Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: GhostFace    22/04/2013    2 recensioni
Riflessioni interiori, ma anche azione, istinto ed avventure, senza mai farci mancare qualche risata... Questa è una storia che coinvolgerà tutti i personaggi principali di Dragon Ball, da Goku a Jiaozi! Cercando di mantenermi fedele alle vicende narrate nel manga, vi propongo una serie di avventure da me ideate, con protagonisti Goku ma soprattutto i suoi amici. I fatti narrati si svolgono in alcuni momenti di vuoto di cui Toriyama ci ha detto poco e nulla, a cominciare da quell'anno di attesa trascorso successivamente alla sconfitta di Freezer su Namecc (ignorando o rielaborando alcuni passaggi only anime). Come dice qualcuno in questi casi, Hope You Like It! Buona Lettura!
PS: la storia è stata scritta prima dell'inizio della nuova serie DB Super, quindi alcuni dettagli non combaciano con le novità introdotte negli ultimi anni. Abbiate pazienza e godetevi la storia così com'è, potrebbe piacervi ugualmente. :)
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Per favore, dia un'occhiata a quel che accade sul mio pianeta, re Kaioh...» disse Goku con rammarico, con un brivido lungo la colonna vertebrale. La divinità dalla pelle azzurra, accorgendosi dell'agitazione che animava il suo pupillo, immediatamente cercò di sintonizzarsi telepaticamente con la Terra: con la schiena leggermente incurvata in avanti e le sue lunghe antenne da insetto che oscillavano, visualizzava il pianeta, scrutandolo angolo per angolo con i suoi poteri speciali. Dopo alcuni secondi di ricerca, ebbe un primo sussulto... dopo uno sguardo, esclamò:  «Oh, santo cielo!»
«Che succede...?? Me lo dica, per favore!» implorò Goku con rammarico.
«Cooler è sulla Terra...» annunciò il dio.
«Chi? Cooler??»
«Il fratello maggiore di Freezer...» spiegò Re Kaioh, con tono remissivo. «Ora ti spiego. Come sai, Freezer era colui che governava sulla nostra galassia del Nord, oltre che su altri territori... ma in realtà lui non era il vero vertice massimo dell'impero, perché la sua famiglia è composta fra l'altro da altri elementi degni di nota. Uno di essi è suo padre, che è il vero titolare della corona, il sommo regnante... Re Cold.»
«Sì, Re Cold l'ho conosciuto... lui e Freezer erano venuti sulla Terra per vendicarsi...»
«Ah sì?» Re Kaioh cadde dalle nuvole, segno che stava apprendendo una notizia completamente nuova ed  inattesa.
«Ma certo che sì! Uff... ma allora lei non segue per niente le disgrazie della nostra Terra!» E prese a narrargli in sintesi di come Freezer fosse sopravvissuto all'esplosione di Namecc e del fallimento della missione punitiva pianificata da Cold e Freezer sulla Terra.
«Beh, devo riconoscere che la cosa non mi stupisce: non c'è nessuno nella galassia che possa competere con un Super Saiyan. Ad ogni modo... Anche se Cold manteneva il titolo di legittimo sovrano, da anni aveva spartito il potere effettivo tra i suoi due figli, Freezer e Cooler, che di fatto governavano territori completamente diversi. I rapporti tra i due fratelli erano burrascosi: litigavano e talvolta si facevano la guerra, anche se non si è mai arrivati ad un confronto diretto delle rispettive forze combattive individuali, solo qualche scaramuccia... In realtà i due amavano mettere in gioco le rispettive risorse belliche e militari; erano in competizione perché ognuno dei due voleva dimostrare al padre che sarebbe stato il più idoneo alla successione, in futuro. Così, ogni tanto scoppiava qualche battaglia tra i rispettivi eserciti, e si contendevano aree di influenza o pianeti. Non accadeva spessissimo perché nessuno dei due aveva interesse a logorare le proprie truppe e a perdere elementi; ma quando accadeva, ovviamente, ogni battaglia era sangue versato da parte dei soldati... il tutto per il puro capriccio di due principi ambiziosi.»
«Questo è degno di quella famiglia di farabutti!» commentò Goku contrariato, spinto dalla rabbia nata dal suo innato senso di giustizia: «É mai possibile che io venga a scoprire queste cose per puro caso? Me le dovrebbe spiegare lei prima che si verifichino le emergenze, re Kaioh!»
«Guarda che io ti avevo avvertito, quando eri in viaggio verso Namecc! Ti avevo avvertito di non sfidare assolutamente Freezer... tu hai voluto fare di testa tua e le conseguenze sono ancora oggi sotto i nostri occhi: prima quei due sono tornati a cercarti per vendicarsi e avrebbero potuto danneggiare seriamente il tuo pianeta; e scommetto che, se anche Cooler adesso è sulla Terra, ancora una volta la colpa è tua! Se avessi lasciato Freezer in pace, tutto questo non sarebbe accaduto... Non dovresti compiere gesti affrettati senza riflettere sulle conseguenze, figliolo!»
Goku si sentì in colpa, tanto da abbassare lo sguardo borbottando: «Che ne sapevo io che aveva tutta una famiglia del genere alle spalle, uffa...» Eppure siamo tutti sicuri che, anche se lo avesse saputo, probabilmente si sarebbe buttato ugualmente a capofitto nell'impresa, senza calcolare le conseguenze dei suoi comportamenti! Poi con tono più calmo soggiunse: «D'accordo... forse ha ragione lei. Ma perché non mi ha almeno avvertito che un pericolo così serio era in avvicinamento?»
Re Kaioh balbettò dall'imbarazzo, con un leggero rossore fucsia sul viso: «Ehm... ecco...»
«Sì...?» incalzò Goku indispettito, allungando il collo come una giraffa affamata ed abbassando la testa all'altezza della bassa divinità, inarcando un sopracciglio.
«Perché ero impegnato ad inventare delle battute stupende!» rispose il dio tutto d'un fiato. «Vuoi sentirle?» chiese, estraendo dalla tasca un foglietto di carta su cui aveva appuntato le sue brillanti trovate comiche.
«…» Goku, muto, sollevò al cielo uno sguardo scontento.
«Ti risolleveranno lo spirito, vedrai! “Sai come si chiamano coloro che lavorano la creta?? Cretini!!” Ahah, divertente, vero??» Il bello era che lui era veramente convinto della comicità di quella che, in fin dei conti, era solo una freddura.
«Re Kaioh, ma questa non è offensiva verso coloro che si guadagnano da vivere lavorando la creta?»
«Uhm... forse hai ragione... In fondo anche io ho sempre voluto imparare a fare dei lavoretti in creta e terracotta!» Il dio estrasse una penna dalla tasca e cancellò con una riga la battuta ingiuriosa. «Allora ascolta quest'altra. “Sai qual è il colmo per un dentista? Essere un tipo incisivo!”»
«Io non l'ho capita...»
«Mpf... incisivo... dentista... no?? Dovrò farti un corso accelerato di comicità.» sbuffò la divinità. «La prossima però è irresistibile! “Sai cosa fanno due struzzi con una bomba atomica? La di-struzzi-one!”»
«Non fa ridere.» affermò Goku serio.
«Evidentemente sei troppo sconvolto dalla storia di Cooler per poterti concedere una sana risata...» Infatti, al di là del fatto che le battute di Re Kaioh non lo facevano ridere affatto, l'espressione del Saiyan tradiva le sue vere emozioni del momento. L'amico e maestro cercò di rincuorarlo con un sorriso:  «Senti, Goku... io suggerirei di attendere che il nemico mostri le sue intenzioni. Se - come ho supposto - è andato sulla Terra in cerca di una vendetta familiare nei tuoi confronti, è probabile che, appena scoprirà che sei morto, tornerà da dove è venuto.»
«Ma come...? Il fratello di Freezer...?» ribatté accigliato il giovane. «Quelli sono pazzi criminali! Non posso proprio credere che un essere simile lasci in pace la Terra senza arrecare distruzione.»
«Eheheh... Non ne sarei così sicuro...» ridacchiò il dio. «Tu non lo conosci, ma Cooler è diverso da suo fratello, per metodi e mentalità... Non è detto che sia venuto per distruggere tutto. Stiamo a vedere che intenzioni ha... e comunque ti ricordo che non possiamo interferire con il mondo dei vivi. È la legge, purtroppo, ragazzo mio!»
 
Cooler era austeramente seduto sulla poltrona della stanza adibita a suite reale, quando uno dei soldati facenti le funzioni di usciere accorse ad annunciargli l'avvenuto atterraggio e a ricevere le relative istruzioni. «Perfetto.» commentò il Re. «Convoca immediatamente la soldatessa Kodinya e l'ingegnere capo. Ho delle direttive per entrambi, ma li riceverò separatamente.»
La prima ad entrare fu dunque l'ex collega di Vegeta, che si collocò sull’attenti davanti al suo sire. «Kodinya, tempo fa mi hai chiesto di essere valorizzata e di ricevere incarichi adeguati al tuo livello di esperienza e di preparazione, ed è questa la ragione per la quale ti ho portato sulla Terra fra le mie truppe scelte. Quest'oggi, ho una missione di rilevanza fondamentale per il destino dell'universo, e ho deciso che sarai tu a svolgerla. Devi stanare il Super Saiyan Son Goku e condurlo al mio cospetto. Non sarà facile: nonostante il pianeta non sia dei più grandi, è molto popoloso... dalle prime stime, risulta che la popolazione totale delle forme di vita terrestri intelligenti ammonti ad alcuni miliardi di componenti.»
“Minchia, alcuni miliardi... e come cazzo faccio?” imprecò fra sé la donna, sgomenta: davanti al sovrano, però, si limitò a rispondere impassibile e senza turpiloquio: «Obbedisco, mio sommo signore. Quale procedura dovrò seguire?»
«Sei tu a doverti guadagnare la mia stima. Ne consegue che dovrai essere tu a pianificare come procedere, in maniera del tutto autonoma...» disse con un sorriso dipinto sulle sue labbra nere, compiaciuto tanto per la difficoltà dell'impresa che per la costruzione elaborata della propria sintassi. Cooler amava la propria magniloquenza. «Forza. Fammi vedere di che pasta sei fatta, soldatessa.» concluse, marcando con leggero sarcasmo quest'ultimo appellativo, e con quest'ultima battuta Kodinya poté considerarsi congedata. La donna si inchinò e fece per andarsene, ma venne fermata per un attimo dal sovrano che concluse: «Ah, che sbadato. Quasi dimenticavo... scegliti un compagno o una compagna che ti assisterà.»
Quando uscì dalla sala, il Re permise all'ingegnere capo di entrare; gli diede le prime istruzioni in ordine ai rilievi che potevano essere effettuati nella zona del mondo in cui erano atterrati: voleva conoscere le risorse naturali che era possibile reperire sul pianeta.
Mentre si dirigeva a chiamare la compagna che aveva mentalmente selezionato come spalla, Kodinya ragionava su come avrebbe potuto affrontare la missione che si accingeva a compiere. “Potrei chiedere informazioni a Vegeta, che vive qui... ma il problema rimarrebbe, o meglio si sposterebbe su Vegeta: come faccio a trovarlo su miliardi di persone? Quello sa trattenere l'aura, così come questo dannato Super Saiyan... Rifletti, Kodinya... un sistema ci deve essere...”
Nel frattempo aveva raggiunto l'alloggio dell'amica: si trattava di Kapirinha, l'ex appartenente al Peyote Team con la quale aveva avuto un primo incontro/scontro diverso tempo prima, avendo la meglio. Si conoscevano ormai da circa tre anni, un lasso di tempo durante il quale avevano legato parecchio. Peraltro, si trovavano nella singolare condizione di due donne molto forti in un esercito prevalentemente maschile, anche se molto difficilmente qualcuno dei colleghi avrebbe potuto resistere alla loro grande potenza fisica. Chiaramente ben pochi avevano il coraggio di rivolgere loro ad alta voce quei classici apprezzamenti che i maschi rozzi delle forze armate rivolgono solitamente alle belle donne. Di certo loro due non erano due ideali di bellezza e grazia muliebre: l'una con un fisico forse troppo statuario benché non sgraziato, per non parlare del suo naso aquilino e dei suoi atteggiamenti da maschiaccio; l'altra bassa, con un fisico da poco più che bambinetta e un caratterino acido; ma in quell'ambiente erano senza dubbio una coppia interessante, nonché due rari esemplari di femmine... e da che mondo è mondo, in tutto l'universo, la femmina è femmina: è naturale che richiami l’attenzione dei maschi!
Le due guerriere decisero di affrontare la missione con degli indumenti “in borghese” che si portavano dietro come bagaglio per ogni evenienza. L'esigenza era quella di non suscitare clamore mostrandosi ai terrestri in armatura da combattimento; non era il momento di fare casino... non ancora, almeno. Avevano optato per dei vestiti che, a loro giudizio, non avrebbero dovuto dare nell'occhio; tuttavia la scelta stilistica riuscì involontariamente comica: pericolose non sembravano di sicuro, malate di mente forse sì. Abbigliamento di Kodinya: lungo cappotto nero abbinato a berretto nero con visiera, degni della polizia segreta di qualche regime dittatoriale; occhiali da sole dal design vagamente futuribile; camicia bianca attillata che metteva in risalto le sue curve formose, pantaloni grigi chiari a vita alta da operaio, e stivali scuri. Dato che indossava lo scouter, portava gli occhiali sulla visiera del cappello, con le stanghette infilate dietro le due orecchie a punta, a mo' di cerchietto per capelli. Abbigliamento di Kapirinha: magliettina gialla aderente con prominenze rialzate in corrispondenza delle spalle e con uno strano simbolo alieno più o meno triangolare impresso sul petto, corta abbastanza da lasciare scoperto l'ombelico; pantaloni attillati blu elettrico ad altezza polpaccio; scarpe alte alla caviglia, di foggia pseudo-sportiva.
«Complimenti per il vestiario... sei una bella fighettina!» si complimentò Kodinya leccandosi le labbra.
«Io ho stile... tu sembri vestita come una lesbica! Non avevi niente di meglio??» commentò Kapirinha con  sghignazzante disprezzo.
Le due lasciarono l'astronave e iniziarono a sfrecciare nel cielo.
«Allora, testona! Ti decidi a spiegarmi qual è il tuo piano?»  domandò la guerriera più bassa.
«Tanto per cominciare... testona sarà tua madre, bambolina! Questa è la mia idea... Prima di tutto, sono convinta che questo Son Goku, il Super Saiyan, sarà una persona assolutamente venerata su questo pianeta popolato da microbi del cazzo, per via della sua forza suprema... quindi, basterà chiedere a chiunque per farci dare informazioni...»
«Ma ragiona! E se invece incontrassimo gente alla quale della lotta non frega niente e quindi non lo conosce nemmeno? E se non fosse così conosciuto come pensi tu?»
«Non dire scemenze! È impossibile che nessuno sappia niente di lui! Stiamo parlando dell'essere più forte non solo di questo pianeta, ma di tutta la galassia! Su quale razza di pianeta di stupidi potrebbe mai vivere ignorato come un perfetto mister nessuno?» esclamò la guerriera più alta. Non riusciva a concepire che Goku avesse vissuto in pace e serenità, ignorato “come un perfetto mister nessuno”, proprio su quel pianeta di stupidi. Poi premette un tasto dello scouter per mettere a fuoco l'idea che aveva in mente. «Allora... lo scouter segnala qualche milione di deboli presenze umane concentrate in quella direzione: deve essere un grossissimo centro urbano. Muoviamoci, lì sicuramente sapranno darci informazioni!».
In occasioni come questa, gli scouter si rivelavano degli utili strumenti di precisione. Seguendo le loro indicazioni, iniziarono la picchiata, preparandosi ad atterrare sul tetto di un edificio. Da lì, saltarono su edifici sempre più bassi per poi scendere di soppiatto verso i marciapiedi; evidentemente, per loro questo era il modo meno appariscente per fare il loro ingresso in città. La guerriera più alta, spalleggiata dalla collega, avvicinò un tizio sulla ventina d'anni d'età, invocandolo con un broncio minaccioso da scagnozza della malavita: «Ehi tu!»
«Dice a me?» chiese di rimando lui, tra il meravigliato e il preoccupato.
«Sì, tu...» rispose Kodinya, avvicinandosi. «Che mi sai dire di Son Goku, il Super Saiyan?»
«Non so di cosa lei parli, signorina...»
«Come? Non conosci l'eroe dello spazio, colui che ha ucciso il potentissimo Freezer?»
Il ragazzo la osservava sbigottito, come si osserva una pazza o un'ubriacona. «Ehm... no, non mi sembra di avere il piacere di conoscerlo...»
Kapirinha iniziò ad irritarsi, e sbraitò, irritata come sempre: «La signorina non intendeva dire che devi conoscerlo di persona, cretino! Ci basta sapere se sai dove si trova!»
«Ehi, piano coi vocaboli gentili, baby!» sbraitò il giovane a sua volta. «Non ho mai sentito parlare del tizio che ha nominato la tua amica svitata!» E alzò i tacchi, lasciandole di sale.
«Insegniamogli le buone maniere! Lo ammazzo io o lo ammazzi tu?» propose iraconda Kapirinha.
«Lasciamolo perdere... per il momento, nessuno schiamazzo.»
Decisero di fare un secondo tentativo. Girarono un po' per le vie della città; Kodinya, adocchiato il prossimo obiettivo, lo indicò all'amica. «Guarda, là c'è un umano di età più matura. Speriamo che sia più informato di quello sbarbatello...» disse, additando un panciuto signore di mezza età, mezzo calvo e coi baffoni castani, assorto nella lettura del quotidiano su una panchina pubblica.
«Buongiorno, signore. Stavamo cercando un tizio, il potente Son Goku. Saprebbe indicarci la strada?»
«Ma cos'è, una candid camera?» chiese l'uomo, guardandosi intorno alla ricerca delle telecamere.
Le due guerriere si guardarono a vicenda, poi guardarono lui, e Kapirinha rispose: «Non so cosa sia una candid camera...»
«Forza, ragazzina, fai la brava e vedi di non marinare più la scuola. Lo studio è tutto, per il tuo futuro. Devi costruirti un avvenire!» ribatté lui, con paternalistica cautela, reimmergendosi poi nella lettura del giornale.
Le due se ne andarono, nervose. «Kodinya, ma ti pare possibile che questo pianeta sia abitato solo da imbecilli? Io non so...»
Sentirono una voce bassa che li chiamava: «Pss...! Psss..! Ehi, pollastre!» Si girarono e videro un umano dalla pelle insolitamente nera come la pece, seminascosto dietro un muretto. «Vi serve fumo, vero? Ve lo chiedo perché non avete l'aria delle sbirre e mi sembrate parecchio nervose... siete in super sbatta, vero?»
Le due si guardarono perplesse, poi Kapirinha si avvicinò al nero spingendolo verso il muro con la mano poggiata sul petto. «Sentimi bene, imbecille! Che cavolo vuoi da noi?»
«Ho fumo, erba, crack... tutto l'occorrente per un viaggio psichedelico in paradiso, per distendervi i nervi!» spiegò lui agitando le dita delle mani come i tentacoli di una piovra. «Vi interessa?»
Kodinya si spazientì, lo afferrò per il bavero della giacca e lo minacciò sollevandolo senza sforzo a mezz'aria, stringendolo con le spalle al muro, mentre lui la fissava con volto atterrito: «Bambolo, cerca di darci le informazioni che ci servono! O te lo faccio vedere io, il paradiso!»
«E quando dice che ti farà vedere il paradiso, intende letteralmente e non figurativamente! Hai capito, faccia abbrustolita?» si sentì in dovere di puntualizzare la compagna, con allegria.
«Tu stai zitta, cretina!» la rimproverò l'amica. Poi, rivolgendosi all'altro: «Rispondi a questa semplice domanda: dov'è Son Goku?»
«M-ma io non ho mai sentito parlare di questo Son Goku!!» si lamentò lo spacciatore.
Colta da un'ispirazione improvvisa, l'alta guerriera gli proseguì l'interrogatorio: «Cambiamo domanda. Sai dove possiamo trovare appassionati ed esperti di lotta in questa città? Loro lo sapranno!»
«B-beh, q-questa è la grande Città dell'Ovest, qui c'è la palestra della Tartaruga... a-a-alcuni fra i lottatori più in gamba del mondo si allenano lì! S-se volete, posso indicarvi la strada...»
Le due soldatesse di Cooler si fecero dare istruzioni su come raggiungere la palestra. Camminavano per le strade cittadine con corrucciata nonchalance: nonostante l'intento fosse quello di non dare nell'occhio, era chiaro che una coppia così stravagante non poteva passare inosservata agli occhi dei terrestri. Chiacchierando, Kapirinha si divertì, come spesso faceva, a scimmiottare l'atteggiamento e le parole di Kodinya, usando un timbro di voce più profondo del normale: «“Ti faccio vedere il paradiso!”, “Stai zitta, cretina!” Tu sì che sai fare paura, cazzo!»
«Tesorina, non usare questo linguaggio... lo sai che mi ecciti!» ghignò la guerriera più alta.
«Ssst, non farti sentire...» la ammonì Kapirinha. «Non sappiamo cosa ne pensino delle leccapatate come te, questi cazzo di primitivi autoctoni... non mi sembrano proprio così tolleranti!»
«Bah... come dannazione li chiamava Vegeta? Terroni...?»
«Si dice terrestri, stangona... Minchia, che ignoranza.» commentò la nanerottola scuotendo il capo. «A proposito di Vegeta, non vorresti andare a cercarlo? Magari è da queste parti.»
«Sì, come no? Cooler mi affida una missione e io me ne vado a cercare Saiyan in giro per il mondo! A Vegeta penserò dopo. Prima il dovere e poi il … mmm... piacere...» affermò, leccandosi le labbra.
Chiacchierando in quel modo assurdo, si avvicinarono alla palestra. «Ehi, Kodinya! Non percepisci anche tu queste deboli aure??»
«Sì... sembrano agitate...»
«Saranno terrestri combattenti...!»
«Ahaha, quanto sei cazzona! “Terrestri combattenti”... questa faceva ridere!» rise Kodinya divertita. Per capire il perché di tanta ilarità da parte di Kodinya, basti considerare che, dal suo punto di vista, parlare di terrestri combattenti era come per noi umani parlare di “amebe combattenti”... per lei, umani ed invertebrati avevano le stesse capacità combattive (ossia zero), e il fatto di definirli combattenti la faceva scompisciare dalle risate. Con questo scambio di battute, varcarono la soglia della porta scorrevole della Nuova Scuola della Tartaruga con estrema disinvoltura, come se fossero a casa loro.
«Sembra che si stiano allenando sul serio... mah...» commentò Kapirinha con un sopracciglio inarcato.
Kodinya avvicinò un ragazzo, e gli chiese: «Chi è che comanda qua? Facci parlare con il vostro capo.»
Il ragazzo indicò Yamcha e Crilin, attribuendo loro l’appellativo di maestri. Dopo due secondi, le due ragazze si trovavano difatti davanti ai due giovani insegnanti.
«Salve, signorine, cosa desiderate?» chiese Yamcha con voce affabile, prima di accorgersi che le due portavano ciascuna scouter sull'occhio uno. Resosene conto, la sua espressione si oscurò leggermente.
«Stiamo cercando Son Goku. Dove si trova?» chiese Kodinya subito, senza preamboli né formalità.
Crilin, reso sospettoso più dallo scouter che dalla domanda, chiese a sua volta: «Chi siete?»
«Senti, non so chi tu sia, e la cosa nemmeno ci interessa. Il nostro sovrano cerca Son Goku e noi glielo dobbiamo portare. Non si discute.» spiegò Kapirinha perentoria, mentre lei e l'amica stavano ritte in piedi davanti ai due umani. Notando che i maestri avevano reagito in modo nervoso, le due gemelle dai capelli verdi, che quel giorno erano in palestra ad allenarsi, si distolsero dai loro esercizi e si intromisero nella conversazione.
«Yamcha, che succede? Vogliono iscriversi alla Scuola contro la vostra volontà?» chiese Ganja.
«Queste due mezze seghe... possiamo sistemarle noi due, se volete!» dichiarò convinta Kaya, mentre faceva scrocchiare le nocche della mano destra nella sinistra.
Per far capire che facevano sul serio, Ganja corse a dare i rinforzi a sua sorella, rivolgendosi direttamente a Kodinya: «Ohè, testina! Hai capito?? Aria... non è posto per te, questo!»
«Che tamarre...» commentò Kapirinha scuotendo la testa, seccata da tutta quella sbruffonaggine.
«Che volete voi due, bei culetti?» chiese Kodinya con uno sguardo agghiacciante rivolto alle due sorelle, raggelando i quattro umani in un mutismo stupefatto. «Attaccatemi pure, se volete... e sarò lieta di rispedirvi al vostro Creatore...»
«Lascia stare, collega... tu non sai controllare bene la tua forza, lascia che ci pensi io...» la invitò Kapirinha. «E poi lo sai che per questi due moscerini basto e avanzo io.»
«Moscerino a me? Io, moscerino?» ripeté Kaya furiosamente incredula, coi due occhi verdi talmente sbarrati che mettevano paura. «Preparati a prenderle, babbazza!» gridò la ragazza, e l'alto volume della sua voce attirò l'attenzione di tutti i presenti, che si voltarono a guardare la scena. Poi Kaya, fuori di sé per l'affronto subito, senza pensarci due volte partì all'attacco, cercando di colpire la sua avversaria con un calcio rotante alla testa. La piccola aliena si difese dal colpo opponendo il suo avambraccio celermente e con decisione alla gamba della ragazzina. Kaya avvertì un dolore atroce allo stinco, come se avesse provato a colpire un pilastro di acciaio... con la differenza che, forse, le sarebbe stato più facile scalfire l'acciaio che la gamba di quella creatura. Dolorante, Kaya cadde a terra tenendosi la gamba con le lacrime agli occhi, mentre la sorella accorreva ad assisterla; guardavano Kapirinha, dal volto imperturbabilmente sorridente. «Mortaaaaacci tua! Ma mi spieghi di che cazzo sei fatta??» ringhiò lamentosa la povera adolescente.
Prima che la rissa con le due sconosciute visitatrici degenerasse (eventualità non improbabile), Crilin – consapevole del fatto che quelle due non erano due combattenti comuni, e la presenza degli scouter confermava questa sua opinione - decise di prendere in mano le redini della situazione. «Adesso basta! Basta con questo linguaggio, basta con le aggressioni e i colpi di testa! Va bene?? Questa è una palestra seria, qua deve regnare la disciplina!» urlò a gran voce, recitando in maniera volutamente esagerata il ruolo del maestro rigido e severo, con l'intento di convincere tutti i presenti a mantenere l'ordine e a non intromettersi nella vicenda. Doveva sempre recitare un po’, se voleva farsi prendere sul serio.
«Ragazzi...» disse Yamcha, cercando di compensare la sparata teatrale di Crilin interpretando il ruolo del maestro buono e comprensivo, ma serio, «...io e Crilin andiamo fuori a discutere con le due signorine, mentre voi continuerete i vostri esercizi, altrimenti al nostro ritorno le punizioni fioccheranno.»
Quindi, con un cenno della mano, invitò le due visitatrici a seguirlo fuori dalla palestra. Uscirono, e Crilin lanciò un'ultima occhiata all'interno della palestra prima di uscire, per assicurarsi che gli allenamenti procedessero come lui desiderava: vide che alcuni erano tornati agli attrezzi, altri alle flessioni e ai piegamenti addominali, mentre le due gemelle controllavano lo stinco di Kaya. Sembrava che non avesse riportato fratture: la nanerottola aliena doveva essersi contenuta a sufficienza.
«Conoscete Son Goku, il Super Saiyan?» chiese subito Kodinya.
«Sì... era un nostro carissimo amico...» disse Crilin.
«Ottimo. Quindi saprete dirci sicuramente dov'è.» incalzò, senza perdere tempo. Era soddisfatta all'idea che le sue deduzioni l'avessero condotta sulla strada giusta.
«Volete sapere dov'è Son Goku?» domandò retoricamente il giovane con le cicatrici, con la stessa espressione costernata che aveva Crilin in quel momento. «È all'Altro Mondo...»
«Che cazzo significa “all'Altro Mondo”??» esplose la donna, convinta che si trattasse di uno scherzo assurdo dei suoi interlocutori.
«È morto circa due anni fa, o poco meno.» e iniziarono a raccontare alle due aliene della tragica malattia cardiaca contro cui non era stato possibile trovare alcun rimedio. Ritenevano che da quella rivelazione non potessero scaturire guai.
«Sì, come no... un Saiyan si ammala e muore di malattia! In giovane età, fra l'altro! Divertente... pare che a voi terrestri non manchi il senso dell'umorismo!» commentò Kodinya sarcastica. «Però io non sono così dotata di humour, quindi facciamo così: abbiamo scherzato insieme; voi mi dite dove si trova il Super Saiyan e io chiuderò un occhio sulle vostre facezie. Contenti?»
«Ma è la verità...» protestò Crilin, alzando gli occhi al cielo con tono da lagna.
«Sentitemi bene, finocchi!» gridò ai due terrestri, sempre più nervosa perché avvertiva in cuor suo come la speranza di aver compiuto la missione stesse rapidamente sfumando. «Ho avuto occasione di conoscere diversi Saiyan in vita mia... e, siccome ho notato che conoscete gli scouter che indossiamo, non dovreste fare fatica a crederci! È praticamente impossibile che quel tipo di gente muoia in modo così banale... quelli resistono a tutto!» Kodinya pensava ai tre Saiyan superstiti che aveva conosciuto, in particolar modo Vegeta... ma sfortunatamente non le passò per la mente di menzionarlo. Nulla in lei rivelava ai due terrestri che ella aveva conosciuto proprio Vegeta, fra tutti i possibili Saiyan esistiti fino ad una trentina di anni prima. Peccato: le vicende avrebbero potuto prendere una piega diversa. Eppure il Principe dei Saiyan era lì, in quella stessa città, a poche centinaia di metri in linea d'aria dal luogo in cui si trovavano... ma pazienza, il Destino aveva stabilito diversamente.
«Sentite... non ci avete nemmeno detto chi siete e cosa avreste voluto da Goku... siete aliene, vero?» chiese Crilin.
«Ok, ve lo diciamo, siamo extraterrestri! Va bene??» sbottò leggermente esasperata Kodinya. Poi intimò con tono minaccioso: «Facciamo così... venite a parlare direttamente col nostro sovrano, e vediamo se riterrete opportuno rifilare a lui le vostre minchiate! Forza, andiamo!»
I due amici si guardarono turbati. Andare o non andare? Quelle due donne erano sicuramente pericolose; le loro rivelazioni sincere non avrebbero fatto altro che contrariarle ma, se avessero mentito insinuando che Goku fosse ancora vivo, la situazione sarebbe peggiorata... perché il Super Saiyan non sarebbe mai potuto tornare dal regno dei morti, nemmeno se invocato.
«E con la palestra... come facciamo?» chiese Yamcha preoccupato.
«La palestra..? Se la distruggiamo subito, magari con tutti quei simpatici umani dentro, non sarà più un problema! Guarda che non ci vuole niente!» aggiunse Kapirinha, in tono intimidatorio, preparandosi a lanciare un colpo energetico all'indirizzo dell'edificio.
«Ferme! Siete matte??» la bloccarono piazzandosi davanti alla palestra. Poi aggiunsero: «Partiamo subito!!», desiderosi di vederci chiaro, e sperando – pur con un certo scetticismo – di poter chiarire la questione con il fantomatico “sovrano”. Kodinya ghignò soddisfatta: se non altro, un primo passo era stato compiuto. A questo punto sollevò Crilin per la vita come un cucciolo o un bimbo piccolo, e se lo caricò sulla spalla come un sacco di patate. «Kapirinha, io mi prendo questo nano, che mi ispira simpatia... tu invece puoi portare l'altro... mi sembra pure il tuo tipo di uomo...» stabilì l'alta guerriera, accompagnando la battuta allusiva con un occhiolino.
Mentre Crilin iniziò istintivamente a protestare per scendere, Yamcha si affrettò a spiegare: «E-ehi, non serve che ci portiate voi! Sappiamo volare, e siamo anche abbastanza veloci!», e completò la spiegazione con la dimostrazione pratica.
«Ma pensa te... non l'avrei mai detto!» commentò Kapirinha. «Davvero insolito...»
«Tanto meglio!» tagliò corto Kodinya. «Diamoci una mossa!»
I quattro si misero in volo. I due uomini, al seguito delle due donne, viaggiavano con la preoccupazione nell'anima, e non lo nascondevano: due combattenti dalla forza molto superiore al normale, provviste di scouter, probabilmente alleate o colleghe dei Saiyan e di Freezer, si erano presentate alla loro palestra. Stranamente, chiedevano di Goku; ancor più stranamente, il loro mandante era un misterioso “sovrano”, la cui potenza doveva essere ancora superiore a quella dei suoi subalterni... chissà quanto. Quale pericolo riservava il futuro?

****************************************************
L'ANGOLO DELL'AUTORE
E così finalmente Cooler è sulla Terra! Come accennavo qualche capitolo fa, ho intenzione di raccontare la lotta contro Cooler in modo diverso rispetto al movie, perché voglio sottolineare le differenze del nuovo Re rispetto a Freezer; quindi cercherò di inventare delle cose diverse rispetto a quelle viste nel movie.
Intanto spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Curiosità: la parte delle battute di Re Kaioh e quella in cui le due aliene cercano informazioni per strada (ossia le mie due parti preferite del capitolo) le ho scritte praticamente di getto, molto prima di cominciare a lavorare al resto del capitolo!

In allegato, Kodinya e Kapirinha con le battle suit, e a fianco nelle loro esclusive tenute casual!
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: GhostFace