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Autore: OnlyHope    10/11/2007    14 recensioni
Tutto comincia da una fermata d'autobus una mattina di marzo. L'inizio di una nuova vita che deve in qualche modo andare avanti, nonostante il distacco, la lontananza e le paure. È la storia del coraggio di una ragazza che ama incondizionatamente un ragazzo. Questa è la storia di Sanae.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Don't Be Afraid to Fly ' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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BUTTERFLY

CAPITOLO 30

Chiave di violino
 
 
 

Chiudo gli occhi ma al posto del buio mi avvolge un colore dorato, donato dai raggi di sole, oltre le mie palpebre.
Il vento caldo mi scompiglia i capelli, accarezzandomi delicatamente mentre sento mia madre borbottare, domandandosi cosa ci faccia sdraiata sull'erba in giardino.
Un sorriso divertito distende le mie labbra, quando provo a ignorare i suoi rimproveri seppur bonari, che rompono la quiete, nella pacifica tranquillità di casa mia.
Ma dopo mesi passati nel caos infernale di Tokyo, nemmeno il timore di uno sciame di cavallette, potrebbe allontanarmi da questo piccolo angolo di paradiso.
Ho lavorato così tanto negli ultimi tempi, da sentirmi veramente stanca e bisognosa di calma e riposo, come solo la mia casa sa darmi.
Sono stata così presa dai miei impegni, da non rendermi conto neanche del tempo che passava, immersa com'ero nella musica.
Ed è stato un po' come tornare indietro negli anni, anche se in maniera diversa.
La prima volta ho cercato rifugio nella musica, perché mi sentivo persa e indifesa mentre ora lascio che sia lei a guidarmi con passione, senza permettermi di vacillare, nonostante la consapevolezza della mia solitudine.
E grazie a questi mesi d'impegno, sono riuscita a costruire qualcosa di grande dal nulla.
Un qualcosa di unico e prezioso ma soprattutto, soltanto mio.
La musica mi ha dato poi la possibilità di vedere posti nuovi e incontrare persone, che non avrei mai nemmeno immaginato di avvicinare.
Quando i miei sforzi sono stati premiati con addirittura dei riconoscimenti, mi sono sentita davvero fiera di me stessa.
Se dovessi trarre un bilancio di quest'ultima stagione, direi che mi ha resa più forte, più consapevole ma soprattuto più matura.
Anche se il caso ha provato comunque a mettermi in difficoltà, complicandomi la vita con degli imprevisti difficili d'affrontare, soprattutto emotivamente.
Mesi fa credevo che lavorare con Seii, fosse la più grande sciagura che potesse capitarmi, perché non mi andava di affrontare settimane a stretto contatto con lui, tra riunioni, prove e promozione.
Ora invece posso affermare, che questo imprevisto non è stato così drammatico, come me l'ero immaginato all'inizio.
Contrariamente ad ogni mia più nefasta previsione, non ho dovuto infatti affrontare nessun tipo di discorso inerente al passato.
Takeshi Seii non ha mai menzionato nulla inerente ai suoi sentimenti per me e fin dal primo incontro di lavoro, è stato sempre professionale, gentile e calmo.
E questo suo atteggiamento maturo mi ha in primo luogo stupita poi rasserenata, perché ho potuto affrontare i miei impegni con lui, con una serenità inaspettata.
Seii ed io riusciamo ad avere delle conversazioni normali adesso, senza che io provi nessun tipo di rancore nei suoi confronti.
Ovviamente non ho dimenticato nula di quello che è successo in passato.
Le sue parole allusive e quel bacio rubato con la forza sono indelebili nella mia memoria, ma in fin dei conti di tempo n'è trascorso abbastanza e non si può portare rancore in eterno.
Si può essere civili e lavorare professionalmente insieme, ma senza dover andare necessariamente oltre.
Noi non siamo amici né lo saremo più ma possiamo essere colleghi che si rispettano, ottenendo anche ottimi risultati, collaborando.
E questo mi stupisce, perché non credevo possibile arrivare a tanto...
Posso solo essere soddisfatta di me stessa, sia a livello professionale che emotivo, perché ho lottato molto per ottenere un equilibrio, nella battaglia con le mie sofferenze.
Battaglia che non potevo vincere, l'ho sempre saputo, perché non posso allontanare certe emozioni dal mio cuore, significherebbe allontanare anche Tsubasa.
Cosa che è impossibile, anche perché il mio amore è sempre presente e non fa che crescere, in maniera direttamente proporzionale al dispiacere per la lontananza e al dolore per la mancanza di soluzioni.
Solo che ora so gestire meglio le mie emozioni, non permettendo loro di prendere il sopravvento e quando non riesco ad arginarle, allora cerco di trarne vantaggio, scrivendo musica.
Sospiro, quando un'altra folata di vento mi solletica il viso, costringendomi a porre un braccio sopra agli occhi.
Mi concentro poi sulle cicale, che stridendo le ali, emettono il loro suono, monotono e ripetitivo, perché oggi posso fermarmi.
Perché oggi è un giorno speciale.
Un giorno dove il tempo scorre anomalo e si può cambiare paesaggio, pur rimanendo fermi, nello stesso posto.
E tutto appare diverso, migliore perché il cuore batte di nuovo veloce, vivo, anche se sarà solo per un breve periodo.
L'illusione sta tornando ancora una volta, con il suo miraggio di una vita normale.
Sorrido quando il cellullare, nascosto tra i fili d’erba, comincia a squillare.
Stendendo un braccio, mi volto di fianco per raggiungerlo, con il caldo nel corpo e non a causa solo del sole.
Assaporo ancora il momento e cogliendo una margherita, la giro poi tra le dita.
"Bentornato..." rispondo con un sussurro al telefono, sorridendo ancora, felice.


 
"Facciamo una prova!"
"Non funzionerà mai..."
"Vediamo, vediamo…" borbotto, abbassandomi in ginocchio per frugare nella cesta tra pupazzi, mattoncini colorati, pennarelli e robottini mutilati.
La mia scelta ricade con gioia sull’ultimo eroe, che fa tanto impazzire i bambini, appena sfornato dai cartoni animati.
Mi volto così a guardare con aria soddisfatta verso la veranda, dove Tsubasa mi fissa con aria divertita, seduto sui gradini della portafinestra.
"Io dico che lui può farcela!" esclamo e allungando il braccio nella sua direzione, gli mostro il mio candidato per la prova, facendo un segno di vittoria con la mano libera.
Tsubasa mi osserva per qualche secondo, senza trattenere un sorrisetto sornione, prima di scuotere la testa e sentenziare che il mio tentativo non andrà mai a buon  fine.
"Questo è da vedere!" insisto testarda, come se fosse una questione di vita o di morte mentre dei passettini provenienti dalla cucina, attirano tutta la nostra attenzione.
Sorrido quando la vetrata socchiusa si spalanca con poca grazia, spinta da una mano paffutella e Daichi salta letteralmente i gradini, precipitandosi in giardino, con un pallone da calcio stretto possessivamente al petto.
Quando si accorge del fratello maggiore, corre subito verso di lui e gli chiede di giocare insieme, fissandolo con gli occhioni supplichevoli.
Tsubasa gli sorride, prima di alzare il viso su di me e invitarmi con un cenno del mento, a farmi avanti con la tentazione.
Tutto senza contenere un sorrisetto beffardo, ovviamente.
Senza indugio, nascondo il pupazzetto dietro la schiena e mi avvicino al piccolo, che continua ad aggrapparsi alla t-shirt del fratello, per convincerlo a fare qualche tiro con lui.
"Daichi!" esclamo, sfoderando uno dei miei sorrisi migliori, prima di sedermi accanto a lui.
Il bimbo si volta nella mia direzione senza però mollare la presa né dal pallone né dalla manica stropicciata, che sta ancora strattonando con insistenza.
Quando incrocia il mio sguardo, sorride allegro, mostrandomi le belle fossette, che lo rendono davvero un bimbo adorabile.
"Me lo dai un bacino?" e spostando il viso di lato, indico con l’indice la guancia sinistra.
"Ruffiana..." borbotta Tsubasa mentre il suo fratellino si stacca da lui, per schioccare un bacio sonoro contro la mia pelle.
"Vuoi giocare con me?" chiedo, inclinando la testa e avvicinandomi un po' più al piccolo di casa Ozora.
Daichi annuisce sorridendo, prima di porgermi la palla di cuoio.
"Vuoi giocare a pallone?" domando ancora, pregustando già la mia vittoria.
Il bimbo annuisce entusiasta, iniziando a saltellare sul posto mentre Tsubasa continua a osservarci divertito, poggiando il mento su una mano.
"E se invece giocassimo con... Questo?" e piena di entusiasmo, porgo a Daichi il famoso animaletto dei cartoni animati.
Il bambino lo scruta per qualche secondo, sbattendo le palpebre con aria perplessa poi arriccia il naso, visibilmente contrariato.
"No! Pallone!" esclama allbito, prima di buttarsi tra le braccia del fratello maggiore, che intanto se la ride alla grossa.
E a me non resta che accettare la sconfitta, guardando torva l'inutile animaletto, che tengo ancora stretto in mano.
"E tu saresti l'idolo dei bambini?! Ma fammi il piacere!" e lo lancio oltre la schiena, sbuffando delusa.
"Io te l'avevo detto, Sanae!" mi prende in giro Tsubasa mentre risponde con delicatezza ai tiri sbilenchi di Daichi, che si volta a guardarmi in questo momento.
L’osservo inchinarsi per prendere la palla di cuoio e stringerla di nuovo al petto, prima di raggiungermi con i suoi passettini svelti.
"Vuoi giocare?" mi chiede, inclinando la testa e regalandomi un altro sorrisetto dolcissimo.
"Non ti piace pallone?" m’incalza, senza darmi modo di rispondere.
"Sei arrabbiata?" mi domanda infine con aria un po' triste, strappandomi un sorriso commosso, perché deve essere preoccupato di avermi offesa, non giocando con me.
Scuoto la testa mentre gli accarezzo con dolcezza una guancina.
Il piccolo rincuorato dal mio gesto, ma anche impaziente di tornare a giocare con il fratello, prende il pupazzetto dei cartoni, abbandonato sulla veranda e me lo porge.
"Te lo regalo! Va bene anche per le femmine!" esclama ridendo, prima di tornare di corsa, palla al piede, vicino a Tsubasa.
Intenerita dal suo gesto, lo ringrazio, stringendo l'animaletto all'altezza del seno.
"Ma che bel quadretto! Mi sto quasi commuovendo!"
Sorpresa, mi volto a guardare alle mie spalle, alzando poi gli occhi al cielo.
"Ciao Ishizaki..." borbotto mentre avanza in compagnia di Taro, Yukari e alcuni ragazzi della vecchia squadra.
La mia migliore amica si siede subito accanto a me, i ragazzi invece scendono in giardino da Tsubasa.
E a Daichi brillano subito agli occhi, perché non gli sembra vero di avere tutti questi maschi, come potenziali compagni di gioco.
"Allora? Come vanno le cose, Sanae? Ti vedo proprio bene, sai?" esordisce Yukari, facendosi più vicina con sedere.
"Finché dura..." rispondo con un sospiro, volgendo lo sguardo involontariamente su Tsubasa.
"Sanae! Basta con questi discorsi e con questi sbuffi! Niente cattivi pensieri, ricordi?" mi rimprovera la mia migliore amica, senza smettere di sorridere però.
"Hai ragione!" esclamo con convinzione mentre il suo sguardo si addolcisce di nuovo, prima che l'argomento della nostra conversazione, torni ad essere la festa di benvenuto della federazione per il mondiale.
Ormai non parliamo d'altro da settimane, anche perché Yukari non sta più nella pelle e anch'io sono decisamente elettrizzata all'idea di quella serata, perché non vedo l'ora di poter cantare di fronte a Tsubasa e godermi la serata con lui.
Confesso che non so ancora cosa indosserò in quell'occasione, anche se Mendo punta per un cambio d'abito per l'esibizione o per meglio dire, il mio duetto.
Il nome di Seii spunta inevitabilmente nei nostri discorsi, dandomi un leggero senso di turbamento, perché nonostante io sia completamente a posto a parlare di lui, non mi sento così serena a farlo quando Tsubasa è nei paraggi.
Lui è infatti ingnora completamente cosa sia successo durante la festa, oraganizzata per il mio rientro da Tokyo ed io provo del senso di colpa per non avergli mai raccontato di quel bacio rubato.
E a volte ho il timore, che possa essere qualcun altro a metterlo a conoscenza di quanto accadutto, nonostante sia passato però troppo tempo da quella sera…
Forse dovrei solo smetterla di preoccuparmi in questo senso…
Sono passati davvero troppi mesi!
Ma Ishizaki capta al volo in nome di Seii nella mia conversazione con la sua ragazza, un po' come se avesse dei radar al posto delle orecchie e il suo sguardo s'incupisce subito, spazzando via tutta la spensieratezza di un attimo prima.
Me ne sono accorta io dalla varenda, figuriamoci Tsubasa, che è a un passo da lui!
Con un leggero batticuore l'osservo mentre guarda confuso Ryo, non capendo probabilmente il suo improvviso cambio d'umore…
E a me non resta che confidare trepidante nel buonsenso del mio amico d'infazia, nonostante la sua proverbiale bocca larga e il rancore per quell'occhio nero, rimediato alla mia festa.
"A proposito, Sanae… Tutto ok con quello?" mi chiede, facendomi imprecare mentalmente per la fiducia malriposta in lui.
Mi limito ad annuire e sorrido, cercando di sembrare il più naturale possibile, nonostante senta caldo all'altezza delle gote.
Ishizaki mi fissa, rimanendo accigliato ma quando fa per ribattere qualcosa, il suo sguardo si posa su Tsubasa, che lo sta osservando ancora, sempre più attentamente.
Perché la sua domanda ha lasciato un punto interrogativo nell'aria, facendo calare un silenzio imbarazzante sul nostro gruppo.
Nessuno infatti osa dire qualcosa per sviare la attenzione, temendo forse di dare così ancora più nell'occhio.
Nervosa, osservo l'unica persona di cui m'interessa la reazione.
La sua espressione vigilie mi fa sospettare, che deve aver sicuramente percepito che ci sia qualcosa sotto a questo mutismo generale.
In questo momento avrei tanto voglia di picchiare Ishizaki, tappandogli la bocca uan volta per tutte!
E questo nonostante la gratitudine che provo verso di lui, per aver preso le mie difese quella notte.
"Ah mi sta proprio antipatico quello! Si crede chissà chi, solo perché ha ricevuto più voti di me al liceo, come più bello della scuola! Tsè!"
Ishikazi però mi lascia ancora di stucco, proninciando questa frase con non la sua solita faccia dall'espressione buffa.
"Rassegnati, Ryo! Credo che neanche la Nishimoto abbia votato per te quella volta!" lo sfotte Taro, prendendo subito la palla al balzo, per alleggerire la tensione e chiudere il discorso Seii.
Yukari annuisce convinta, prima di dichiarare platealmente di aver preferito il presidente del club di kendo al suo fidanzato.
Ishizaki le urla di essere un'ingrata, indicandola con un braccio teso, facendoci scoppiare a ridere tutti, fragorosamente.
Anche il volto di Tsubasa è di nuovo disteso e allegro mentre prende in giro il suo vecchio amico.
Sospiro di sollievo, guardandolo sorridere ancora.
Sollevata per lo scampato pericolo, cerco così di convincermi che sia tutto a posto ma soprattutto, che tutto andrà bene.
 
 
 
La musica dell’orchestra risuona melodiosa nell’aria mentre camerieri in livrea girano tra gli ospiti, porgendo loro invitanti stuzzichini.
Tutti gli invitati sono vestiti in maniera decisamente elegante, compresi i giocatori delle varie nazionali, che di solito siamo abituati a vedere in pantaloncini e madidi di sudore.
Mendo è il più entusiasta della cosa, come se fosse stata per lui una gran preoccupazione, nonostante gli avessi spiegato cento volte, che esiste anche un'uniforme formale, con tanto di cravatta, per le occasioni fuori dal campo.
Concentrandomi sulla folla, cerco Tsubasa con lo sguardo, finché non lo intravedo mentre conversa allegramente con dei giocatori della nazionale argentina.
Mendo mi rimprovera con un'occhiataccia, data la presenza dei giornalisti, quando uno sbuffo spazientito esce dal mio petto.
Ma ho passato pochissimo tempo in compagnia di Tsubasa…
Non abbiamo mai deciso tenere la nostra relazione segreta ma non vogliamo nemmeno sbandierarla ai quattro venti, quindi avremo scambiato al massimo un paio di parole stesera, limitandoci a uno scambio di sguardi da lontano, troppo lontano.
Inoltre Tsubasa si trova in mezzo al suo habitat naturale, tra i suoi simili ed è difficile distrarlo da così tanto calcio e tutto insieme.
Cercando di non sbuffare ancora, allontano il mio sguardo da lui, costringendomi a rimanere dove sono, senza raggiungerlo.
"Ti stai annoiando?" mi chiede Mendo, porgendomi qualcosa di rinfrescante ma leggero da bere, visto che a breve dovrò cantare.
"No, vorrei solo stare un po' con Tsubasa..." ammetto sinceramente, ricambiando il sorriso.
"E chi te lo vieta? Ah, sì! Akane..." lo sento borbottare, scrutando in lontananza la mia addetta stampa, fasciata da un elgente abito scuro.
"Non me lo ha vietato! Ci sono solo troppi giornalisti… Ha ragione lei!"
"Devi solo resitere un paio d'ore, Sanae! Quei pettegoli se ne andranno e quando la festa diventerà privata, voi giovani potrete darvi alla pazza gioia fino all’alba! Arriverà anche il DJ al posto dell’orchestra e sarà uno spettacolo interessante, vedere così tanti ormoni a briglia sciolta!"
Non trattengo una risata divertita, a causa della sua bizzarra curiosità, come se Mendo non fosse mai stato ragazzino in vita sua.
"Ma che ne diresti di comportarti anche in maniera un po' professionale, angelo mio? Non credi di doverti sentire nervosa per la tua esibizione, piccolo tesoro?" mi stuzzica, alzando leggermente le sopracciglia e arcuando un lato della bocca.
"Lo sono, certo…" mento spudoratamente, cercando di nuovo Tsubasa con lo sguardo, dopo che non sono riuscita a vederlo dove l'avevo lasciato, qualche minuto fa.
"Sì, sì come no!" sghignazza il mio assistente, prima di ammiccare verso qualcosa oltre le mie spalle e allontanarsi con aria divertita.
Curiosa, mi volto e…
Tsubasa sorride con quel suo modo così seducente, da farmi tremare le ginocchia per l'emozione.
Vestito con l’abito elegante della federazione nazionale è ancora più bello del solito e per me è una fatica enorme, cercacare di evitare anche solo di sfiorarlo.
Rispondo al suo sorriso con altrettanta dolcezza, prima che lui si avvicini e chinandosi, raggiunga con fare vago il mio orecchio.
"Sei molto bella stasera..." sussurra e il suo respiro caldo sulla pelle, mi fa sentire un brivido lungo la schiena.
"Grazie, anche tu! Immagino ti stia divertendo da matti, eh?" rispondo quando si allontanta di nuovo da me.
"Puoi dirlo forte!" e il suo sguardo vaga per la sala, posandosi su ogni giocatore presente, che per lui corrisponde a una sfida personale da superare.
"Ma non vedo l’ora che la festa diventi privata, per sentirmi più a mio agio…" e mi sfiora una mano, sempre facendo finta che sia una casualità.
"E ovviamente non vedo l’ora di sentirti cantare, Sane!" aggiunge, stringendo appena le mie dita mentre abbozzo un sorriso imbarazzato.
L'idea di averlo in platea mentre mi esibirò mi emoziona così tanto!
"Quel ragazzo... Quel Seii, è già arrivato? Mi sembra di non averlo visto..."
Come?!
Lo fisso stupita mentre il suo sguardo vaga sulla folla, perché la sua domanda semplice e diretta mi ha completamente spiazzata.
Aspettando che aggiunga altro, osservo Tsubasa di sottecchi, avvertendo una punta di nervosismo.
Ma lui tace, fissando avanti a sé, per nulla turbato.
"Non ci ho fatto caso, francamente. Ma dovrebbe essere già qui…" rispondo, spostando lo sguardo, sentendomi stupidamente a disagio.
"Gli piaci ancora?"
Un’altra domanda ancora più semplice, che assolutamente non mi aspettavo.
Tsubasa mi guarda ora, ma non riesco comunque a decifrare l'espressione nei suoi occhi.
"No!" rispondo in maniera secca, per fargli capire che se anche fosse, non ce ne dovrebbe importare niente.
"Come mai me lo chiedi?" domando poi, cercando di capire cosa gli passi per la testa.
"Tempo fa aveva una cotta per te, no? Mi domandavo se fosse ancora così, tutto qua!"
Tsubasa mi sorride dolcemente, con un'aria così tranquilla, da farmi pensare che la sua sia stata davvero, solo una normale e giustificata curiosità.
E a me non resta che darmi della stupida, perché devo smetterla di arrovvellarmi su qualcosa d'inesistente.
Seii è un capitolo chiuso, inutile angustiarsi oltre.
Sentendomi finalmente in pace con me stessa, sono finalmente libera di godere un po' di tempo in compagnia del ragazzo che amo, ma l'arrivo di Mendo mette ben presto fine al mio idillio.
Con fare eccitato, mi ricorda che è arrivato il momento di seguirlo, per prepararmi per la mia esibizione.
Tsubasa sfiora ancora la mia mano, prima che mi allontani da lui, seguendo il mio assistente.
Quando raggiungo Mendo, che mi porge il braccio galantemente, mi sento così emozionata!
E spero di cuore che Tsubasa possa sentirsi orgoglioso di me stanotte…



Le luci si abbassano.
L’occhio di bue illumina solo il centro del palco e il pianoforte mentre il pubblico applaude cortese.
Seii sfiora dolcemente lo strumento, dal quale escono le prime note della canzone.
La testa china, gli occhi chiusi e il volto concentrato.
Quando le sue labbra si avvicinano al microfono, si schiudono dando il via alla nostra esibizione…

*“Come bring me your softness
Comfort me through all this madness
Woman, don't you know
With you I'm born again ”
 
Prendo un respiro e socchiudo gli occhi prima di entrare in scena.
Un altro applauso caloroso accoglie il mio ingresso sul palco, donandomi una sensazione fatta di felicità ed eccitazione, che mi spinge a cantare al meglio di me…
 
“Come give me your sweetness
Now there's you, there is no weakness
Lying safe within your arms
I'm born again
was half, not whole
In step with none
Reaching through this world
In need of one”
 
Le nostre voci si uniscono armoniosamente mentre una brezza gentile accarezza le pieghe del mio abito da sera.
 
“Come show me your kindness
In your arms I know I'll find this
Woman, don't you know
With you I'm born again
Lying safe with you I'm born again”
 
Quando mi avvicino al pianoforte, il mio sguardo cerca Tsubasa nella penombra della sala…
I miei occhi incrociano i suoi…
Gli sorrido prima di voltarmi verso Seii...
 
“Was half, not whole
In step with none
Reaching through this world
In need of one
Come show me your kindness
In your arms I know I'll find this
Woman, don't you know
With you I'm born again
Lying safe with you I'm born again”
 
Le nostre voci sfumano nell'aria…
Le dita di Seii si staccano dalla tastiera…
Il pubblico applaude entusiasta mentre le luci riprendono la giusta intesità, illuminando di nuovo la sala.
Colma di emozione, m'inchino verso la platea, per ringraziare.
Tra tutti gli sguardi, solo uno attrae totalmente la mia attenzione…
Tsubasa mi guarda come se fosse la prima volta, piacevolmente stupito e le sue gote arrossate dall'emozione, mi confermano che sono riuscita a toccare il suo cuore.
Quando mi sorride mi sento infinitamente felice!
Perché in quel sorriso posso leggere amore, gioia ma soprattutto orgoglio.
E riesco a sentirmi realizzata come non mai, ora.
Come non mi era mai capitato dopo un'esibizione!
Gli appluasi contiunano incessanti mentre Seii si alza dal pianoforte.
Quando mi raggiunge, s'inchina a sua volta per omaggiare il pubblico, prima di voltarsi verso di me e sorridere soddisfatto.
Poi succede qualcosa d'imprevisto...
Seii prende la mia mano tra le sue e la stringe, prima di chinarsi ancora.
E le sue labbra sfiorano la mia pelle, in un bacio delicato…
 


L'ambiente è completamente cambiato, niente più compostezza, serietà né giacche abbottonate.
La musica del DJ è alta e rimbomba nelle casse, trasmettendo a tutti la voglia di ballare, soprattutto ora che fotografi e giornalisti hanno lasciato la villa.
Nulla a che vedere con l'ufficialità un po' ingessata d'inizio serata!
Ora la festa sembra infatti più un'allegra riunione tra ragazzi, pervasa da un clima decisamente più rilassato.
Con mio enorme sollievo, anche Seii se n'è andato appena terminata l'intervista, post esibizione.
Dopo il suo gesto plateale sul palco, ho temuto il peggio per un po'…
Ma tutto è filato liscio, perché alla fine il suo è stato solo uno slancio emotivo, posto alla fine di un’esibizione veramente ben riuscita.
Non mi resta quindi che godermi la serata, finalmente libera da pensieri uggiosi e limitazioni di qualsiasi genere.
Quando un braccio circonda il mio collo, piego d'istinto il gomito, per stringere la mano di Tsubasa, che sporge sopra la mia spalla.
Sorridendo, inclino la testa per guardarlo ma quando tento di sostenere il suo sguardo mentre mi fissa, mi sento stranamente imbarazzata.
I suoi occhi infatti sembrano essere due calamite, dalle quali non riesco a staccarmi, nemmeno tentando di concentrarmi sul tocco delicato delle sue dita, che sfiorano la mia mano con quelle che sembrano minuscole carezze.
Non avevo mai visto nulla di così magnetico nel suo sguardo ma forse sono ancora troppo frastornata dalle emozioni, legate all'essermi esibita per la prima volta davanti a lui…
E mi stupisco di come riesca a percepire ogni movimento del suo corpo, ora che la sua mano sfiora la mia, prima di abbandonarla.
Spostandosi col corpo avanti a me, mi circonda i fianchi con le braccia mentre la sua fronte si poggia alla mia.
Un gesto così semplice riesce senza alcuna fatica, a cambiare la velocità dei battiti del mio cuore.
"Cos'è? Non dirmi che vuoi ballare?" chiedo divertita, sapendo che certe cose non sono proprio nelle corde di Tsubasa.
"No. Voglio stare con te..." risponde mentre cingo il suo collo con le braccia.
Il suo sguardo è così intenso…
Incredibilmente intenso.
"Da solo..." aggiunge, stringendomi di più all'altezza della vita.
Un calore improvviso si propaga veloce, su lungo tutta la mia schiena.
Annuisco senza proferire una parola, frastornata da un qualcosa in lui, che non so definire ma che mi attrae particolarmente.
Tsubasa libera il mio corpo dal suo abbraccio e prendendomi per mano, mi guida tra la folla, oltrepassando le persone.
Rapita da questo suo trasporto, lo seguo quasi inebetita anzi, piacevolmente inebetita.
Senza prestare attenzione a niente e nessuno, superiamo il salone centrale fino a giungere su una terrazza dall'aria antica.
Tsubasa però non si ferma, procedendo spedito verso la scalinata, che collega la villa in stile occidentale al giardino.
Tirando delicatamente ma con decisione la mia mano, m'invita a seguirlo ancora.
Il rumore dei miei tacchi sulla pietra grigia risuona nell'aria, mischiandosi a quello dell'acqua, che zampilla festosa da una fontana poco distante.
Quando il mio piede poggia sull'ultimo gradino, non ho molto tempo per meravigliarmi di ciò che mi circonda, perché Tsubasa si volta verso di me e mi bacia.
Mi bacia, sì…
Ma non è un bacio qualunque, non posso paragonarlo a nessuno tra quelli, che ci siamo scambiati in precedenza...
Mi aggrappo alle sue spalle, sorretta dalle sue braccia, che stringono forte mentre le sua mani scivolano decise sulla mia schiena, sulle spalle nude e sui fianchi.
Come se fossi stretta da una fila di catene, intrecciate tutt'intorno a me.
Catene dalle quali non ho alcuna voglia di liberarmi.
Affondo le mani nei suoi capelli quando il bacio si fa più profondo.
Il cuore mi scoppia nel petto mentre sento il suo corpo aderire di più al mio, ora che la mia schiena è bloccata contro il muro.
Respiro a fatica, anzi…
Credo di non respirare più.
Quando le sue labbra si staccano dalle mie, rimango protesa verso di lui.
La bocca e gli occhi socchiusi, come in trance.
Il suo respiro è affannoso, lo sento vicino al mio viso, molto vicino.
Apro gli occhi piano, come quando si ha paura di rimanere abbagliati da una luce troppo forte e accecante.
Incrocio il suo sguardo, dove alberga ancora quell’espressione intensa, travolgente... Nuova.
Prendo un respiro profondo, nel tentativo di tornare a respirare normalmente o almeno provarci.
"Devo ricordarmi di cantare un po' più spesso per te… Se ti fa questo effetto..." mormoro, arcuando le labbra in un sorriso malizioso.
Tsubasa non risponde ma si limita a fissarmi ancora, facendo crescere in me un po' d'imbarazzo misto a un'emozione speciale, perché sembra voglia dirmi un milione di cose, che però non riesco a decifrare bene.
Richiudo gli occhi mentre la sua mano si sposta lenta dalla mia schiena, fino a risalire sul mio seno, sfiorandolo…
Quando infine raggiunge il mio viso, sento che sto arrossendo.
Tsubasa sfiora delicatamente le mie gote con la punta delle dita poi raggiunge il mento prima di tornare su, sulla fronte…
I suoi occhi seguono seri e concentrati i movimenti sul mio volto, se non fossi una ragazza con i piedi per terra, oserei direi che il suo sguardo è venerante.
Rimango in silenzio, seguendo con i sensi queste carezze gentili sul mio viso.
Non ho intenzione di spezzare l'incantesimo.
Qualcosa sta accadendo questa sera, dandomi un leggero turbamento, anche se non so di quale natura.
Chiudo di nuovo gli occhi, immergendomi completamente in questa bolla, concentrandomi su ogni piccolo bacio, che sento sfiorare la mia pelle.
E quando le sue labbra tornano sulle mie, lo fanno con una delicatezza tale ora,  che sembra quasi io sia fatta di cristallo e capace di rompermi da un momento all'altro.
Quando il mio sguardo torna a perdersi nel suo, riesco a scorgere ancora nei suoi occhi, quella luce diversa che non so spiegarmi e che mi fa tremare le gambe.
Un altro bacio ci unisce, prima che Tsubasa mi stinga forte al suo petto, al quale mi aggrappo con tutta me stessa.
"Sanae..." sussurra debolmente, come se temesse potessi scomparire mentre le sue dita si perdono tra i miei capelli, accarezzandoli lentamente.
D’istinto mi stringo ancora di più a lui, lasciandomi cullare dalle sue carezze.
E mi rendo conto di non aver mai sentito così disperatamente il suo amore…
Mai come stanotte.
 
 
 
 
 
*WITH YOU I'M BORN AGAIN - From the 1979 comedy movie "Fast Break"
(David Shire / Carol Connors) © degli aventi diritto.
 
Con questo capitolo si entra nella ultimissima fase della mia FF.
Mi auguro di cuore di essere riuscita a far valere le emozioni dei protagonisti, in particolare quelle di Tsubasa.
L’ultima parte del capitolo è stata facile da scrivere dal punto emozionale ma ardua da quello espressivo.
Volevo si capissero alcune cose di Tsubasa, perché molto importanti, ma usando solo il pdv di Sanae è stato un po' più complicato.
Mi potreste rispondere, che potevo fargliele dire direttamente, ma non avrei avuto lo stesso effetto e si sarebbe svilito il tutto… Ma soprattutto il dopo.^^
Scusate, sono davvero contorta!^^'
Un ringraziamento speciale va, come sempre, a chi ha letto il precedente capitolo e a chi ha anche commentato, perché mi rendete sempre molto felice.
Non mi resta che salutare ora, un bacio e a presto
OnlyHope^^

   
 
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