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Autore: erica_lucariello    22/04/2013    1 recensioni
amo i green day
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Ok lo ammetto, non sono così brava a ricordarmi tutte le canzoni dei GD quindi passo le mie giornate ad ascoltargli. Immancabilmente mi imbatto in persone che non li conoscono e io mi diverto da morire. Vi ho già spiegato che abito in un piccolo paesino in Friuli e nella mia via si sono stati costruite molte villette a schiera e case qua e la. Per fortuna sono tutte persone giovani, o per lo meno alcune di loro hanno figli della mia età. Oltre a famiglie che mi conoscono da quando sono nata. Come ho già detto nel capitolo secondo adesso sono a casa dal lavoro e faccio, per la maggior parte della mattinata, la casalinga mentre il resto della famiglia è al lavoro. quindi Alla mattina mi alzo, faccio colazione e poi mi metto a fare le faccende di casa. ovviamente la musica, che fa parte della mia vita, sempre a palla. Adesso che ci sono giornate bellissime, apro tutte le finestre di casa, e credetemi ne ho molte! Non so neppure io il perché. Immagino che quando mia madre è stata anni fa a far visita a una sua zia in Pensilvena, si sia innamorata della sua casa, è circolare con “pareti di vetro” oltre che pareti normali. Quando abbiamo deciso di fare la casa nuova, praticamente ha fatto lei il progetto. Risultato? Sono piena di finestre e vetrate grandi, che devo pulire sempre io! Immaginate , tutta casa aperta , la radio ce l’ho in cucina con sempre un cd dei GD inserito, lo cambio uno alla settimana. Quindi tutte quelle donne, vicine di casa, che come me sono a casa per scelta o per obbligo appena anche loro aprono le finestre di casa sentono un grande casino! Alcune di loro, trovandomi fuori mi hanno chiesto sé per caso avessi degli indiavolati in casa o sé mio padre si fosse dato al rock duro. Voi non conoscete mio padre, è alto un metro e ottantacinque, snello un uomo di sessantacinque anni con sempre la battuta pronta ma non me lo vedo vestito come Billie joe con tanto di capelli fofosi neri e la chitarra in mano. NO decisamente. – la cosa positiva Erica – mi hanno detto – che grazie a te non sappiamo chi siano ma sappiamo a memoria le loro canzoni – Felice sono ogni volta che mi sento dire così. Molte volte mi gridano dalla loro terrazza la canzone che devo mettere. Le vicine più anziane all’inizio si sono spaventate. Una, quella che non si fa gli mai gli affari propri, appena ho acceso la radio è suonato subito il campanello. Avevo tutto aperto in casa e non sono riuscita a fermarla – bundì ( buongiorno in Friulano) ce esie chi une fieste di chiavelons? ( una festa di cappelloni) – io le sono andata in contro, non capendo che cosa mi stava dicendo, per la musica troppo alta, ho abbassato la radio e l’ho guardata – frute me (bambina mia ) – mi disse guardandomi con gli occhi spalancati e le braccia aperte – che musiche scoltitu ( che musica ascolti? ) – mi disse. io la guardavo tranquilla, mi pregustavo già la sua faccia quando le avrei detto il nome. Per una che invece di dire halloween dice aulin pensa come mi può tradurre DG comunque ho fatto una prova – stavo ascoltando i greenday – le scandii bene le lettere. Lei cambiò espressione, veramente ne cambiò più di una. Io zitta la guardavo negli occhi. alla fine era nel panico non sapeva che cosa dire. Silenzio. Le mie labbra si allargarono in un sorriso, anche sé cercavo di rimanere seria – ooh frute a somein dai diavuls ( o bambina assomigliano dei diavoli) in effetti pensai io – hai miei timps non ere chiste musiche, a ere musiche ca si podeve balà ( hai miei tempi non c’era questa musica, era musica che si poteva ballare) – disse girandomi le spalle e andando via. Devo mettere più spesso i GD per tenerla lontana  riattaccai la musica e continuai a fare le faccende di casa. di solito aspetto mia madre che torni dal lavoro, fumiamo una sigaretta insieme e ci raccontiamo la mattinata, poi tutte e due a riposare! Quando quel giorno è tornata a casa mi ha raggiunta in giardino – erica, ho capito che devi andare al concerto di questi giorni verdi. Dentro di me ero devastata. Ogni volta che traduce il loro nome io muoio dalle risate ma la lascio fare. – ma non puoi far venire un infarto al vicinato con questa musica – mi spiegò tranquilla – sé la gente si facesse più gli affari propri nessuno morirebbe di crepacuore – risposi io tranquilla – e poi io sono a casa mia e non faccio male a nessuno – aggiunsi . mia madre è una donna paziente.. o dio lo è quando è stanca. Si buttò sulla poltrona – e poi non vedo che cosa ha da criticare tanto – intervenni – dato che fanno musica di chiesa – aggiunsi guardando mia madre – certo ma sai che lei ama la musica rock – mi rispose guardandomi con un sopracciglio alzato. Sgamata ! non aveva creduto alla storia di Billie vestito di bianco con la chitarra in mano a cantare canzoni di chiesa. Ma dico io chi ci crede!!!! – mamma – dissi – tu che sai l’inglese alla perfezione – vedi la sua traduzione di GD – a differenza di te io, che non lo so, devo imparare le canzoni per il concerto – le spiegai. Lei mi guardava con sospetto – mi stai prendendo in giro vero? – mi chiese seria – non capisco – risposi io tranquilla – voglio dire per la traduzione del nome di quel gruppo – scoppiai a ridere. vi giuro non ne potevo più. era buffa. Era diventata tutta rossa e le si era gonfiata la faccia dalla vergogna – ok ti devo spiegare una cosa – le dissi spegnendo la sigaretta nel posacenere – sé tu vai in giro a dire mia figlia ascolta i “giorni verdi” qualcuno ti prende per pazza, mentre altri possono anche arrabbiarsi – le spiegai – il gruppo si chiama GreenDay e letteralmente si può tradurre come fai tu ma non è la traduzione vera – stranamente lei mi seguiva – ben questo lo abbiamo capito adesso la traduzione di GreenDay è : giorno passato a fumare canne – cambio di espressione di mia madre, adesso era agitata! – è in gergo – le dissi io tranquilla – quindi fumano.. – mi disse senza finire la frase – e chi non lo fa oggi giorno – dissi io alzando la mano. Lei mi guardò pensierosa – ovviamente io no! – dissi tranquilla, era vero. – comunque non bisogna giudicare le persone solo per dei dettagli – aggiunsi io svelta . parole al vento. Lei è una che giudica le cose dall’apparenza. Magari cambiando poi opinione - be ci hai fatto una testa così con questi GD – la pronuncia questa volta era perfetta – che qualche canzone mi è entrata anche a me in testa – erano quelle nuove che passavano anche per radio ma almeno per una volta ero contenta che fossimo sulla stessa lunghezza d’onda  , anche in altre cose , un giorno mi ha chiesto che cosa facevo tutto il giorno davanti al computer – conosco uomini che mi chiedono appuntamenti – risposi io seria. Mai fare una cosa del genere alle proprie madri. Divenne bianca – sono su un social network dove condivido le mie passioni con altra gente – dissi svelta. Le tornò il colorito normale – ti ricordi quando ti ho detto che andavo la concerto dei GD e successivamente abbiamo parlato degli IDIOT ?- punto interrogativo sul viso di mia madre . silenzio – ooh si ci sono, sono come te – disse sorridendo – brava fan dei GD – dissi io – no! Pazze scatenate – mi rispose sorridendo – ecco! Pensai io – be oltre a questo ci scriviamo per raccontarci la giornata o per condividere foto – spiegai io. Sembrava interessata all’argomento. Così tanto che restò con me per un po’. Le feci vedere i componenti del gruppo, i vari concerti, le copertine degli album( ultimi tre) e le feci leggere alcune frasi scritte da qualche idiot – vedi mamma oltre a scambiarci foto o molte amiche/i in giro per il mondo e con loro parlo in inglese così spolvero il mio inglese che se no non userei mai – le dissi sorridendo. credo che per tutto il tempo che restò lì con me riuscì a convincersi che gli idiot non sono persone normali. Pensandoci bene neppure i nostri idoli sono delle persone tanto normali. Basta vedere le foto e qualche loro concerto. Vi devo dire la verità quando vedo le loro gesta su youtube ho pensato più di una volta che li manca qualche venerdi.. molte volte anche tutta la settimana. Ma poi pensi ma chi se ne frega! Ti fanno sognare con la loro musica e con i testi delle canzoni e diciamocela tutta attraggono non solo per la loro bellezza( questo devo scriverlo se no ST JIMMY mi picchia ) ma anche perché apparentemente sembrano normali, quando fanno i seri o magari quando dormono, ma quando fanno i cattivi ragazzi piacciono di più!!!!. credetemi io e mia madre non abbiamo mai avuto così tanto feeling come in questa occasione! L’unica raccomandazione che mi ha fatto è stata di non importunare le ragazze che seguo e mi seguono dato che sono ancora per la maggior parte minorenni. GLIELO DITE VOI CHE NON VI IMPORTUNO PERFAVORE????? Lei non ci crede ancora!!!! La lotta con il vicinato non è ancora finita. Nel giro di un giorno tutto il paese sapeva che io ascoltavo un gruppo di pazzi scatenati. Il nome per loro era ancora impronunciabile. Così ogni volta che andavo a prendere il pane o che passavo a piedi per la piazza mi fermavano per parlare un po’ e immancabilmente mi chiedevano di questo gruppo e del concerto. Un’altra cosa devo spiegarvi: quando abiti in un paese piccolo di seicento anime, veramente ci sono più animali che persone, la gente si auto proclama tua madre, non importa che tu abbia dieci anni o cento tutti sono autorizzati a darti consigli o a farti da madre. Sé poi tu non li segui questi consigli vanno dalla tua madre naturale e la informano di quello che fai. Vi sembrerà impossibile ma io amo questo paese! E la loro gente. Si sono autolesionista qualche volta. quando sei giovane passi tutta la sua adolescenza a cercare di non far sapere a nessuno quello che fai, specialmente ai genitori. Come va la scuola, sé hai un ragazzo, che cosa fai con quel ragazzo, sé sei ancora vergine, sé fumi, come passi il tuo tempo, sé sei diventata signorina ecc. ecc. sprechi tante energie per niente! Per tutti quei anni che poi quando ci pensi ti dci ma chi me lo ha fatto fare. potevo risparmiare quelle energie per altre cose. Il problema è che ti fermano con una scusa, magari chiedendoti di tua madre. Tu rispondi per educazione ma con la domanda successiva tu capisci che ormai sei in trappola. Sembrano delle persone simpatiche, dolce vecchiette innocue che piano piano si trasformano in lupi golosi di notizie che ti riguardano. Si fanno sempre più vicine, con i loro occhi furbi ma nello stesso tempo curiosi. Ti ipnotizzano e tu non riesci a liberarti. Ad ogni tua risposta, loro svelte non ti fanno un’altra domanda ma ti raccontano un pezzo della loro vita, vita che tu conosci a memoria ormai, e così ti obbligano ad ascoltare, poi senza nessun avviso ti bombardano con un’altra domanda. Tu cerchi di pensare a cosa dire, di troppo compromettente per te o per la tua famiglia ma loro ti continuano a guardare con i loro occhietti furbi e tu vai nel panico, alla fine per liberarti di loro, racconti la verità e loro soddisfatte ti lasciano andare. Tu in uno stato confusionale tra l’imbarazzo e disperazione ti ritrovi da sola in mezzo alla strada tutta sudata e pensi ok è andata anche questa volta. il tuo respiro diventa normale e smetti di sudare mentre ti guardi in giro assicurandoti che non ce ne sia un’altra nei paraggi. Il fatto è che non puoi neppure scherzare con loro. una volta ho detto che mia madre, nella casa nuova, ha messo in camera i letti separati, l’avrei fatto anche io, avere una padre che russa e scalcia di notte è un incubo. Bhe in paese si era sparsa la voce che i miei erano separati in casa! questo per dire che cosa.. quando tutto il paese ha saputo che andavo a Trieste per il concerto, DA SOLA.. apriti celo!!! Prima era colpa mia! Perché andava da sola in giro senza il mio moroso, neppure che andassi in un altro continente. E che stavo via due giorni. Andavo a sentire un gruppo che a detta di tutti suonavano musica satanica. Poi era colpa del mio moroso che mi permetteva di andare DA SOLA fino a Trieste ad un concerto, stare via due giorni a sentire un gruppo che a detta di tutti faceva musica satanica. ALLORA!!!!! Spiega tu a chi non vuole capire che ho trentacinque anni e che posso fare quello che voglio!! Per sentirmi rispondere.. a mia cara alla tua età io avevo già un marito, una casa e tre figli!!! Così ho iniziato la “cura” Erica conta fino a dieci prima di parlare. Ma non sono mai stata brava a in matematica! Io ce la mettevo tutta, ve lo giuro ma non riuscivo ad arrivare fino al cinque, scoppiavo prima. Poi ovviamente non venivano a lamentarsi con me. NO andavano da mia madre! E giù a litigare anche con quella. Così ho fatto la prova del nove. Alla mattina mi alzavo, facevo colazione aprivo casa e invece di accendere lo stereo mettevo le cuffie e accendevo l’mp3, non fu una bella idea perché non riesco a non cantare quando ascolto musica, così i miei vicini invece di sentire il cd originale sentiva me cantare! O nulla da dire ho fatto tre anni di coro alle medie e ho cantato anche nel coro della chiesa. A detta di molti ho una voce bella, rovinata dal fumo, ma il problema era che hai miei vicini probabilmente arrivava la mia voce confusa, quasi come un lamento così una mattina mi ritrovai davanti alla porta mezza via preoccupata che mi fossi sentita male! ma non fu l’unica volta, di figure di merda ne ho collezionate molte, come una mattina di tempo fa, io a casa intenta a stirare, con le cuffie nelle orecchie e il ferro da stiro in mano, ascoltavo American Idiot e ovviamente cantavo. Avevo la porta secondaria aperta. Penso come tutte anche io non riesco a stare ferma oltre che con la bocca anche con le mani e con il corpo, quando mettevo giù il ferro per girare la camicia, facevo il verso a Cool bhe, io non so da quanto tempo fosse lì a guardarmi ma quando mi sono girata verso la porta ho incrociato lo sguardo del mio moroso, all’epoca eravamo da poco insieme e lui non aveva ancora del tutto chiaro il concetto di persona non del tutto normale , penso che quella mattina lo avesse capito. Io ero stata chiara la prima volta che siamo usciti insieme gli avevo detto che ero un po’ pazza! Ma non glielo avevo mai fatto vedere così chiaramente! Ovviamente le prime volte, quando conosci una persona cerchi di contenerti per non far conoscere troppo di te. Più che altro era la paura di essere troppo effervescente per una persona più grande di te ! io avevo messo le cose in chiaro subito con lui, gli avevo detto che ero una ragazza fuori dal normale ma mi ero ripromessa di farglielo scoprire un po’ alla volta. quella mattina era in piedi sulla porta, non sapevo sé avesse visto lo show dall’inizio alla fine ma dal suo sguardo capii che era leggermente sconvolto. Di solito lui è una persona posata e pensa mille volte prima di agire, mentre io sono più istintiva. Io ero ferma con in una mano la camicia e nell’altra il ferro da stiro. Lo guardavo terrorizzata. Ecco adesso si gira e mi molla! Pensai ancora con le cuffie nelle orecchie, misi il ferro e la camicia al loro posto e senza togliere lo sguardo dal mio moroso mi tolsi le cuffie dalle orecchie cercando di fare una faccia tranquilla, lui si avvicinò a me serio. Io ero seria. Lui continuava a guardarmi. Si sedette sulla sedia davanti a me e tranquillamente mi disse – mi avevi detto che avevi una bella voce, sembravi una gallina che le stanno tirando il collo – poi si mise a ridere. credetemi persi tutte le forze che avevo in corpo. Non capii sé fossi rimasta male per la sua reazione tranquilla o per la sua battuta! Non mi sarei aspettata da lui una risposta del genere, non perché pensassi che era vecchio e quindi non reattivo. Pensavo che vedere la ragazza con cui usciva, da sola a casa che si dimenasse come un’ossessa mentre stirava per lui fosse troppo trasgressivo, invece mi stupì, cambiai subito espressione, gli feci capire che ero falsamente arrabbiata e gli feci la linguaccia. Be adesso alla soglia dei tre anni insieme lui ha capito che io non sono normale e io ho capito di lui che non gli piacciono i GD da quello che dice lui, poi quando li passano per radio è tutto un movimento di mani e bacino! Io e mio fratello non abbiamo molte cose in comune. Per la differenza di sesso e di età! Ma una cosa ci piace fare ed è ascoltare la musica e suonare. Lui ha imparato di tutto, quando era a scuola ha imparato a suonare il piano e faceva le prove con l’organo della chiesa, lo chiamano ancora quando hanno bisogno, la sua passione la trasmessa a me. Mi ha insegnato a suonare il piano e la chitarra, lui è più bravo sa suonare tutte e tre più il basso. Io solo quella classica. Molto tempo fa quando io ero da poco maggiorenne, mi prese un sabato e mi portò alle prove con lui in chiesa, quella volta oltre a fare pratica con la chitarra ero anche nel coro della chiesa, arrivammo per primi. C’era solo il prete, un prete all’antica per capirci un po’ come Don Camillo, poche parole e tanti ceffoni! Salutammo l’uomo che era in sacrestia chiedendogli di poter iniziare a provare le musiche senza il coro – certo ragazzi – disse l’uomo – ma mi raccomando comportatevi bene che ci sono le confessioni – aggiunse guardandoci intensamente. Lo salutammo promettendogli di essere bravi. Salimmo nel coro e lui si sedette sullo sgabello davanti alla grande tastiera del piano forte. Io mi posizionai vicino a lui, presi la chitarra in mano e passai le dita sulle corde per vedere sé era accordata – ok Erica ripassiamo la lezione – mi disse lui sorridendo. mio fratello mi insegnò a suonare direttamente con lo spartito in mano. Io le teoria la sapevo già, anche perché avevo letto tutti i libri di chitarra che mio fratello avevo preso per sé, in più avevo tirato giù da internet alcune canzoni che mi piacevano e avevo iniziato a suonarle da sola. Le canzoni di chiesa invece erano più difficili, perché dovevo stare al passo con l’organo, dovevo stare attenta a dove mettevo le mani e a quello che faceva l’organo. Cominciammo a suonare. Musiche lente, monotone con note lunghe e tristi mentre si sentiva gente che apriva le porte per entrare. Le suole delle scarpe lisce del prete facevano uno strano scricchiolio sul pavimento appena lucidato quando uscì dalla sacrestia. Attraversò l’altare e si chiuse in nel confessionale. Io seduta sul banco e con mio fratello accanto, mi stavo addormentando. Quella canzone la sapevo a memoria, molte volte l’avevo eseguita a casa. lo guardai disperata. Lui mi fece un cenno con il capo di passare direttamente alla sequenza finale. Finimmo insieme. lui mi guardò soddisfatto, mi fece cenno di aspettare. Mentre guardava gli spartiti sopra la tastiera, girava i fogli cercando la canzone giusta. Io guardai la chitarra e posizionai le mani sulle corde. Gli spartiti che avevo tirato giù da internet erano alcuni del liga altri di vasco e alcuni dei GD. In quel periodo stavo imparando SHE . mi venne naturale posizionare le dita sulle corde giuste, mentre con l’altra pizzicavo le corde. Il suono venne fuori da solo io ero rapita dalla musica feci un bel pezzo di canzone quando mi accorsi che mio fratello di guardava con occhi di fuoco – be che cosa c’è non so solo questa – dissi abbassando gli occhi sulla chitarra era pronta per stupirlo iniziai a suonare TIME OF YOUR LIFE quella la feci tutta, inciampando qualche volta, non la sapevo ancora bene. Quando smisi di suonare alzai gli occhi verso di lui, stava ridendo. Alzò un sopracciglio e subito dopo attaccò con una canzone Novembrer rain dei GANS suonata con l’organo non era la stessa cosa ma rendeva l’idea. io gli risposi con una canzone di Ligabue, l’odore del sesso ,mi guardava con gli occhietti da furbetto e rideva con quella faccia da idiota, mi sparò una canzone dei queen uccidendomi, non avevo nulla per poter rimbeccare – hei voi! Vi ricordo che siamo in chiesa! – una voce stava tuonando dietro l’altare, era il custode della chiesa. Aveva le mani sui fianchi. Ci guardava con uno sguardo scuro. – mi scusi – dissi io intimorita, guardando anche mio fratello. Che stava guardando l’uomo senza nessun fastidio. Ricominciammo a suonare le canzoni che avevamo deciso di suonare. Mentre le ragazze del coro stavano prendendo posto accanto a noi. Ci salutarono tutte incominciando a fare sul serio, senza nessuna distrazione. Un’ora dopo eravamo tutti fuori. Io e Fabio restammo più tempo per mettere via gli spartiti e la chitarra. quando stavamo per andare via, una mano grande si posò sulla mia spalla fermandomi di colpo e girandomi verso mio fratello mi accorsi che era immobile anche lui – allora facciamo del rock in chiesa?- tuonò una voce. Tutti e due ci girammo verso la figura dietro di noi. Era il prete. Chiudemmo gli occhi d’istinto, eravamo sicuri d ricevere uno schiaffo ma non successe nulla aprimmo gli occhi e incredibilmente lui stava sorridendo. ne fummo stupiti – che cosa credete che sia troppo vecchio per il rock?- noi facemmo un cenno veloce con la testa – ha volevo ben dire – aggiunse lasciandoci andare – ho a che fare con molti giovani e mi capita di sentire le canzoni che loro ascoltano e devo dire che sono orecchiabili e voi due siete molto bravi –intervenne sorridendo – bene potete tornare a casa – aggiunse dandoci una piccola spinta verso l’uscita. Io e Fabio uscimmo dalla chiesa di corsa e ci fermammo solo una volta arrivati a casa. stanchi e senza fiato toccammo la porta d’ingresso, piegandoci in avanti per la fatica. Io mi sedetti sulla soglia e appoggiai la schiena sulla porta ma non trovai il legno che dietro di me, caddi all’indietro alzai la testa all’indietro e vidi delle gambe e delle braccia – siete tornati bene – disse la voce di mia madre – la cena è pronta – aggiunse poi. andammo a lavarci e ci sedemmo a tavola. Eravamo tutti insieme, cosa rara per la nostra famiglia. Quando si mangiava si guardava la tv, cosa sbagliata ma di solito vediamo tutti insieme un quiz così partecipiamo tutti insieme. – siete andati a provare in chiesa oggi – non era una domanda ma una affermazione. Io e Fabio ci siamo guardati – si abbiamo provato con il coro – dissi io tranquilla – a bene perché sembrava un concerto rock – disse alzando gli occhi verso mia madre. Ormai rassegnata – che cosa hanno fatto?- chiese guardando me e mio fratello – hanno preso la chiesa per uno stadio – intervenne mio padre – abbiamo suonato solo delle canzoni, non ci siamo mica scatenati sull’altare!- dissi io – infatti e eravate molto bravi – aggiunse mio padre sorridendo – il don che cosa vi ha detto? – chiese mia madre ancora sconvolta – che siamo molto bravi –dissi io con orgoglio!. Tutti si misero a ridere. era passata! Senza arrabbiature ne punizioni! Evviva
   
 
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