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Autore: PeterJRaf    21/04/2013    6 recensioni
La vita è davvero imprevedibile.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Presentazione-
Sono una ragazza di sedici anni, frequento la Roosevelt Highschool. Amo studiare, dormire, mangiare e amo la mia città natale: Honolulu. Sono una ragazza semplice, amo ascoltare la musica e amo stare in compagnia della mia migliore amica: Lea. 
Qualche volta a scuola vengo presa di mira per il passato di mia madre e specialmente per il mio nome: Biancaneve. 
Mia mamma, in poche parole, era una poco di buono ai suoi tempi e mi concepì all'età di sedici anni. I suoi genitori l'abbandonarono quando lo vennero e sapere quindi lei rimase sola. 
Non aveva idee sul nome da darmi e scelse Biancaneve, il suo cartone preferito. 
Non ho mai conosciuto mio padre, mia madre mi raccontò che appena lei glielo disse andò su tutte le furie e ci scaricò ad entrambe.
Mia madre si chiama Marilyn Owen, 32 anni, maestra dell'asilo. 
Dopo aver passato un brutto periodo di droghe era sull'orlo di perdermi e così decise di insegnare l'educazioni ai bambini. 
Sono una ragazza un pò bassina, ma non troppo. Ho dei capelli lunghi marroni. Del mio corpo adoro solo i miei occhi color nocciola. Da molto tempo sto cercando una parte di esso vicino alla perfezione ma ancora non sono arrivata alle conclusioni della mia ricerca. 
Non sono mai stata fidanzata; odio il romanticismo. Non sto aspettando ''il principe azzurro'' ma solo un ragazzo carino che potrebbe riuscire a farmi prendere una cotta.
Ho rifiutato molti ragazzi, popolari e non popolari nella mia scuola. Nessuno mi attraeva davvero. Quindi vi starete chiedendo:''Se non ha mai avuto un fidanzato è ancora vergine?''.
No, non lo sono. Successe al campeggio organizzato da Lea. Venne anche il ragazzo che mi piaceva, non ebbi mai il coraggio di parlargli. Una sera Lea mi trascinò nel bosco, mi lasciò sola e dopo cinque minuti lo vidi. Incominciammo a parlare, a baciarci e alla fine la mia verginità si andò a farsi fottere. Come andò a finire? Il giorno dopo ritornò tutta alla normalità. Ritornammo dei semplici sconosciuti. 
1° Capitolo
Socchiusi gli occhi, al punto giusto da scorgere la posizione delle due lancette sul mio orologio: 07.45. 
Spalancai di botto gli occhi, mi alzai, presi i primi pantaloncini e la prima maglietta che mi capitarono sotto mano e mi precipitai in bagno saltellando qua e lá evitando i vestiti che avevo buttato a terra il giorno prima. 
Dopo avermi lavata e vestita scesi giù in cucina, presi un paio di biscotti al cioccolato, salutai mia madre e mi affrettai a raggiungere il marciapiede. Vidi già parcheggiata la decappottabile di Lea, con lei dentro intenta a sistemarsi il trucco. 
Una ragazza, il contrario di me, molto complicata. Amante dei tacchi, delle feste, dei ragazzi e dei soldi del padre. Era una delle ragazze più popolari della scuola, veniva invitata ad ogni festa. Fuori era una stronza totale, snob e viziata. Ma io ebbi la fortuna di conoscere la vera Lea Evans. Una ragazza emotiva, amante dei libri dei più grandi poeti italiani. Lei adorava l'italia e sapeva parlare perfettamente la lingua. 
Appena si sentì il rumore della portiera chiudersi la macchina si mise in moto. 
Honolulu era stupenda. Nei miei sedici anni di vita ancora non riuscii a trovare delle parole adatte per descrivere quel luogo. 
Dopo un paio di minuti arrivammo a scuola, parcheggiammo al primo posto libero che trovammo e scendemmo dal veicolo. 
Quando entrammo nei corridoi della scuola subito si incominciarono a sentire i soliti fischi dei ragazzi. Una volta arrivate vicino i nostri armadietti inizió la solita routine.
L:Neve, stasera c'è una festa in spiaggia. Vuoi venire?
B:Penso che mia madre mi ci manderà -mi morsi il labbro, avevo bisogno di relax e non ci contavo sul fatto che mia madre mi avrebbe detto 'sì'. 
L:Bene, ci vediamo. Sono in ritardo per la lezione perchè qualcuno ha fatto tardi stamattina.
Abbozzai un piccolo sorriso capendo che stava parlando di me.
B:Scusami. 
Mi stampò un bacio sulla guancia e si avviò verso la sua classe. 
Stavo per prendere gli ultimi libri nell'armadietto ma alcuni ragazzi me li fecero cadere.
?:Biancaneve perchè non ritorni a vivere con i tuoi nani?
Sbuffai, mi abbassai verso il pavimento e presi di nuovo i libri. 
Mi avviai verso la mia classe borbottando ''Ecco un altro merdoso giorno di scuola'' 

-Spero vi piaccia <3-
  
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