Praticamente lo trascinai fino all'ascensore, lo stesso che avevamo preso solo un paio di ore prima, e fu lui stesso a premere il tasto che ci avrebbe portati sul tetto. Sungjun aveva ragione, quel tetto era molto più spoglio e un po' meno pericoloso di quello del drama, ma una cosa aveva decisamente tralasciato: eravamo molto più in alto. C'era, infatti, una vista spettacolare, le luci rischiaravano il nero profondo della notte e addirittura si riusciva a vedere chiaramente la N Seoul Tower. I miei occhi si illuminarono di stupore e gioia contemporaneamente, giusto un attimo di libertà emotiva, anche un po' causata dall'alcol che circolava nel mio corpo, prima della fatidica prova del nove con Sungjun.