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Autore: _Frency_    11/04/2013    1 recensioni
Provate a immaginare una Elizabeth stanca di aspettare il suo amato, un capitan Jack Sparrow in cerca di avventure e una fonte che non aspetta altro che essere trovata. Aggiungete un Will Turner che vive da tempo in una tormentata conflittualità interiore. Immaginate un gioco di complicati equilibri, che si muovono a tempo con la marea. E se i loro destini si scontrassero una volta ancora? Ma si sa, il gioco è bello finché corto, quindi saranno in grado di mettere la parola “Fine” alla loro comune avventura?
Buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Joshamee Gibbs, Will Turner
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! :)

Sono tornata ancora una volta, ahah! Non ditemi che avevate incominciato a perdere le speranze!
A parte gli scherzi, che dire di questo capitolo? Penso sia assai descrittivo e introspettivo, per non dire anche romantico!

Non dico altro, vi auguro solamente una buona lettura! ;)



Capitolo 17: Ritrovarsi.

Elizabeth avrebbe potuto giurare di aver sentito distintamente il suo cuore mancare un battito, quando Gibbs aveva annunciato con fare solenne che un veliero molto simile all’Olandese Volante si avvicinava a loro con velocità.
Jack aveva storto la bocca in una smorfia indecifrabile, a metà tra il sorpreso e lo sconcertato. Non aveva proferito parola alcuna, e con la sua camminante ondeggiante era andato a rintanarsi nella sua cabina, da cui non era uscito per tutto il giorno. In circostanza diverse, magari, Elizabeth si sarebbe voluta accertare che nulla di serio gravasse sull’animo del capitano, ma in quel momento la possibilità di rivedere nel giro di qualche ora il suo amato prevaricava ogni cosa. Il suo Will era vicino a lei. Non a miglia di distanza, non in oceani sconosciuti, non dall’altra parte del mondo. Vicino a lei.
 
Quando le due navi si affiancarono, per Will fu una vera gioia appurare che fosse il veliero del suo più caro amico, Jack. La Perla Nera era esattamente come la ricordava: imponente e maestosa, elegante e lugubre come pochi vascelli. Le vele stracciate e scure erano spiegate, producendo quel caratteristico rumore di stoffa che sbatte violentemente al vento. Will e gli uomini a lui più vicini erano presto andati a raggiungere i vecchi amici sul ponte della Perla. Il suo capitano era in piedi accanto al parapetto, il solito sorrisetto sghembo a incorniciargli le labbra. Il capello a fargli ombra e a nascondere in parte gli occhi, Will seppe con certezza di aver davanti lo stesso Jack Sparrow che lo aveva convinto a lasciare Port Royal con un semplice pugno di vane promesse.
Si era lentamente fatto da parte, gli occhi luminosi che lasciavano presagire una sorpresa. Will aveva mosso un passo avanti, per poi rimanere letteralmente paralizzato. La figura esile e longilinea di Elizabeth si era mostrata ai suoi occhi, lasciandolo senza fiato. Era meravigliosa, molto più di quanto ricordasse. I lunghi capelli biondi, mossi dal vento e resi un po’ crespi dalla salsedine, le incorniciavano il volto abbronzato, che aveva ben presto perso il suo pallore. Gli occhi caldi e ammalianti, circondati dalle lunghe ciglia scure, il nasino dritto e le labbra piene: il suo viso non gli era mai sembrato tanto perfetto. Ed era lì: la sua Elizabeth era lì, immobile quanto lui. Sfruttando il suo tentennare, lei non perse tempo per lanciargli le braccia al collo e stringerglisi addosso. Immerse le mani nei capelli lunghi e riccioluti del compagno, beandosi del suo profumo. Sapeva di uomo, di mare, di libertà. Il suo Will sapeva di libertà altrettanto quanto Jack ormai. Forse in maniera diversa, forse in un modo tutto suo di essere libero imprigionando il proprio cuore. Si permise di non sciogliere quell’abbraccio per ancora qualche istante, ascoltando quella mancanza di battito provenire dal suo petto. Ascoltando il silenzio. Si staccò lentamente da lui, che aveva gli occhi lucidi di commozione e gioia quanto lei. Entrambi non avevano ancora proferito parola, e il resto delle due ciurme aveva mantenuto un rispettoso silenzio.
 
-Will- aveva sussurrato il suo nome come se fosse qualcosa di estremamente prezioso. Perché, effettivamente, lo era.
 
-Elizabeth, Elizabeth…- lui aveva fatto lo stesso, chinando il capo sui suoi capelli dorati e ripetendo il suo nome come una cantilena. Perché il suo nome era dannatamente bello, e avrebbe potuto ripeterlo all’infinito.
Will si staccò leggermente da lei, sempre però tenendole un braccio posato intorno alla vita sottile. Scambiò uno sguardo d’intesa con Jack, che sembrava chiaramente voler dire: “Noi due dobbiamo assolutamente parlare”.
I due capitani e la ragazza si rifugiarono presto nella cabina, e mentre sorseggiavano rum (Jack, per l’occasione, non si era nemmeno attaccato direttamente al collo della bottiglia) i due raccontarono a Will della loro avventura. Lui li ascoltò silenzioso; si sarebbe detto sordo alle loro parole se non fosse stato per il suo viso, che cambiava espressione ad ogni antefatto narrato dalla sposa o dall’amico. Non ci poteva credere – o forse semplicemente non voleva, nella maniera più assoluta – che lei ora fosse esattamente come lui. Immortale. Eppure, associato alla sua ragazza, suonava così male quella parola! Di lei che apprezzava così tanto la vitalità, il suo essere perfettamente mortale, non riusciva proprio a capacitarsi della totale scomparsa della sua “mortalità”. Una vocina sibillina, però, proveniente dalla parte più egoista di se, gli mostrava la faccenda sotto tutt’altra prospettiva. Lei, adesso, lo avrebbe potuto seguire ovunque. Non avrebbe mai dovuto aspettarla per un tempo incommensurabile, non avrebbe dovuto temere che la morte la cogliesse quando lui non ci fosse stato, non avrebbe dovuto aver paura di perderla. Mai più. Quella era, decisamente, una prospettiva più rosea: avevano l’eternità davanti, dopotutto.
 
-Jack, tu cosa hai intenzione di fare adesso?- domandò ad un certo punto Will, sorridendo in direzione dell’amico, come se si aspettasse già la risposta.
 
-Ah, io seguirò il vento! Dove egli vorrà portarmi io lo seguirò, continuando a cavalcare le onde, fino alla fine dell’orizzonte- rispose sicuro il capitano, gli occhi resi luminosi probabilmente da una scintilla che gli proveniva direttamente dal cuore. E le aspettative di Will non furono deluse nemmeno quella volta: era sempre il solito Capitan Jack Sparrow.
   
 
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