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Autore: Diana924    13/04/2013    1 recensioni
Cos'è successo tra la nascità di Juan e la missione a Firenze? Perchè Isabel e Manuél non si sono allontanati, o anche avvicinati? Missione nella corrotta Francia della Reggenza, tra Parigi e Versailles per le due spie spagnole, più il piccolo Juan e una parte del apssato di uno dei due che torna a galla
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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- Questa storia fa parte della serie 'Intrigo a....'
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Nonostante avesse un figlio, una balia da controllare, una missione da svolgere e un collega non inaffidabile ma incostante Isabel sapeva trovare del tempo per stare con Donatienne.

Provava per lui una tenerezza quasi materna, forse perché lei era la sua maestra nelle faccende d’amore. Era anche certa che se non fosse stata lei sarebbe stata un’altra, Donatienne non aspettava altro, solo farsi sedurre. Era bello, appassionato e tenero, l’amante ideale, si ritrovava a pensare. Come sarebbe stato bello se non fosse stato prete. Ma allora il divertimento sarebbe svanito, e lei questo non lo voleva, si era divertita così tanto a sedurlo, passo dopo passo.

Così pensava mentre lo avvertiva, sopra di lei. Era ancora un amante inesperto, a cui però non mancava inventiva e voglia di apprendere. Stava cercando un modo nuovo di darle piacere, e sembrò averlo trovato quando dopo un baciò inizio a massaggiarle il volto, lentamente, mentre le baciava il collo, lasciandole un segno rosso che si augurò lei svanisse nel giro di poche ore.

<< Ti amo >> mormorò, e lui aumento la velocità della spinte, portandola al culmine del piacere, seguendola dopo poco.

<< Cosa farei senza di te amore  mio diletto? >> << Odieresti la vita, come facevi prima di conoscermi >> << Sai sempre cosa dire, ma ora rispondimi Isabel, sei un angelo o un demonio? >> << Cosa sono per te mio amato? >> << Un angelo, il mio angelo >> rispose lui, ricominciando a baciarla, certo di essere ormai dannato, ma anche che le fiamme dell’inferno impallidivano di fronte a quelle che bruciavano nel suo cuore ogni volta che la vedeva, la baciava, l’abbracciava, la possedeva.

Nonostante avesse una collega inaffidabile e ormai votata alla lussuria, il figlio di lei che non lo faceva dormire la notte, una missione da svolgere il prima possibile e due amanti che si stavano rivelando pericolosi, Manuél Volcos aveva trovato il tempo per sedurre e far innamorare di sé Eulialia, con sommo scorno di Isabel.

In altre circostanze non avrebbe mai pensato di sedurre quella ragazza, era così semplice, ma erano a Parigi, conosceva solo lei, e sapeva che le francesi, soprattutto le parigine, erano civette.

Eulialia invece era diversa, totalmente diversa da Isabel. Aveva fatto un po’ di resistenza all’inizio, ma poi, complice i piccoli regali che le aveva fatto trovare per casa, aveva ceduto.

E infine, la sera prima, quando lei gli aveva candidamente confessato di amarlo, come una fanciulla, e con la stessa trepidazione di una fanciulla attendere la sua risposta.

Era stato sincero, almeno di quello poteva ben vantarsi, e infatti le aveva rivelato che non l’amava, ma che se lei voleva passare lo stesso la notte con lui poteva farlo.

Lei gli aveva chiesto se c’era qualcuno che amava. Lui era rimasto interdetto, ed era stato sincero, con lei era così facile esserlo.

<< Non lo so, un tempo ho pensato di amare, ma sono convinto che fosse solo un’infatuazione >>.

Lei gli aveva sorriso, e poi avevano passato la notte insieme. Si alzò, dormiva ancora, e per una volta non sentì il piccolo Juan piangere. Aprì la porta, indossava solo i calzoni, e vide Donatienne de Pougy che salutava Isabel. Salutare, i due si stavano baciando.

Veloce tornò nella sua stanza, non aveva voglia di scandali, non quella volta, non di prima mattina. Sentì dei passi sulle scale, e capì che l’altro se ne stava andando.

Riaprì la porta ed uscì, era atteso al Luxembourg.

   
 
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