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Autore: Alex_Andria    15/04/2013    2 recensioni
Tre Angeli appaiono in sogno a Clary preannunciando morte e distruzione, usando parole che solo Magnus riuscirà a decifrare. Qualcosa di terribile succederà se gli Shadowhunters non interverranno in tempo:
Clary è la chiave per la salvezza della progenie dell'Angelo,solo non pensava di poter anche essere l'origine di quella salvezza. Protagonisti Jace, Cary, Isabelle, Simon, Magnus e una Tessa in versione moderna. Perchè lei è immortale, e in fondo non può non venire in soccorso del suo nipotino Jace!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Essere amati profondamente da qualcuno ci rende forti;
amare profondamente ci rende coraggiosi. 

Lao-Tzu







Quando arrivò, l’appartamento di Simon e Jordan era vuoto. Il bancone della cucina pulito, senza nessuna scatola di pizza vuota.
Si vede che Jordan non aveva cenato a casa. Magari era con Maia o magari non aveva ancora finito con Simon. Simon…
Fece scorrere le dita sul bancone e poi si mise a gironzolare un po’ per la cucina, annoiata.
Aprì il frigo e non vi trovò nulla di interessante, solo scatole di cibo cinese sui ripiani alti e bottiglie di sangue su quelli bassi. Erano sicuramente di Simon.
Si stupiva ancora come quei due andassero così d’accordo, un lupo e un vampiro, nemici giurati da secoli.
Forse il fatto che Jordan appartenesse al Praetor Lupus facilitava le cose.

L’idea che Simon avesse un altro buon amico a parte Clary le faceva piacere.
Il rapporto di Clary e Simon le era sempre sembrato troppo stretto, al limite dell’intimo. A volte ne era davvero gelosa.
Se per Clary lui era stato sempre una specie di fratello, per Simon lei era stata molto di più.
Ne era stato profondamente innamorato e questo la indisponeva ancora.
Anche ora che Clary stava con Jace e che lei stava con Simon, anche ora che le cose tra di loro erano state dette, più o meno. E molte erano state fatte…
Istintivamente si portò una mano sul collo, toccando con le lunga dita due piccole cicatrici circolari lasciate dai canini di Simon l’ultima volta che aveva
bevuto il suo sangue.
Sapeva che quella sera Simon avrebbe potuto morderla e nutrirsi da lei e si ritrovò a sperare che non si fosse già alimentato altrove.

Chiuse il frigo trovando tutto incommestibile e si diresse verso il divano.
Si fece spazio tra videogiochi e joystick sparsi alla rinfusa e si lasciò cadere aspettando che Simon tornasse a casa.
Sprofondata in quel divano nero cominciò a far vagare i pensieri.
Pensò a Clary seduta nella cucina dell’Istituto con gli occhi cerchiati di nero, a Jace e alla preoccupazione che traspariva ferocemente dal suo volto,
a lei che aveva vagato un po’ per la città cercando di schiarirsi le idee su ciò che stava succedendo e sulla sensazione che le aveva preso la bocca dello stomaco quando Clary era entrata nella loro cucina smunta e barcollante. Si fidava molto del suo istinto.
Il racconto del sogno di Clary l’aveva impressionata ma non tanto quanto Clary stessa.

Sentiva che lei e la sua famiglia erano in pericolo, molto più che in passato. Isabelle era una cacciatrice e a quelle sensazioni era abituata.
Sapeva che la sua vita sarebbe potuta finire da un momento all’altro, stroncata dal un demone più forte di lei o da una qualsiasi minaccia del
mondo sotterraneo. Era stata sempre consapevole che quello poteva essere il suo destino.
Ma ciò che aveva visto quella sera all’Istituto non lo aveva ancora considerato. Era presto, troppo presto.
Ora l’idea di morire non le sembrava più così normale, ora che la morte avrebbe potuto portarla via da Simon.

Aveva passato la vita a osservare i sentimenti degli altri, quelli di Alec per Jace, quelli di Jace per il resto del mondo, dei suoi nessuno si era mai interessato.
Lei era quella forte, quella che non amava ma si faceva amare dagli altri, solo per poco però, solo finchè voleva lei.
E poi li lasciava e se ne andava, fregandosene di tutti.
Lei era quella che, secondo  Jace,  avrebbe calpestato Simon camminandogli sopra con i tacchi a spillo.
Lei era quella per cui l’amore non era che un passatempo in attesa che la propria sorte si compisse.
Lei era quella che non era tagliata per quel sentimento tanto forte quanto debilitante.

Eppure non solo si era innamorata, ma si era anche legata a un nascosto, a un essere immortale che le sarebbe sopravvissuto,
sconvolgendole completamente la vita, spingendola a passare la notte nel soggiorno di un lupo mannaro, in attesa del suo ragazzo vampiro
per farsi mordere e andare a letto con lui.
- Sei davvero un genio, Isabelle!-
Quelle parole pensate le sfuggirono dalla bocca e finirono nell’aria, pronte per essere ascoltate da Simon che, silenzioso come ogni  vampiro
che si rispetti, era rientrato nell’appartamento da solo.
- Sei un genio in molte cose, Izzy, ma Final Fantasy non credo che faccia per te…dovresti incominciare con qualcosa di più semplice…-
Le si sedette accanto togliendole dalle mani il videogioco che Isabel stringeva, pensierosa.
-Effettivamente non è adatto a una che i demoni li combatte davvero…-
Isabelle gli si appoggiò contro respirando il profumo della notte che emanava dal suo corpo freddo.
-Dove sei stato?-
-In giro con Jordan, lui è rimasto col branco di Luke. Se avessi saputo che stasera avrei avuto visite sarei tornato prima.-
Le prese il viso tra le mani e la baciò.

Isabelle sentì le dita gelide di Simon sfiorarle la schiena. Si avvinghiò a lui, circondandogli il collo con le braccia.
Finì con la schiena sul divano, sopportando il peso del corpo di Simon che premeva contro il suo.
Gli morse un labbro e in un attimo sentì il sapore amaro del sangue in bocca, non il suo, lo sapeva, ma quello di Simon.
I canini gli erano scesi e mentre lei lo mordeva si era ferito la lingua.
-Hai fame, da quanto non ti nutri?-
Isabelle lo circondò con le gambe, lasciandogli il collo per liberarsi dalla maglia nera che indossava sui leggins.
Simon la guardò mentre lei gli offriva il collo, i canini che gli dolevano, il profumo del sangue di Isabelle inebriante ed eccitante lo faceva fremere e quel corpetto di pizzo nero che le fasciava i seni e il torace lo mandava in estasi.
Fu un attimo e i canini di Simon la morsero mentre lei si inarcava completamente contro di lui. Nutrire Simon era intimo come farci l’amore per lei.
Si sentiva necessaria, voluta e amata. Chiuse gli occhi e si abbandonò tra le sue braccia, pervasa da un senso di torpore e formicolio per tutto il corpo.
Sentì la lingua di Simon che leccava la parte del collo dove aveva affondato i canini, segno che aveva finito di bere e che le stava facendo rimarginare le ferite. Rimase avvinghiata ancora a lui mentre Simon la stringeva con delicatezza, accarezzandole i capelli.
-Isabelle… sei pericolosa, lo sai? Eppure il vampiro sono io!-

Simon la scostò da lui per guardarla negli occhi.
Aveva il viso pallido e anche se molte volte lei lo aveva rassicurato sul fatto che gli Shadowhunters
riescono a riprendersi molto più in fretta dei mondani, il nutrirsi da lei lo rendeva nervoso.
Temeva per la sua sicurezza, temeva di non riuscire a fermarsi in tempo, temeva di ucciderla.
Ma il sangue di Isabelle era dolce e lo attirava come il miele attira le api, era impossibile resisterle.
Rimase a guardarla per qualche secondo, perplesso. Capì che qualcosa la turbava.
-Izzy…- Quando Simon la chiamava così Isabelle non riusciva a resistergli.

Con lui perdeva tutta la forza e la sicurezza che mostrava con gli altri, con lui riusciva ad essere la vera se stessa.
Si accucciò tra le sue braccia e inspirò profondamente.
- Sta succedendo qualcosa, Simon… qualcosa di grosso. Siamo in pericolo, tutti. E questo è il male minore.-
Simon le prese il mento tra le dita sollevandole il volto così da farsi guardare in faccia.
- C’è qualcosa di peggio dell’essere tutti in pericolo?-
Isabelle sorrise e si preparò a sganciare la bomba.
- Un neonato ti basta?-

   
 
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