Storie originali > Soprannaturale > Maghi e Streghe
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Autore: BebaTaylor    10/04/2013    2 recensioni
Arizona ha ventun anni, studia all'università ed è una strega.
Un giorno in un negozio incontra Shane, membro della congrega dei Dark Shadow.
Da lì inizia una corsa contro il tempo alla ricerca di Logan, amico di Arizona, anche lui stregone.
I due non riescono a capire per quale motivo li stiano seguendo e come facciano a sapere dove si trovino praticamente in ogni momento.
Sanno solo che dovranno fare di tutto per proteggersi, e per proteggere gli abitanti della loro città dagli attacchi dei Dark Shadow, che si lasciano dietro solo morte e distruzione.
«Eccoli qui...» esclamò Shane, «due piccioncini.» disse piegandosi per guardare attraverso il finestrino rotto. «Due ragazzi in una sera... Ari, la gente dopo potrebbe pensare male!»
Arizona lo fissò, si staccò da Logan, prese una bottiglietta vuota da sotto il sedile e la lanciò contro Shane, mancandolo.
Lui la raccolse da terra e la schiacciò. «Sei focosa.» disse ridendo.
«Cosa vuoi? Perché hai rotto i finestrini della mia auto?» domandò Logan.
Shane alzò le spalle. «Perché mi andava, suppongo.» rispose appoggiandosi alla macchina. «E perché è divertente.» Lanciò la bottiglia e si voltò verso Logan e Arizona. «Finiamola con questa pagliacciata e seguitemi.» aggiunse.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Quattro
22:00 - 23:00

Logan rallentò quando passò accanto alla macchina di Neal, scosse la testa e guardò Arizona ma lei aveva la fronte appoggiata al finestrino e gli occhi chiusi.
«Dov'è Carl?» domandò il ragazzo.
«Al Moon Bar.» rispose Arizona. «Eravamo lì quando…» si fermò e abbassò il viso. «Sono scappata.»
Logan rimase in silenzio e annuì, «Spiegami cosa è successo.»
Arizona sospirò e lo guardò. «Ero in un negozio con Cindy. Shane e Tom erano lì. Io ero inquieta, avevo i brividi e sentivo un campanellino nella mente.» si fermò e fissò il semaforo rosso.
«Ho visto il tatuaggio di Shane, lui sapeva il mio nome e… sono scappata. E da quel momento continuo a scappare. Sanno dove mi trovo, sanno dove abito…» la ragazza abbassò di nuovo il capo, si sentiva svotata e priva di energie, avrebbe voluto andare a letto, rannicchiarsi sotto le coperte e convincersi che fosse tutto uno strano sogno. Si passò le mani sul volto e le passò fra i capelli biondi.
«Non puoi tornare a casa.» disse Logan.
«Lo so, non sono stupida.» borbottò Arizona.
Logan sorrise e scosse la testa. «Non l'ho mai pensato.» disse. «La mia era solo… una costatazione.» spostò la mano dal volante e strinse quella di Arizona. «Mi preoccupo.»
Lei sorrise e cercò di rilassarsi, aveva tutti i muscoli tesi.
L'abitacolo dall'auto fu invaso dalla luce e Arizona chiuse istintivamente gli occhi. «Che cosa...» borbottò.
Logan sterzò bruscamente e Arizona sbatté la testa contro il finestrino, si voltò e vide una macchina dietro di loro, accendeva e spegneva gli abbaglianti ogni due-tre secondi.
«Sono loro!» strillò la strega. «Accelera, Logan!»
Il ragazzo aumentò la velocità, Arizona respirò profondamente e voltò la testa, l'altra macchina era ancora dietro di loro.
La ragazza strinse il sedile con entrambe le mani mentre Logan accelerava ancora, l'auto svoltò a sinistra immettendosi sulla main street.
Logan rallentò e si fermò dietro ad una macchina che stava svoltando in un parcheggio privato, Arizona trattene il fiato fino a che Logan non ripartì. Mancavano circa cinque chilometri e sarebbero arrivati a casa dei suoi genitori. Si voltò e vide che la macchina non era più dietro di loro. Respirò profondamente, «Non la vedo più.» disse.
Logan guardò lo specchietto retrovisore e annuì. «Non li vedo neanche io.» disse.
Arizona rilassò le spalle e chiuse gli occhi. «Non li sento più.» mormorò.
«In che senso?» chiese Logan.
Lei sospirò e lo guardò. «Quando sono vicini sento dei brividi e un campanellino suona nella mia mente. Più il suono è forte, più sono vicini…» rispose. «Te l'avevo già detto prima.»
«Sì… non avevo capito.» mormorò Logan, guardò per un breve istante la ragazza e sorrise. «Come fai? Cioè… perché riesci a capire quando sono vicini?»
Arizona scosse la testa. «Non ne ho idea.» rispose, «Magari tuo padre saprà dirci qualcosa in più.»
Logan annuì ancora e strinse più forte il volante, non voleva far capire ad Arizona che gli tremavano le mani dalla paura.
Qualche minuto dopo si fermarono davanti ad un alto cancello di ferro.
«Prendi il telecomando.» ordinò Logan, Arizona aprì il cassetto portaoggetti e prese il telecomando del cancello, schiacciò il pulsante e le due ante si aprirono senza far rumore. Logan posteggiò nel giardino sul retro e i due scesero, in silenzio si avviarono verso la porta.
Il ragazzo rese le chiavi e aprì, Arizona entrò per prima. Dopo aver superato il piccolo ingresso si ritrovarono in cucina.
«Cosa ci fate qui?» domandò Jim.
Logan guardò Arizona. «Mamma dorme?» chiese.
L'uomo annuì, «Sì, perché?»
Logan sospirò e si sedette, Arizona fece lo stesso.
«Ci sono alcuni membri dei Dark Shadow… ci inseguono e vogliono le nostre pietre.» spiegò Arizona.
Jim respirò a fondo e fissò il bicchiere che stringeva in mano, mosse il polso e alzò lo sguardo sui due ragazzi. «Siete sicuri?»
Arizona annuì, «Sì… sono più che sicura.» rispose, «Ho visto il tatuaggio di uno di loro.»
Jim annuì e posò il bicchiere. «Andiamo in biblioteca e mi raccontate tutto.»

***

Jim fissò Arizona, chiuse gli occhi e respirò a fondo. «Perché non hanno tentato di prendere le collane?» domandò, più rivolto a se stesso che agli altri due. «Dovremmo cercare informazioni.» aggiunse.
Logan e Arizona annuirono e lei si guardò attorno, ammirando la moltitudine di libri.
«Dobbiamo cercare?» sbuffò Logan, «Ma sono centinaia di libri!»
Jim non lo ascoltò e si alzò in piedi. «Vado a chiamare Cressida.» disse e uscì dalla stanza.
Arizona fissò Logan. «Da che parte iniziamo?» chiese, posò le mani sui braccioli della poltroncina e si alzò in piedi. «Dalla parte che parla di quelli.» rispose lui, «Presumo.»
Arizona fece un sorriso, «Dove sono?» chiese.
Logan alzò il braccio e indicò una libreria in mogano, lunga circa sei metri e alta fino al soffitto. «La fila in alto.»
Arizona fissò i libri e si sedette di nuovo. «Sono… tanti.» mormorò, lo sguardo sempre sui libri, cercò di contarli ma rinunciò al decimo libro. Erano tanti e alcuni erano molto spessi.
Logan si alzò in piedi e spostò una delle scale contro un'estremità della libreria. «Arizona.» disse e fece un cenno verso la scala.
La strega annuì piano e si alzò di nuovo, si avvicinò alla scala e salì, si sedette sull'ultimo gradino. Logan intanto stava salendo su un'altra scaletta, all'estremità opposta della libreria.
Arizona prese il primo libro e lo aprì, sfogliò le prime pagine con aria dubbiosa. Non aveva ancora capito cosa doveva cercare.
«Che cosa devo cercare?» domandò.
Logan scosse le spalle. «Non lo so, qualcosa che ti sembri utile.»
Arizona non disse nulla e continuò a sfogliare il libro, parlava delle nascite delle varie congreghe e clan di streghe e stregoni; dei Dark Shadow si parlava al capitolo sei. Erano cose che Arizona conosceva già, la nascita del clan, avvenuta nel 1790, la loro storia, i membri più importanti. Lesse velocemente ma non trovò nessuno accenno alle collane.
Sbuffò e mise al suo posto il libro e ne prese un altro.
«Trovato qualcosa?» le domandò Logan.
«Non ancora.» ripose Arizona. «Tu?»
«Nulla.»
Arizona non disse nulla e continuò a leggere. Nulla che potesse risolvere i suoi dubbi. Nessun accenno alle collane, alle pietre o al perché le volessero.
Sbuffò annoiata e prese un altro libro, erano descritte i vari metodi di tortura usati dal clan. Arizona rabbrividì, quando lesse di un uomo —ucciso dieci anni prima— che era stato torturato fino alla morte, alcuni membri dei Dark Shadow avevano riversato contro il poveretto i loro poteri. Erano risalti all'identità dell'uomo solo grazie alle impronte dentarie, il resto del corpo era in pessime condizioni.
Lo avevano fatto solo perché l'uomo aveva risposto male ad uno di loro.
Arizona chiuse il libro e si passò una mano sugli occhi. Respirò a fondo e pensò che non avrebbe trovato nulla. Sbuffò, sistemò il libro e ne prese un altro.
«Ma tuo padre dov'è andato?» domandò. «Doveva solo chiamarla, non andare sulla luna!» esclamò.
«Magari è da mamma.» mormorò Logan.
Arizona abbassò la testa e sentì le guance arrossarsi per l'imbarazzo, si sentiva in colpa per essersi dimenticata di Lana, dopo che lei l'aveva trattata come una figlia.
Guardò il libro che aveva in mano, era molto antico: la copertina era in pelle e non si vedeva più il titolo, ma solo delle macchie sfumate color oro.
Anche il bordo delle pagine era dorato.
Arizona aprì lentamente il libro e sfogliò lentamente e con attenzione le pagine.
«Forse ho trovato qualcosa.» esclamò Logan. Arizona alzò lo sguardo e lo vide sorridere. Il pendolo della biblioteca suonò undici rintocchi.

Grazie a chi legge :)
   
 
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