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Autore: Argento    12/04/2013    2 recensioni
Conservava ancora, gelosamente, gli abiti che aveva indosso quando si ritrovò nella Città Incantata, compreso il bigliettino d’addio che qualcuno le aveva regalato prima che partisse per il trasferimento.
Le ricordavano Haku, e lei aveva aggiunto il suo nome completo - Kohaku - accanto al suo.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Zeniba

In seguito a quella giornata piena di emozioni, Zeniba ripensò con dolcezza alla bambina mentre riponeva il cucito al suo posto. Senza Volto stava seduto tranquillo vicino al caminetto, dopo avere aiutato la donna a preparare la cena. Zeniba non era stata inizialmente troppo entusiasta nell’invitare Senza Volto a stare da lei, ma egli si era dimostrato fin da subito estremamente utile in casa e con particolare attenzione all’igiene, a dispetto del suo sconveniente comportamento della mattina, di cui però Zeniba non era al corrente; quando si era offerto di pulire le tazze e i piatti del the del pomeriggio. Dopotutto pensò, fissandolo, che avere un po’ di compagnia poteva risultare piacevole, in particolare se l’individuo in questione filava straordinariamente bene e non disturbava parlando a vanvera; qualità che Senza Volto possedeva abbondantemente.
Scelto un libro tra i suoi preferiti, si apprestava ad accomodarsi a sua volta vicino al camino quando sentì, per la seconda volta in quella giornata, un vento forte proveniente da fuori scuotere violentemente le finestre.
“Senza Volto, credo sia tornato un nostro amico. Andresti ad aprirgli?”
Il mostro emise versi di assenso mentre si dirigeva verso la porta. Aprendola, si trovò davanti un ragazzo giovane che aveva appena assunto sembianze umane, riconoscendolo come il drago che aveva portato Sen via da lui. Non potendo mostrare alcuna emozione, restò sull’uscio a fissarlo finché la voce della donna non lo convinse a farlo entrare in casa.
Haku non gli sorrise ed entrò, lasciando che l’altro chiudesse la porta con un suono sordo.*
Si rivolse a Zeniba, nel ringraziarla per averlo accolto. Lei gli sorrise.
“Ero quasi certa che saresti venuto, Haku. Avevo solo qualche dubbio sul perché. Ma di questo mi parlerai tu. Nel frattempo, prego, accomodati. Gradisci una tazza di the?”
Il ragazzo declinò l’offerta ringraziando. Sebbene apprezzasse enormemente che qualcuno oltre a Chihiro si rivolgesse a lui con gentilezza, non si trovava li per i convenevoli, scegliendo così di passare subito al dunque.
“Zeniba, voglio andare dall’altra parte. So che si può fare e so che tu conosci il modo. Aiutami, e ti ricambierò come vorrai.”
La strega sospirò, soppesando con attenzione le parole da usare per rispondere adeguatamente. Lo fissò con serietà.
“Tu sei uno spirito, Haku. Non lo sei diventato, lo sei stato da sempre. Uno spirito non può diventare umano, dovresti saperlo. Un umano può diventare uno spirito, nel momento in cui muore. Ma uno spirito può andare nel mondo degli uomini solo nel caso in cui sia legato ad un luogo preciso. In altri casi, non ha che fare lì.”
Haku ebbe un sussulto - impercettibilissimo - tranne che agli occhi attenti di Zeniba, che intuì perfettamente che Haku un motivo l’aveva, eccome.
“Non esiste quindi alcun modo per vedersi ancora?” Non serviva aggiungere altro, sapeva che Zeniba avrebbe capito perfettamente. La strega sospirò nuovamente, prima di parlare.
“Esiste una magia molto antica quanto potente, che permette di concedere ad uno spirito la capacità di passare del tempo nel mondo degli uomini. Ma non dona una vera e propria forma umana, perciò non è definitivo. Concede solo allo spirito di passare del tempo dall’altra parte. Una volta terminato il suo tempo - la cui durata varia dal tipo di magia applicata - lo spirito si dissolve tornando qui, nella sua terra; deve riposarsi per riprendere la forma che gli consente di tornare al mondo umano. È un incanto complesso e richiede molta energia, anche e soprattutto quella di chi ne è il soggetto. E inoltre, Haku, anche se tutto funzionasse, dovrebbe essere Chihiro a tornare qui, per prima. Altrimenti, se la cercassi tu rischieresti di non trovarla mai.”
“Se questa è l’unica soluzione, accetto qualsiasi tua condizione affinché mi aiuti a compiere questa magia.”
“Haku, io non ti voglio al mio servizio, non sono come mia sorella. Non dovrai stringere patti con me, a prescindere che io accetti o no di aiutarti.”
“Quindi non hai intenzione di farlo?”
“Come ti ho detto, è una magia molto antica e molto potente. Il mio potere da solo non basta. Dovrebbe essere copulato con quello di mia sorella.”
“Basterebbe convincerla. O ricattarla, o stringere un patto!”
“No, Haku. Con la magia non si scherza. Non la si può prendere in giro. Yubaba deve volere compiere quella magia, se viene costretta l’incanto non ha effetto.”
“Potresti parlarle tu. Potresti convincerla. Siete sorelle, chi meglio di te?”
“Haku, ora stai esag-”
“È la mia unica possibilità, Zeniba. Prima di darmi una risposta negativa, pensaci per favore.”
La donna lo fissò come se lo stesse guardando per la prima volta. Vide nei suoi occhi il desiderio, sincero e appassionato, di rivedere la ragazza. Quella ragazza che l’aveva chiamata nonna, che l’aveva abbracciata e che le aveva regalato un tesoro immenso confidandole il suo vero nome. Chihiro.
“Ci penserò, Haku.”
“Grazie.” Emise il ragazzo chinando la testa nella sua direzione. Leggero come se volasse si voltò e lasciò la casa, ma Zeniba sapeva che sarebbe tornato.
Raggiunse di nuovo la sedia vicino al camino e vi sedette, continuando a pensare alla ragazzina. Era riuscita a spezzare la maledizione del Sigillo d’Oro senza neanche saperlo, come poteva lei, vecchia strega, opporsi a quell’amore così potente? Si disse che il vero problema era rappresentato dal fatto che per aiutare Haku e Chihiro avrebbe dovuto rivolgersi a sua sorella, ma il loro distacco era ormai così radicato che temeva conseguenze negative a qualsiasi suo tentativo di avvicinamento.
Questi pensieri continuarono a ronzarle in testa, fino a che non si addormentò, così, sulla sedia, accanto al fuoco.
*
Il giorno successivo si sveglio di buona lena, sebbene gli acciacchi dovuti alla scomoda posizione notturna avrebbero convinto qualsiasi altro signore della sua età a rimettersi a dormire, nel letto, questa volta.
Tuttavia, il malore iniziale fu presto smorzato dalla sorpresa che le aveva fatto trovare Senza Volto: la tavola era splendidamente apparecchiata e la colazione pronta. Porse ad egli i suoi complimenti tra i vari ‘buongiorno’ e ‘dormito bene’ che riuscirono a scambiarsi durante il pasto. Non volendo che Senza Volto si occupasse però di tutto il lavoro domestico, in breve tempo ripulì le stoviglie per potersi concentrare su alcuni antichi libri di magia, aspettando il certo ritorno di Haku.
*
Come aveva previsto, nel tardo pomeriggio di quella giornata, quando le ombre cominciarono a calare, Haku si ripresentò alla sua porta, questa volta accettando l’invito di accomodarsi. Zeniba lo interpretò come un ottimo segno.
“Cosa hai deciso, dunque?”
La donna chiuse gli occhi. Poi li riaprì.
“Andrò da mia sorella. Le parlerò.”
“Grazie, Zeniba.”
Nonostante mantenesse sempre la sua compostezza, Zeniba distinse chiaramente il brillio negli occhi di Haku.
“Haku, comprendo il tuo entusiasmo, ma non è fatto certo che Yubaba accetterà di aiutarti. E anche nel caso in cui accettasse, abituati all’idea di dovere aspettare sette anni, prima che la magia possa realizzarsi.”
“Sette?”
“Il sette è il numero magico per eccellenza, Haku, è fondamentale perché la magia si compia. Nel tempo in cui trascorreranno questi anni dovrai migliorare le tue arti e ampliare le tue conoscenze, dovrai raggiungere il livello più alto, per essere in grado di sostenere la magia che potrà rendere umane le molecole del tuo corpo, sebbene per tempo limitato. Sei disposto ad accettare tutto questo?”
Il ragazzo rimase in silenzio, rivolgendo per la prima volta lo sguardo sul muro, riflettendo.
Zeniba l’aveva sempre considerato solo un ragazzo, sveglio certamente, ma comunque un ragazzo, giovane ed ancora non abbastanza esperto. Eppure, si ricredette immediatamente quando Haku, alzandosi in piedi e fissandola intensamente, disse che sì, avrebbe accettato. “Lo farò.” Aggiunse.
E Zeniba lo vide come un uomo.
* Haku non è cattivo, è solo che è ancora abituato a trattare con Yubaba e nessuno oltre Chihiro era stato davvero gentile con lui; gli altri lo temevano solo perché era l’apprendista di Yubaba. Non è ostile a Zeniba, ovviamente, ne a Senza Volto; volevo solo tendere a sottolineare un possibile ‘fastidio’ dovuto al fatto che Senza Volto abbia in qualche modo dimostrato un interesse alquanto morboso per Chihiro.
  
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