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Autore: Strawberry88    10/04/2013    3 recensioni
La vita di una semplice ragazza divertente e sempre sorridente si è trasformata, da un giorno all’altro, quella di una semplice ragazza che non parla, se non ai suoi parenti stretti, e alla quale è sparito il sorriso.
I suoi fratelli e altri cinque ragazzi saranno in grado di farla ornare quella di prima?
*ZIALL*
Genere: Comico, Demenziale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Venerdì 14 Gennaio 2011
San Francisco
 
Donna, Zayn, Niall e Louis arrivarono alla pista e vennero accolti da un ragazzo che indossava vestiti molto larghi.
«Ciao, Felcro. - lo salutò Zayn - Loro sono Niall e Louis.»
«Benvenuti. Zayn, tua sorella sta per affrontare la pista 5. Venite a vederla?»
«COSA? Ma quella è tutta rincoglionita! Si farà male! Ma che dico? Si farà molto più che male!» urlò fuori di sé Donna, prendendo il braccio del fratello, il quale, mentre veniva trascinato dalla gemella, fece cenno agli altri due di seguirli.
Niall continuava a fissarsi la maglia ancora sporca di frullato.
«Perché non te la togli?» gli sussurrò Louis all’orecchio, indicando Zayn.
Lui capì subito il senso di quella frase e annuì a Louis.
«Scusa, Zayn, cos’è la pista 5?» chiese Niall incuriosito, sfilandosi la T-shirt.
«È una rampa molto alta da dove Kitty non dovrebbe assolutamente scendere; ma neanche salirci!» urlò ancora Donna.
Zayn si girò di poco, per vedere le espressioni degli altri due e rimase a fissare Niall mentre cercava di togliersi la maglietta senza sporcarsi lui stesso con il frullato. 
«Don non vuole che Kitty ci salga perché teme possa farsi male.» pronunciò quelle parole divertito all’apparenza, anche se dentro di sé aveva paura pure lui.
Niall restò in silenzio e anche Louis, mentre Zayn continuava a guardare Niall imbarazzato. Non gli era mai capitato di osservare il corpo di un ragazzo come in quel momento o come il cameriere al bar. 
«Ehi!- urlò Donna lasciando Zayn, che distolse lo sguardo da Niall, e indicando Kitty sulla pedana - Scendi subito da lì!» sbraitò.
E Kitty l’ascoltò: si lanciò con il suo skateboard giù per la rampa.
Donna singhiozzò impaurita e Zayn l’abbracciò per rassicurarla. 
Dopo aver traumatizzato per bene la sorella, Kitty la raggiunse e la fissò.
«Non mi guardare così. Sono arrabbiata con te.»
La minore alzò le spalle e andò a sedersi su un gradino, guardando indirettamente gli altri.
 
Alle sette di sera alla pista erano rimasti in pochi. Niall e Louis stavano parlando tranquillamente con Zayn mentre Donna ci provava con Felcro.
«Cos’ha tua sorella?» chiese Niall a Zayn, riferito a Kitty.
«Beh, ecco…- voltò il busto facendosi forza con il braccio contro lo schienale della sdraio - Non va d’accordo con le persone.»
«Ma le è successo qualcosa?» riprese Louis.
«In un certo senso.» disse vago.
«È stata stuprata?» domandò in un sussurrò il biondo.
Zayn rise divertito.
«No, certo che no. Diciamo che ha paura delle persone in genere.»
Ritornarono a guardare il tramonto quando arrivò Kitty e si sedette sulla brandina sopra alle ginocchia del fratello facendo aderire la sua schiena con l’addome del ragazzo.
«Siete fidanzati voi tre?»
Zayn emise una risatina.
«La mia ragazza mi ha lasciato poche ore fa. Donna è ancora in cerca di uno che la sopporti e Kitty non ci pensa neppure, ai ragazzi. Voi?»
«Single e felici… ma se ci capitasse qualcuno non ci ritrarremmo.» rispose Louis, interrompendo Niall che sicuramente avrebbe detto qualcosa di sconveniente.
«Ora dovremo andare, Lou. » disse scocciato Niall, alzandosi e salutando cordialmente Zayn.
I due si girarono e Niall sorrise felice: l’ostacolo che lo separava dal conquistare Malik non c’era più. Arrivarono all’hotel e andarono nella loro camera.
«Sai, Niall, in tanti anni che ci conosciamo non abbiamo fatto mai un’un esperienza del genere. Insomma, solo perché Harry e Daniel non vanno d’accordo, non significa che non dobbiamo seguire le loro orme.»
«Io non seguo le orme proprio di nessuno. Son un principe e posso avere tutto ciò che voglio, se lo chiedo.»
«L’amicizia non puoi ottenerla semplicemente se chiedi un ragazzo con cui legare.»
«Perché questo ragionamento?»
«Voglio conoscerti meglio.»
«Okey.- disse incerto Niall - Mi chiamo Niall, ho sedici anni e sono il principe di Atlantide.»
«Questo già lo so. Qualcosa che hai dentro e che non riesci a dire a Harry e neanche ai tuoi genitori.»
«Perché non inizi tu?» 
«Perché te l’ho chiesto prima io!»
Niall non amava parlare prima di andare a dormire. Si tirò fino sotto al mento le lenzuola e si girò dalla parte opposta, dando le spalle a Louis.
«Dai, Niall. Voglio davvero conoscerti meglio!» li implorò.
«Se ti dico che sono gay, stai zitto fino a domani?» detto questo spense la luce e provò ad addormentarsi.
 
 
Sabato 15 Gennaio 2011
Santa Barbara
 
Harry sbuffò prima di bussare alla porta bianca dei Kent. Gli venne ad aprire proprio Daniel, che indossava una camicia rossa a quadri bianchi e i jeans.
«Daniel, gli occhiali?» chiese, guardandolo male, e grattandosi il naso.
L’altro ragazzo si tastò la faccia.
«Giusto! Ecco cosa mi mancava. Entra pure, Harry.» poi andò alla ricerca dei  suoi occhiali.
Harry entrò e chiuse la porta, rimanendo in piedi nell’ingresso.
«L’unica cosa che odio dell’essere un supereroe sono le lenti che devo indossare quando sono Superman. Sono fastidiose.»
Uscirono di casa e si avvicinarono alla macchina di Daniel.
«Sì, certo. Ora possiamo andare? Non voglio sentire Regina urlare perché siamo arrivati in ritardo. Già non la sopporto quando parla…»
«Scusa, ma non eri tu quello che le andava dietro?»
«Appunto. Le andavo. Lei mi ha sempre rifiutato e io mi sono trovato un’altra.»
«Quindi stai usando Kitty per dimenticarti Regina?»
Daniel aprì la portiera della sua auto aspettando che Harry facesse le stessa cosa.
«No, assolutamente no.- disse salendo in macchina - Ultimamente non sopporto le persone, in particolare Regina.»
Daniel mise in moto e partì, diretto alla loro scuola, dove si sarebbe tenuta la gara di ballo.
 
Entrarono nella palestra e Harry venne assalito da una ragazza: Regina. Lei era all’incirca alta come lui, con i capelli biondi e gli occhi azzurri. Il solito capitano della squadra delle cheerleader, ma a differenza delle altre, lei non era superficiale e oca ma si mostrava così a scuola, in realtà era solo un po’ ossessionata. 
«Re, staccati: mi hai afferrato i ricci.» disse lui, spingendo la ragazza.
«Oh, scusami.- disse allontanandosi - Vi ho tenuto i posti in seconda fila laterale, così riuscite a vedere bene.»
«Oh, grande! Grazie, Regina.» Daniel diede un bacio alla ragazza e andò a sedersi.
Appena soli, Regina prese la mano di Harry tra le sue e lo guardò dolcemente negli occhi.
«Harry, possiamo parlare?» chiese lei.
«Certo.» rispose calmo.
«Cosa fai stasera?»
Nella testa di Harry si attivò l’allarme “appuntamento indesiderato”, che di solito era in funzione quando centrava qualcosa Regina.
«Non lo so ancora. Perché?»
«Perché, visto che sei da solo in casa, questo week-end, volevo invitarti a casa mia. Ci saranno anche Daniel e Ice.»
Harry sospirò.
«Va bene, se c’è anche Daniel, allora vengo.»
Regina sorrise, poi diede un veloce bacio sulla guancia a Harry e ritornò dietro alle quinte. Il ragazzo, dopo essersi pulito la guancia, andò a sedersi vicino al biondo. Mai avrebbe pensato di accettare un invito solo perché il suo nemico era presente assieme a lui. 
Quella situazione in effetti era strana. Louis e Niall insieme in un mini-viaggio a San Francisco; lui e Daniel che andavano d’accordo; Liam in punizione. Chi l’avrebbe mai detto che il più educato e maturo, per così dire, del gruppo si facesse mettere in punizione? Nessuno! 
Le luci si spensero e Harry scivolò con il sedere su quella scomoda sedia di legno, incrociò le mani sulla pancia e accavallò le gambe, facendo dondolare il piede destro.
«Cosa ti ha detto Regina?» domandò Daniel, sussurrando all’orecchio di Harry.
«Se stasera ero libero per andare a dormire a casa sua. Tu e Ice ci sarete, vero?»
Daniel ridacchiò, mettendosi nella stessa posizione dell’altro.
«Sì, ci saremo. Non siamo amici, ma ti avverto: Regina ha in programma il gioco della bottiglia e ha detto ad Ice che al tuo turno avrebbe dovuto obbligarti a baciarla.»
«Perché me lo stai dicendo?»
Daniel lo guardò, prima di sospirare e tornare a guardare il gruppo di danzatrici del ventre sul palco.
«Vedo nei tuoi occhi che provi qualcosa verso quella ragazzina che hai incontrato, Kitty, giusto?- Harry si raddrizzò e lo fissò accigliato, come in cerca di chiarimenti - Non sono così cattivo da farti baciare una ragazza per cui provi ehm, qual è il termine? Ah, sì, terrore. Guardi Regina come se fosse un clown.»
«Io ho paura dei clown.» commentò Harry.
«Appunto.»
Dopo quell’affermazione, tra i due cadde il silenzio per il resto dello spettacolo.
 
Sabato 15 Gennaio 2011
San Francisco
 
Louis e Niall tornarono alla pista di skate, sperando di trovarci i fratelli Malik. 
«Ehi, biondino! Come mai qui?» si sentì.
Niall si girò incuriosito e con grande sorpresa vide Zayn avvicinarsi a loro due con un grande sorriso sul volto. D’istinto sorrise anche lui.
«Ciao. - Niall andò incontro a Zayn - Anche tu qui, eh?»
«Già. Felcro mi ha detto che siete appena arrivati.»
«Infatti.»
«Fate qualcosa questo pomeriggio?» chiese grattandosi la nuca.
«Veramente no, niente di particolare. Perché?»
«Ecco, praticamente io e le mie sorelle ci siamo iscritti alla gara di Skate di oggi. Il problema è che dovremmo essere in quattro.»
«Quindi vi serve solo uno di noi.» intervenne Louis.
«Ehm.. No. Donna non può gareggiare.»
«Per quale motivo?»
Zayn sì girò e indicò le sue sorelle che parlavano con Felcro, guardando meglio la maggiore, notarono che aveva la gamba ingessata.
«Cosa gli è successo?»
Zayn si morse la lingua cercando di non correggerlo, ma la tentazione fu troppo forte.
«Le è successo..»
«Come?»
«Essendo una ragazza si usa ‘le’ non ‘gli’.»
Niall ridacchio. «Scusa. Cosa LE è successo?»
Zayn sorrise.
«Ieri sera è caduta per le scale.» iniziò a ridere.
«Non è divertente!» urlò Donna, la quale, anche se lontana e non aveva sentito, capì cosa il fratello stesse dicendo.
«Oh, sì che lo è!- urlò di rimando lui - Allora, potete unirvi a noi?» ritornò con l’attenzione sugli altri due ragazzi.
«Certo, ci piacerebbe tanto.» rispose Louis, guardando Niall in modo malizioso.
Il più piccolo capì a cosa Louis si stesse riferendo e, sorridendo, annuì al suo “amico”, per poi girarsi verso Zayn e accettare anche lui la proposta.
 
Kitty era diventata molto brava nell’ultimo anno ed era una tra le migliori della città sullo skateboard, infatti fece vincere la sua squadra eseguendo un numero molto difficile sulla rampa cinque. Donna, per tutto il tempo della prestazione della sorella, era stata in apnea, temendo che Kitty potesse farsi male cadendo.
Zayn, invece, più guardava la gamba ingessata della gemella, più rideva. 
Dopo la premiazione, i cinque ragazzi si recarono al bar lì vicino con la loro coppa.
«Siete veramente bravi.» si complimentò Zayn.
«Grazie.» risposero in coro Niall e Louis.
Ordinarono cinque frullati alla frutta mista e si misero a parlare e conoscersi.
Zayn continuava a fissare dolcemente il sorriso di Niall e notò, per la prima volta, che portava l’apparecchio fisso sui denti superiori, ma, pensò, quello non rovinava il viso del ragazzo. Si soffermò anche agli occhi, di un colore talmente azzurro che non si trovava in nessuna tabella di colori.
Niall, che stava scherzando con Donna, si voltò verso di lui, sorridendogli. Zayn rimase impassibile per qualche minuto e dei brividi gli passarono nelle braccia.
«Zayn, stai bene?» gli chiese Niall.
«Oh, sì, benissimo. Stavo solo pensando.»
«A cosa?»
«Ehm.. nulla di importante.»
Zayn si sentì qualcosa sul polpaccio perciò guardò sotto al tavolo e vide il piede di Niall accarezzargli la gamba; quando rialzò lo sguardo si accorse dell’espressione maliziosa del ragazzo.
«Donna, vado un attimo in bagno. Non ti muovere.» scherzò Zayn.
«Ma che divertente mio fratello!» esclamò mentre lui stava già entrando nel locale.
Si chiuse la porta alle spalle e si posizionò davanti all’orinatoio.
 
Niall seguì con gli occhi Zayn. Posò le labbra a circondare la cannuccia viola per finire di bere il suo frullato, poi si alzò e prese il suo skateboard.
«Vado a vedere se Zayn sta bene. Lou, ti lascio lo skate: non me lo perdere.»
Entrò nel bar e cercò il bagno per poi andare da Zayn. Quando aprì la porta vide il ragazzo lavarsi le mani mentre si fissava allo specchio.
«Perché sei scappato così?» tirò su un angolo della bocca e inarcò il sopracciglio destro.
Zayn si girò con gli occhi spalancati, in cerca di una risposta.
«Tu.. tu mi stavi..»
«Sfiorando la gamba. Sì, lo stavo facendo. Qual è il problema?»
«Il problema è che.. non ne ho idea. - si asciugò le mani sui pantaloni - Io ieri mattina ero fidanzato con una ragazza mentre pochi minuti fa, non so, mi è quasi piaciuto il tuo piede che accarezzava la mia gamba.»
Niall rise e si appoggiò al muro vicino alla porta.
«Come il cameriere di ieri? Ti sei sentito in un certo senso attratto?»
«Da te o dal cameriere? No, aspetta, perché stiamo parlando di questo?»
«Non è che sei gay?»
Zayn continuò a fissarlo, pensandoci, ma più guardava Niall, più si perdeva nei pensieri e non riusciva a ragionare. Era come ipnotizzato da quegli occhi azzurri.
«Allora? Mi rispondi?»
«Non posso risponderti perché non lo so.»
«Ti faccio un’altra domanda.- Niall si avvicinò a Zayn - Tu eri innamorato delle tua ex? Innamorato nel senso che sentivi le farfalle nello stomaco quando la baciavi, le mani sudate ogni volta che la vedevi e il batticuore?»
Zayn si accorse che tutte quelle sensazioni, con Melissa, non le aveva mai provate.
«Beh, no.»
«Perché stavi con lei, allora?» chiese alzando il volume della voce per l’incomprensione che stava avendo.
«Io.. non lo so. Lei era carina, credo, e mi ha chiesto se potevamo stare insieme, io le ho risposto di sì, però non ho mai provato niente di quello che hai elencato.»
«E con i ragazzi? Cosa provi quando gli guardi?»
Non rispose. Gli occhi del ragazzo che aveva di fronte erano troppo vicini e lui non voleva perdersi quello spettacolo distraendosi e pensare a una risposta.
«Quando guardo un ragazzo penso di aver sprecato un sacco di tempo dietro alle ragazze. Credo.»
«Sei gay. Ecco qual è la conclusione.»
«No che lo sono! Cioè, non lo so.»
«Sai qualcosa di te stesso?» scherzò.
Zayn scosse la testa e si guardò le scarpe, incapace di resistere al sorriso di Niall.
«Ascolta, Zayn, io e Lou partiamo stasera alle nove. Abbiamo dovuto spostare l’orario perché il mio migliore amico soffre di solitudine e non voglio che si deprima in casa sua da solo.»
Di scatto alzò la testa.
«Di già? Almeno mi lasci il tuo numero di telefono?»
Niall non aspettava altro che quelle parole. 
Sorrise e annuì, poi uscirono entrambi dal bagno, sicuramente non il luogo adatto e Niall chiese al barista un pezzo di carta e una penna. Scrisse il suo numero di cellulare e diede il foglietto a Zayn, che lo ripose accuratamente nei bermuda di jeans che indossava.
Uscirono dal locale e si avvicinarono al tavolo dov’erano seduti ancora gli altri tre.
«Mi ha chiamato Daniel: Regina è caduta mentre ballava e ora è in ospedale a mettersi il gesso al braccio. Magari dopo chiama Harry.» Louis informò immediatamente Niall.
«È tempo di cadute in California.» rise Zayn facendo scattare il suo skate e prendendolo.
«Zayn aiutami ad alzarmi.- disse Donna al fratello - E dai il tuo skate a Kitty.» gli ordinò poi.
«Certo, capo.» rispose Zayn, facendo tutto quello detto dalla gemella.
 
Niall stava finendo di preparare la valigia che, ovviamente, non si chiudeva.
«Quand’è la mamma quando serve?»
Louis, seduto sul letto che aveva occupato per una sola notte, rise guardando l’altro. La sua valigia neanche l’aveva disfatta, ecco perché si divertiva di Niall.
«Vado a farmi una doccia.» annunciò lasciando il bagaglio mezzo sfatto: ci aveva rinunciato.
Lou annuì e uscì sul balcone. Prese il cellulare dalla tasca e chiamò il suo migliore amico.
«Ciao, Danny. Come sta Regina?» chiese.
«Lei bene, è Harry quello che non sta bene.»
«Perché, cosa succede?»
«Diciamo che Harry si sta improvvisando maggiordomo personale di Regina. Lei si è rotta il braccio sinistro e, essendo mancina, dice di non riuscire a fare niente. Voi?»
«Donna è caduta dalle scale ieri sera. Io sto magnificamente, invece.»
«Sono contento, beh, ovviamente per te; mi dispiace un po’ per Donna. Ti lascio: vado a salvare quel povero ragazzo.»
 
Alle otto e mezza Niall e Louis si trovavano alla stazione ferroviaria, aspettando il loro treno diretto a Santa Barbara. Il vero motivo per cui rincasavano prima del previsto non era di certo la solitudine depressiva di Harry ma il rapimento di una giraffa dello zoo. Durante la gara di skate, Harry aveva chiamato Niall, riferendogli quel fatto. 
Le giraffe erano l’ossessione di Niall, quindi decise di ritornare a Santa Barbara. 
“Che poi - pensò appena chiusa la chiamata Niall - una giraffa è difficile da nascondere. È molto difficile.”
Mentre si guardava il piede dondolante, qualcuno gli mise le mani davanti agli occhi, qualcuno alle sue spalle. Tastò quelle mani e, quando arrivò al polso,e sfiorò del tessuto ruvido, si ricordò che Zayn indossava un braccialetto.
«Non pensavo venissi a salutarmi, Zayn.» sorrise.
«Ciao, Niall. Ciao, Lou. Non mi sembrava giusto non salutarvi. Voleva venire anche Kitty ma non è potuta venire perché mamma non l’ha voluta fare uscire. Chissà poi per quale motivo.» disse.
«Kitty?- chiese Louis stupito, Zayn annuì con la testa sedendosi vicino al biondo - Wow, non pensavo volesse venire a salutarci.»
«Sei un idiota!» si sentì urlare.
Tutti e tre si girarono e videro Donna raggiungerli saltellando con l’aiuto delle stampelle.
«Non è colpa mia se tu cadi e cammini lenta.» rispose Zayn.



 
E come scritto nel capitolo precedente, sono tornata.
Pubblicherò probabilmente sempre di mercoledì, se riesco, altrimenti giovedì.
Desidererei avere almeno tre recensioni.
 
  
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