Katherine si accostò alle sbarre della “gabbia” e guardò Elena appoggiata con la schiena alla parete, con gli occhi chiusi. Faceva leggeri mormorii, come se stesse cercando di respirare ben sapendo che gli fosse impossibile. Povera dolce Elena. Katherine dalla tasca tirò fuori la chiave che aveva rubato a Stefan e aprì la porta chiudendola dietro di se. Elena in quel momento si sforzò di aprire gli occhi e le lanciò uno sguardo eloquente. Aveva fame, stava morendo di fame. Era una fame che le sembrava antica quanto il mondo. Ma non disse nulla, o fece capire ciò che desiderava più di ogni altra cosa al mondo. Ma Katherine sorrise.

<< Ah, giusto >> disse facendo qualche passo verso di lei fino ad averla a pochi centimetri, e si abbassò sulle ginocchia per guardarla negli occhi << Il gioco dei mimi. Tu non vuoi ammettere di avere fame, ma penso di avere comunque indovinato cosa tu voglia, no ? >> inclinò appena la testa e Elena, senza neanche accorgersene annuì. Katherine sorrise e si morse il polso. Il sangue gocciolò a terra attirando completamente l’attenzione si Elena. Non era sangue umano, ma quell’odore le fece comunque uscire i canini e si leccò le labbra completamente secche.
<< E se io ti faccio bere il mio sangue tu cosa mi darai in cambio ? >> le sembrava di parlare da sola. Ma Elena si leccò di nuovo le labbra e Katherine prese quel gesto come un invito bello e buono e le si avvicinò al viso poggiando le sue labbra sulle sue, sostituendole quasi immediatamente con la ferita aperta, a cui Elena si aggrappò. Ma mentre il sangue di Katherine le riempiva la bocca e la sua mente si diradava appena, un nuovo pensiero si fece largo dentro di lei : quelle labbra che l’avevano appena sfiorata, così simili alle sue e si trovò a desiderarle più del suo sangue stesso.