperando che il branco arrivasse in tempo, non potevo permettermi di essere orgogliosa e pensare che potevo farcela da sola, ne andava della vita di Kalea.
Arginare il burrone mi aveva solo fatto perdere tempo e quando ci ero finalmente riuscita della ragazza e di Kalea non c’era nemmeno l’ombra, annusai l’aria sperando di trovare una traccia “cerchi qualcosa?” mi voltai e vidi la sconosciuta che si avvicinava lentamente con grazia, sembrava quasi danzare sventolando il lungo vestito verde acqua “dov’è Kalea?!” cercai di sembrare più autoritaria possibile ma lei scoppiò a ridere “non so di cosa parli” iniziò a girarmi intorno con gli occhi di nuovo grigi “dimmelo!” “oh che paura, dimmi ora diventerai un adorabile mucchietto di pelo e proverai a mordermi la gola? Sai cosa fanno quelli come me, con quelli come te? Ci giocano finché non si annoiano e poi li uccidono” le ringhiai contro e mi lanciai su di lei, senza trasformarmi c’era qualcosa che mi diceva di non farlo, lei parò il colpo e mi buttò a terra, ok, combattere non era il mio forte dato che finivo sempre con l’essere schiacciata da qualcuno, si avvicinò al mio volto puntando gli occhi nei mie “sai, trovo pateticamente carino che tu e i tuoi insulsi amici bastardi stiate cercando di proteggere le due fuggitive…ma è tutto inutile…sai come andrà a finire? Noi le prenderemo, ho già preso la bambina e non ci vorrà niente a prendere anche la madre e se per farlo dovremo uccidervi tutti non ci faremo problemi…noi vinciamo, voi perdete, niente di più facile” vidi le sue zanne allungarsi, pronte ad affondare nella mia carne quando con un ringhio Kevin spuntò dal nulla e l’allontanò da me, mi rialzai pronta ad aiutarlo ma mi ricordai di Kalea…non potevo perdere tempo, l’osservai mentre lei lo colpiva allo stomaco e lui ricambiava cercando di spezzarle le gambe, deglutii e mi allontanai chiudendo gli occhi cercando di seguire l’odore di Kalea senza successo…sentii poi un battito, un altro ancora, uno più forte, dovevo concentrarmi su tutto quello che mi circondava, sentire ogni singolo essere vivente come mi avevano insegnato Jacke e Bob, ancora un battito “Emily!” spalancai gli occhi mi voltai a sinistra e ripresi a correre più veloce che potevo, non sapevo quanto ancora Kevin potesse trattenere quella ragazza, corsi senza guardarmi indietro fino ad arrivare al lago, odiavo sempre più quel posto, seguii quel battito così forte e rumoroso fino ad una piccola grotta naturale e mi fermai cercando di respirare in modo normale, davanti ai miei occhi c’era Kalea che dormiva tranquilla appoggiata alla chimera che mi fissava con i suoi occhi rosso sangue.




 
DAPHNE
Ci eravamo radunati quando sentimmo l’ululato di Emily, ci precipitammo da lei senza nemmeno sapere cosa fosse successo, corremmo a lungo fino ad arrivare ad un burrone, di Emily nessuna traccia, guardai dall’altro lato e riconobbi Kevin…stava combattendo con una ragazza dai capelli rossi, corsi e saltai dall’altro lato seguita dagli altri, ringhiai ma la ragazza non sembrò notarmi, l’osservai bene, il volto deformato, gli occhi color ambra, era un purosangue, buttò a terra Kevin rompendogli qualche osso, ringhiai ancora e in un attimo le fui addosso, senza smettere di sorridere mi guardò “ehy io stavo giocando!” “leva le tue luride zampe da lui” “oh che cosa dolce è il tuo cucciolo? Dovresti essere felice, se non avesse avuto quegli occhioni azzurri sarebbe già morto” ringhiai e la colpii al volto e poi allo stomaco, mi sforzai per non trasformarmi, ricordavo che Annabeth aveva detto che da lupi, contro i purosangue, avevamo meno possibilità, la ragazza sputò del sangue e si leccò le labbra “interessante, davvero” si avvicinò affondando gli artigli nel mio braccio costringendomi ad inginocchiarmi, fu Jacke a togliermela di dosso scaraventandola contro un albero “dov’è Emily?” lei lo allontanò con un calcio “chi è Emily? Oh si forse la ragazza patetica che non sapeva saltare? Siete solo un branco di patetici, e io non intenzione di perdere altro tempo con voi, quello che cercavo l’ho già preso e per la tua ragazza…mi spiace ma a quest’ora credo proprio che sia morta…stamattina la chimera aveva davvero fame” inclinò la testa senza smettere di sorridere, si voltò di scatto trasformandosi e scappò via, lasciando a terra quell’orrendo vestito color verde acqua, “dobbiamo seguirla?” guardai Tim e Cristal “no!” mi voltai come una furia verso Kevin guardando le ferite che gli ricoprivano il corpo, mi avvicinai e iniziai a colpirlo, lui ringhiò confuso “cosa diavolo ti avevo detto?!” lui mi bloccò il polso evitando che lo colpissi ancora e guardò gli altri “di non attaccare la chimera…quella non mi sembrava la chimera!” “tu non dovevi muoverti da quella dannata casa! Un purosangue Kevin era un dannato purosangue quante…quante possibilità pensi potessi avere?!” “ragazzi…scusate ma dovremmo cercare Emily” fissai Cristal “e Kalea…la donna ha preso Kalea per questo Emily la inseguiva” spalancai gli occhi “cosa?! Ecco cosa succede quando non eseguite gli ordini se tu non ti fossi allontanato” “Daphne…” “non mi interessa! Ora andiamo a cercare quella ragazzina sperando che….sia viva e con lei Kalea….poi faremo i conti…tu torna a casa” “cosa?! No vengo con voi” “Kevin VATTENE NON TI VOGLIO QUI ORA! Hai già fatto abbastanza!” “avevamo sentito un urlo e…” “…e cosa?! Non dovevi lasciarle e poi come ti è venuto in mente di metterti a combattere….lo capisci che potevi…a te non importa no? Tu quando vuoi fare una cosa la fai e basta e chi se ne frega degli altri e…” “aveva l’odore di Lucas…” mi bloccai di colpo “lei…aveva l’odore di Lucas addosso…credo sia stata lei a fare il rito…” l’osservai a lungo, sentire l’odore di Lucas doveva avergli fatto perdere il controllo, guardai le ferite piene di sangue e sospirai “torna a casa…avverti Bob…ma evita che ad Annabeth venga un infarto…abbiamo ancora una speranza” “Daphne” “VAI” abbassò la testa e se ne andò. Sospirai e guardai Jacke che fissava il terreno, “riesci a sentire il suo odore?” “è quello che sto cercando di fare!” gli misi una mano sulla spalla “magari è scappata…” “…di qua” lo seguimmo in silenzio per alcuni minuti, nella mia mente pregavo che quella ragazzina avesse lasciato solo Kevin solo perché aveva Kalea da proteggere , era l’unico motivo che mi avrebbe impedito di ucciderla con le mie mani, scossi la testa e guardai la strada e alzai gli occhi al celo “perché ogni dannata cosa ci porta a quel maledetto lago?” nessuno rispose, tutti rimanemmo impassibili a guardare la chimera ferma davanti a noi, sporca di sangue, con addosso l’odore di Emily, che ci fissava con i suoi grandi occhi rossi.
Jacke ringhiò e gli si lanciò contro, anche la chimera ringhiò, un ringhio basso e cupo, senza nemmeno muoversi afferrò il collo di Jacke e lo buttò a terra, tutti ringhiammo pronti ad aiutare il nostro compagno “NO! Fermi!!” da dietro l’enorme belva spuntò Emily che immediatamente si precipitò da Jacke, si voltò a guardare negli occhi la chimera e le mise un braccio sull’enorme zampa, con cui teneva stretto Jacke, “lascialo…ti prego” lui ringhiò senza allentare la presa “ti prego…lui è mio” a quelle parole la chimera sbuffò e si allontanò di qualche passo, lasciando finalmente la presa, Emily guardò Jacke per assicurarsi che stesse bene, lui si massaggiò il collo “…tuo eh?” lei alzò gli occhi al celo, sorrise e lo abbracciò, scacciai il pensiero di Kevin che faceva capolino nella mia testa “vuoi spiegarci cosa sta succedendo?”




 
EMILY
Aiutai Jacke ad alzarsi  e guardai gli altri, Tim e Cristal stavano vicino fissandomi pieni di domande, Daphne invece mi guardava con i capelli scompigliati le braccia incrociate e vari graffi più o meno profondi su tutto il corpo “si…ecco…lui…è la chimera…” lei alzò gli occhi al celo “si questo lo vediamo anche noi! Perché è sporco di sangue? Dov’è Kalea? Perché non ti ha fatto fuori?” deglutii e abbassai lo sguardo “ok, quante domande…ecco lui…non è colpa sua, lui era affamato e così…si lo so è orribile ma…dopotutto meglio a lei che a noi no?” Daphne spalancò gli occhi mentre Cristal si portava una mano sulla bocca “ti ha forse fatto il lavaggio del cervello?!” spalancai le braccia “cosa? No, anche io all’inizio ci sono rimasta male, ma bisogna vedere i lati positivi e…” Daphne mi si lanciò contro buttandomi a terra, ci risiamo, sbuffai mentre sia la chimera che Jacke le ringhiavano contro, lei li ignorò affondando gli artigli nel mio fianco, trattenni un urlo “lasciami!” “cosa?! Ti rendi conto di quello che stai dicendo vero?! Quella cosa si è mangiata Kalea e tu sei contenta?!” “cosa?!” la spinsi via e mi avvicinai alla chimera, mi alzai sulle punte per raggiungere la sua schiena e presi in braccio la piccola che continuava a dormire, tutti mi guardarono in modo perplesso “ma allora…di chi diavolo parlavi prima?” “davvero…pensavate che…o mio dio ma per chi mi avete preso?!” Cristal si avvicinò titubante “Emily…puoi raccontarci per bene di cosa parlavi? Chi ha ucciso la chimera?” lasciai Kalea nelle braccia di Jacke e sospirai “una piccola cerbiatta” Daphne ringhiò venendomi di nuovo addosso “hai fatto tutta quella scena per uno stupidissimo daino?!” “scusami se ho un cuore e mi dispiace che quella povera creatura innocente sia morta senza aver fatto niente di male e…lasciamo perdere….dov’è Kevin? Sta bene?” sentii il cuore di Daphne perdere un battito “…è a casa…ora…puoi spiegarci cosa è successo?” indicò me e la chimera “ok…eravamo a casa e abbiamo sentito un urlo…Kevin è andato a vedere cosa fosse e siamo rimaste solo noi due…poi ho sentito un rumore sono uscita fuori ma non c’era niente…quando sono rientrata…c’era…una donna…dai capelli rossi che…lei era…i suoi occhi…cambiavano colore…” “si l’abbiamo vista, era un purosangue, forse quella che ha fatto il rito” “perché i suoi occhi fanno così?” sbuffò “loro sono così…noi quando ci trasformiamo conserviamo il nostro animo umano…loro….in loro l’essere umano e il lupo sono completamente distinti per questo quando si trasformano cambiano colore…dicevi, lei era in casa…com’è entrata?” alzai le spalle “dalla finestra che hai rotto credo…poi è scappata e io l’ho rincorsa…era davvero…veloce ed è…arrivata fino a un dirupo e…ho perso tempo ad arginarlo…quando l’ho ritrovata era da sola, abbiamo…bè diciamo combattuto, finché non è arrivato Kevin e mentre loro combattevano io ho cercato di ritrovare l’odore di Kalea…ma era come se ci fosse qualcosa che lo coprisse” “la chimera…ecco perché prima non ti abbiamo sentito” annuii “già…alla fine mi sono concentrata sul suo cuore e l’ho sentita…poi è stato come…come se qualcuno mi chiamasse per guidarmi fino a lei…credo…sia stato lui…e così sono arrivata al lago e ho trovato questa grotta…e li ho visti…all’inizio ho pensato di dover combattere ma poi…lui mi ha fatto capire che voleva aiutarci e che non aveva fatto altro che proteggere Kalea…la donna…gli ha ordinato di portarla dal branco, lui ha finto di ubbidire e l’ha nascosta fino al mio arrivo…e bè…poi siamo venuti qui…questo è tutto…” Jacke mi toccò la spalla mentre la ferita sul fianco iniziava a rimarginarsi bruciandomi leggermente “hai detto che te lo ha fatto capire? Come?” alzai le spalle “mi ha…fatto vedere delle immagini…della donna che gli dava gli ordini…di lui che uccideva il daino e che si prendeva cura di Kalea” Daphne fissò la piccola dormire “e se stesse mentendo?” “non credo possa farlo…non con le immagini almeno…mi sembrava sincero” “gli hai chiesto…se lui…se lui è Lucas…” annuii “un tempo…è l’unica cosa che ha detto” si massaggiò le tempie “va bene…torniamo a casa…se è andata così, non ci metteranno molto a scoprire che li ha ingannati” tutti annuimmo, Tim e Cristal corsero avanti per avvertire Bob e gli altri, Daphne si allontanò di qualche passo senza perderci d’occhio, io e Jacke camminavamo vicini con dietro lo sguardo fissò della chimera.
Appena arrivammo a casa, Annabeth di precipitò fuori, abbracciò Kalea e guardò in modo strano la chimera, provò ad avvicinarsi ma lui ringhiò, così, con le lacrime agli occhi e la figlia in braccio, tornò dentro. Bob invece, continuava a fissarci, Daphne sospirò “ti hanno detto tutto?” non vidi Tim e Cristal, probabilmente erano con Kevin “si…dobbiamo pensare a un piano…io…siete davvero sicuri che lui sia con noi?” tutti mi fissarono, strinsi un po’ di più la mano di Jacke “si…non ha il pieno controllo ma…sta facendo di tutto per ottenerlo” “questo cambia tutto, o quasi…forse ho letto qualcosa che fa al caso nostro ma…ha riconosciuto qualcuno?” “no, parla solo con lei!” deglutii “in realtà, ha riconosciuto Kalea…si insomma…l’ha protetta e si è controllato con lei…” Bob si grattò il mento “eppure non l’hai mai conosciuta” “…forse sente che c’è un legame…è pur sempre sua figlia no?” “e Annabeth allora? Erano compagni, eppure lui le ha ringhiato contro!” “Daphne, ora calmati, calmiamoci tutti, credo che Emily abbia ragione, dobbiamo ricordarci che non è più Lucas, non quello che conoscevi almeno, anche in questo momento lui e la chimera lottano per cercare di prendere il controllo, è già sorprendete che stia qui con noi così calmo, che abbia riconosciuto Kalea…forse, paradossalmente, non conoscerla ha agevolato l’interazione…questo spiegherebbe anche perché ha scelto Emily come tramite…” fissai gli occhi della chimera, non potevo nemmeno immaginare il dolore che stesse provando, una parte di lui voleva riunirsi al branco, abbracciare compagna e figlie, l’altra, voleva solo ucciderle, sospirai ricordandomi della donna dai capelli rossi “cosa faremo? Con…i purosangue intendo…” “dobbiamo…occuparci della chimera…se riusciamo a toglierla definitivamente dalle loro mani…forse...è inutile pensarci, dobbiamo trovare un modo per annullare questo rito, è probabile che con la presenza di colei che l’ha fatto non riesca più a controllarsi” Daphne incrociò le braccia al petto “per quello non c’è problema, mi occupo io della rossa…ho un conto in sospeso con lei!” “a proposito…Kevin come sta?” “meglio, sta riposando…ma…entrate dentro, fatevi una doccia, lasciate che le vostre ferite guariscano, io leggo ancora qualche libro e poi ci riuniamo tutti!” annuimmo, tutti entrarono, io mi voltai a fissare la chimera, lui mi fece un cenno del capo e corse via, mi voltai verso Jacke “va a nascondersi nel bosco…appena lo chiameremo tornerà” “va a mangiare qualche altro daino?” feci una smorfia “probabile” appena entrati, mi ricordai della porta rotta, sbuffai sonoramente, nel caso remoto in cui fossimo sopravvissuti, avrei dovuto pensare ad una scusa plausibile da raccontare a mia madre, sbuffai ancora e guardai Daphne, stentai a riconoscerla, era piena di sangue e terra, i capelli erano un ammasso informe e i vestiti erano tutti strappati “v-vieni ti accompagno in bagno…magari prendiamo qualche vestito di mia madre…non credo che i miei possano andarti…” mi seguì con uno sguardo che non le avevo mai visto, entrò in bagno e poco prima di chiudere la porta sussurrò un flebile “grazie”.




Daphne
Grazie, non so perché l’avessi detto, quella parola mi era semplicemente scivolata fuori dalle labbra senza che io ne avessi il controllo, mi spogliai guardandomi allo specchio, i capelli arruffati, gli occhi scavati, il volto pieno di sangue, chi era quella donna? Che fine aveva fatto Daphne? Sospirai buttandomi sotto il getto d’acqua bollente, sperando che oltre allo sporco e al sangue, quella doccia lavasse via anche tutto il resto. Iniziai ad asciugarmi i capelli osservando i vestiti che Emily mi aveva portato, Emily? Da quando la chiamavo per nome? Da quando avevo smesso di odiarla? Ripensai alle parole di Kevin, no probabilmente non l’avevo mai odiata, ero solo, invidiosa, invidiosa del fatto che avesse una famiglia e persone che l’amassero, mi graffiai la pelle per non pensarci, cosa dovevo fare? Dovevo avvertire il resto del branco o lasciarlo al sicuro? Come dovevo comportarmi? Ispirai profondamente e mi vestii, quei vestiti mi andavano leggermente larghi, ma non potevo lamentarmi, uscii dal bagno, incrociando Jacke ed Emily che si baciavano, scesi le scale e uscii fuori all’aria aperta, vidi Cristal fissare il bosco “preoccupata per la chimera?” si voltò a guardarmi “più dei purosangue in realtà…se perfino tu hai avuto dei problemi…” sentii la sua paura ed una mano, in modo del tutto incontrollato, si mosse, andandosi ad appoggiare sulla sua spalla “andrà tutto bene, se rimaniamo uniti possiamo farcela” fissò prima la mia mano e poi me “davvero lo credi?” “non credevo saremo riusciti ad uccidere Mike eppure…credo che troveremo un modo…pensare in negativo non ci porterà a niente!” spostò lo sguardo fissando il terreno “lo senti vero? Il dolore di Annabeth…io non so proprio come faccia…” certo che lo sentivo, lo sentivo sempre, in modo continuo e persistente, per me, era come una lama conficcata nel petto “l’ha già perso una volta…rivederlo così non è stato facile…ma lei sta lottando, lo sta facendo per sua figlia e noi dobbiamo farlo per loro!” sorrise dolcemente “sai Daphne, sei cambiata, non sei più la stronza asociale e megalomane di un tempo, non so cosa sia successo ma…questa versione è decisamente la migliore…a proposito…cos’è successo con Kevin?” alzai le spalle “ha disubbidito a un mio ordine e…” “si questo lo so, ma c’è dell’altro vero?” fu come se qualcuno mi avesse appena dato un pugno dritto nello stomaco “lui se ne andrà…quando tutto sarà finito…andrà via” “cosa?! Perché? Tu gli hai detto qualcosa vero?” evitai il suo sguardo “che faceva bene”  “cosa?? Ok in questo devi ancora migliorare è evidente…” “è giusto così…” “è giusto così? È giusto che soffriate solo perché siete stupidi ed orgogliosi?” “non funzionerà mai…” “non puoi saperlo!” ignorai il mio cuore che batteva all’impazzata “l’hai visto? Come sta?” lei sospirò “le ferite iniziano a rimarginarsi, ora c’è Tim con lui ” “ok” inclinò la testa “sai, prima di decidere cosa faremo, vorrei passare un po’ di tempo con Tim…ma lui non vuole lasciarlo solo…andresti tu?” “io…non” “dai? Tanto sta dormendo…” “sicura?” “certo…vai…grazie!” scossi la testa avviandomi nella stanza degli ospiti, dove avevano sistemato Kevin.
Lui se ne stava immobile, steso nel letto, parzialmente coperto da un lenzuolo, con gli occhi chiusi, mentre Tim lo guardava, seduto su una sedia vicino al letto “ehi Tim…puoi andare resto io” si voltò a guardarmi “sicura?” “certo…vai Cristal ha bisogno di te!” mi sorrise e si alzò “non lo strigliare troppo quando si sveglia” “promesso!” sorrise ancora e corse via, io presi posto sulla sedia, guardai Kevin avvicinandomi lentamente, osservai tutte le ferite, quella sul collo e sulla spalla iniziavano a rimarginarsi, spostai delicatamente il lenzuolo, la ferita sul braccio destro era ancora aperta così come quella che aveva sull’addome, avvicinai la mano e la toccai con le punte delle dita, lui tremò, ritrassi in fretta la mano, rossa in viso “a questo punto preferivo Tim, lui parlava tanto, ma teneva le mani a posto” continuai a fissare il pavimento, sperando che non mi guardasse, ma quando alzai lo sguardo i suoi occhi azzurri erano puntati nei miei “non ho bisogno della balia, puoi andare” lo ignorai “come stai?” “Tim ha detto che Emily ha ritrovato Kalea, avete già un piano?” sospirai “Bob sta facendo altre ricerche, quando avrà finito faremo una riunione…ma immagino che non ci sia molto da parlare…dovremo combattere” cercò di sistemarsi meglio nel letto, trattenendo un gemito di dolore “abbiamo speranze?” “dipende” “da?” “da tante cose…dal loro numero e…non lo so…comunque puoi sempre andartene se preferisci” mi guardò “sei strana sai” “perché? Tanto hai già deciso no? Almeno non rischierai di morire inutilmente” “inutilmente?! Annabeth è anche mia amica…e non potrei mai andarmene sapendo di avervi lasciati soli nel momento del bisogno” annuii e ripresi a fissare il lenzuolo verde “stanno guarendo in fretta…” “così sembra, sarà la fortuna…e Bob che mi ha fatto bere non so cosa e ah!” tornò a guardarmi e mi prese la mano, alzò la manica della maglia e tolse la garza con cui mi ero fasciata il braccio e osservò i profondi graffi che lo circondavano “mi spiace” allontanai il braccio riabbassando la manica “no me le hai fatte tu” “no, ma è anche colpa mia…se io non l’avessi seguita…” “io avrei fatto lo stesso…” mi sorrise e mi alzò leggermente il mento “stai bene?” ma si, certo, i purosangue potevano venire da un momento all’altro, comunque sarebbero andate le cose l’avrei perso, si certo stavo bene “si” “da quando non dormi?” alzai le spalle, lui mi lasciò il volto e fece spazio nel letto “vieni” “Kevin…non…” mi guardò, con uno sguardo che non ammetteva repliche, sospirai, mi sciolsi i capelli e mi sistemai sotto le lenzuola, al contatto col corpo di Kevin il mio cuore riprese a battere, forte, come non faceva da molto tempo, fece per allontanarsi, per farmi più spazio ma lo bloccai, appoggiai la testa sul suo petto, cullandomi con il suono del suo cuore che batteva quasi quanto il mio, rimase fermo qualche secondo, poi mi circondò le spalle con un braccio, da quanto tempo non stavamo così? “ho avuto paura, oggi, dopo tanto tempo ho avuto paura…ti ho visto li e…non voglio perderti Kev…non voglio che tu vada via, non voglio che tu ti faccia una nuova vita non voglio che tu mi lasci…non voglio rimanere senza di te, ma non voglio che tu rimanga qui per senso del dovere, perché ti senti obbligato, voglio che rimanga perché è quello che vuoi, perché è quello che senti, perché io sono…” non finii, non potei farlo perché le sue labbra si posarono sulle mie.





EMILY
Appena Daphne finì col bagno, mi concessi una lunga doccia, mi asciugai lentamente i capelli e poi mi buttai sul letto, era stato un giorno davvero intenso, erano successe tante cose e tante ancora dovevano succederne, senza contare che dovevo assolutamente parlare con Annabeth, rabbrividii al pensiero della sua reazione “stai bene?” aprii gli occhi e vidi Jacke coperto solo da un asciugamano e ancora leggermente bagnato, mi alzai lentamente e lo baciai “mmmh non so se essere contento o preoccupato, sei…strana” rimasi abbracciata a lui “non sono strana…sono solo…in ansia” “per i purosangue o per la chimera?” “…direi entrambi…forse più i purosangue” sospirai “cosa?” affondai la testa sul suo petto, incurante delle goccioline d’acqua che mi scivolavano fra i capelli “devo parlare con Annabeth e…sarà…complicato e probabilmente poi dovrò parlare anche con Daphne se la chiacchierata con Annabeth non va bene e….perché non può essere tutto semplice? Perché felicità e calma non possono durare per sempre?” “nemmeno la pioggia può farlo Emm” “secondo te…quante possibilità abbiamo?” “non so…ma voglio essere positivo” “beato te…” “pensavo…la cosa che devi dire ad Annabeth…si, lo devi fare proprio…ora?” “definisci ora?” iniziò a baciarmi il collo mentre le sue mani mi sbottonavano la camicia “no, direi che ora possiamo fare altro” sorrise “non avevo dubbi”.












Rieccomi! ^^ in questo capitolo sono stata un tantinello romantica i know U.U non so perché ma mi è uscito così, cooomunque manca un solo capitolo dopodiché c'è il vuoto, ancora adesso infatti non so come andare avanti T.T è proprio un blocco bloccatissimo uff, spero di riuscire a sbloccarmi...se voi avete qualche idea fatemi sapere, magari mi siete d'ispirazione....kiss  ;*

   
 
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