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Autore: Symphoniies    20/04/2013    5 recensioni
E se il vostro attore preferito fosse in realtà un vostro professore?
Rosalyn vive con la madre in un piccolo paesino della Pennsylvania e non ha mai conosciuto il padre. La sua vita scorre con lenta monotonia quando,di ritorno dalle vacanze estive,a scuola si presenta un nuovo professore,IAN SOMERHALDER (Soprannominato da Rose e dalla sua migliore amica Cher 'Professor bollore') che le farà perdere la testa e le ruberà il cuore.
Ma lui si lascerà prendere il suo?
Da uno dei capitoli:
- Quindi voi siete la regina Maria Antonietta. Ma chi si cela sotto la maschera veramente?
- Conte Fersen,questa è una festa a tema. Dirvi chi sono,sarebbe andare contro le regole.
'Questa volta Cher gliel'avrebbe pagata cara'
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Ian Somerhalder
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MIOSODITE
-Capitolo due-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“No aspetta, fammi capire bene. TUA MADRE HA INVITATO IL PROF STRANAMORE A CENA?!” chiese Cher sputando alcuni pop corn che aveva in bocca.
“Shh!” esclamò Rosalyn portandosi un dito alle labbra e guardandosi intorno circospetta, “Non urlare! Vuoi farti sentire da tutta la scuola?!”
Erano le otto di venerdì sera e, come da loro abitudine, si trovavano a scuola a ‘vedere’ la partita di basket.
Sì, ‘vedere’ era un parolone. Diciamo che erano lì soprattutto perché a Cher piaceva stalkerare Dean Geller. E perché a lei piaceva rifarsi un po’ gli occhi.
“Tanto, se loro due si metteranno insieme, a scuola si verrebbe comunque a sapere”
“Oddio, non mi ci far pensare” disse la ragazza afflosciandosi sul seggiolino di plastica blu.
In quel momento tutti si alzarono in piedi ad esultare e le due amiche, un po’ impacciate, li imitarono.
“Tu hai visto che è successo?” le chiese Cher.
“No ma credo che la nostra squadra abbia fatto canestro” rispose battendo le mani.
“Ottimo spirito d’osservazione” disse l’amica risiedendosi.
Rose la imitò.
“Poi ti immagini che brutto?! Vivresti con l’uomo che ami e con la donna che te l’ha rubato!”
“Eh, esagerata! ‘Uomo che amo’ mi sembra un po’ troppo, non credi? E’ solo una semplice cottarella e…” la giovane si bloccò vedendo lo sguardo scettico dell’amica, “E non abbiamo abbastanza merendine ipercaloriche per affrontare il discorso, perciò vado a fare rifornimento”.
Cher sospirò, “Ok, ma sbrigati. Ho bisogno di qualcuno che mi spieghi quanto valgono i touchdown”
“Em… mi spiace deluderti Cher ma nel basket non ci sono i touchdown”
“Va bè ci siamo intese, no?”
Rosalyn alzò gli occhi al cielo, si alzò, scese dalle gradinate e, cercando di passare il più inosservata possibile e di evitare di essere colpita dalla palla che avrebbe potuto benissimo sfracellarle la faccia - l’unica cosa decente del suo corpo che FORSE possedeva-, uscì dalla palestra dirigendosi verso il chioschetto.
“Buona sera Mr. Jones” disse salutando cortesemente l’uomo che si trovava dietro al bancone.
Il signor Jones, marito della sua insegnante di ginnastica, la signorina Jones, era uno dei bidelli della scuola e, durante le partite, si occupava del chiosco.
“Oh, buona sera Rosalyn. Come posso esserti utile?”
“Mh, mi dia tre snack al cioccolato, due vaniglia e nocciole, quattro al cioccolato fondente e caramello e, giusto perché sono a dieta, una coca cola piccola”
L’uomo la guardò un po’ sgomento e poi si mise alla ricerca di quello che gli aveva chiesto.
“Non sapevo che le diete prevedessero il cioccolato” disse una voce dietro di lei.
“Molto studi hanno confermato che il cioccolato risolleva il morale. Come faccio a fare la dieta se ho il morale a terra?” replicò, girandosi per vedere a chi appartenesse quella voce così sexy.
“Ottima osservazione” disse l’uomo che Rosalyn scoprì essere il professor Bollore.
Come aveva fatto a non riconoscerlo?
Lui le sorrise mentre lei rimase con la bocca aperta come un’ebete.
‘Di qualcosa! Di qualcosa, dannazione!’
“Ecco a te, cara” disse il signor Jones appoggiando sul bancone tutto quello che aveva chiesto.
“Em, grazie” disse lei prendendo il portafogli.
“Lascia, pago io” disse Ian.
‘Eh?!’
“N-no, no, la prego” disse la ragazza arrossendo, “Non deve”
“Oh, ma per me è solo un piacere. In fondo sei la figlia di Crystin” sorrise lui.
“Bè, ma...”
Non finì la frase che Somerhalder passò delle banconote al signor Jones.
“Almeno scelga una merendina” disse Rose.
“Vorresti privarti di una di queste delizie?”
“Diciamo che non è una cosa che permetto a tutti…ma per lei farò un’eccezione. In fondo è un amico di mia madre” replicò lei imitandolo.
Oddio, non è che stava flirtando con il suo prof?
“Oh, che onore!” disse lui ridendo. Dio, che risata! “Prenderò questa al cioccolato fondente e caramello”
“Ottima scelta!” disse la studentessa sorridendo e, per la prima volta, si rese conto che non era agitata in sua presenza e si diede mentalmente una pacca sulla spalla.
“Sei qui anche tu per sostenere la squadra?” le chiese.
“Sì, più o meno. Io e la mia migliore amica non ce ne perdiamo una”
“Wow!”
“Ci consideriamo dei portafortuna”
“Allora se vinciamo sarà solo merito vostro”
“Eggià, ci dovrà alzare il voto in matematica…” scherzò.
“Potrei ma se invece perdiamo dovrei abbassarvelo…”
“No, la prego! Più basso di così si può passare solo ai numeri negativi” disse Rosalyn ridendo e contagiando anche il professor Stranamore.
Non avevano mai parlato al di fuori di un’aula scolastica e tutto questo le sembrava un sogno.
Non solo per il fatto che si stava rivelando una persona 'alla mano', ma anche perché sembrava così dolce, così…così tutto.
“Va bè, ti lascio. Non voglio che la tua amica ti dia per dispersa”
“Quale amica?” chiese la giovane, incantata dai suoi occhi.
“Non eri qui con una tua amica?”
“Oh, sì sì, certo. Scusi, ero sovrappensiero”
‘No, complimenti! Maniaca e ritardata ora!’
“Allora ci vediamo lunedì a scuola” disse Ian.
“Certo. Arrivederci”
“Ciao Rosalyn” disse lui sorpassandola.
“Prof?”
“Mh?” disse lui girandosi.
“Per quello che è successo ieri pomeriggio…bè, volevo dirle che io non sono pazza”
“Pazza?”
“Sì, sa quando mi sono messa ad urlare in giardino”
Somerhalder piegò la testa di lato, “Io ti ho trovata buffa”
 
Lui l’aveva trovata buffa.
L’AVEVA TROVATA BUFFA!
Oh, perché quando serviva non c’era una telecamera?
“Rose? Rose cara?”
La voce della signora Thomas la destò dai suoi ricordi della sera precedente.
“S-sì?” chiese Rosalyn sbattendo un paio di volte le palpebre, come se si fosse appena risvegliata da un lungo sonno.
“Stai bene?” le chiese la donna.
“Oh, sì sì, stia tranquilla”
“Sicura? No perché è da più di venti minuti che vedo che cerchi di sistemare quei fiori ma rimani sempre allo stesso punto.”
Erano le tre di pomeriggio di un soleggiato sabato d’ottobre e la ragazza stava lavorando nel negozio di fiori dei nonni di Cher, che le aveva chiesto di sostituirla.
“Em, scusi ora sistemo” disse prendendo altri Fiordaliso da unire al mazzo.
La signora Thomas le sorrise e poi tornò ad occuparsi dei clienti.
‘Rose, Rose, Rose…il professor Bollore ti sta entrando troppo dentro, fermati finché puoi’, si ammonì mentalmente. ‘Ha mille anni più di te! Ok, magari non mille anni, ma più o meno siamo lì. E poi…’
“Buon pomeriggio Rosalyn” disse una voce che, questa volta, riconobbe.
‘Non è possibile…’
Rose alzò il viso e incontrò gli occhi più belli che avesse mai visto -di quell’azzurro che solo il cielo d’estate può avere- accompagnati dal sorriso più luminoso, capace di illuminare un’intera città.
Il suo professore era semplicemente una bomba atomica di bellezza vivente.
Era…era…
“Rosalyn sono io, Ian Somerhalder. Sono il tuo prof, ricordi?” chiese lui vedendo che lo stava fissando con la bocca mezza aperta e lo sguardo da maniaca sessuale.
“Em…sì, sì, scusi prof, è che sono cieca come una talpa e sa, con questo sole” rispose la giovane un po’ impacciata. “Ma che ci fa qui?” chiese cambiando rapidamente discorso.
“Passavo di qua” diede lui come spiegazione, “Stavo facendo jogging. Ti ho vista dalla vetrina e ho pensato di venirti a salutare”
La giovane osservò il suo abbigliamento e ringraziò il cielo di essere appoggiata ad uno sgabello perché altrimenti sarebbe di certo svenuta per terra.
Somerhalder, infatti, indossava una tuta grigia (sia felpa che pantaloni) aderente e portava i capelli spettinati e leggermente umidi.
Rosalyn, che invece indossava la divisa del negozio - jeans neri, maglietta bianca e grembiule verde scuro -, si sentì comunque uno schifo di fronte a lui.
“Ha…ha…ha fatto bene” disse lei deglutendo rumorosamente.
Improvvisamente sentiva la bocca secca.
Il professore sorrise.
“Comunque vorrei cogliere l’occasione per comprare dei fiori. Tu sei una ragazza. Che fiori sceglieresti?”
“Dipende dall’occasione…”
“Voglio regalarli alla mia ragazza”
A quelle parole la ragazza, che mentre parlava con l’uomo aveva afferrato delle forbici per tagliare il gambo ai fiori, per sbaglio tagliò via il Fiordaliso dal gambo.
‘Ragazza?’
Rose sentì una piccolissima fitta al cuore che smise di battere per un secondo.
Lo stomaco si annodò su se stesso e le sembrò di essere in una di quelle scene che ci sono nei cartoni animati, quelle in cui quando la protagonista riceve una brutta notizia la si vede immobile che sprofonda nel buio più totale e, ad illuminarla, c’è solo una piccola luce.
Ecco, se in quel momento fosse stata un cartone animato, si sarebbe ritrovata in quella situazione.
Lo sapeva benissimo che, per svariati motivi che ora non aveva voglia di analizzare per l’ennesima volta, tra lei e il suo prof non ci sarebbe potuto essere mai nulla, ma questo non voleva dire che non soffriva.
A lei piaceva davvero.
Le piaceva come a Cher piaceva Dean.
E non ci poteva fare nulla, perciò aveva tutti i diritti di stare male.
Perché il cuore dell’uomo per cui provava qualcosa di forte apparteneva ad un’altra.
Perché il suo conte Fersen aveva già trovato la sua Maria Antonietta.
“Rosalyn, stai bene?” le chiese Ian piegandosi in avanti.
“Mh? Sì, sì, scusi…” rispose cercando di riprendersi un po’.
“Sei sbiancata di colpo...”
“Sì, ma stia tranquillo. Sono solo un po’ stanca. Questa notte non ho dormito molto”
“Capisco”
“Comunque” disse Rosalyn schiarendosi la voce, ”Aveva già in mente che fiori prendere?”
“No…” disse lui sospirando, “Voglio un fiore che parli d’amore ma che non sia la solita rosa”
“Allora il ‘miosodite’ è quello che fa per lei”
“Il ‘miosodite’?” chiese il professor Stranamore corrugando la fronte.
La studentessa si morse il labbro inferiore per cercare di non svenire davanti a quella faccina.
“Scusi, nessuno lo conosce con quel nome. Intendevo il  ‘Non ti scordar di me’…”
“E pensi che siano dei fiori adatti?”
“Certo! Sa, il suo nome pare legato ad una storia austriaca avvenuta lungo il corso del Danubio, dove due giovani si stavano scambiando promesse d'amore donandosi proprio questo fiore. Lui però cadde nel fiume e gridò a lei, appunto, la famosa frase come promessa di amore eterno”
“Wow!”
“Già. Nel tempo questo fiore è stato utilizzato con numerose simbologie. Ad esempio, nella Germania del quindicesimo secolo, chi indossava questo fiore non sarebbe stato dimenticato dalla propria amata; mentre le donne lo portavano come segno di fedeltà.”
“Sembri molto informata al riguardo”
“Bè, lo sono” replicò la ragazza arrossendo lievemente, “Diciamo che il significato dei fiori mi affascina, ma soprattutto mi affascina la storia che vi è dietro”
“Quindi mi fido? Non ti scordar di me?”
“Si fidi”
“Quanto ti devo Rosalyn?”
Rose si girò e fece segno di avvicinarsi al fratello di Cher, Mathès.
Mathès aveva tre anni in più di loro.
Era alto e faceva il nuotatore il che implicava spalle larghe, vita stretta e molti, molti muscoli.
Aveva i capelli biondi molto corti e gli occhi di un castano scuro.
“Si, Ros?”
Ah, e la chiamava Ros.
“Mi potresti fare un bel mazzo con dei ‘Non ti scordar di me’?”
“Certo. Serve subito o lo devo far recapitare?”
La giovane si girò verso Somerhalder per fargli capire che doveva rispondere lui.
“Se è possibile vorrei farlo recapitare…”
Rosalyn prese una penna e un foglietto dove scrisse l’indirizzo che l’uomo le dettò.
“Come si chiama la sua fidanzata?”
“Nina. Ma non ti preoccupare, viviamo insieme”
“Ah…” disse secca.
Finì di scrivere l’indirizzo e poi diede il foglio a Mathès.
“Stasera ti vengo a prendere alla solita ora?” le chiese lui prima di andarsene.
“Certo” disse lei sorridendo.
Come ogni sabato, infatti, Mathès accompagnava lei e la cugina nel locale in cui lavorava la sorella di Dean che era una grande amica di lui.
Mathès passava la serata a tenerle compagnia, mentre Cher era intenta, come sempre, a stalkerare il povero ragazzo.
Somerhalder si schiarì la gola.
“Allora a dopo” disse Mathès.
“A dopo”
“Quindi quanto ti devo?” richiese.
“Sono dieci dollari”
L’uomo prese il portafogli e poi la pagò.
“Ci vediamo lunedì a scuola, Rosalyn”
“Arrivederci prof”
“Piacere di averti rivista” disse lui uscendo dal negozio per poi rimettersi a correre.
La ragazza non lo perse di vista. Cioè, finché non svoltò l’angolo, non perse di vista quel meraviglioso sedere sodo che si ritrovava.
                       
Rosalyn bloccò la nuova puntata di ‘Pretty little liars’, si sfilò le cuffie e spostò il PC sul materasso. Si scostò le coperte di dosso, scese dal letto e, in punta di piedi, si diresse verso il corridoio.
Prima di uscire sporse la testa e vide sua madre dirigersi verso lo specchio posizionato sul mobiletto di legno posto vicino alla porta d’ingresso.
“Allora alla fine esci?” le chiese la ragazza andando a mettersi davanti al caminetto.
“Sì, perché non dovrei?” chiese Cristyn ravvivandosi la chioma rossa con le dita.
‘Forse perché è fidanzato e non ha bisogno di te’, pensò, ‘Dio, Rose, è tua madre. Portale un po’ di rispetto anche se lei non ti considera’
In quel momento il suo cellulare vibrò.
Con cautela lo prese dalla tasca anteriore della tuta intera a forma di coniglio, munita anche di una codina morbidosa e di un cappuccio con le orecchie.
*Allora, per che ora passo a prenderti?*
*Scusami Cher ma non ho voglia di uscire*
*No :( perché?*
*Ti spiegherò tutto domani pomeriggio*
*Non mi puoi anticipare qualcosa?*
*Professor Bollore*
*Okey, ho capito. Ti lascio alla tua depressione ;)*
*Grazie :3*
“Allora, non mi rispondi?”
“Eh?”
“Perché non dovrei uscire con Ian?”
‘Bene, lei lo può chiamare per nome e io no.’
LE INGIUSTIZIE DELLA VITA.
‘Lei ci può uscire a cena e io no.’
LE INGIUSTIZIE DELLA VITA.
‘Lei ci parlerà tutta la sera senza dovergli dare del ‘lei’ e io no.’
LE INGIUSTIZIE DELLA VITA.
‘Lei è stata la sua fidanzata mentre io non lo sarò mai!’
LE INGIUSTIZIE DELLA VITA.
‘Probabilmente si scambieranno i numeri di telefono.’
LE INGIUSTIZIE DELLA VITA.
“Non so. Che cosa vuoi fare con lui?”
“Che cosa intendi dire, tesoro?”
“Bè, mamma, lui è il mio professore...”
“Ed è anche un mio caro amico”
“Sì, ma…”
In quell’istante il campanello suonò.
“Oh, è lui!” esclamò Cristyn tutta eccitata, finendo di mettersi un po’ di rossetto. “Vuoi salutarlo?”
“No mamma, non conciata così!”
“Come vuoi, piccola scorbutica” disse lei. “Come sto?”
“Come una che sta per apprestarsi al peccato” rispose teatralmente Rose.
“Perfetto!”
Cristyn aprì la porta ma, invece di richiudersela subito alle spalle, la spalancò.
Con disinvoltura si buttò addosso al suo professore e lo salutò dandogli un bacio sulla guancia destra.
Sua madre si girò verso di lei e la salutò con un cenno della mano.
Somerhalder alzò lo sguardo e la vide.
Lentamente, sul suo volto, comparve un bellissimo e sexy sorriso sghembo e anche lui la salutò con un gesto della mano. Dopo di che, la porta si chiuse davanti ai sui occhi, spalancati per la vergogna.
LUI l’aveva vista con quella tutina addosso.
LE INGIUSTIZIE DELLA VITA.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autore:
Buon pomeriggio!
Scusate l’enorme ritardo,ma,per chi non lo sapesse,io scrivo,compresa questa altre 4 storie,perciò,vi prego,abbiate pazienza.
Anyway,buona lettura:)
 
   
 
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