Capitolo
10: “First meeting”
Anche quella
mattina le toccava andare a scuola, e,
dopo la discussione avuta con JunHyung il giorno precedente, era
particolarmente svogliata.
Senza alcun
motivo l’idea di poter incontrare
JinKyung la rendeva inquieta e anche un po’ intimorita. Un
confronto diretto
con lei avrebbe portato a qualcosa di buono? Ne dubitava fortemente.
Si
lasciò cadere sulla sedia di peso dopo aver
buttato in malo modo lo zaino per terra, ai piedi del banco e
gonfiò appena le
guance per poi soffiare fuori l’aria che aveva accumulato.
Come al solito
DongWoon le si sedette di fianco
elegantemente, facendola sentire alquanto inadeguata vista la sua
mancata
delicatezza in quella circostanza.
-“Qualcosa
ti turba?” le chiese a bassa voce dopo
essersi avvicinato di poco al suo volto.
-“Sinceramente
più di una cosa, ma non ho nessuna
voglia di parlarne.”
-“Ehi!
Ti sei alzata male stamani?” DongWoon
strabuzzò appena gli occhi alla sua risposta abbastanza
secca.
-“Può
darsi… scusa.” Crystal si passò una
mano tra i
capelli sospirando.
-“Non
ti preoccupare, a tutti capitano i periodi
no.” si strinse nelle spalle accennando un sorriso mentre
estraeva il libro di
matematica con il quaderno di appunti.
-“Gli
hai capiti gli esercizi per oggi?” domandò la
ragazza, ricordandosi improvvisamente di avere quella materia alla
prima ora.
“Certo che gli hai capiti, quando mai non capisci
qualcosa.” si rispose da
sola.
DongWoon
inclinò la testa di lato guardandola
incuriosito e poi scoppiò a ridere mentre le passava il
quaderno con gli
esercizi fatti ordinatamente.
-“Tu
no vero?” ridacchiò divertito “Copiali
velocemente, poi vedo se riesco a rispiegarteli durante la
lezione.”
-“Grazie
Woonie, senza di te sarei semplicemente
spacciata.” gli diede un bacio veloce sulla guancia e si
fiondò sul proprio
quaderno armata di penna e di forza di volontà.
Riuscì
a finirli di scrivere tutti appena in tempo,
mentre il loro insegnate faceva la sua entrata in classe, costringendo
così
tutti gli studenti ad alzarsi in piedi per dare il buongiorno.
Le lezioni si
susseguirono una dopo l’altra con la
solita noia quotidiana. Tutti i suoi compagni seguivano attentamente
ciò che
gli insegnanti spiegavano e sembravano pendere rapiti dalle loro
labbra.
Lei, invece, si
sentiva tremendamente fuori posto.
Non riusciva a trovare il giusto fascino nello stare a scuola,
preferiva di
gran lunga imparare da sola, perché ciò che
riteneva davvero interessante non
veniva mai insegnato dai libri scolastici, ma bensì si
apprendeva guardandosi
intorno.
E questo era
ciò che lei amava fare, guardarsi
intorno per osservare ciò che la circondava e farne tesoro
quando serviva. Con
quei pensieri il suono della campanella di ricreazione
arrivò più velocemente
del previsto.
Quella volta
decise di uscire nel cortile
dell’edificio per prendere un po’ d’aria.
-“Dove
vai?” le domandò l’amico.
-“Nel
cortile.” sussurrò lei prima di scomparire
dalla vista del ragazzo.
Si era
letteralmente fiondata fuori senza troppi
complimenti e si era seduta sul muretto del cortile, con le gambe che
penzolavano leggermente con un ritmo costante.
Era una giornata
abbastanza bella, il Sole veniva
coperto raramente da qualche nube di passaggio, e la temperatura era
primaverile, non per altro avevano cambiato la divisa scolastica con
quella più
leggera.
Crystal si perse
ad osservare il cielo, ignara degli
studenti che le sfrecciavano davanti schiamazzando allegramente. Ebbe
un
momento di nostalgia e cominciò a fare un breve viaggio
mentale nel passato.
Non
era stato sempre facile riuscire ad interagire con gli altri,
nonostante la sua
spiccata solarità tendeva anche a isolarsi, il che
può considerarsi una sorta
di contraddizione, ma era così.
Si
sentiva diversa dagli altri e, pur sapendo che era solo una sua idea
malsana,
temeva di risultare strana agli occhi altrui. Forse perché
lei non aveva gli
occhi a mandorla che da piccola aveva tanto desiderato avere, forse
perché le
sue tradizioni non erano le stesse che avevano i suoi compagni, fatto
sta che
si sentiva discriminata senza esserlo davvero.
Fortunatamente
crescendo aveva capito l’assurdità di quella cosa,
e grazie all’aiuto degli
amici aveva totalmente eliminato quella sensazione di disagio che la
attanagliava ogni qualvolta si trovava in un posto affollato.
Proprio mentre
pensava a queste cose le passò
davanti un gruppo di ragazze che non aveva mai visto, ma solo una di
loro
attirò la sua attenzione, quando la sentì
chiamare dalle amiche.
Era
lei.
Nell’esatto
istante in cui lo pensò JinKyung alzò lo
sguardo ed incrociò il suo. Non sembrava poi così
antipatica dall’espressione
che aveva in quel momento. Pareva piuttosto una ragazza che sentiva la
mancanza
d’affetto e che puntava tutto
sull’esteriorità, ma niente di più.
I loro occhi
rimasero a scrutarsi solo per poco più
di un secondo, poi Crystal distolse lo sguardo, sentendo le proprie
guance
imporporarsi lievemente e si fissò le ginocchia posandovi
sopra le mani.
Quando
rialzò gli occhi le ragazze non c’erano
più,
ma al loro posto si trovò davanti il ragazzo che la volta
prima l’aveva
provocata nel bagno.
-“Jongin?”
chiese corrugando la fronte.
-“Come
fai a sapere il mio nome?” replicò
l’altro,
scrutandola attentamente.
La ragazza si
morse la lingua, maledicendosi per non
essere stata più cauta e lo guardò quasi con un
cenno di sfida.
-“Affari
miei. Piuttosto tu cosa vuoi da me?”
sbottò.
-“Lo
sai cosa voglio, te l’ho già detto
l’altra
volta. Devi smetterla di frequentarlo, lui porta solo sofferenza, sto
solo
cercando di metterti in guardia.”
-“Si,
come no. A te interessa solo quello che può
far piacere alla tua amichetta, no?” saltò
giù dal muretto guardandolo dritto
negli occhi.
-“E tu
che ne sai?” ridusse gli occhi a due fessure
passandosi una mano tra i capelli. “Non dirmi che…
gli hai detto di me?”
Crystal rimase
in silenzio, abbassando il capo con
fare colpevole. Mentire non era decisamente una delle sue doti migliori.
Il ragazzo la
afferrò con forza per un polso e la
accompagno in un luogo più appartato, appena dietro ad una
colonnina di cemento
e ce la spinse quasi contro prendendola per le spalle.
-“Ti
avevo detto di stare zitta!” sibilò alzando gli
occhi al cielo. “Non capisci che così complichi
tutto?”
-“Non
me ne frega niente se rovino i vostri stupidi
piani. Lui aveva il diritto di saperlo!”
-“Abbassa
la voce, stupida.” le posò una mano sulla
bocca per affievolire il suono della sua voce.
-“Stupido
sarai te.” bofonchiò contro la sua mano
prima di mordergliela appena.
-“Aish!”
ritrasse subito la mano guardandola in
cagnesco. “Io lo sto facendo davvero per te, non sto
mentendo. Lei non mi ha
chiesto proprio niente, ok? Ti sto mettendo in guardia
perché se non lo facessi
io poi sarà lei che verrà a cercarti, e allora si
che ci saranno problemi.”
disse quelle parole come se avesse dovuto fare una fatica immensa.
-“Chi
me lo dice che non mi stai mentendo? In fondo
neanche mi conosci!” lo guardava con un’espressione
allibita, incapace di
credere alle proprie orecchie.
-“E’
qui che ti sbagli. Possibile che non ti ricordi
di me?” la fissò negli occhi, mordendosi quasi con
forza il labbro inferiore.
-“Perché
dovrei ricordarmi di te?” era sempre più
sconvolta e si sforzava di comprendere cosa avesse voluto dire lui con
quelle
parole.
-“Yah!
Lascia perdere.” voltò velocemente la testa
di lato, distogliendo così lo sguardo dal suo.
“Comunque ora che lui lo sa è un
problema. Se lui e lei dovessero incontrarsi e a JunHyung scappasse il
mio nome
sarei nei guai, verrebbe sicuramente a chiedermi perché ti
ho cercato e non
potrei dirle mai la verità.” sospirò,
come se fosse stato un sospiro
esasperato.
-“La
verità? Quale verità? Dio, non ci capisco
niente così.” si prese la testa tra le mani
scuotendola leggermente, come se
ciò potesse aiutarla a fare maggiore chiarezza sulla
situazione che si stava
venendo a creare.
Lui
riportò lo sguardo sul suo, e la ragazza poté
leggervi uno strano bagliore, quasi come se lui cercasse di dirle con
gli occhi
ciò che non poteva dirle a parole.
Poi avvenne
l’imprevedibile, lui avvicinò il volto
al suo fino a far sfiorare i loro nasi, senza smettere di guardarla
negli
occhi, mentre le cingeva i fianchi con le braccia.
Crystal era
rimasta immobile, incapace di muovere un
muscolo anche se l’istinto le diceva di spingerlo via.
Le loro labbra
stavano quasi per sfiorarsi… quando
la campanella suonò insistentemente e la ragazza si riprese
posando con forza
le mani sul suo petto, allontanandolo da sé.
-“Non
provarci mai più.” urlò puntandogli un
dito
contro e detto ciò si voltò quasi di scatto
cominciando a camminare velocemente
verso l’interno dell’edificio.
Jongin, che era
inizialmente rimasto fermo sul
posto, la raggiunse con pochi passi e la fece girare stringendole poco
delicatamente un braccio, e lei finì con lo scontrarsi
contro il suo petto
guardandolo spaventata.
Lui le prese con
forza il volto tra le mani e posò
le labbra sulle sue senza troppi complimenti. La ricreazione era finita
quindi
non c’era nessun testimone di quel bacio.
Nessuno…
tranne DongWoon, il quale seguì la scena
con la bocca spalancata, non riuscendo a credere ai propri occhi.
***
Quel pomeriggio,
quando Woonie tornò a casa,
spalancò la porta con forza. Non aveva chiesto niente a
Crystal riguardo quel
bacio, ma quando l’aveva vista tornare in classe le era
sembrata sconvolta.
-“Jun!”
urlò il ragazzo. “Devo parlarti, è
urgente!”
Continuava ad
urlare mentre si avvicinava alla porta
della sua camera, e spalancò anche questa. JunHyung, seduto
alla scrivania,
inclinò la testa di lato nella sua direzione.
-“Dimmi
tutto.”
-“Preparati.”
lo avvertì l’amico, mentre l’altro lo
guardava sempre più confuso.
-“Non
fare giri di parole e parla.” disse con un
tono di voce fermo.
-“Crystal
è stata baciata da un ragazzo.” soffiò
fuori quelle parole velocemente, come a liberarsi di quel peso.
-“Crystal
cosa…?” sbottò JunHyung alzandosi di
scatto dalla sedia, facendola cadere a terra.
-“Hai
capito!”
-“Aish!
Come ha osato? Scommetto che è stato
Jongin.” tirò un calcio alla sedia già
rovesciata a terra e chiuse entrambe le
mani in due pugni, tenendo le braccia inermi lungo i fianchi.
-“E
ora?” sussurrò DongWoon, scompigliandosi appena
i capelli.
-“Bella
domanda.” si abbassò per tirare su la sedia,
cercando di sbollire la rabbia che aveva in corpo. Poi si
rialzò e si diresse
verso l’ingresso dell’abitazione, seguito subito
dopo dall’amico che lo
guardava con ansia.
-“Dove
vai?”
-“Non
lo so.”
Queste furono le ultime parole che disse prima di uscire di casa, senza sapere davvero quale fosse la sua meta.
Oddio,
quanti mesi sono passati dall’ultima volta che ho pubblicato
un capitolo? Tre,
quattro? Sono veramente pessima, non mi meraviglio se qualcuno ha
smesso di
seguire questa fan fiction! Yaah! Chiedo umilmente perdono! *si
inginocchia sui
ceci e sui fagioli* Mi sono resa conto che chiedo venia ogni volta che
posto,
scuola antipatica! E’ tutta colpa sua se ci metto
così tanto a riuscire a
postare ç_ç . E purtroppo credo che la
qualità di ciò che scrivo stia scemando
un po’ ultimamente *si asciuga qualche lacrimuccia* Non vedo
l’ora che la
scuola finisca così potrò dedicarmi meglio alla
storia. Detto ciò, spero
comunque che quel poco che ho scritto sia stato di vostro gradimento,
altrimenti mi ritiro seriamente xD *nah, non lo farebbe mai* Alla
prossima! (se
ne avete ancora voglia ç_ç ) Kiss, Alice.
PS:
Grazie mille a coloro che continuano a leggere questi obbrobri,
dovrebbero
farvi sante *O*