Marshall cominciò raccontare- Era il primo giorni di università, quando entrai nella camera che mi avrebbe ospitato per molto tempo.
Appena entrai rimasi un secondo a contemplare quella piccola camera, mi sembrava un piccolo angolo di paradiso.
Era un posto in cui sarei cresciuto e lì avrei vissuto gli anni dell’ adolescenza. Non mi preoccupava il fatto di non rivedere vostra nonna, visto che una volta al mese sarei andato a trovarla.
Per me il college significava: pizza e videogiochi.
-Papà!!!- cominciarono a lamentarsi i figli .
-Ok Ok – continuò lui-Quando entrai mi accorsi che rannicchiato sul computer c’era un ragazzo, il mio futuro coinquilino.
Con le braccia tese e ancora molto emozionato gli dissi- c..c..iao, io sono Marshall- , l’omino si risistemò gi occhiali e si girò- Ciao io sono Ted- gli rispose guardandolo bene.
Ted aveva i capelli neri, un po’ spettinati e una camicia a quadri sporca di pizza.
Cominciai a sistemare le mie cose, facendo particolare attenzione alle foto che mi ero portato di vostra nonna e dei vostri zii.
Io e Ted cominciammo a parlare di varie cose : computer, videogiochi, fumetti e film … ma non di ragazze.
Ted stava esprimendo la sua preferenza per i film d’azione con riferimenti storici, quando la porta della stanza si aprì di botto e apparve un viso angelico, il viso di vostra madre.
Era la ragazza più bella che avessi visto e appena la vidi lasciai cadere a terra la fetta di pizza con i peperoni che tenevo in mano ( ancora oggi e’ la pizza migliore che avessi mai mangiato).
I capelli scuri le incorniciavano il viso, aveva un elegante cerchietto nero e gli occhi di cerbiatto ( quelli che ha tutt’ora) guardavano intorno.
Quel giorno era vestita con una gonna nera, calzamaglie nere e un pullover rosso.
Quella ragazza rimase un po’ a fissarci ( fissava più che altro me, credo che non avesse nemmeno notato che c’era Ted nella stanza) e poi si schiarì la voce e disse- Scusate ragazzi ho sbagliato stanza-. Non se ne andava, continuava a guardare la stanza e me un po’ imbarazzata.
– Comunque io sono Lily Aldrin e tu? Cioe’ voi?- proseguì lei con delle guanciotte rosse per l’imbarazzo.
Io non riuscivo a parlare, era la prima volta che una ragazza carina mi parlava di sua spontanea volontà e non solo per chiedermi i compiti. Ted mi capì al volo e disse – Io sono Ted Mosby e lui e’ Marshall Eriksen. Piacere-.
Senza che me ne accorgessi io e Lily c’eravamo avvicinati sempre di più, stavamo una di fronte all’altro.
Avevo capito che Lily mi piaceva e che non dovevo farmela scappare, come era successo alla materna con Susan Lee.
Ebbene si, quel maledetto di Martin Gulty me l’aveva soffiata offrendole dei biscotti con i confettini … Comunque ero deciso a fare la prima mossa e timidamente provai a chiederle di uscire- Ehm, per caso..vorrei… no, scusa … vuoi .. vorresti ... cioè al cine… no aspetta…- .
Lily non mi lasciò finire la richiesta, che fece un sorriso a trentadue denti e mi diede un bacio sulla guancia. Appena sentii le sue dolci calde labbra sulle mie guancie, il cuore cominciò a fare i salti mortali e sentii gli angeli suonare.
Dopo il breve e significativo bacio vostra madre mi guardo negli occhi e disse – Si, mi piacerebbe uscire con te -.