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Autore: The_Guardian    01/05/2013    0 recensioni
A volte qualcosa non appare per quello che sembra. E’ il caso di una ragazza, Clare, che decide di andarsene dalla città in cui vive per seguire il suo sogno di laurearsi: Lazyer sembra perfetta, ma proprio quando tutto sembra filare liscio accade un fatto che segnerà per sempre la vita della ragazza. Senza accorgersene entrerà in un gorgo da cui non sarà più in grado di uscire e soprattutto dal quale non vorrà uscire, ma sebbene il Cuore tenti di redimere la Ragione, quest’ultima qualche volta vince la battaglia contro il Cuore e prende il sopravvento.
Una guerra che infuria da tempo immemore fra gli abitanti ignari; uno sfrenato desiderio di potere ed un’affettività che deve essere evitata. Gang, lotte, droghe, complotti, fumo, violenze…
Gangs si offre a voi: sarete capaci di uscire dal gorgo?
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Tutto ebbe inizio a Sonniesburg una piccola cittadella situata in una valle dei Monti Layr. Sonniesburg era nota per la sua ecologia, infatti era una città pulitissima che teneva molto all’ambiente; le case erano separate da vialetti di alberi di ogni genere: abeti, pini, faggi, ciliegi e molti altri ancora; ogni abitazione era omologata per il rispetto dell’ambiente ed il risparmio: pannelli solari, acqua riciclabile…erano così perfettamente omologate che perfino le foglie cadute degli alberi venivano riutilizzate. Le macchine non esistevano, o meglio, ce n’erano poche ma tutte funzionanti ad idrogeno. Era una città rispettata e conservata, la gente che viveva lì lusingava la sua città e disprezzava le enormi metropoli che inquinavano. Tutti gli abitanti erano felici di vivere a Sonniesburg. Tutti tranne una: Clare.
Clare abitava in una villetta subito dietro al parco giochi dei bambini, una villetta che somigliava molto a quelle inglesi dato che aveva un grande e bellissimo giardino circondato da siepi e un vialetto che conduceva alla porta di entrata. L’ingresso del vialetto era chiuso da un cancello azzurro, mentre l’entrata era tutta dipinta con fiori multicolori. I muri esterni erano di solido cemento decorati con edere e altre piante rampicanti. Il tetto era di un blu cobalto analogo al mare. La casa al suo interno era tutta rivestita di carta da parati a strisce bianche e blu. Si estendeva su due piani: al piano terra c’erano la cucina, il salone e la sala da pranzo - fin troppo decorata con fiori - mentre al primo piano si trovavano due enormi bagni e due camere, quella della zia Audrey e quella di Clare. La camera di Audrey aveva un aspetto decisamente “antico e superato”, come lo definiva Clare. Odorava di vecchio, soprattutto il letto: un letto a baldacchino di un blu pallido con le tendine tarlate. Clare le ripeteva sempre di cambiare tendine, ma Audrey tuonava: «No non cambio tendine! Mi ci sono affezionata e poi non è vero che sono tarlate, sono solo vecchiotte! D’altronde hanno solo novantasei anni, ti sembrano tanti? No non le cambierò mai!»
Ogni volta rispondeva sempre a quel modo, con quella sua voce stridula ed assordante. Ma le tendine erano solo una piccola parte del vario vecchiume che stanziava nella camera di Audrey. Ogni qualvolta Clare doveva prendere i calzini della zia, ovviamente per comprarglieli nuovi dato che Audrey non usciva mai, doveva armeggiare dentro i cassetti del comò della Rivoluzione, come lo definiva Audrey. Era tutto in legno intarsiato ed aveva dei rilievi in oro sui cassetti infine aveva il ripiano di marmo, marmo di color grigio con alcune macchioline di strane sostanze utilizzate dalla zia. Ogni qualvolta Clare apriva i cassetti le apparivano davanti i vecchi abiti della zia e quando li spostava per cercare i calzini le veniva al naso quell’orrendo odore degli abiti. Audrey ribadiva sempre: “I miei abiti profumano di legno” ma secondo Clare quegli abiti erano talmente vecchi ed inutilizzati che Napoleone avrebbe senza dubbio pensato che fossero dell’età preistorica.
La camera di Clare, invece, era ben diversa. A differenza di quella della zia era abbellita da fiori e piante ovunque ed il letto era tutto rosa. Le pareti erano tappezzate di carta da parati rosa a fiori, mentre il pavimento era in parquet. L’armadio era enorme e dentro si trovavano tutti i vestiti di Clare. Zia Audrey diceva sempre che quegli abiti non rispettavano il suo genere, ma Clare non le dava mai ascolto. Non ne poteva più della zia Audrey! Da quando i suoi genitori erano morti nell’incendio ad Auxion la zia Audrey si era offerta di prendersi cura di Clare dato che aveva solo tre anni. Per gli anni seguenti Clare aveva sempre vissuto con lei a Sonniesburg. Era stata cresciuta dalla zia, ma era maturata con un carattere simile a quello di sua madre, diceva Audrey.
Clare aveva sedici anni, aveva frequentato la scuola di Sonniesburg fino alla terza media e poi la zia l’aveva mandata a lavorare nel supermercato della città, faceva la commessa ma non le piaceva affatto il suo lavoro, voleva continuare a studiare per diventare una psicologa ed aiutare le persone in difficoltà morale. Clare aveva sempre avuto questo “dono” era sempre stata brava a comunicare con le persone. Ma zia Audrey era incorreggibile e così Clare fu costretta ad andare a lavorare nel supermercato. Era una ragazza carina e ben proporzionata, aveva la carnagione abbronzata e la pelle morbida come la guancia di un bambino. Il volto era tondeggiante ma allo stesso tempo allungato in modo da formare un viso perfetto. Aveva una bocca minuta con labbra carnose ed un naso piccolino. Gli occhi erano lucenti nel loro azzurro intenso e le ciglia sembravano rondini che svolazzavano nel cielo dei suoi occhi. Aveva i capelli biondi e lunghi sfumati di giallo-bruno che portava sempre legati in una coda. Indossava sempre canottiere rosa scollate a “V” che lasciavano intravedere l’ombelico e dei jeans come piacevano a lei: sgambati sino al ginocchio. Al collo portava sempre una collana con uno zaffiro bordato in oro, gliela aveva regalata la madre prima di morire e Clare non se l’aveva più tolta.
Aveva già fatto la valigia. Aveva deciso di partire, non riusciva più a vivere con la zia Audrey. Di fatti la zia Audrey era una donna “antica” – come la definiva Clare. Indossava sempre quelle salopette degli anni cinquanta che le stavano strette e le facevano vedere la pancia…perché Audrey era estremamente grassa! Aveva il viso tozzo, una bocca minuta e due occhietti marroni che sbucavano dai capelli neri e ricci. I suoi occhiali enormi le rendevano le iridi simili a palle da baseball e la cosa peggiore era quando si arrabbiava: le iridi prendevano fuoco e Clare ne era intimorita.
Voleva andarsene! Era da molto che ci aveva pensato. Scese le scale che conducevano al piano di sotto e s’incamminò verso la porta d’entrata. Quando passò vicino alla cucina diede uno sguardo alla zia, poi alzò le spalle e si avviò verso la porta.
«Dove credi di andare signorinella!» tuonò Audrey. Clare si voltò e guardò la zia per dirle che non ne poteva più.
«Me ne vado zia. Me ne vado via!»
«Perché mai Clare? Non ti piace vivere qui?»
«Mi piaceva fino a due anni fa. Fino a quando non mi hai mandata a lavorare!»
«Guarda che era per il tuo bene Clare!»
«Non è vero zia. Sai benissimo che volevo continuare a studiare, ma tu me l’hai impedito!»
«Non dire stupidaggini, Clare!»
«No, zia, dico solo la verità! Me ne vado! Ho già prenotato il volo per Last Anges e fatto la valigia.»
«Ah! Vai in mezzo a quegli inquinatori maniaci?»
«No, zia. Ho sentito che sono brave persone e poi la scelta è la mia! Io voglio andare a Last Anges e ci andrò.»
Audrey rimase in silenzio e se ne riandò in cucina a lavare i piatti. Clare alzò le spalle e varcò la porta, ma quando guardò indietro si accorse che la zia stava piangendo. Rientrò piano in casa e corse da lei abbracciandola. Audrey rimase scioccata, ma fu felice di abbracciare la nipote. Le diede un bacino sulla fronte e le disse solo di essere se stessa. Clare le diede un ultimo abbraccio e uscì dalla porta di casa avviandosi verso l’aereoporto.
   
 
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