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Autore: The_Guardian    24/04/2013    0 recensioni
A volte qualcosa non appare per quello che sembra. E’ il caso di una ragazza, Clare, che decide di andarsene dalla città in cui vive per seguire il suo sogno di laurearsi: Lazyer sembra perfetta, ma proprio quando tutto sembra filare liscio accade un fatto che segnerà per sempre la vita della ragazza. Senza accorgersene entrerà in un gorgo da cui non sarà più in grado di uscire e soprattutto dal quale non vorrà uscire, ma sebbene il Cuore tenti di redimere la Ragione, quest’ultima qualche volta vince la battaglia contro il Cuore e prende il sopravvento.
Una guerra che infuria da tempo immemore fra gli abitanti ignari; uno sfrenato desiderio di potere ed un’affettività che deve essere evitata. Gang, lotte, droghe, complotti, fumo, violenze…
Gangs si offre a voi: sarete capaci di uscire dal gorgo?
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Prologo

 Carl correva lungo la via che portava all’entrata del podere. Teneva per mano Alicia. Non l’aveva mai lasciata sin dall’inizio della battaglia. Dopo l’ultimo attacco al podere Silver aveva rafforzato la sua armata ed ora i suoi seguaci non ammontavano più a poche centinaia, ma a migliaia. I Cavalieri Cromati avevano sempre voluto mettere le grinfie sul podere di Vincent Staffolane, il padre di Carl e solo grazie alla bramosia di Silver erano in grado di fronteggiare le truppe del re.
Vincent aveva ottenuto quell’appezzamento di terreno con numerose battaglie. Sin dal principio il suo sogno era quello di  fondare una città dove avrebbero vissuto persone dall’animo nobile e leale. Una città che sarebbe stata sempre alla portata di chiunque ed ogni abitante avrebbe sempre avuto gli stessi identici diritti. Una città all’apice della giustizia e della libertà dove avrebbe sempre regnato l’ordine e la fratellanza. Il podere era abbastanza grande da permettere lo svilupparsi di una città di medie misure con lo spazio sufficiente per un castello ed alcune case. Sarebbe stato un progetto altruistico  fondato sui principi dell’uguaglianza. Vincent aveva dato tutto se stesso per creare la città ed era giunto alla costruzione delle case per gli abitanti. Mancava solamente il castello e poi la città sarebbe nata. Violente battaglie erano passate su quelle terre ma Vincent le aveva vinte tutte proteggendo il podere per la sua città. I pochi abitanti che vi dimoravano avevano aiutato il loro re nella difesa della loro patria. I Cavalieri Cromati erano sempre stati esiliati, ma Silver non si era mai dato per vinto. Bramava quel terreno. Più di ogni altra cosa. Aveva creato proprio per questo i Cavalieri Cromati e non si arrese mai.
Ora l’ultima battaglia infuriava sul podere. Silver aveva aumentato i suoi Cavalieri creando un esercito in piena regola. Benché anche Vincent avesse creato un’armata coinvolgendo gli abitanti, l’esercito di Silver era notevolmente più grande ed attrezzato. Silver aveva attaccato all’alba. Schiere di uomini dagli occhi gialli avevano circondato la città. Il loro Signore, Silver,  era apparso sulla sua cavalcatura nera ed aveva dato inizio all’attacco. La città si era trovata spiazzata ed aveva organizzato difese in troppo poco tempo perché potessero essere sufficienti. Vincent era subito andato in prima linea e difendeva la sua città come solo un vero re era in grado di fare.
«Papà non andare!» gli aveva detto Carl. «Non sai a che cosa stai andando incontro!»
«Carl è inutile» lo aveva rassicurato Alicia. «non puoi fermare tuo padre, lo conosci»
«Alicia ha perfettamente ragione.» Aveva risposto Vincent dopo essere montato sul suo cavallo color ruggine. «Un re deve difendere la propria città anche a costo della vita»
«Ma padre, non puoi morire così!»
«Carl, non sono mai riuscito a capire la tua pavidità. Hai sempre voltato le spalle alla difesa della città, ma hai sbagliato! Lo vuoi capire che se Lazyer non dovesse sopravvivere Silver avrebbe il pieno controllo su tutto il regno? Dobbiamo difendere la città ad ogni costo! Non posso permettere che gli Uomini muoiano uccisi da un Nemico di tale mostruosità. Io caccerò Silver e finché non l’avrò emarginato nel Regno dei non vivi  non avrò pace. Tu sei libero di scappare, non ti obbligo a nulla». Poi aveva speronato il cavallo ed era partito verso la prima linea. Carl non l’aveva più rivisto.
Le catapulte lanciavano munizioni infuocate che cadevano sulla città come grandine. La battaglia aveva preso una brutta piega per gli Uomini. Silver aveva penetrato le difese di Lazyer e stava entrando nella città. I Cavalieri Cromati sfondarono in massa l’armata di Lazyer e si avviarono verso Vincent. Il re li intravide e spronando il cavallo caricò contro i nemici. Sguainò la spada e ne trafisse una decina. Caddero a terra senza vita. Vincent sorrise.
«Uomini!» urlò «Uccideteli tutti!»
Gli Uomini partirono all’attacco, ma quando giunsero in prossimità dei cadaveri uccisi da Vincent si fermarono allibiti: i corpi dei Cavalieri Cromati si mutarono in un liquido argenteo che ricoprì il podere accerchiando Vincent ed i suoi uomini. Dal liquido emersero alcuni rigonfiamenti che si muovevano e si contorcevano per poter uscire da quel liquido. Strani esseri antropomorfi uscivano dalla pozza d’argento e subito vi ricadevano straziati. Il processò seguitò per alcuni orribili minuti poi tutto cessò. Il liquido si rapprese in una moltitudine di piccole pozze e da esse emersero nuovamente altri esseri, ma questa volta erano figure umane: erano nuovi Cavalieri Cromati.
«Non è possibile!» urlò Vincent.
Le figure aprirono gli occhi gialli ed inarcarono le sopracciglia. Sfoderarono un ghigno malvagio: denti affilati brillavano nelle bocche. Dalle loro nocche uscirono artigli lunghi venti centimetri. Ognuno di loro avanzava lentamente verso le truppe di Vincent oramai accerchiate dai Cavalieri: esseri d’argento, di ferro, di ogni sorta di metallo.
Una risata echeggiò nella città. Un rumore di zoccoli si percepì alle spalle dei Cavalieri. Silver avanzava sulla sua cavalcatura. I Cavalieri Cromati si fecero da parte e Silver entrò nel cerchio dove era rinchiusa l’armata di Lazyer.
«Non puoi battermi Vincent!» disse. La sua voce era quasi un sibilo nell’oscurità. «I miei seguaci sono invincibili!»
«La vedremo Silver, non ti lascerò mai Lazyer!» Lanciò un grido ed ordinò la carica. Gli Uomini si lanciarono contro i Cavalieri seguendo il loro re.  Gli artigli affondarono nella carne, le lance e le spade nel metallo. I Cavalieri Cromati avevano un’armatura interamente fatta di metallo. Era come combattere spada contro spada, metallo contro metallo; un duello futile.
Silver si lanciò contro Vincent sguainando i suoi artigli. Dalla sua schiene uscirono punte acuminate d’argento e da esse apparve un’aura bluastra che rese le punte trasparenti come diamanti. Vincent si liberò di alcuni Cavalieri che lo stavano assediando ed alzò la spada parandosi dagli artigli. Entrambi furono disarcionati da cavallo. Caddero a terra e si ritrovarono sommersi l’uno da Uomini, l’altro da Cavalieri. Silver si liberò facilmente degli Uomini mentre Vincent rimase aggrovigliato in quella massa di metallo.
«La tua fine è ormai vicina Vincent» tuonò Silver gettandosi su di lui. Vincent chiuse gli occhi. Sarebbe morto difendendo la sua città. Sarebbe morto da eroe.
Una spada cozzò contro gli artigli di Silver. Vincent riaprì gli occhi udendo quel rumore.  Carl era in piedi davanti a lui che si contrapponeva alla forza di Silver. Aveva bloccato il suo attacco e gli aveva incastrato gli artigli tra la lama della spada.
«Carl! Che stai facendo!» Tuonò il padre.
«Ti dimostro che non sono per niente pavido»
Vincent sorrise. Quello era veramente suo figlio. E lo aveva compreso solo ora: nell’Ultima Battaglia.
Silver digrignò i denti e liberò una mano dalla lama. L’alzò e la scagliò contro il ragazzo. Una seconda lama s’incastrò tra i suoi artigli.
«Alicia!» urlò Carl «Che cosa fai qui?»
«Ti do una mano. Come sempre» rispose la ragazza. I due si presero per mano ed i bracciali che indossavano l’uno sul polso destro e l’altra su quello sinistro s’illuminarono di una luce gialla. La luce s’ingrandì e scagliò Silver lontano quasi fosse una forza sovrannaturale.
«Avete imparato ad usare i poteri dei bracciali!» disse Vincent.
I due ragazzi sorrisero e continuarono a tenersi per mano.
Silver si risvegliò. Si lanciò all’attacco verso i ragazzi infuriato come non mai.
«Fatti da parte Carl. Adesso tocca a me» disse Vincent.
«Ma padre…»
«No, vai. Sono fiero di te, ma ora mettiti in salvo»
Carl ed Alicia si allontanarono sforzandosi di non voltarsi.
Silver sopraggiunse.
Vincent alzò la spada.
Un bagliore rosso ricoprì entrambi e si espanse per tutta la città. I Cavalieri Cromati smisero di combattere e, colpiti dal bagliore, ritornarono uomini normali. Il metallo colò via dai loro corpi e si ritrovarono sporchi di sangue. Attoniti si guardarono intorno e si accorsero di essere su di un campo di battaglia.
Un urlo.
Il bagliore si spense. Silver non c’era più. Vincent era a terra.
«Padre!» Carl uscì dal suo nascondiglio e tenendo Alicia per mano si gettò sul corpo del padre.
«Ho vinto» disse Vincent con un filo di voce «Silver è morto. L’ho ucciso togliendogli la sfera che gli dava energia vitale»
«Padre, ma per togliere la sfera non bisogna…»
«Sì.» Lo interruppe Vincent. «Ho dovuto usare la mia energia vitale ma Silver è morto»
«Padre non puoi morire! Devi continuare a creare Lazyer, non puoi lasciarmi solo!»
«Tu non sei solo, hai Alicia e poi so che sarai un ottimo re»
«Padre io non…»
«No, è vero. Lo so. L’ho visto. Sono contento di morire perché so che Lazyer è in ottime mani»
Carl singhiozzò: «Non puoi lasciarmi»
«Invece devo. Il mio tempo oramai è terminato. Ora tocca a te»
Carl annuì.
«Un’ultima cosa, Carl» disse il padre. «Nascondi i bracciali. Mettili al sicuro. Nessuno deve trovarli. Nessuno deve usarli»
«Sì padre, farò come desideri»
«Sono fiero di te Carl»
Il ragazzo singhiozzò nuovamente mentre il grande re spirava sotto i suoi occhi. Tutta la città era in cerchio attorno al corpo di Vincent. Tutti tenevano il capo chinato in segno di rispetto. Il re sorrise e lentamente le forze lo abbandonarono. Chiuse gli occhi e morì con il sorriso sulle labbra.
   
 
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