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Autore: Shade Owl    10/04/2013    1 recensioni
Un mondo devastato dalla guerra, teatro di disagi e difficoltà per la popolazione. Una storia.
Che parla di un gruppo di persone coraggiose.
Tra aeronavi, pirati, storia antica ed ex militari, l'inizio di una grande avventura.
Genere: Avventura, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Ranger del Cielo'
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Lirie avanzò verso il professore, togliendosi gli occhiali e gettandoli a terra, mentre gli altri scavatori facevano comparire le armi da sotto i lunghi indumenti e le puntavano verso di loro. Fall sgranò gli occhi e guardò la sua assistente, che sorrise conciliante e allungò le mani.
- Non me lo faccia ripetere, professor Fall.- disse gentilmente - I miei amici non vogliono spararle così presto. Mi serve ancora la sua preziosa collaborazione.-
Meccanicamente, così parve, Fall passò il cofanetto alla ragazza, fissandola con occhi tanto spalancati e un volto così pallido che sembrava stesse per avere un collasso.
- Che sta succedendo?- chiese John, guardando negli occhi l’uomo che lo teneva sotto tiro - Cos’è questa storia?-
Lei scoppiò brevemente a ridere, aprendo lo scrigno per controllare la chiave.
- Diciamo che ci sono molti interessi in gioco.- rispose lei - E voi non avete la minima idea di cosa sia quest’oggetto, ve lo garantisco.- e scosse leggermente la cassetta di legno, guardandolo con aria innocente e felice a un tempo - Ora, Capitano, se gentilmente vuole seguire i miei uomini… oh, a proposito, vuol dirci lei dove sono i suoi o devo farli cercare?-
John fece un sorrisetto tirato.
- Perché rovinarti la sorpresa?- chiese - Vediamo quanto sei brava a nascondino.- disse, oltrepassandola per seguire Fall, Gellar e la dottoressa Jonas, che venivano condotti fuori dal gigantesco buco.
 
Vennero legati nella tenda che John aveva occupato con Sky e il professore; insieme a loro furono condotti lì anche il dottore del campo, che a quanto sembrava non era sul libro paga di Lirie, e un altro paio di scavatori estranei a quella faccenda. Per tenerli fermi usarono delle fascette di plastica, di quelle usate dai militari per immobilizzare i nemici disarmati. Erano spesse e robuste, e difficilmente avrebbero potuto forzarle.
Armi militari, fascette di plastica… questi non sono principianti. Pensò John, mentre un uomo si accertava che le sue man fossero davvero immobili. Chi è questa gente? Non sono semplici ladri.
- Dannazione…- grugnì Fall quando furono da soli, cercando invano di allentare i legacci - Dieci anni di lavoro e ricerche… tutto l’ultimo anno di traduzioni, permessi per gli scavi, litigi con il rettore, suppliche al Ministero… e mi vedo sfilare di mano la chiave subito dopo averla trovata!-
- Si rilassi, prof.- disse John, appoggiando la testa alla sponda della brandina alle sue spalle - Tanto non se ne dovrà separare troppo presto, l’ha sentita: Lirie ha ancora bisogno di lei, qualsiasi cosa significhi.-
- Significa che deve condurla a quelle tombe che ancora possono essere aperte dalla chiave e basta, probabilmente.- disse il dottor Gellar con stizza - E lei perché sembra così calmo?-
- Perché non ci hanno ancora presi tutti.- rispose John - Avete visto cosa so fare io, in quella grotta. Ora vedrete cosa sa fare il mio equipaggio.-
Gellar fece una smorfia e non disse niente, ma la dottoressa Jonas aggrottò la fronte.
- Nutre molta fiducia in loro.- osservò.
- Ma certo.- rispose lui - Ci tireranno fuori.- disse, fiducioso.
O almeno lo spero. Pensò.
Il difetto di un equipaggio che si conosce da pochi giorni è questo: non si sa bene cosa aspettarsi.
 
Poco tempo dopo Lirie tornò da loro, assieme a un uomo tarchiato, dalla pelle scura e folti capelli neri, con un fucile d’assalto tra le braccia. John lo guardò bene e, anche se non poteva esserne troppo sicuro, stabilì che si trattava di un modello AZ29, successivo agli AZ28 che aveva usato lui in guerra. E già quelli erano cattivi.
Dietro di loro c’erano altri due uomini, che però rimasero vicini all’entrata, senza entrare. Uno indossava un grosso cappello dalla tesa larga, leggermente calato sugli occhi, e aveva una grossa voglia di cioccolato sul mento. L’altro portava due enormi occhiali da sole e un berretto grigio. Anche loro erano armati.
Lirie, dal canto suo, si era cambiata d’abito, e adesso indossava una sorta di divisa nera a maniche corte. Anche il sui atteggiamento sembrava diverso: a guardarla aveva un’aria molto più sicura di sé, stava ben dritta in piedi, con le spalle alzate, e mostrava un contegno maggiore rispetto a prima. In qualche modo pareva anche un po’ più vecchia. La ragazzina impacciata e timida che aveva conosciuto era sparita.
- Che cambiamento.- commentò John - Ma ti preferivo prima. Quando non ci puntavi contro un’arma.-
La donna gli scoccò un’occhiata divertita, ma si rivolse a Fall.
- Professore, vorrei che mi seguisse.- disse - Abbiamo alcuni documenti relativi alla Chiave, con noi, e temo che non possano attendere. Mi serve una traduzione immediata.-
- Beh, puoi scordartela.- sbuffò Fall - Falla fare a qualcun altro.-
Lei scosse la testa e, dalla fondina che portava al fianco, trasse una pistola. La puntò rapidamente sul medico del campo e sparò. Lui cadde senza un lamento, mentre Gellar e la dottoressa Jonas, che erano più vicini, lanciavano un grido. Fall trasalì e John, invece, si accigliò.
- Ora, professore…- disse lentamente Lirie, senza cambiare espressione e puntando l’arma verso il dottor Gellar, che la fissò con orrore - … vorrebbe essere così gentile da seguirmi?-
Lui annuì lentamente e, quando lei ebbe tagliato i legacci che aveva alle caviglie e ai polsi, si tirò su e la seguì verso l’esterno, assieme al taciturno uomo tarchiato.
- Portate via quel cadavere.- disse con indifferenza Lirie ai due vicini all’uscita, prima di andarsene.
Quelli si avvicinarono al medico e si chinarono a osservarlo senza dire una parola, e quello con la voglia sul mento si chinò a tastargli il collo, come se stesse valutando se era morto davvero.
- Che c’è, non avete mai visto un cadavere?- chiese acidamente la dottoressa Jonas.
L’uomo si rialzò e scosse la testa.
- Non è questo. È che di solito non li lascio morire.-
Si tolse il cappello, mostrando il volto e la bandana che gli copriva i capelli: era Daz.
- Bene arrivato.- disse cupo John.
- Scusa per il ritardo, Capitano.- disse piano Sky, levandosi gli occhiali e il berretto - Abbiamo dovuto trovare due che avessero la nostra corporatura, sai…-
- E poi io ho dovuto dipingermi questa.- aggiunse Daz, indicando la voglia. Guardò un’ultima volta il cadavere, sospirando - Dannazione… mi era anche simpatico…-
- Lasci stare, pensi a come farci uscire di qui!- sbottò Gellar, sull’orlo dell’isteria.
- Abbassi la voce!- gli ordinò secco John - Ragazzi, ho un’idea, ma dobbiamo sbrigarci.-
Daz annuì.
- Qual è il piano?-
Lui accennò al cadavere.
- Pulitelo meglio che potete.- rispose - Fate in fretta.-
 
Dentro alla coperta in cui era avvolto si respirava a fatica, ma c’era comunque un piccolo foro sopra la sua testa che gli permetteva di non morire soffocato. Daz e Sky lo portarono fuori dalla tenda, cercando di non sballottarlo troppo, ma per lui fu una vera impresa riuscire a rimanere immobile e, soprattutto, inerte. Fortunatamente poté rilassarsi dopo pochi minuti, perché i suoi due compagni lo deposero a terra presto, poco lontano dal campo, oltre a una duna che li nascose alla vista. Si liberò rapidamente della coperta, traendo grandi boccate d’aria fresca (si fa per dire), sudato fradicio e indolenzito.
- Cavolo, capo.- ridacchiò Sky - Puzzi davvero come un cadavere.-
- La prossima volta stacci tu, avvolto in una coperta con quaranta gradi all’esterno!- protestò lui, alzandosi in piedi - Comunque, dov’è Lee?-
- Ha detto che andava a rompere qualche osso…- rispose Sky, stringendosi nelle spalle - Ma non penso che stia attirando troppo l’attenzione. Credo che stia cercando di distrarre le guardie.-
- Ottimo, un diversivo è quello che ci vuole.- annuì John - Okay, che armi abbiamo?-
- Quelle che vedi e le nostre pistole.- rispose Daz, brandendo l’AZ 29 - Non un granché. Il resto è tutto a bordo.-
- Io ho un paio di granate.- corresse Sky - Me le sono procurate dal Liberty, prima che lo piantonassero.-
- Già, il Liberty…- disse piano John.
- Tranquillo, è al sicuro.- disse lui - Dopo che ho preso le granate ho chiuso bene, non possono aprire senza i codici. Ci sono solo due guardie.-
- D’accordo, ma dobbiamo muoverci lo stesso. Quel cadavere non mi impersonerà molto a lungo.-
Avevano sistemato il corpo del povero dottore in modo tale che ingannasse chiunque gli avesse gettato un’occhiata distratta, ma se qualcuno fosse entrato di nuovo a controllare si sarebbero accorti subito del trucco. Gli altri (la dottoressa Jonas, lo scalpitante e isterico dottor Gellar e gli scavatori) erano rimasti lì, in attesa del loro ritorno.
- Cosa proponi?- chiese Sky.
- Spiegatemi qual è la situazione.- disse subito lui.
- Presto detto: quasi tutti gli scavatori erano in realtà uomini ingaggiati per prenderci tutti in ostaggio.- rispose Daz, stringendosi nelle spalle - Il piano, a quanto ho capito, prevede di ammazzarci tutti tranne Fall, non appena lui avrà decifrato non so quali carte che Lirie si è portata dietro da una cosa che ha chiamato “Dark Phoenix”.-
- Io credo che sia l’Avionatante che ci seguiva.- si intromise Sky.
- Concordo.- annuì John - Potrebbe essere lei il capitano?-
- No, ha chiamato qualcuno via radio.- rispose Daz - Solo allora le hanno detto cosa fare di noi.-
- Okay. Sentinelle?-
- Quattro, che pattugliano regolarmente le varie parti del campo.- disse Sky - Ma una era quella che impersonavo io, e penso che Lee sia già al lavoro con un’altra, perlomeno.-
- Bene, allora troviamo Lee e mettiamo in pratica qualche tattica da guerriglia.-
 
John si mosse silenziosamente tra le tende, approfittando del buco nella sicurezza creato da Sky e Lee, la quale si era fatta trovare seduta sopra ad una sentinella, legata come un salame e stordita, a circa cinquanta metri da loro. Dopo essersi riuniti, i quattro si erano sparpagliati per il campo, tutti con obbiettivi diversi: Daz avrebbe liberato i prigionieri, mentre Sky si sarebbe occupato di creare un diversivo con le sue granate. Lee avrebbe approfittato della confusione creata per togliere di mezzo un paio degli uomini di Lirie e John, nel frattempo, avrebbe recuperato la Chiave e, soprattutto, Fall.
Mentre sgattaiolava tra le tende, una coppia di guardie cominciò ad avvicinarsi parlando a bassa voce, avanzando inconsapevolmente verso di lui. Uno di loro era lo stesso uomo tarchiato con cui aveva visto Lirie poco prima, e da come l’altro si rivolgeva a lui comprese che fosse piuttosto alto nella catena di comando.
Scivolò in fretta sotto la tenda che gli faceva da copertura, mentre quelli continuavano ad avvicinarsi discutendo su qualcosa che non comprese. Sfortunatamente si fermarono proprio davanti all’ingresso del suo nascondiglio e, a giudicare dalle loro ombre, sembrava che stessero per entrare.
John strinse il calcio della pistola che gli aveva dato Sky, sperando di non doverla usare, rannicchiandosi proprio di fronte all’entrata e puntando l’arma, pronto a fare fuoco: non poteva sparare senza farsi sentire, ma non poteva nemmeno lasciare che gli sparassero loro…
Un’esplosione riecheggiò dall’altro lato del campo, e i due si ritrassero di scatto, stupiti. Si guardarono un momento e poi corsero via, affrettandosi verso il luogo del trambusto.
Tirando un sospiro di sollievo, John uscì di corsa dal nascondiglio, stando chino per non dare nell’occhio e dirigendosi verso la tenda di Lirie, sperando di poter trovare lì il professore. Intorno a lui, un gran viavai di persone scorreva rapidamente verso l’incendio che era scoppiato poco lontano, dove altri piccoli e grandi botti risuonavano ancora: probabilmente, Sky non si era limitato a far saltare una o due granate.
Entrò in silenzio nella tenda di Lirie, scoprendo con piacere di aver visto giusto, sperando di trovarla lì dentro. Lei gli dava le spalle mentre il professor Fall, chino su di un tavolo, era rivolto direttamente verso di lui, ma non lo notò, tropo preso dal suo lavoro.
- Non dovresti andare a controllare cosa succede?- chiese il professore, amaro, accennando al rumore all’esterno.
- No.- rispose lei - Ci sono anche troppe persone ad occuparsene.-
- E se fosse l’equipaggio di John?-
- Oh, sono solo tre, noi siamo quasi venti.- disse con leggerezza Lirie - Abbiamo molti uomini e molte armi. Loro cos’hanno?-
- Una pistola puntata contro il tuo cranio.- disse John, accostandola alla nuca della donna.
Lei s’irrigidì, mentre Fall si alzava di scatto, sciogliendosi rapidamente in un sorriso.

La situazione, sappiatelo, è ancora lontana dall'essere risolta. Ce ne vorrà, prima.
Ringrazio Ely79, LullabyMilla, Kira16 e Ciccibu, che mi stanno seguendo. Vi saluto tutti, a domani!

   
 
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