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Autore: Sai Sama    11/11/2007    7 recensioni
Ok devo essere impazzita, o meglio, devo essere impazzita del tutto. Ho scritto una ff etero, e già questo è grave, perdipiù una in cui Potter è sposato con Ginny(che io non posso vedere) e come amante ha Pansy. Va bhe che altro dire, è ispirata all'omonima canzone dei Pooh, e vi pregherei di leggerla e lasciarmi qualche commentino per dirmi se mi devo ricoverare o posso continuare a latitare qui.
Genere: Romantico, Triste, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'altra donna

L'altra donna

 

POV Harry

 

Ti guardo ancora addormentata, le eleganti lenzuola blu scuro ti sono ricadute via dal petto e ti coprono appena i fianchi, mentre la luce della luna illumina d'argento la pelle candida.

Il tuo viso è rilassato nel sonno, le labbra rosse che fino a poco fa ho baciato e vezzeggiato sono rilassate e serene, nel sonno hai perso quell'espressione maliziosa che tanto amo in te.

Ma va bene così, sei bellissima comunque, il tuo viso adesso sembra quello di una bambina, puro, il viso di chi non ha problemi, ma tu ne hai vero?

Ne hai a causa mia…

A causa mia piangi e ti disperi perché…

Perché tu sei l'altra donna Pansy.

 

È ancora tutto all'aria da ieri sera,
è più comodo in albergo,
paghi il conto e te ne vai;
ma in certe cose tu ci credi ancora,
far l'amore nel tuo letto,
prepararmi il tuo caffè;
è poi mi lasci andare via, quando è ora,
perché ognuno ha la sua vita,
e la mia non è con te.

Quante volte ti avrò detto che è meglio andare in un albergo?

Senza lasciare tracce, senza lenzuola che profumano di noi e che dovrai lavare.

Con meno ricordi dolorosi per te.

Ma tu hai sempre voluto fare di testa tua, hai detto che gli hotel erano squallidi e così da allora siamo venuti a casa tua, perché tu volevi fare l'amore nel tuo letto, nelle tue lenzuola.

Non ho mai capito se è perché sei una all'antica oppure perché sei masochista, quando vieni a togliere le lenzuola per lavarle, quando metti via le tazzine e i piatti di una colazione furtiva…non ti fa più male dentro?

Ma come sempre non posso dirti di no, e così eccomi qui un'altra notte, e sarò qui un'altra notte, e un'altra e un'altra ancora.

E quando pensi che non ti veda, quando sono in bagno prima di andarmene, prima che tu mi lasci andare, coscienziosa, versi qualche lacrima nell'acqua del lavandino.

Ma io ti vedo e mi si stringe il cuore, perché so di dover andare via, perché so che ognuno ha la sua vita, e la tua non è con me.

 

Sei l'altra donna,
la libertà,
quella che sa e non può dir niente,
quella che all'alba rimane sola,
e che non può mai lasciare impronte,
con me non puoi cercare casa,
o uscire insieme a far la spesa,
sei l'altra donna,
quella importante,
quella che ha tutto e non ha niente, di me

 

Ti guardo ora, e penso che tra un po’ dovrò andarmene via, e mi rendo conto come ogni altra volta, che qui lascio la mia libertà, la mia felicità, il mio amore.

E una volta in più ringrazio il tuo coraggio, perché sei tu quella che la mattina rimane sola, quella che deve restare nascosta, quella che non può festeggiare il suo compleanno con l'uomo che ama, perché sei tu quella che deve stare attenta a non lasciare segni da nessuna parte.

Soffri anche per le cose piccole, come il non poter uscire a fare una passeggiata nel parco, o andare a fare la spesa insieme, lo so anche se non me lo dici.

Soffri per dover nascondere un amore al mondo, un amore che non ha nulla di sbagliato, ma per il quale hai rinunciato alla luce del sole.

Ti scosto una ciocca di capelli dagli occhi, coraggiosa e testarda bambina mia, mia gioia, mia libertà.

 

Mio figlio è un'altra storia, un altro amore,
tu non puoi partecipare, Dio lo sa se io vorrei.
Tu in macchina con me non puoi fumare,
mozziconi col rossetto. parlerebbero di te;
ma in fondo tu che colpa hai del mio cuore,
delle ore che mi manchi, dei problemi che mi dai.

 

Ora non vedo quell'ambra di dolore che copre i tuoi occhi, a volte, quando ti parlo dell'altro mio amore, mio figlio.

Sono egoista lo so, ti ferisco una volta in più, so che vorresti partecipare a quel calore familiare ma non puoi, eppure io ti parlo di lui, di quanto sia bravo a basket o dei suoi ottimi voti a scuola, e tu sforzi un sorriso per non vedermi infelice.

Non lo vedo ora, quella torsione delle labbra, dettata da furia gelida quando ti ricordo che non puoi fumare nella mia macchina, se Ginny vedesse delle sigarette con del rossetto sarebbe tutto finito.

Sta cercando prove, lo so, me lo sento, prove di me e te, l'altra donna, e io dovrei essere più cauto e invece più spesso di prima trovo scuse sempre più stupide per venire qui da te, a rifugiarmi nel tuo calore, a cercare protezione nelle tue braccia, a cercare l'oblio per una vita che odio.

Ma a te non dico queste cose, soffri già troppo e non hai colpa per il mio cuore egoista o per i miei problemi.

Però sei colpevole.

Sei colpevole di avermi incantato talmente tanto che mi manchi ogni minuto, ogni secondo, ogni ora che non sono qui accanto a te, su questo letto blu notte.

 

Sei l'altra donna,
la libertà,
quella che sa perché ritorno,
e quanta pace tu mi sai dare,
io dirò tutto a lei un giorno,
faremo insieme un'altra casa,
io e te che siamo un'altra cosa.
Io e te che siamo la stessa cosa,
faremo insieme la nostra casa;
prima dell'alba c'è ancora un'ora,
stringimi forte e sogna ancora,
di noi.

 

Ti muovi nel sonno e mi stringi, sul viso disegnata un'espressione preoccupata, quasi sentissi che l'alba è vicino, ma manca ancora un'ora, allora abbracciami, rasserenati e sogna ancora di noi.

Sogna almeno tu, mentre io ti faccio a mente promesse che non manterrò, ma che servono a farmi sentire meglio, e chissà che un giorno non trovi il coraggio di mantenerle davvero.

Ti prometto, a te che sei la mia libertà, la mia pace, la mia meta finale, che un giorno lo dirò a Ginny, le dirò che amo la più bella serpeverde che abbia mai camminato per i corridoi di Hogwarts, le dirò che voglio il divorzio.

E io e te, amore mio, ci cercheremo un'altra casa, come hai sempre voluto, sai…li ho visti quei cataloghi nascosti sotto al divano, tutti quegli annunci cerchiati in rosso, tutte villette a due piani, tutte case per una famiglia.

E un'alba quando ti sveglierai non saremo più su questo letto blu notte, Pansy, saremo in un grande letto a baldacchino e quando guarderemo insieme l'alba fuori dalla finestra non vedremo più le strade del centro, come ora, ma vedremo il nostro giardinetto, con tutte le aiuole colorate che vorrai.

Ma nel frattempo l'alba si avvicina sempre di più e io devo andare, devo tornare da mia moglie, da mio figlio, ma mi mancherai dal momento che varcherò quella soglia per andarmene a quando tornerò qui.

Perché tu sei l'altra donna.

 

   
 
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