Fanfic su artisti musicali > The Wanted
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Autore: OllysAngel    21/04/2013    2 recensioni
Una goccia. Iniziò a piovere. Quella goccia mi somigliava: si confondeva con le altre, come io mi confondevo tra la folla. Era una goccia come le altre. Ero una fan come le altre. Eppure io ero lì fuori da sei ore ad aspettarli. È buffo... non sapevano neanche della mia esistenza ma loro per me erano tutto, erano la mia vita, la ragione per cui la mattina mi svegliavo con un sorriso stampato in faccia.
Ero bagnata fradicia, ma ero felice. Felice, sì, perchè erano finalmente usciti dall'hotel, li avevo visti. Stavo per incontrare i The Wanted, la mia vita. Avanzavano tra la folla, venedo sempre più verso di me. Mi passarono davanti uno ad uno. L'ultimo che vidi, a pochi centimetri di distanza da me, fu Jay. Lui, con quei suoi riccioli castano dorati e i suoi occhi azzurri; mi guardò, si soffermò ad esaminare il mio viso. Io impotente, incapace di fare altro, mi limitai a osservare la sua perfezione.
«Jay, andiamo!» lo chiamò Nathan. James girò la testa, come se fosse stato riportato sulla Terra, dopo un viaggio nello spazio. Poi riprese a camminare, allontanandosi da me. Quello fu il migliore Wanted Wednesday della mia vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jay McGuiness , Max George, Nathan Sykes , Siva Kaneswaran , Tom Parker
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Iniziai a prepararmi, per la serata con Jay. Pettinai i miei lunghi capelli rossi, bagnati perchè li avevo appena lavati; asciugandoli con il phon tornarono boccolati come al solito. Presi qualcosa dall'armadio: dei jeans neri e una camicetta bianca.

Quella sera sarebbe stato tutto perfetto, anche solo per il fatto che sarei stata con lui.

Ero agitatissima, non vedevo l'ora, stavo andando in panico...

L'ora dell'appuntamento con Jay si stava avvicinando, quindi misi il cappotto di lana grigio e uscii di casa. Mi avviai verso il ristorante in fondo alla strada, dove ci dovevamo incontrare. Nevicava ancora, ma non portai l'ombrello, non l'avrei aperto comunque per due fiocchi di neve...

Dopo circa dieci minuti di camminata lenta arrivai alla mia destinazione e trovai fuori dalla porta Jay che mi aspettava. Sorrideva, mentre mi guardava arrivare. Era vestito elegante: giacca e pantaloni neri, camicia bianca e papillon.

Mi venne incontro e mi aprì la porta del locale, per farmi entrare.

«Buonasera, Wendy» disse. Io sorrisi. Sembrava un sogno... Sembrava irreale. Lui era perfetto, come sempre. I suoi riccioli dorati erano lucenti e profumavano di shampoo, i suoi occhi azzurri brillavano di una luce solare e piena di vita.

Entrammo nel ristorante, non ci ero mai stata ma sembrava tutto molto raffinato.

Il cameriere ci accompagnò al tavolo e Jay mi spostò la sedia, per farmi sedere.

«Tu sai già tutto di me.. Ma io non so nulla di te» disse Jay, dopo aver consultato il menù.

«Vediamo, allora.. Mi chiamo Wendy Bucker, ho sedici anni e studio al liceo, qui in città, e d'estate lavoro al bar del padre di una mia amica» risposi, con un sorrisino imbarazzato.

«Vivi da sola?» chiese lui.

«Si... mia madre è morta l'anno scorso in un incidente stradale e subito dopo ho perso le traccie di mio padre..» dissi abbassando lo sguardo, mentre il mio sorriso si trasformava in un'espressione seria.

«Oh... Mi... mi dispiace molto...» disse in risposta Jay. Era dispiaciuto davvero, si vedeva. E aveva capito che parlarne mi faceva star male.

 

«Posso prendere le vostre ordinazioni?» chiese un cameriere che arrivò al tavolo.

Ordinai, con un finto sorriso. Faceva ancora troppo male il ricordo dei miei genitori...

Malgrado quell'argomento, la serata non fu così male. Fu divertente cenare con James; dopo il primo accenno ai miei genitori, fu molto attento a non toccare l'argomento.

 

Quando finimmo di cenare, Jay si offrì di pagare anche per me e non riuscii a fargli cambiare idea.

Uscimmo dal ristorante e passeggiammo un po, sotto la neve di dicembre, per le strade di Holmes Chapel, la mia tranquilla cittadina.

«Dovremmo uscire di nuovo insieme» disse Jay guardandomi il volto, mentre camminavamo.

«Si, perchè no. Mi piacerebbe» risposi sorridento al bel ricciolino.

«Ecco» tirò fuori un biglietto e ci scrisse sopra il suo numero di cellulare. Poi me lo porse gentilmente.

«Chiamami, quando vuoi uscire» continuò lui.

«Certo» dissi con un sorriso grande quanto una casa.

Jay mi accompagnò fino a casa, dove ci salutammo. Ancora incredula della splendida serata passata con la persona che più amo e stimo al mondo, entrai in casa e appesi il cappotto. Era tardi, così mi preparai per andare a dormire: misi il pigiama, lavai i denti e mi infilai sotto le coperte.

Presi il telefono e il foglietto con il numero di Jay, che avevo lasciato sul comodino prima di prepararmi. Composi il numero e scrissi un messaggio:

Ciao, sono Wendy, salva il mio numero! :) xx”

lo inviai e appoggiai il cellulare sul comodino, poi mi addormentai dolcemente mentre pensavo ancora alla stupenda serata, alla voce di Jay, a quello di cui avevano parlato.

  
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