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01.
Tradimento |
02.
Quotidianità |
03.
Rabbia |
04.
Non corrisposto |
05.
Litigio |
06.
Incidente |
07.
Fotografia |
08.
Stupro |
09.
Depressione |
10.
Viaggio |
COMPLETATE: 10/10 |
Cap.5
Amori di sangue
01.Tradimento
[Bulimia II°]
“Non
lo hai ancora capito? Ti ha tradito. Chissà
quante altre volte lo farà, cicciona”
sussurrò la mora dall’altra parte dello
specchio. Si portò le mani tozze alla bocca e
ridacchiò, socchiudendo gli
occhi.
Pan
deglutì, gli occhi le divennero rossi e
singhiozzò. Aprì la bocca, conficcò il
manico dello spazzolino in gola e vomitò.
Rabbrividì, il suo battito cardiaco accelerò e le
lacrime le rigarono le
guance. Mise la mano sporca sotto il getto dell’acqua e
ansimò, sentiva le
narici bruciare. Alzò il capo e guardò
l’altra giovane, quest’ultima si portò
un pasticcino alle labbra, lo morse e della crema rosa le
colò lungo la
guancia. Si leccò le labbra, si portò la lingua
all’interno, passandola contro
il dente scheggiato e giallastro, sporco di crema al cioccolato.
“Lui
non mi tradirebbe mai, mi ama” balbettò Pan.
L’altra
scoppiò a ridere e scosse il capo.
“Quanto
sei stupida, lo sai che nessun uomo potrebbe
mai volerti, soprattutto uno bello e bastardo come Trunks!”
le rinfacciò.
02.
Quotidianità
<
Sarà da solo? > rifletté la
donna. Si
sollevò gli occhiali, sospirò e strinse ai seni
le carpette. Spinse con il
fianco la porta socchiusa, si girò ed entrò.
Avanzò, sentiva le gambe strette
dalla gonna, le calze le arrossavano la pelle facendola prudere.
Trunks
alzò il capo, accavallò le gambe e sorrise,
appoggiando le mani sui braccioli della poltrona. I lunghi capelli
color
glicine gli arrivavano ai glutei e sul capo, sopra i capelli, teneva
gli
occhiali da vista.
“Buongiorno,
signor Briefs” sussurrò la segretaria.
Lui
le sorrise, lei arrossì, sentì il cuore aumentare
i battiti e le orecchie infiammarsi.
<
La amo, signor Briefs > pensò. Appoggiò le
carpette sulla scrivania.
“Ecco
le sue pratiche” sancì.
Trunks
annuì, lei si voltò e uscì dalla
porta. Si
chiuse l’uscio alle spalle, udì i cardini cigolare.
“Tutti
i giorni la stessa quotidianità”
sussurrò. Si
appoggiò alla porta dell’ufficio, si
girò e sospirò. Sentì il fischio di un
treno e sorrise.
<
Da bambina sognavo di prenderlo il treno > rifletté.
Si avvicinò alla finestra aperta, salì sul
cornicione, il vento faceva muovere
le tendine bianche.
“Magari
questo spezzerà la quotidianità”
sussurrò.
Fece
un altro passo e si gettò nel vuoto.
03.
Rabbia
Vegeta
socchiuse gli occhi, allungò le gambe sulla
balaustra di ferro e appoggiò la testa contro il muro crema
della Capsule
corporation.
Il
vento gli mosse i corti capelli neri, si appoggiò
la sigaretta alle labbra, i baffi gli solleticarono le dita.
Inspirò, sentì il
sapore del tabacco e tossì. Ringhiò,
sputò la sigaretta, facendola cadere di
sotto, e incrociò le braccia al petto.
“Quell’idiota
di mio figlio è morto di cancro per cosa?
Faceva anche schifo quella porcheria” ringhiò. Le
iridi nere gli divennero
verde-acqua e i capelli gli si tinsero d’oro.
<
Un cancro ai polmoni, come la madre > pensò.
“Stupidi
umani e ancor più idiota lui ad essere
imbecille come loro” ruggì.
04.
Non corrisposto
Pan
sorrise, si sporse sulle punte, incrociò le
braccia dietro la schiena e alzò il capo. Le guance le si
arrossarono, gli
occhi neri erano liquidi e si leccò le labbra, sentendole
secche.
“Ehy,
piccola, come mai sei di così buon umore?”
domandò Trunks. Le accarezzò il capo, Son chiuse
gli occhi e piegò di lato il
capo.
“Perché
ho deciso di chiedertelo!” annunciò. Chiuse un
pugno e lo sbatté sul palmo aperto dell’altra mano.
“Vuoi
essere il mio fidanzato?” chiese con voce
trillante.
Trunks
sgranò gli occhi, arrossì e
ridacchiò. Si sporse in avanti, le baciò la punta
del naso, facendola
arrossire, e le s’inginocchiò davanti.
L’abbracciò, le sorrise e i suoi occhi
azzurri si fecero liquidi.
“Sì,
ho sempre desiderato tu me lo
chiedessi” sussurrò con voce gentile.
“Assolutamente
no, sei solo una bambina” ringhiò con
voce roca Biriefs. Scosse il capo, sollevò le spalle e si
voltò,
allontanandosi.
“Prima
cresci, bimbetta”. Concluse, spiccando il volo.
05.
Litigio
Tenshinhan
raggiunse la moglie con uno schiaffo, la
donna ricadde di lato.
Il
figlio lanciò un grido, si nascose la gemella
dietro di lui.
Il
guerriero dai tre occhi ringhiò, raggiunse la donna
dai capelli blu con un calcio al fianco.
Lunch
gemette, un altro calcio la raggiunse e le
costole scricchiolarono.
Il
monaco gridò, si voltò e sputò.
“Cazzo,
avrei dovuto continuare ad allenarmi, invece
di mettere su una maledetta famiglia! Mi fate solo perdere tempo, mi
sviate
dagli allenam…”.
Lunch
starnutì, i capelli le divennero biondi, sfilò
la pistola dalla cintola e sparò.
I
figli strillarono, un rivolo di sangue colò dal buco
aperto dalla pallottola nel cranio nell’allievo del genio
della gru.
“Va
all’inferno” ringhiò la moglie,
guardando il
cadavere del marito cadere in avanti.
06.
Incidente
Doroty
premette sull’acceleratore della macchina,
stringendo il volante. Sbuffò, il collo le doleva e sentiva
le tempie pulsare.
“Oggi
all’università è stata una vera
noia” borbottò.
Tolse il piede dall’acceleratore, premette la frizione e
cambiò marcia,
svoltando a sinistra. Sgranò gli occhi, vedendo un
agglomerato rosa al centro
della strada, premette il freno e la macchina si arrestò.
Ricadde in avanti,
gemette, la cintura di sicurezza le graffiò il petto e i
seni le sbatterono
contro il volante.
Udì
la risata di Majinbu, un raggio rosa la investì.
La
macchina e in conducente si trasformarono in una
rotonda caramella grigia che il demone inghiottì in un
boccone insieme a
un’altra trentina di dolci sferette di altri colori.
07.
Fotografia
Valentina
si portò la cioccolata alle labbra, la
masticò, le labbra le si sporcarono di cacao.
Sollevò lo sguardo, la fotografia
ingiallita era sporca di sangue al centro.
La
ragazza scoppiò a ridere, si voltò e mosse il
capo
a destra e a sinistra.
“Ancora
non ti ricordi di me? Uscivamo insieme prima
che quella gallina di Valese ti portasse via da me!”
trillò.
Goten
deglutì, il viso pallido era ricoperto di
sudore. Il sangue scendeva dalla pelle del collo graffiata dal collare
che
indossava, le catene di luce violetta che gli tenevano polsi e caviglie
brillarono illuminando la stanza scura.
“Che
razza di mostro sei?” biascicò.
Lei
ridacchiò più forte, sgranò gli occhi
e saltellò
sul posto.
“Il
mago Bubidy mi ha promesso che entro un mese mi
amerai e torneremo ad adorarci, come in quella foto!”
urlò con voce stridula la
giovane.
08.
Violenza
Baby-Vegeta
gli passò la mano sotto la gamba
alzandola, Goku premette i gomiti sull'asciugamano, affondandoli nella
sabbia,
e gemette piegando il capo all'indietro.
Baby-Vegeta
strinse le labbra attorno al cubetto di
ghiaccio, scese, passandoglielo sugli addominali a tartaruga.
Goku
tremò, chiuse gli occhi e divaricò le gambe,
alzando il bacino; la stoffa del costume sfregò contro gli
addominali scuri del
principe posseduto, rendendo umida la cute sudata.
Baby-Vegeta
arrivò al costume, passò il cubetto
sull'erezione di Goku e premette, Son gemette più forte
inarcandosi.
“No,
non voglio” biascicò.
Baby-Vegeta gl’infilò
la mano sotto i glutei, li
accarezzò e premette sull’attaccatura della coda,
facendo mugolare più forte
Son.
09.
Depressione
“Esprimersi
in maniera precisa e chiara comporta
parecchi sacrifici. L’ispirazione non è tutto,
serve anche l’utilizzo
dell’emisfero razionale della nostra mente,
perciò, prima di scrivere,
ragionate” sussurrò Videl. Chiuso il libro di
testo di grammatica e lo spinse
in avanti fino al bordo del ripiano. Sospirò, si tolse gli
occhiali e li
appoggiò sulla cattedra. Incrociò le braccia, le
appoggiò sul legno freddo e
chinò in avanti il capo. Strinse gli occhi, il battito
cardiaco le decelerò e
sentì una serie di fitte al petto. Udì la porta
scattare, sollevò la testa e
socchiuse gli occhi, le iridi azzurre erano liquide.
“Professoressa
Son, dovremmo chiudere la scuola. Non
vorrà rimanere chiusa dentro” disse la bidella.
La
donna sorrise con un angolo della bocca e le rughe
le ricoprirono il volto.
“Chiuda
pure, uscirò dalla finestra” biascicò.
<
Tanto senza Gohan a casa ad aspettarmi, non vale
la pena di tornarci >.
10.
Viaggio [Mirai Trunks].
Il
ragazzino gemette, dimenò le gambe e rabbrividì.
Le
teste appese sul soffitto della macchina oscillavano, una gli
passò accanto al
ventre nudo.
Il
giovinetto gemette, si dimenò, le corde di ferro
che lo tenevano legato gli ferirono la pelle pallida, il sangue rosso
colò
macchiando il sedile. Un ciuffo glicine finì davanti
all’occhio di Trunks, la
testa essiccata di Junior gli sfiorò il capo.
Il
bambino sollevò lo sguardo, i suoi occhi azzurri
tendevano al bianco. C17 cambiò marcia, Briefs
sentì risuonare nelle orecchie
il rombo del motore.
C18
si voltò, socchiuse gli occhi color ghiaccio e
ghignò.
“Goditi
il viaggio, pupazzetto” sussurrò gelida.