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Autore: Giulia23    13/04/2013    2 recensioni
Ragazzi questa fan fiction è il seguito di " Buffy e Dean. Non one like you.", un mio crossover precedente e credo davvero che se non leggerete prima quella avvincente storia, non capirete nulla! Comunque adesso è Dean che dovrà "adattarsi" ed immergersi nel mondo della cacciatrice, seguito da Castiel, Bobby e chissà... forse anche Sam. Che altro ... buona lettura e siate misericordiosi, Sunnydale è un luogo affollato e completamente diverso da "Supernatural".
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Buffy Anne Summers
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ragazzi perdonate il super ritardo, ma come ho già detto ad alcuni di voi l’ispirazione mi ha abbandonata per un po’. In realtà credevo le mie fanfiction non piacessero molto dati i relativi pochi commenti in base alle visualizzazioni, ma sapete che vi dico? Al diavolo! I questi due li adoro! Ed è a millym93 e a terry88febbraio  che dedico il successivo,luuungo capitolo. Grazie =)
------------------------------------------------------------------------ Tre mesi. E si sentiva morire, lei gli mancava da morire. Ogni parte di lui voleva Buffy, doveva vederla un’altra volta. 
Era il momento di tornare, se non adesso quando? 
Sam gli aveva detto che si erano organizzati alla grande: un esercito di potenziali, Buffy aveva aperto la scatola magica che lui stesso era andato a prendere dalle mani rugose di quello sciamano centenario e lei stava … bene. 
Si, certo. Bene più o meno come lo stava lui. Insomma erano riusciti ad attenuare il dolore, ad abituarsi all’idea di essersi persi. 
Forse era solo una grossa illusione pensarlo, ma erano abbastanza forti da poter rivedersi, convivere … darsi una mano da amici. 
Dean si aggrappò alla sedia ammuffita che si trovava davanti a lui e prese un lungo respiro. 
< Amici.> sussurrò ad occhi chiusi, contorcendo il viso in una smorfia di dolore. 
Dannazione, l’idea non era per niente facile! Molto probabilmente la lontananza era stata l’unica cosa a tenerli realmente distanti, se si fossero rivisti Dean sapeva fin troppo bene che sarebbe stata una tortura.
Non poterla toccare quando le sue mani non desideravano altro che sfiorare la morbida pelle di quella fantastica ragazza, dover far finta di non provare nulla per lei quando tutta la sua vita aveva cambiato direzione nell’attimo in cui l’aveva vista per la prima volta. Si, sarebbe stato maledettamente difficile.
Ma non ce la faceva più, doveva rivederla. Doveva dare una mano, soprattutto da quando tutte le scatole ed i ciondoli portafortuna per quella missione suicida erano finiti e lui si era ritrovato con le mani in mano. Se non poteva aiutarla dall’esterno tanto valeva tornare da lei. 
“Già, giustificazione misera ma mi basta.” Pensò Dean prima di riaprire gli occhi ed afferrare la sua valigia.
 
< Ok, ammettiamolo non è un dramma!> sbottò Buffy ormai arrivata al limite della sopportazione.
< Quegli sciamani ti hanno offerto più potere, potere che ci serve Buff. Con la storia dei portatori che continuano uccidere le potenziali, quello strano ciondolo che Dean ha trovato e che evidentemente non serve a niente se non a  far impazzire Giles e Bobby per cercare di capire di che cosa si tratta e la questione del non poter uccidere il Primo perché non ha dimensione corporea qui siamo nella merda!> osservò Xander cercando di non aggredire l’amica.
< Lo so, cosa pensi? È solo che non mi è piaciuto il modo in cui me lo hanno proposto. Non potevo fidarmi di loro e poi Dio solo sa cosa sarebbe potuto succedere ora che la mia natura non è più solo umana. Quel potere che mi hanno offerto era demoniaco!> La cacciatrice si sedette sul tavolinetto del salotto, esausta.
< Oh non ti è piaciuto il modo in cui te lo hanno proposto? Tutto qui?> Kennedy fulminò la cacciatrice e fece un passo nella sua direzione.
Angel si frappose tra le due, protettivo.
< Se Buffy ha ritenuto giusto non accettare quella proposta allora ha fatto la cosa corretta.> disse con una tale sicurezza da apparire minaccioso.
< Perché? Meg è morta! Si è suicidata e Buffy non fa altro che amoreggiare con voi e farci allenare in giardino! Lei non è Dio, anche lei può sbagliare.> tutte le potenziali apparivano nervose e sfiduciate nei confronti della Scooby gang dalla morte di Meg, ma solo Kennedy col suo carattere duro e autoritario aveva avuto il coraggio di dire quello che tutte quante pensavano.
< Cosa volete fare? Farvi ammazzare là fuori?! Per poco non sono morta anch’io affrontando i Tulahon e voi che nel corso della vostra vita avete ucciso un paio di vampiri vorreste andare in battaglia? Volete andare al massacro?> La cacciatrice si alzò dal divano, infuriata come poche volte in vita sua.
< Io qui non mi sto di certo divertendo!> continuò Buffy mentre Angel si avvicinava a lei per posarle una mano sulla spalla. Non l’aveva mai vista così arrabbiata, anche se sapeva bene che quella di Buffy non era rabbia, ma dolore.
< Nemmeno noi Buffy, vorrei che te lo ricordassi e che non prendessi tutte le decisioni da sola. Per poco quel demone che è stato scaraventato qui dopo la tua scomparsa in quel buco magico non ci ha uccisi tutti. Se non fosse stato per Angel e Sam non saremmo qui a raccontartelo.> la cattiveria con la quale Anya si era scagliata contro Buffy la lasciò a bocca aperta. Cos’era una rivolta?Oh bene, prego qualcun altro vuole dire la sua?> disse con tono di sfida la cacciatrice, incredula di trovarsi in quella situazione.
< Beh io pensavo ad un ciao generale, ma se vuoi posso pensare a qualcosa di più sofisticato B.> Faith gettò a terra il borsone e sorrise maliziosa alla folla che invadeva il salotto di casa Summers.
Buffy incrociò le braccia al petto e si ricompose. < Bentornata. Willow potresti mostrare a Faith dove dormirà?> 
La strega annuì in silenzio e fece cenno alla cacciatrice di seguirla. Non era riuscita ad intervenire in quella folle discussione, di certo Buffy era stata strana recentemente ma darle contro in quel modo le sembrava esagerato.
< Buffy … per quel che vale, sono felice di essere qui. Spero di riuscire a darvi una mano.> disse con gentilezza Faith prima di seguire Willow al piano di sopra. 
La liquidò così in fretta da non permettere alla nuova arrivata nemmeno di presentarsi, ma Buffy non se la sentiva proprio in quel momento di affrontare la questione Faith.
Castiel fece la sua apparizione a casa Summers l’attimo dopo.
< Sam ha incontrato una ragazza ridotta molto male sull’autostrada. Adesso è i ospedale, vuole parlare con te BUffy.> l’angelo sembrava preoccupato.
Buffy corse a prendere il suo cappotto senza preoccuparsi dell’atmosfera tesa che lasciava alle sue spalle.
< Sam sta bene? Che ci faceva sull’autostrada?> chiese allarmata la ragazza.
< Era andato da … Dean.> le rispose Castiel senza nascondere il suo rammarico.
fu tutto ciò che Buffy riuscì a dire. “Andato da Dean. Giusto.” Si ripeté in testa come un mantra.
< Buffy abbiamo cose più importanti da fare qui non credi? L’addestramento delle ragazze.> La rimproverò il suo osservatore.
< Io devo andare da Sam.> disse con fermezza la ragazza sostenendo lo sguardo del Signor Giles.
< Ci penserò io.> rispose Angel sorridendole. Ultimamente la presenza del suo ex amante in quella casa si era rivelata provvidenziale. Certo c’era Sam a darle una mano senza contare Castiel e Bobby … ma con Angel era diverso. Quando stava con lui nulla poteva ricordarle Dean. Una boccata d’aria fresca, era per questo che ultimamente passava le giornate ad addestrare le potenziali con Sam e le notti con Angel ad uccidere vampiri, allenandosi contro i Tulahon. Ecco da dove veniva fuori la battutaccia di Kennedy sul suo amoreggiamento. Di certo quella spartizione eguale del suo tempo non aveva allentato la tensione tra Angel e Sam, anzi sembrava averla amplificata. Uomini, non li avrebbe mai capiti!
< Grazie.> rispose sincera Buffy prima di prendere la mano di Castiel. < Così faremo prima.> disse sorridendo al suo angelo l’attimo prima di scomparire dalla stanza.
 
Odiava gli ospedali, ma di certo in quel momento era grata a Castiel per averla portata lontano da quella casa. 
bofonchiò la cacciatrice. Dopo tutto quello che aveva fatto per loro, quello era il trattamento che le veniva riservato. Certo, nelle ultime settimane non era stata un esempio di umanità ma guidare delle ragazzine verso morte certa non era di certo un compito facile. 
< Dov’è la ragazza?> domandò la cacciatrice non appena ebbe raggiunto Sam nel corridoio ed averlo salutato con un abbraccio veloce.
< Stanza 4 ma Buffy … è ridotta male.> la avvertì il cacciatore.
< Può parlare? Che le è successo?> domandò Buffy indirizzandosi verso la stanza che si trovava alla fine del corridoio.
< Si, mi ha detto di essere una potenziale, stava venendo da te ma i portatori l’hanno inseguita e poi è scoppiata a piangere, ha detto che aveva un messaggio per te.> le spiegò Sam oltrepassando la porta.
< Lui come sta?> domandò Buffy apparentemente indifferente, fissò la ragazza che dormiva profondamente senza sentire il bisogno di specificare il fatto che stava parlando di Dean.
< Come te.> fu la risposta sincera di Sam. 
La cacciatrice lo guardò dubbiosa, cosa voleva dire? < Quindi bene?>.
< Si.> rispose seccato il cacciatore, alzando gli occhi al cielo. Non poteva dirle che Dean stava uno schifo esattamente come lei, aveva promesso al fratello di non svelarle il vero motivo del suo abbandono e lei non sembrava voler cogliere i suggerimenti che tentava in vano di inviarle.
La cacciatrice annuì pensierosa e si avvicinò al letto della ragazza.
< Buffy forse dovremmo farla riposare, era sfinita poco fa ed i dottori hanno detto di non farla sforzare troppo.> Sam le posò una mano sulla spalla, ma Buffy non accennò a fermarsi.
< Non abbiamo tempo Sam, dormirà dopo. Se ha un messaggio per me voglio averlo subito non si sa mai.> e detto ciò la cacciatrice fece il giro del letto per poter vedere in viso quella misteriosa ragazza.
< Si chiama Lucy.> le suggerì Sam, notando la riluttanza di Buffy a svegliarla. Non gli aveva neppure chiesto il suo nome.
< Lucy, Lucy svegliati. Sono Buffy, mi hanno detto che hai un messaggio per me, sono qui per ascoltarlo.> 
Lucy si svegliò lentamente, dovevano averle dato dosi massicce di morfina. Era ridotta piuttosto male, una benda le circondava la testa, un enorme cerotto le copriva il collo e dal modo in cui si muoveva doveva avere una brutta ferita allo stomaco.
< Buffy, > sussurrò la ragazza come se non riuscisse a credere ai proprio occhi. < Ho cercato di raggiungere Sunnydale, ma … > Lucy si coprì il viso con le mani, cercando di trattenere le lacrime.
Notando che Buffy non accennava a muovere un muscolo Sam si avvicinò a Lucy e le posò una mano sul braccio, cercando di scoprirle il volto. Guardò Buffy in attesa che la cacciatrice rincuorasse in qualche modo quella povera ragazza, ma nulla. La cacciatrice lo guardava di rimando senza mostrare alcun sentimento.
Sam sbuffò rumorosamente. Lei non era così! Insensibile ed autoritaria. 
Da quando Dean l’aveva lasciata piano piano Buffy si era tramutata in qualcosa che non la rispecchiava.  Praticamente non parlava con Dawn da settimane, non veramente almeno, lasciando la sorella nelle mani di Willow o Xander che a loro volta potevano scambiare due parole con lei solo se si trattava dell’imminente apocalisse. 
Passava le giornate a dare ordini alle potenziali, ad addestrarle o a fare ricerche sul Primo mentre la sera scompariva con Angel lasciando a lui e al Signor Giles la patata bollente: portare quelle pivelline di ronda. Era diventata un vero sergente. In effetti gli ricordava John. 
< Dì qualcosa!> la spronò il cacciatore spazientito.
< Ok, ok.> bofonchiò Buffy alzando le mani in segno di resa. Non riusciva proprio a capirlo, era lui l’uomo della “puppy face”, era bravo in queste cose.
Lei invece … Cosa avrebbe potuto dirle? Non piangere andrà tutto bene, le opzioni sono due: se ti rimetterai in forze affronterai il Primo ed i suoi scagnozzi e con ogni probabilità morirai, oppure morirai in questo letto d’ospedale per le ferite riportate. Ah, ma c’è sempre la probabilità che ti rimetterai in forze e verrai traviata psicologicamente da questa esperienza, quindi non disperare! 
La verità era che la vita era un enorme voragine di dolore e sofferenze e non importava quanto fossi stata buona, se avessi trovato qualcuno di speciale … la vita ti avrebbe portato via tutto in un modo o nell’altro. Nulla è per sempre.
< Calmati Lucy, ora ci sono qui io e nessuno ti farà più del male. Ma tu devi dirmi cosa ti è successo o non potrò aiutarti.> le disse Buffy benevola.
Sam scrollò la testa sicuro che Lucy non lo potesse vedere. Buffy era penosa come attrice.
< Lo so. È solo che … quel prete.> sussurrò asciugandosi le lacrime.
< Quale prete?> domandò allarmato Castiel che solo in quel momento aveva fatto il suo ingresso nella stanza.
< Ha detto di chiamarsi Caleb, mi ha fatta salire sul suo furgone, credevo volesse aiutarmi invece ha cominciato a blaterare qualcosa di sconcio contro le donne, ha detto che siamo la rappresentazione della lussuria, che induciamo i virtuosi al peccato o qualcosa del genere. Ha detto che i portatori erano suoi amici, mi ha marchiato.> Lucy tolse il cerotto che le copriva il collo mostrando la cicatrice ancora fresca e arrossato. < e poi mi ha pugnalato, ma mi ha detto di dirti che … ha qualcosa di tuo.> 
La cacciatrice prese un lungo respiro. Un altro cattivo in città era l’ultima cosa di cui avevano bisogno in quel momento. Inoltre quel tizio sembrava un vero squilibrato.
Poco male, aveva bisogno di portare il suo male allestito esercito in battaglia per testarlo, temprarlo e quella le si presentava come un’opportunità giunta proprio al momento giusto.
< Grazie Lucy. Castiel ci pensi tu?> domandò la cacciatrice all’angelo con la dolcezza che una volta la contraddistingueva. 
Sam e Castiel rimasero a guardarla pensierosi e poco sicuri di aver bene capito quello che Buffy volesse dire.
< Vuoi che la guarisca giusto?> domandò l’angelo in modo sospettoso.
< Perché non ci ho pensato prima, logico.> sussurrò più a se stesso che agli altri Sam.
< Per quale motivo ti sembra una richiesta tanto bizzarra?> Buffy incrociò le braccia al petto, davvero incuriosita da quello strano atteggiamento.
< È solo che non è un pensiero da te … o almeno dalla te degli ultimi tempi. > sincero e limpido come un lago cristallino. Castiel.
La cacciatrice fece un passo indietro, indignata da una tale affermazione.
< Io penso sempre agli altri! E sono una ragazza gentile, perché non dovrebbe essere un pensiero da me?> 
< Buffy non credo sia il caso parlarne qui, torniamo a casa e …> intervenne Sam tentando di calmare gli animi.
< E comunque non posso.> disse Castiel facendo voltare i due amici, che lo guardarono raggelati.
< Che significa che non puoi?> domandò sconvolta Buffy.
< Capisci ancora la tua lingua si? Non posso significa non posso.> l’angelo rimase a fissarla con quell’aria innocente e allucinata che a volte le faceva venire un’insana voglia di prenderlo a calci.
< Cass, Buffy intendeva dire perché, perché non puoi?> la democrazia di Sam molto spesso si rivelava provvidenziale in quei casi.
< Vi siete abituati male con me. C’è stato un tempo in cui non potevo curare nemmeno te e Dean ricordi? Continuo a fare delle eccezioni con voi e con Buffy ma non posso diventare la vostra infermierina personale, il corso degli eventi non può essere modificato. Questa ragazza non rischia la vita, guarirà da sola e poi siamo in un ospedale, come spiegheremo la sua guarigione miracolosa?> l’estrema lucidità di Castiel nel dire cose così importanti riuscita ad irritarli ogni volta.
< Emh … io sarei qui.> disse con voce tremante Lucy.
I tre amici si voltarono verso di lei imbarazzati e dopo averle sorriso il meno goffamente possibile, Buffy fece segno a tutti di uscire dalla stanza.
< Ottima figura Cass, davvero!> sussurrò con tono arrabbiato la cacciatrice non appena furono fuori la porta.
 < Ho solo detto la verità.> disse sdegnosamente l’angelo.
< Mm ... a volte mi viene una voglia di prenderti a calci!> lo minacciò Buffy stringendo la mano davanti al viso in segno di minaccia.
< Non ci riusciresti.> risposte Castiel indignato.
< Vuoi vedere?> Buffy si stava già tirando sù le maniche della giacca quando Sam scoppiò in una fragorosa risata.
Buffy e Castiel si voltarono a guardarlo senza capire a cosa fosse dovuto quello scoppio d’ilarità.
< Adesso ho capito quando dicevate di essere fratello e sorella!> disse a stento fra le risate il cacciatore.
Buffy e il suo amato angelo si guardarono di sottecchi e dopo un sorriso accennato scoppiarono a ridere insieme al loro amico.
 
 
Non che tornare a casa fosse il suo desiderio più grande ma dovevano studiare un piano e comunicare alla ciurma le ultime novità. Ma aveva bisogno di allenarsi, si sentiva sempre troppo tesa e pronta a scoppiare da un momento all’altro. Nemmeno lei riusciva a capire a cosa fosse dovuto quel cambio d’umore ma prima di accoltellare Kennedy o Faith in pieno petto aveva capito che era il caso di sfogarsi contro qualcosa di inanimato.
Buffy comunicò a Xander e al Signor Giles che quella sera dopo cena ci sarebbe stata una riunione, c’erano delle novità. Dovevano richiamare tutti, anche Bobby e assicurarsi che ogni potenziale avesse la sua arma.
Andò a cambiarsi, per indossare qualcosa di più comodo e dopo essere entrata in fretta nella sua tuta aderente scese nello scantinato per allenarsi. Non che ne avesse bisogno, non era mai stata più in forma in vita sua e le sue abilità angeliche la rendevano la cacciatrice più forte mai esistita. Buffy sorrise al pensiero di prendere a calci la prima cacciatrice come meritava.
Fasciò con poca cura le sue mani e decise di prendersela con il sacco, il suo miglior amico da sempre. 
Si concentrò sul suo respiro accelerato, nulla avrebbe potuto soffocare di più i suoi pensieri che quella attività. Era quasi liberatorio ritrovarsi a non pensare a niente che non fosse il suo corpo. 
Era da troppo tempo che non lasciava fluire quella strana forza dentro di sé. Da quando Sam era morto. Dean era così a pezzi che lei aveva deciso di rinunciare alla sua natura angelica per restare con lui, le era sembrata la scelta più giusta allora, ma quando quel luminoso punto di fuoco nel petto si faceva più insistente non poteva non esserne travolta. Un’onda calda, rassicurante la avvolgeva, riusciva a farla sentire amata, si sentiva parte di qualcosa di più grande di lei e da quando l’Apocalisse biblica era stata sventata Castiel le aveva detto che in paradiso gli angeli si erano di nuovo alleati, stavano dando vita ad un nuovo Even sotto la sua guida. E quel nuovo mondo la stava chiamando, attirandola a sé. Quando era con Dean quel dolce richiamo non la invitava sul serio, ma da quando se ne era andato stava diventando sempre più difficile resistergli.
Quando permetteva a quella familiare sensazione di pace di entrare, la permeava ed era così allettante da stordirla. Doveva chiuderla, bloccarla e soffocarla nei meandri più nascosti di sè stessa o le avrebbe ceduto e sapeva bene che una volta presa quella decisione non si poteva tornare indietro.
Il sacco si staccò con un rumore sordo dal gancio e volò dall’altra parte della stanza senza che lei se ne rendesse veramente conto. Pensare alla possibilità di mollare la rendeva eccitata e furiosa allo stesso tempo.
Buffy si asciugò con poca cura il sudore dalla fronte mentre si avvicinava al sacco per rimetterlo al suo posto, ma proprio ai piedi delle scale era comparso Angel che la stava guardando col suo solito sguardo triste e concentrato.
< Da quando sei lì?> gli domandò la cacciatrice senza il minimo affanno nella voce.
< Abbastanza per notare che sei in forma.> le rispose Angel togliendosi il lungo soprabito.
Buffy non poté non osservare i muscoli del suo petto che risaltavano tonici ed invitanti sotto la leggera maglietta con lo scollo a v.
Non sapeva veramente bene come rispondergli, aveva lasciato entrare in lei quella luce e soffocarla si stava rivelando estremamente duro.
Angel recuperò il sacco per riagganciarlo al soffitto e dopo averlo osservato a lungo gli diede un buffetto e tornò a guardare la ragazza.
< Non mi piace la strana atmosfera che si è creata tra noi.> Angel sembrava sincero e preoccupato.
Buffy cominciò a togliere le bende arrotolate alle sue mani quasi sovrappensiero.
< Non si è creata alcuna strana atmosfera Angel.>
Il vampiro sospirò pesantemente, quasi si aspettasse quella risposta. Fece un passo per avvicinarsi a Buffy, ma si fermò al centro della stanza con aria seria.
< Non mi piace quando mi menti.> disse il vampiro senza mostrare alcuna emozione.
Buffy alzò gli occhi al cielo e poggiò le bende sulla brandina che occupava Angel durante il giorno.
< Io non ti sto mentendo Angel, solo non sono in vena di chiacchierare o di spiegare per l’ennesima volta il mio strano comportamento. Sono stufa di dovermi giustificare con tutti.> Buffy si sentiva irritata, ma c’era qualcosa di più che le rendeva tutto così insopportabile. Se solo quella luce avesse smesso di ammaliarla!
< Sai che non sono qui per accusarti in alcun modo, io sono sempre dalla tua parte.> 
< Bene allora a volte dovresti smetterla di seguirmi come un cagnolino in attesa del suo osso e capire che io voglio stare da sola! Non vi voglio intorno, nessuno di voi!> La cacciatrice si avvicinò ad Angel mentre passo dopo passo diceva qualcosa per ferirlo.
Il vampiro rimase a fissarla imperturbabile. Non una piccolissima ruga del suo volto si mosse e Buffy si sentì veramente un mostro. 
La ragazza scrollò la testa e si mise a sedere sul bordo del letto con la testa fra le mani.
< È solo che sono stufa di sentirmi sempre giudicata e sotto pressione, sto facendo del mio meglio ma tutti sembrano non voler far altro che sottolineare le mie mancanze. Non volevo prendermela con te, scusa Angel.> La ragazza pronunciò il nome dell’amico con una strana solennità mentre solo allora alzava il viso per guardarlo negli occhi.
Angel rimase a fissarla ancora, sbatté le palpebre un paio di volte come se fosse troppo assorto nei suoi pensieri per riuscire a vederla e con eleganza si mise a sedere accanto a Buffy.
< Non voglio nulla da te Buffy. Non amo comportarmi come un avvoltoio che gira attorno alla sua carcassa in attesa del momento migliore per divorarla. Non credevo che tu potessi avere una così bassa stima per me.> 
Buffy scrollò la testa ad occhi chiusi mentre un groppo alla gola le impediva di respirare. Non voleva sentire di nuovo, non voleva aprirsi o sarebbe caduta in pezzi. Perché nessuno sembrava volerlo capire?
In modo del tutto inaspettato Angel la avvolse tra le sue grandi braccia e le fece poggiare la testa contro il suo petto.
Buffy non si era mai sentita così compresa in vita sua. Aveva bisogno di quello, nessuna parola solo un po’ di comprensione.
< Lo ami veramente?> le sussurrò Angel con gentilezza contro i capelli. Buffy sciolse a malincuore l’abbraccio, lui la guardava come se il tempo non fosse passato, come se si trovassero di nuovo nel suo spartano appartamento vicino al Bronze. 
Come ci riusciva? Angel non stava guardando i suoi occhi, ma la sua anima. Era una qualità che a quanto pareva non aveva perso nemmeno con il passare del tempo. Lui non sarebbe mai stato solo un bel ricordo, non avrebbe mai solo potuto far parte del suo passato, Angel faceva parte del suo presente. Sempre, avrebbe dovuto capirlo prima.
< Ricordi al funerale di mia madre?>  sussurrò Buffy fissando di rimando gli occhi color cioccolato del vecchio amante.
< Certo.> rispose il vampiro avvicinandosi impercettibilmente a lei. Fu una cosa involontaria e spontanea, sapeva che Buffy stava soffrendo e l’unica cosa che desiderava fare era stringerla tra le braccia per dirle che tutto sarebbe andato bene. Tenerla stretta contro il suo cuore. 
< Sapevo o meglio … una parte di me sentiva che saresti venuto. Ne ero profondamente certa/convinta.>
< Sai che ci sarò sempre per te.> La mano di Angel corse al viso della cacciatrice. Un gesto innocente, spontaneo, ma quella carezza fu così profonda e sincera da toccarle l’anima. 
< È bello avere delle conferme ogni tanto.> sussurrò la cacciatrice con le lacrime agli occhi. Non riusciva quasi più a reggere lo sguardo amorevole di Angel.
< Non credevo che il mio amore per te potesse essere messo in dubbio. Mai.> il vampiro sollevò dolcemente il viso di quella che per lui sarebbe stata per sempre la sua ragazza. Detestava non potersi perdere dentro quei grandi occhi celesti.
< È passato così tanto tempo, sono successe così tante cose. Io sono cambiata e sono più che sicura che anche tu lo sia. Io mi sono innamorata perdutamente di Dean e non credevo di poter tornare ad amare in quel modo, non dopo di te almeno.> dire la verità era così liberatorio e Buffy si rese conto che quel discorso avrebbe dovuto essere fatto molto, molto tempo prima. 
< Anche io mi sono innamorato di nuovo. E non credo di volerti dire di chi, anche perché forse mi uccideresti, ma ogni volta che ti vedo, ogni volta che penso a te Buffy … nulla è cambiato e so che nulla potrà mai cambiare. Sei la mia anima gemella, la perfetta metà della mia mela. Sono cose che non si possono solo dimenticare.> Angel afferrò il viso di Buffy tra le mani e si avvicinò a lei così tanto da farle assaporare di nuovo il dolce profumo del suo respiro.
< Ma io amo Dean … Io so che è lui la mia anima gemella. È l’uomo con il quale voglio passare il resto della mia vita.> le lacrime che tanto aveva cercato di trattenere strariparono come un fiume in piena. Si sentiva così scombussolata, così sola.
< Lui se ne è andato. Ti ha abbandonata.> ma le parole di Angel non erano crudeli, non volevano esserlo. Lui desiderava solo aprirle gli occhi, farla smettere di soffrire così tanto. Voleva farle vedere che la felicità era davanti a lei, alla distanza di un solo bacio.
< Non mi importa. Come non mi è importato quando tu mi hai lasciata. Ho continuato ad amarti comunque senza riserve, senza alcun se o ma … Solo che ora mi sento così confusa Angel.> Buffy si gettò tra le braccia del vampiro. In maniera quasi automatica le mani del ragazzo corsero alla sua vita, la strinsero come se quello fosse sempre stato il loro posto. Erano fatti l’uno per l’altra, combaciavano come due pezzi di un puzzle, come faceva Buffy a non accorgersene?
< Sai mi sono sempre chiesto perché ci è stato donato questo amore così grande che potrebbe superare i confini del tempo e dello spazio più remoto se poi tutto quello che ci è stato dato è stato perderlo. Forse non abbiamo lottato abbastanza ed è colpa mia Buffy, ma le cose sono veramente cambiate. Adesso potrei donarti la vita che meriti se solo tu lo desiderassi.> Angel affondò il viso tra i capelli della cacciatrice tentando di affogare le lacrime in quel profumo inebriante, ma non ci riuscì.
< Cosa vuoi dire Angel? Sei ancora un vampiro, hai la tua maledizione … o?> A quel dubbio il cuore della ragazza palpitò così forte che persino Angel riuscì a sentirlo. Buffy sciolse l’abbraccio e si trovò a fissarlo, dubbiosa a pochi centimetri da quel volto a dir poco perfetto.
< Posso avere dei figli, posso amarti, o meglio … la storia è un po’ complicata, a quanto pare posso fare l’amore con chiunque purché quello non significhi un momento di pura felicità quindi non so potresti prendermi a calci nel mentre o insultarmi.> scherzò il vampiro seppure emozionato.
Buffy scoppiò in una sincera risata. Si asciugò le lacrime con dorso della mano e per una strana ragione non riuscì a smetterla di sorridere.
< Buffy io farei di tutto per te e so che lo ami. Sarei disposto persino ad averti pur essendo cosciente del fatto che il tuo cuore non appartiene solo a me … sarei disposto a tutto per te. Persino ad avere Willow come coinquilina affinché possa fare un incantesimo e restituirmi l’anima ogni volta che guardandoti negli occhi mi senta così felice da poterla perdere.> col pollice asciugò le ultime lacrime che le rigavano il volto.
< Angel  è tutto molto più complicato. E poi come sai di poter avere figli? I vampiri non possono … > 
< I vampiri con un’anima a quanto pare si e affronteremo questo discorso non preoccuparti, ma adesso … adesso Buffy devi dirmi cosa c’è di complicato. Io ti amo, io so che tu sei l’unico amore della mia vita … ma tu?> Angel rimase immobile, febbricitante in attesa della risposta di Buffy. Una Buffy così confusa da non ricordare neppure perché fosse finita in quella strana situazione. Tre mesi prima non era fidanzata, quasi in procinto di sposarti con l’uomo della sua vita?
< Angel … > panico, vuoto assoluto. Cosa avrebbe dovuto dirgli? Si, io ti amo e credo che ti amerò per il resto della mia vita, ma sento che Dean è la mia scelta? Insomma nemmeno per lei quello che provava aveva il minimo senso. Come faceva ad amare ancora Angel? Perché sapeva che quel tipo d’amore non si sarebbe mai spento? Come faceva ad amarlo così tanto ed essersi  comunque innamorata alla follia di Dean? Non aveva il ben che minimo senso.
Quante anime gemello possono esistere per ognuno di noi? E se lei fosse stata così fortunata da averne due? Se fosse stato così di sicuro Buffy in quell’occasione non si sentiva affatto fortunata, più che altro maledetta. La sua solita sfiga.
Cos’era quella sensazione calda sulle labbra? 
Ancora assorta nei suoi pensieri la cacciatrice non si era accorta che Angel si era pericolosamente avvicinato al suo viso … la stava baciando.
Fu come ritornare sulle montagne russe dopo tanto tempo, come ricordarsi improvvisamente come si fa a respirare. Fu a dir poco bellissimo, da togliere il fiato.
Le labbra della cacciatrice cominciarono a muoversi su quelle di Angel in una danza familiare e dolcissima. 
Non ricordava che le labbra del suo vampiro sapessero di miele. Erano così soffici e così travolgenti che opporvisi sarebbe stato una bestemmia.
Angel l’afferrò per la vita e la strinse con foga contro il proprio corpo mentre le mani di Buffy ritrovavano il loro posto tra i capelli del suo indimenticato amore.
Passione. Pura, incondizionata e così dannatamente forte da farla smettere di pensare, di provare tutto quel dolore che la perseguitava da quando Dean se ne era andato. Pensare lucidamente mentre la persona che hai amato fino a star male, fino ad annullare te stessa ti bacia? Impossibile.
< Buffy.> sussurrò contro le sue labbra Angel. Quel suono familiare, quel gemito bastò a mandarle il sangue in ebollizione. Le loro lingue si toccarono, cominciarono a danzare. Fu come ricevere un piccolo assaggio del paradiso. Ma in quel momento qualcosa squarciò la quiete temporanea che si era impossessata della mente della ragazza.
Quella sensazione, quei baci … Dean. 
Dean. Dean. Dean. Dean. Dean. Dean. Dean. Come poteva dimenticarlo?
La cacciatrice si allontanò dal vampiro ancora con il fiato corto, lasciandolo spiazzato.
< Non posso Angel, non posso.> Buffy sollevò lo sguardo lentamente, sapeva che vedere il volto addolorato di Angel l’avrebbe uccisa. 
< È solo perché hai imparato a vivere senza di me, ma non senza di lui. Ma puoi farlo. Devi solo trovarne il coraggio.> le sussurrò contro la guancia il vampiro. Il suo tono gentile e comprensivo la spiazzò. Come faceva ad essere così buono con lei?
< Ragazzi siamo tutti di sopra in salotto! Venite?> Urlò Dawn dal piano di sopra socchiudendo a malapena la porta.
Buffy si asciugò in fretta le lacrime e fece un lungo respiro prima di alzarsi in piedi.
Non poteva voltarsi a guardarlo, non poteva dargli una risposta, non in quel momento ma quando la ragazza fece un passo avanti perdendo l’equilibrio le forti mani di Angel la sorressero e la guidarono in silenzio verso le scale.
Lui era perfetto. Era l’uomo giusto per lei, Buffy riusciva a rendersene conto persino mentre ogni fibra del suo essere era impegnata a soffocare le lacrime.
< Angel …> sussurrò la ragazza per dargli una risposta. Lui si meritava almeno quello.
< Buffy va bene, non devi decidere ora. Hai un esercito da aggiornare.> fu così gentile da farla sentire in colpa per come lo aveva trattato negli ultimi tempi. Aveva sbagliato a non avvisarlo di essere tornata in vita, aveva sbagliato a spiattellargli in faccia la sua relazione con Dean con tanta leggerezza ed aveva sbagliato a trattarlo così freddamente. E nonostante tutto lui era ancora là, a sorreggerla come aveva fatto in tutti quegli anni. 
 
 
La Scooby Gang al completo affollava il salotto di casa Summers che in quel momento sembrava davvero troppo piccolo per contenere tutte quelle persone.  
Le potenziali erano sparse un po’ ovunque, chi sul pavimento, chi in piedi e chi appoggiate ai muri mentre i membri anziani come Willow ed il signor Giles sedevano sul divano.
Buffy constatò con amarezza che mancava una sola persona all’appello. Salutò Sam con un sorriso leggero e distolse in fretta lo sguardo dall’amico, in quei momenti gli ricordava troppo Dean.
Non era sicura di essere riuscita a soffocare a dovere quella straziante sensazione di dolore che la attanagliava così decise di cercare un po’ di appoggio dove sapeva lo avrebbe sempre trovato. 
Buffy si sistemò nervosamente il top e si voltò per dare una rapida occhiata ad Angel che si trovava ancora alle sue spalle. Non poté non ricambiare il candore dello sguardo del vampiro con un sorriso. Lui era là, non era sola.
< Ci sono delle novità e non sono buone.> esordì la cacciatrice incrociando le braccia al petto e sondando con aria stanca i volti delle persone che affollavano il suo salotto.
< Sono scioccato.> bofonchiò con sarcasmo Xander ricevendo in cambio un’occhiataccia da Sam.
Tutti sembravano in attesa che un meteorite si abbattesse su di loro da un momento all’altro. A Buffy sembrò che ognuno di loro trattenesse il respiro.
< Una potenziale è stata attaccata sulla strada per Sunnydale da un certo tipo, si fa chiamare Caleb e dice di essere un prete, ma avrei dei forti dubbi al riguardo.> 
< E non sappiamo altro di lui?> domandò il Signor Giles che sembrava già pronto a consultare i suoi libri.
< Nulla e non credo ci sia molto da sapere. Da quel che ho capito è un umano ed in ogni caso se non lo è non avrò problemi a sconfiggerlo. Ho fatto fuori i Tulahon questo tizio non mi spaventa.> 
Come potevano non sentire quanto fosse stanca? Quando persino in quel momento mentre dava ordini e si comportava come il loro generale indiscusso tutto quello che sentiva era la voglia di mollare? Buffy scrollò la testa cercando di allontanare quei pensieri.
< Quindi qual è il tuo piano?> domandò Willow sicura che la cacciatrice avesse già in mente qualcosa.
< Caleb ha dato un messaggio a … > maledizione come si chiamava quella ragazza?
< Lucy.> le suggerì Sam con un sorriso spento.
< Lucy, giusto. Ha detto che ha qualcosa di mio, perfetto voglio andare a riprenderlo, stasera. Ho già mandato Faith e Castiel in perlustrazione, ho chiesto loro di seguire i portatori e credo che non appena torneranno sapremo dove si nasconde Caleb. Ma non è tutto, voglio che tutti quanti voi veniate con me.> Mentre diceva l’ultima frase Buffy fissò con severità ogni volto, non ammetteva repliche.
< Buffy è un suicidio. Le porterai al massacro, persino un bambino capirebbe che si tratta di una trappola!> intervenne Giles con aria sconcertata.
< Lo so ed è per questo che dobbiamo muoverci, non ci aspettano. Non ora e poi sono stufa di aspettare, abbiamo addestrato un esercito. Bene! È giunta l’ora di metterlo alla prova.> La cacciatrice non poté fare a meno di notare che Bobby e Sam non avevano aperto bocca e non sembravano avere alcuna voglia di farlo.
< Dovresti portare solo le ragazze che hanno più esperienza ed hanno già ucciso qualche demone.> 
Una voce suadente, non era di nessuna delle persone che si trovavano nel salotto. No, lei avrebbe dovuto vedere le loro labbra muoversi. Proveniva da dietro di lei. Angel? No … quella voce era troppo bassa, calda.
Buffy si soffermò ad analizzare le espressioni delle persone che aveva davanti a sé. 
Qualche potenziale appariva dubbiosa, altre stranamente affascinate, alcune … stupite. 
Perché Willow era a bocca aperta?
Ma fu lo sguardo impietrito e scioccato di Sam a svegliarla da quel torpore.
Perché nessuno aveva ancora parlato?
Buffy si voltò lentamente, cercando di trovare in quel gesto tutta la concentrazione che le sarebbe servita per attutire il colpo con disinvoltura.
Tre mesi non avevano alterato una sola piega del suo viso. Quegli occhi verdi la colpirono con una tale violenza da farle traballare le ginocchia. Dean.
Il cacciatore le sorrise, che strano sorriso … lei lo ricordava diverso.
< Spero di potervi essere utile, sono tornato per dare una mano.> disse Dean con aria solenne.
Non aveva mai distolto lo sguardo dal viso di Buffy.
La cacciatrice riuscì a registrare con una parte del suo cervello che le potenziali avevano cominciato a mormorare qualcosa. “Chi è?” ,“ Oh mio Dio, è un fico da paura!”.
Si rese conto che qualcun altro stava parlando. Ah Sam. Sì, doveva essere lui visto che si era alzato in piedi e muoveva la bocca.
Perché non riusciva a sentire cosa stava dicendo?
Quegli occhi. Il sorriso di Dean sembrava stanco, persino timido ora che ci faceva caso.
Era più magro, i vestiti sembravano appena usciti dalla centrifuga e delle occhiaie violacee gli incorniciavano gli occhi. Non era proprio come lo aveva lasciato.
“No, stupida. Come lui ti ha lasciato.” Si corresse immediatamente Buffy.
Fu allora che riuscì ad abbassare lo sguardo e spezzare quella strana connessione che si era creata tra loro due e come per magia tornò il sonoro ancora prima di essere riuscita a capire che era stata lei a fare quella domanda.
< Avresti potuto avvisare Dean.> brontolò Sam con fare protettivo. Protettivo? Perché?
Solo allora la cacciatrice notò che Angel, il Signor Giles e Xander si erano alzati in piedi e stavano accerchiando Dean come un animale in gabbia. Sembravano stranamente minacciosi.
< Dean che ci fai qui?> domandò Buffy in un soffio 
< Sono qui per … aiutarvi.> “per te Buffy, solo per te.” Pensò Dean stremato. Lei era lì, davanti ai suoi occhi. Non era un miraggio, se lo fosse stato di certo non ci sarebbero stati tutti quegli energumeni a mettere distanza tra di loro. 
Lei sembrava così stanca. Ma allo stesso tempo più autoritaria, persino dura. Era stato il suo abbandono a farla diventare così? Lui non voleva questo. Voleva vederla felice. Certo forse se lei lo avesse dimenticato dopo soli tre mesi lui si sarebbe sentito offeso, ma non voleva nemmeno vederla ridotta in quello stato.
Come facevano gli altri a non notarlo? Era sfinita! Perché continuavano a guardarla come se il mondo fosse dipeso da ciò che lei avrebbe deciso. Non erano più una squadra? Qualcuno non poteva darle il cambio?
< Buffy …> fu qualcosa di istintivo, quasi primordiale. Senza rendersene conto Dean aveva fatto un passo avanti, la mano protesa nel tentativo di accarezzare il suo viso. Vederla ridotta in quello stato era troppo penoso per lui, avrebbe dovuto esserlo per chiunque!
La cacciatrice fece un passo indietro. Si allontanò da lui come un cucciolo spaventato.
Lui che l’aveva ferita a morte, che l’aveva lasciata nuda e dolorante ai suoi piedi, lui che l’aveva dimenticata e gettata nella fossa dei leoni.
Per un momento Buffy giurò di aver visto in Dean una scintilla di umanità, preoccupazione forse, che si spense l’attimo seguente. Il cacciatore si ricompose e la fissò con aria gelida. 
Buffy arrossì ma per nulla al mondo avrebbe distolto lo sguardo per prima. Fu Dean a farlo per fulminare gli uomini della casa che gli avevano sbarrato la strada.
< Sono qui per dare una mano. Ora, volete togliervi dai piedi o volete che sia io a farlo?> 
 
 
 
Allora ragazzi che ne pensate? Fatemi sapere mi raccomando, l'ispirazione è dura a tornare senza qualche commento =)
  
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