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Autore: PeterJRaf    23/04/2013    5 recensioni
La vita è davvero imprevedibile.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3° Capitolo

All'improvviso mia madre entrò nella mia stanza mentre ascoltavo delle canzoni dal mio Mp3.
Mi tolsi entrambe le cuffiette, vidi posare delle magliette appena stirate sulla sedia affianco la porta. Sospirai, cercando di inventare velocemente una bugia abbastanza credibile per quella sera.
B:Mamma, stasera devo uscire.
M:Dove vai e con chi.
B:Con Lea, fanno una festa in spiaggia.
M:A che ora ritorni?
B:Ma come sei stressante, vuoi sapere proprio tutto.
Rimase muta con le braccia conserte e mi fece il solito sguardo che indicava ''Dimmelo altrimenti non vai da nessuna parte''
B:A m-mezzanotte, vado a dormire a casa di Lea -dissi velocemente.
M:Bene, domani ritorna prima di pranzo perchè usciamo a fare un pò di shopping.
Sorrisi, finalmente mamma mi avrebbe comprato le vans che tanto desideravo; sparì oltre la porta dopo avermi consegnato la paghetta settimanale. Velocemente presi il mio cellulare, composi il numero della mia migliore amica e poi premetti il tasto verde. 
L:Si?
B:Sono Neve.
L:Ciao amore, tua madre ti fa venire?
B:Ho detto che vengo a dormire da te.
L:Bugia perfetta. Vestiti con abiti femminili, mi raccomando.
B:Mi devo mettere il costume?
L:Certo, ora stacco stavo finendo di leggere un capitolo.
B:Ci sentiamo stasera. 
L:Ciao.
Mi distesi sul letto osservando il soffitto bianco, sbuffai di nuovo e decisi di rimanere lì.  
-19.30-
Mi svegliai di colpo e completamente, come se qualcuno mi avesse urlato in un orecchio. Ricordandomi della festa rivolsi un veloce guardo all'orologio. 
B:MERDA!MERDA!MERDA!
Lea odiava arrivare alle feste in ritardo quindi se non volevo ritrovarmi morta dovevo muovere il culo.
Presi da un cassetto un nuovo costume che mamma mi comprò la settimana scorsa, nero con i contorti argentati poi un vestitino stretto, corto e tinto del colore della notte con un paio di stivali. 
Mi avviai in bagno, mi misi un sottilissimo strato di trucco e mi attaccai i capelli in una coda di cavallo. Presi la borsa, ci misi un pò di soldi, un'asciugamano e una torcia. Rivolsi un ultimo sguardo all'orologio sul mio comodino prima di allontanarmi dalla mia camera.
Presi il cellulare in mano e notai una chiamata persa, salutai di corsa mia madre e raggiunsi la macchina di Lea dall'altra parte del marciapiede. 
L:Finalmente ce l'hai fatta.
B:Scusami, mi sono addormentata. 
L:Salta su.
Feci come mi disse, alzammo il volto al cielo e, nello stesso momento, urlammo brevi termini indecifrabili.
-20.45-
B:Madonna, quante persone che ci sono.
Sulla spiaggia, quella sera, c'erano davvero tantissime persone, quasi tutta la scuola e altre persone a me sconosciute. 
Al centro c'erano due-tre casse gigante e affianco il dj intento a cambiare un cd, vicino le macchine dei ''popolari'' c'erano i grossi barili di birra. 
Mi sentii un pesce fuor d'acqua fin da subito, poche volte mi capitava di partecipare a feste del genere; Lea mi diedi un pugno affettivo sulla spalla e mi prese la mano trascinandomi verso due ragazzi.
L:Buonasera, lei è la mia migliore amica: Biancaneve.
Un ragazzo mi salutò baciandomi la mano.
B:Ehm, piacere.
Sentii le mie guance farsi rosse.
L:Lui è Alan -indicando il ragazzo che mi salutò per prima.
L:E Damon.
Ci stringemmo, come tutte le persone fanno, la mano.
B:Lea mi ha raccontato molte cose su di te.
D:Spero che siano tutte cose carine.
B:Super carine.
Io e Lea ci scambiammo un piccolo sorriso.
A:Vi porto qualcosa da bere?
B:Vengo con te.
Ci avviammo verso i barili pieni di birra, così grandi capaci di durare tutta la sera. Presi quattro bicchieri e incominciai a riempirli.
A:Parlami di te.
B:Cosa dovrei dirti?
Mi mordicchiai il labbro inferiore.
A:Per iniziare, perchè ti chiami così?
B:Mia madre, lei è una ragazza madre. 
Feci una piccola pausa.
B:Era il suo cartone preferito.
A:Wow, ti rende unica il tuo nome secondo me.
I nostri sguardi si incrociarono e in quel momento notai la bellezza dei suoi occhi verdi. 
B:Ho f-finito, raggiungiamo gli altri.
Portammo due bicchieri ciascuno, stavamo quasi per raggiungere la ''coppia'' quando un ragazzo mi venne addosso.
?:Scusam..oh Neve.
Mi guardai la macchia sul vestitino, dopo pochi secondi alzai lo sguardo guardando l'individuo davanti a me con disprezzo.
B:Che stronzo, ora come faccio?!
Peter si guardò intorno, mordendosi il labbro superiore.
P:Togliti il vestitino.
Lo spintonai, facendolo quasi cadere a terra. 
P:La bimba è arrabbiata.
Mi ero scocciata del suo comportamento, stavo per scoppiare, sentivo l'odio percorrermi tutto il corpo.
Presi i bicchieri che stava mantenendo Alan e versai la birra sui capelli di Peter.
P:Come ti sei permessa?
B:Mi sono permessa e come almeno così finisci di rompermi.
Presi per mano ad Alan e lo portai in un luogo più isolato.
A:Perchè siamo qui?
B:Non farti strane idee, devo solo cambiarmi. Girati.
Quando fece come gli dissi mi tolsi il vestitino e dopo averlo piegato lo posai nella borsa.
B:Merda mi sono dimenticata la cambiata.
Vidi Alan girarsi, fischiò facendomi avvampare le guance. 
B:AAh, girati. Ho vergogna.
Alan, mi venne vicino. Posò le sue mani sui miei fianchi. Mi baciò e, come succedeva sempre, non sentii un gran che.
Fece scivolare le sue mani fino al pezzo di sopra del costume e mi accorsi che me lo stava sfilando.
Mi allontanai guardandomi velocemente attorno vedendo se c'era qualcuno ma maledii me stessa di essermi allontanata troppo dal luogo della festa. C'eravamo solo io e lui, per mia sfortuna. Lo guardai per una frazione di secondo e dalla sua espressione capii che non aveva buone intenzioni.
B:Ehm, non voglio farlo.
Mi venne di nuovo vicino, forzandomi a stare tra le sue braccia.
A:Shh, sarà una cosa veloce.
B:Lasciami.
Ebbi un tuffo al cuore, per un folle momento mi immaginai in lacrime per terra, tra le foglie del bosco implorandolo di non andare oltre. Scossi il capo ritornando alla realtà, il mio istinto mi disse di tirargli un ginocchiata nell'inguine e così feci, fortunatamente si piegò leggermente in avanti allentando la presa. 
Corsi verso il bosco, dopo la festa in spiaggia tutti quelli che frequentavano la mia scuola avrebbero passato la notte là quindi avevo intenzione di raggiungerla e di trovare qualcosa da mettermi.  
Vidi, tra gli alberi, delle luci accese. Accelerai a correre, non sapevo se mi stesse rincorrendo o se fosse rimasto in spiaggia. Scossi la testa, non volevo saperlo. Avevo paura di girarmi e di scoprirlo.
Arrivai davanti la porta tanto attesa, oltrepassai frettolosamente la soglia. 
Mi sedetti sul divano presente nella sala da pranzo, mi strinsi la testa fra le mani e abbassai il volto fissando le mie ginocchia nude.
Incominciai a respirare profondamente provando a buttare fuori la paura.
?:Che ci fai qua?


 -Spero vi piaccia, fatemi sapre cosa ne pensate attraverso una recensione. Love y'all.  
  
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