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Autore: Joker Park    09/04/2013    2 recensioni
Una sedicienne rinchiusa in un centro d'igene mentale.
La sua vita scorre lenta e silenziosa per via di quello che le è accaduto in passato.
Un nuovo allegro infermiere dovrà riaccendere in lei la voglia di vivere.
P.S. è la prima che scrivo, abbiate clemenza. ^^
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Passai tutta la notte a parlare dei traumi che affliggevano i pazienti con mio zio.
E' stato quasi inquietante riuscire a vedere la sua freddezza nei confronti di tanti problemi...
Di certo gli spiaceva ma non saprei affermare come riusciva a tenere fermezza.
Sarà che è da anni che fa questo lavoro...
 
Sbadigliai ampiamente, discutendo e parlando si eran già fatte le 8 del mattino. Mi sentivo stanco morto.
Mi doleva soprattutto la schiena, l'unica cosa a cui pensavo era d'infilarmi il pigiama di seta e coricarmi tra le calde 
 
lenzuola.
Deluso poi dalla realtà mi strizzai gli occhi, non potevo ritornare a casa, c'era una cosa che dovevo assolutamente 
 
fare... Anche se alla fin fine ero in vacanza.
 
Mi stiracchiai un'ultima volta... Quella ragazza... Dovevo parlarle.
 
Ci misi un po ad arrivare nella sua stanza, un po per il sonno incombente e un po perché non ricordavo esattamente dove 
 
si trovasse, gli ospedali sono tutti uguali.
 
Mi fermai un secondo fuori dalla porta, una gentile infermiera mi aveva indicato la stanza giusta. 
Bussai e lentamente aprì. Dormiva ancora, sembrava così beata e tranquilla. Non sembrava avesse avuto tutti quei 
 
problemi. Sembrava quasi una bambola. Le toccai la spalla e piano piano la chiamai per nome per svegliarla.
 
____________________
 
 
 
 
Mi sentì chiamare... Una voce calda e dolce... Avevo così sonno! Che ore erano?... 
 
"Shin Ah!"
 
"mmmmm" emisi un flebile lamento... E con molta fatica riuscì ad aprire gli occhi.
Mi sorpresi nel vedere che invece del solito Daesung, chinato verso di me c'era quel tale... Matsumoto credo...
 
Matsumoto: "Buongiorno fiorellino!"
 
Tentava faticosamente di sorridere ma... Penso che stava per crollare dal sonno. 
 
Shin Ah: " Giorno... yawn!"
 
Mi strizzai gli occhi per svegliarmi e mi misi seduta composta aspettando una sua risposta.
Lui prese una sedia e si accomodò vicino ai piedi del letto.
 
Matsumoto: "Immagino ti starai chiedendo perché io sia qui? Non è vero?"
 
Annuì poco convinta, la stanchezza lo faceva sembrare strano e poco raccomandabile.
 
Matsumoto sorrise fra se e se come se capisse cosa stavo pensando...
 
Matsumoto: "Per tutta la notte ho passato a discutere con il direttore... Mi hanno colpito sopratutto due storie."
 
Shin Ah: "Due... Storie?"
 
Matsumoto: "Una è quella del tuo amico... com'è che si chiama? ehm ehm... Ma sì! quello che ride..."
 
Shin Ah: "Ma chi? Daesung? L'infermiere?"
 
Matsumoto: "Ma no!" sghignazzò "Uno di quelli che fa gli scherzi a mio zio! Ji-qualcosa..."
 
Sussultai... Stava parlando di...
 
Shin Ah: " Intende Ji-Yong?..."
 
Alzò la mano portandola dietro la nuca e si grattò la testa come imbarazzato.
 
Matsumoto: "Si, Ji-Yong... povero ragazzo..."
 
Non capì cosa volesse dire esattamente con quel "povero ragazzo"... Non mi ero mai interessata alla sua storia 
 
dopotutto, avevo sentito solo quella di Seungri..."
 
Matsumoto: "Ad ogni modo, non sono qui per parlarti di lui. Voglio invece parlare con te e della tua storia."
 
La mia storia? Perché questo sconosciuto voleva conoscerla? O già la sapeva? Cosa diamine gli aveva raccontato Kim Ki Ki...
 
Matsumoto: "Mio zio mi ha raccontato tutto sai? So i problemi che hai passato e del difficile rapporto con tuo Padre. Hai fatto comunque molti progressi da quando sei stata ricoverata, ne converrai anche tu suppongo?... Hai iniziato a parlare, hai iniziato a reagire... e sopratutto... Hai iniziato a fidarti degli altri."
 
 
Mi chiusi nelle spalle, aveva ragione? era davvero così? Si crearono talmente tanti dubbi... Ultimamente stavo cercando 
 
di capire chi ero veramente e di come fossi arrivata a quel punto... Però... quelle parole mi ferirono ulteriormente... 
 
forse dalla troppo schiettezza.
 
Shin ah: "C-cosa vuole da me?" 
 
Matsumoto: "Farti guarire!"
 
Sgranai gli occhi, tremendamente infastidita... Non di nuovo! Odiavo questo discorso.
 
Shin Ah: "Lasciami stare... Tu che ne sai di me! Non riuscirò mai a cancellare quello che è successo! MAI! E sopratutto 
 
mi rifiuto di perdonare LUI!"
 
Il ragazzo si alzò di scatto, avvicinandosi in fretta a me e con fermezza mi afferrò per le spalle guardandomi negli 
 
occhi. Uno sguardo che penetrava anche l'anima.
 
Matsumoto: "BASTA! VUOI SVEGLIARTI? GUARDA IN FACCIA LA REALTA' RAGAZZINA! CONTINUA PURE A DIRE CHE LO ODI MA SCOMMETTO  
 
           CHE NON HAI MAI SENTITO LA SUA VERITA'! PERCHE' SEI TALMENTE EGOISTA CHE PENSI SOLO A COME TI SENTI TU        
PIUTTOSTO CHE CHIEDERTI COSA HA PROVATO L'UOMO CHE CONTINUI A CHIAMARE "LUI"!?"
 
Cercai di liberarmi da quella stretta, faceva male sentirselo dire con quel tono arrogante! No! non lo accetterò mai!
Era inevitabile... Iniziai a piangere... Un pianto isterico... Senza rendermene conto mi aggrappai alla sua camicia 
 
nera... Poggiai il capo sul suo petto... Mi abbracciò. 
L'unica cosa che si udiva in quella stanza era il mio singhiozzare... Quel caldo abbraccio mi fece sfogare... Chissà... 
 
Magari aveva previsto tutto? Neanche tutti gli psichiatri si era mai comportati così con me... Perché con lui... era 
 
diverso?...
 
Matsumoto: "Ascolta... Devi solo fidarti di me..."
 
Ci liberammo da quell'imbarazzante abbraccio e mi asciugai le lacrime con la manica del pigiama.
 
Shin Ah: "Cosa devo fare?..."
 
Matsumoto: "Devi trovare il coraggio di chiarirti con lui... Ti sarò vicino, ti sosterrò... e lo farà anche Daesung..."
 
Trovare il coraggio... Sarei riuscita veramente a parlargli? Avrei avuto di nuovo le crisi... NO! non devo pensarci! 
Avrei dovuto accettarlo... Matsumoto aveva ragione... Forse era arrivato il momento di andare avanti." 
 
 
 
Nota:A questo capitolo ha collaborato la mia senpai che mi aiuta sempre.
  
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