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Autore: Strawberry Swing    26/04/2013    1 recensioni
< Vi è mai capitato di salire su un qualsiasi mezzo pubblico, che sia pure un autobus o un treno e non avere assolutamente niente da fare se non guardare le persone? [...] Insomma, sull’autobus si può incontrare davvero di tutto. Ed è per l’appunto su un autobus che ho fatto l’incontro che mi cambiò definitivamente la vita. >
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Capitolo 22.



Ero ancora nel letto quando sentii il campanello della casa iniziare a suonare e appena riconobbi la voci dei miei amici, mi alzai dal letto, rischiando di inciampare per la rigidità delle gambe che erano state piegate tutto il giorno. Appena arrivai alla porta, dovetti avere un aspetto spaventoso perché la prima cosa che fece Camilla fu di afferrarmi mentre cadevo. Le mie gambe non avevano retto e il digiuno di due giorni non mi aveva aiutato a mantenere l’equilibrio.
Mi strinse a sé mentre sentii Leonardo dire:
-          Ma dove si è cacciato Matteo? Non ti può lasciare qua da sola in questo stato. –
Come Camilla mi toccò la fronte decretò che dovevo avere la febbre alta e mi accompagnò nel letto. Appena mi accorsi che mi aveva portato nel mio letto, iniziai a ribellarmi dicendo che volevo dormire in quello di Stefano e così mi portarono nella cameretta che condivideva con Matteo e Leonardo.
Athena mi preparò subito una camomilla mentre gli altri iniziarono il giro di docce per togliersi il sudore della giornata sugli sci.
Sentii distintamente Leo e Ale lamentarsi più volte per l’assenza di Matteo e perché il suo cellulare squillava a vuoto in quanto l’aveva dimenticato a casa. Io mi rifiutai di parlare, sempre in stato di trance, finché sentii la porta chiudersi e Camilla mi porse la camomilla che aveva preparato Athe.
-          Adesso tu mi dici che è successo. Anche quando hai la febbre sei più vitale di così e Matteo dovrebbe essere qua. Perché lui non c’è? –
-          Io sono scappata. E lui è scappato subito dopo. –
-          Sei scappata? –
Le raccontai brevemente tutto quello che era successo, da quello che pensavo di aver sentito a quello che avevamo fatto sul letto mentre lei mi ascoltava in un silenzio religioso.
-          Perché sei scappata? –
-          Io ho paura. Io credo, anzi io so di essere innamorata di lui. Ma ho paura di questo sentimento. È più forte di quello che provavo con Giulio e non voglio starci male. –
-          Ma Sophie, tu ci stai già male! Guarda come ti sei ridotta. Perché non gli dici espressamente quello che provi? Peggio di così non può andare. –
-          Si che può andare. Può dirmi che io sono solo stata quella di una scopata, che sono una ragazzina romantica e che credo nelle favole. –
-          Ma se l’hai sentito dire che è innamorato di te. –
-          Io non l’ho sentito, io sono convinta di averlo sentito. Avevo la febbre, desideravo così tanto sentirgli dire quelle cose che l’ho sicuramente immaginato. Lui non si comporta come se provasse qualcosa per me. –
-          Lui ha la tua stessa paura di essere rifiutato. Se tu hai paura di questo sentimento così forte, lui, che non è mai stato innamorato, è più terrorizzato di te. –
-          Non lo giustificare. Poteva fermarmi, chiedere spiegazioni. L’ho baciato io, l’ho spogliato io. E lui si è limitato a farmi provare le più belle sensazioni della mia vita.. ma adesso.. –
Volevo continuare il discorso, dirle che adesso non sarebbe cambiato niente, quando fui interrotta dal campanello che suonava. Appena sentii Leonardo aprire la porta e insultare Matteo per avermi lasciato da sola in casa con la febbre, mi richiusi nel mio mutismo, mentre nuove lacrime mi annebbiarono la vista. Cami alzò gli occhi al cielo e andò nella camera affianco.
Appena sentii che i toni di voce stavano diventando troppo alti e distinsi la voce di Matteo in mezzo alle altre, afferrai l’i-pod di Stefano e misi i Linkin Park a un volume così alto che non riuscii a sentire altro se non le parole di Faint risuonarmi nelle orecchie.
 
Avevo la testa sotto il piumone e quindi non mi accorsi che la luce della camera si era accesa e qualcuno era entrato. Appena scostò le coperte, aprii gli occhi e vidi Matteo guardarmi con un bicchiere in mano, pieno di bollicine. Disse qualcosa ma con la musica a palla ancora nelle orecchie, non riuscii a capire niente e mi limitai a ignorarlo. Si sedette davanti a me e mi fissò negli occhi mentre io continuavo a guardare da tutt’altra parte.
Ad un certo punto la musica si fermò e come guardai l’ipod notai che era spento, segno che ormai la batteria era scarica. Non potevo più rimandare il confronto.
-          Hai finito di fare la bambina? Questa è la tachipirina effervescente, l’ho presa prima in farmacia. Mi hanno detto che dovrebbe farti passare la febbre. –
Mi misi seduta sul letto, poggiando la schiena al cuscino e, afferrato il bicchiere che mi porgeva, bevvi l’acqua effervescente in un solo sorso.
-          Dobbiamo parlare di quello che è successo prima. –
Non gli risposi e appena sentii di avere di nuovo gli occhi lucidi mi rintanai ancora sotto le coperte.
-          Non mi puoi ignorare a vita. Io voglio sapere perché mi hai baciato e perché, dopo aver fatto l’amore, sei scappata. –
Continuai a ignorarlo, sperando che capisse l’antifona. Non volevo parlarne, non volevo espormi. Avevo una paura incredibile soprattutto perché lui aveva il potere di infrangere le mie speranze di un possibile futuro insieme con delle semplici parole. E preferivo rimanere nella mia ignoranza piuttosto di sapere con certezza che lui non mi amava.
Mi andava bene l’amicizia con lui?
Si. Avrei accettato tutto pur di non perderlo.
-          Vado dagli altri. Non posso obbligarti a parlare. –
Come lo sentii alzarsi e avvicinarsi alla porta, uno strano istinto mi fece sussurrare un “aspetta” talmente flebile che lui non lo sentì. Appena la porta si chiuse mi alzai di scatto, pronta a corrergli dietro ma come misi i piedi per terra, la testa iniziò a vorticare sempre più forte e caddi all’indietro, aiutata da due braccia che mi posarono sul letto.
Alzai lo sguardo e incrociai quello di Matteo che mi fissava con l’aria corrucciata.
-          Se tu non vuoi iniziare a parlare, parlo io. Va bene? –
-          Perché sei scappato? –
-          Perché sei scappata tu! Mi sono sentito rifiutato. Avevo paura che ti fossi pentita di quello che era successo e non volevo vedere quello sguardo accusatore nei tuoi occhi. Ho passato tutto il pomeriggio qua fuori a pensare a te ma avevo paura che mi avresti accusato di averti obbligato a fare l’amore con me. Quando il sole è tramontato e le luci non si accendevano, ho immaginato che stessi dormendo, così sono andato in farmacia. Appena sono tornato c’erano già gli altri. –
-          Perché mi dici questo? Prima mi dici che siamo amici e poi mi baci. Poi facciamo l’amore ed è stato il momento più bello della mia vita ma tu non mi dici niente, non mi fermi quando vado in bagno, non mi dici niente. Cazzo, è stato il momento più bello della mia vita e tu non mi dici niente? –
-          E che ti dovevo dire? Che non mi ero mai sentito così con nessuna? Ti ho già detto che sono innamorato di te per telefono. Ma tu non mi credi. Cazzo, non faccio che pensare a te, tutto il giorno, sempre. Non voglio sentirmi rifiutato ancora una volta, però non riesco a toglierti dalla mia testa. Non riesco a fermare il mio cuore che parte all’impazzata appena ti vedo o sento la tua voce. Ti amo così tanto che tutto il resto sparisce quando sei con me. –
-          Non è vero che tu mi ami. Non è possibile. –
-          Perché non mi credi? Cosa devo fare per fartelo capire? –
Ormai urlavamo così forte che probabilmente tutti gli altri ci avevano sentito e spinti dalla foga della conversazione ci eravamo avvicinati sempre di più finché non sentii il suo respiro sfiorare le mie labbra.
-          Cazzo, vorrei solo baciarti fino a morire con il tuo respiro sulle labbra. –
Abbassai lo sguardo come colta da una sensazione di impotenza. E piano piano sussurrai:
-          Non è possibile che tu sia innamorato di me. Tu meriti di meglio. Per me tu sei l’unico, sei perfetto, sei bello come il sole ed è normale che io mi sia innamorata di te. Ma tu non mi ami veramente. Non sarebbe normale. –
-          Tu mi ami? –
Alzai lo sguardo incrociando i suoi occhi e sussurrai un “si” appena udibile.
-          E pensi di non essere abbastanza? Sophie, sei la prima persona di cui io mi sia veramente innamorato. Sei bella, dolce, forte, testarda, permalosa ma per me sei tutto. Cosa posso fare per farti capire che fare l’amore con te è stata una sensazione unica? Ogni volta che ti sfioro sento i brividi lungo la schiena e le mani iniziano a sudarmi. Voglio sempre dare il meglio con te anche se all’inizio avevo una fottuta paura di quello che provavo e a cui non sapevo dare una spiegazione. Mi piace tutto di te. Amo tutto di te. Come gonfi le guance quando sei scocciata, come diventi rossa quando ti arrabbi, come mi sorridi ironicamente quando faccio qualche cavolata, come mi abbracci fino a rompermi le costole, come corrughi la fronte quando stati studiando e non ti viene l’esercizio di matematica e allora mi guardi implorando con gli occhi di spiegartelo, amo quando sei felice e tutto intorno a te si illumina, amo che non ti fai mettere i piedi in testa da nessuno, amo le sensazioni che mi fai provare. Dio, amo tutto di te. –
Avevo gli occhi ancorati ai suoi e mi avvicinai lentamente, posandogli una mano sul petto che si muoveva velocemente.
-          Senti come batte forte? –
Avvicinai l’orecchio al suo petto e il ritmo del cuore di Matteo iniziò ad aumentare le pulsazioni, andando a sincronizzarsi con il mio che correva come impazzito. Ad un certo punto, alzai gli occhi e lo vidi fissarmi, rapito.. Innamorato.
-          Baciami. –
L’avevo solo sussurrato ma mi sentì benissimo perché chinò le sue labbra sulle mie e mi baciò stringendomi forte al suo petto.
-          Davvero mi ami? –
Il suo bisbiglio mi arrivò tra un ansimo e l’altro così mi staccai e gli presi il viso tra le mani.
-          Io ti amo. Non ho mai amato nessuno come amo te. –
Appena pronunciai quelle parole, lui si riappropriò delle mie labbra, coinvolgendomi in un bacio passionale. Sentivo solo il mio cuore battere all’impazzata e le labbra di Matteo che si muovevano sulle mie.
Piano piano mi fece sdraiare sul letto e si sdraiò sopra di me, continuando il nostro gioco di lingue e facendomi provare delle sensazioni uniche.
Era la prima volta che provavo un senso di completezza così assoluto, un’estraneità così perfetta che mi sembrava di essere dentro una bolla di vetro e il mondo era chiuso fuori. Quando sentii qualcuno bussare alla porta, la bolla si dissolse magicamente, scostai Matteo in modo di alzarmi sui gomiti e osservare meglio la porta che si stava aprendo lentamente.
La prima che vidi fu Camilla, sotto di lei Mariella, entrambe con un sorriso meraviglioso disegnato sulle labbra.. sotto Mariella, sdraiata per terra, Athena aveva l’espressione più buffa che potessi mai immaginare, disegnando una O con le labbra semiaperte e gli occhi spalancati. Dietro di loro si intravedevano i ragazzi anche se non riuscivo a distinguere nessuno di loro a causa dell’ammasso di braccia e gambe che c’era sulla porta. Arrossii subito dall’imbarazzo che provavo, conscia che non solo avevano sentito tutto ma io e Matteo stavamo quasi per fare l’amore se nessuno ci avesse interrotto..
Nascosi la testa sotto le coperte e sentii il ragazzo ridere impacciato mentre la sua mano aveva stretto la mia come per rassicurarmi.
Quando sentii le altre ridere e saltarmi addosso, lasciai la mano del ragazzo e mi concentrai per nascondermi sempre di più.
-          Matteo, fuori di qua. Adesso la tua ragazza parla con noi. –
A quelle parole di Mariella feci uscire la testa dalle coperte e le guardai confuse.
-          La tua ragazza? –
-          Adesso sei la mia ragazza, no? Sempre se la cosa ti stia bene. –
Mi voltai verso il toscano che era dietro di me e lo baciai di slancio, sussurrandogli un tenero “certo che mi va bene, zuccone”.
-          Oooh, ma quanto sono tenerini.. zuccherini, pasticcini! –
Mi voltai lentamente verso Athena assumendo il mio sguardo omicida e la fulminai, lei e i suoi occhi a forma di cuoricino dei miei stivali.
Poi successe tutto in fretta, vidi Matteo trascinato via dai ragazzi e le ragazze mi saltarono sul letto.
Come si chiuse la porta le guardai malissimo e mi alzai di scatto per avvicinarmi all’uscio. La socchiusi e feci cenno alle altre di raggiungermi. Volevo sentire che dicevano i ragazzi.

 *Angolo dell'autrice
Ed eccoci qua!!! ebbene si.. ce l'ho fatta.
Questo è diciamo il capitlo clou, il coronamento dell'amore tra i due.. insomma. Quello che mi ha messo più ansia e agitazione. Non sono brava a scrivere cose romantiche e zuccherose. Mi diverto molto di più a scrivere drammi e sinceramente mi viene anche molto più facile. più le cose sono teatrali e drammatiche più mi vengono spontanee ;)
Chiedo ancora scusa a chi sta aspettando con ansia il proseguo di questo racconto e ringranzio immensamente chi l'ha messa tra i preferiti, seguiti e anche chi la legge silenziosamente... riesco a vedere anche voi ;)
Ho calcolato che ci saranno ancora 4/5 capitoli per poter fare una conclusione decente ma non assicuro nel lieto fine. Le mie amiche e mia sorella mi uccidono se provo a far finire male la storia.. ma chissà! vedo un po' come mi viene.
A presto
Giulia
  
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