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Autore: rosa_bianca    27/04/2013    1 recensioni
"Basta guardarla, vestita di stoffe elaborate e preziose. Basta guardare me, non ho che un abito di umile stoffa strappata.
Lei negli occhi ha la luce, l’alba. Io ho l’ombra, il tramonto.
Lei ha Marius. Io non ho nessuno."
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Enjolras, Eponine, Marius Pontmercy
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Volgo lo sguardo all’edificio di fronte  a me: il Musain.
Il posto in cui usavamo parlare della rivoluzione, pianificarla. Bhe, non io in particolare, ma comunque gli Amici.
Ci passo davanti ogni sera, tornando a casa dal lavoro.
Noto che dentro sono accese poche candele, ma l’interno sembra abbastanza illuminato.
Sicuramente Enjolras è lì dentro. Si è trasferito qui da anni, ormai.
Oggi ci tengo a vederlo. Diciamo che è un giorno abbastanza importante…
Mi decido ad entrare.
Salgo le scale attento a dove poggio i piedi, avvolto dal buio. Apro lentamente la porta della nostra antica sala riunioni, che ora costituisce il salotto della casa. Non vorrei spaventarlo, entrando.
“Sorpresa!” è il grido che proviene da ogni angolo della stanza.
 Confuso, mi guardo attorno e vedo tutti gli Amici, Gavroche, Eponine e Diane.
“Papà!” mi grida lei, abbracciandomi “Abbiamo organizzato una festa per te!”.
I suoi profondi occhi azzurri brillano di gioia.
Eponine richiama a sé nostra figlia, facendole segno di venire da lei.
“Insomma,” inizia Enjolras, avvicinandosi a me e posandomi una mano sulla spalla “oggi è già il quinto anniversario da quel famoso 5 giugno…chi se lo sarebbe aspettato che il tempo passasse così in fretta?”.
Tutti gli Amici alzano i bicchieri: “A Grantaire ed al suo coraggio!” gridano, con fare festoso.
“Propongo un brindisi anche ad Eponine…senza di lei non saremmo qui, oggi!” aggiungo io, rivolgendo un sorriso a mia moglie.
Enjolras si passa una mano sulla barba rada e, con fare indeciso, appoggia le labbra al bicchiere.
“Santo cielo!” esclamo, platealmente “Il mio bel marmo che beve! Sarà questo il motivo per cui il giorno di oggi passerà alla storia!”.
Tutti gli Amici sono scossi dalle risate.
“Mi dispiace solo che non ci sia Marius” mormora Jehan malinconico come al suo solito, riempiendo un il bicchiere di vino.
“Sei sempre così nostalgico, Jehan! Credi forse che sarebbe dovuto tornare qui dall’Inghilterra per passare una serata con noi?!” taglia corto Bossuet.
“Silenzio, per favore!”. Enjolras chiama tutti all’attenzione, con il suo tipico modo di fare solenne. “Grantaire, che festa sarebbe senza un regalo?” continua lui.
A questo punto vedo Diane lasciare il grembo della madre per alzarsi in piedi su una sedia al centro della stanza.
“Allora…”inizia, titubante. Poi Enjolras le fa segno di stare tranquilla, e lei sembra già meno agitata. è diventato come un secondo padre per lei, e non ci sono parole per descrivere quanto io sia felice di ciò.
Diane si schiarisce la voce. Prende un librone appoggiato sulla scrivania e lo apre.
Article premier…Tous les êtres humains naissent libres et égaux en dignité et en droits. Ils sont doués de raison et de conscience et doivent agir les uns envers les autres dans un esprit de fraternité”.
Osservo sbalordito prima mia figlia e poi Enjolras.
“Le…le hai insegnato a leggere?” gli domando, con una nota di stupore.
“Non solo: le ho insegnato a leggere la Dichiarazione Universale Dei Diritti Dell’Uomo” puntualizza lui, orgoglioso.
Corro verso Diane e la abbraccio. “Sei bravissima, piccola!” esclamo, tenendola stretta.
“Lo zio è stato molto paziente: mi ha fatto vedere come si pronuncia ogni lettera” mi racconta, divertita.
“Ehi, ehi, ehi! Lo zio sono io, non quel  belloccio là!” reclama Gavroche, aggrottando le sopracciglia. Eponine sorride gioviale. È molto felice, in questo periodo, di poter passare più tempo col fratello. In realtà, Gavroche abita ancora in strada, ma è una sua scelta: sa di essere un gradito ospite a casa nostra in qualsiasi momento. Ormai Enjolras gli permette persino di partecipare alle riunioni degli Amici con noi. E lui è felice, non se ne perde una.
“Hai visto, Grantaire, com’è diventata brava Diane?” esclama Eponine, rivolgendo uno sguardo affettuoso alla figlia.
Enjolras mi si avvicina lentamente e mi sussurra: "Credo che questa appartenga a te". Senza neanche accorgermene, mi ritrovo in mano la vecchia fiaschetta. Quella che mi aveva prestato prima che tutto iniziasse.
E mi lascio travolgere da quella felicità improvvisa, quell’attimo di contentezza che vorrei non finisse mai.
Mi guardo attorno: vedo tutte le persone che amo di più, quelle per cui ho rischiato e rischierei la vita.
E sorrido, perché non potrei essere più felice di così.








Buongiorno, lettori :)
E così, con un sospirato lieto fine, termina questo mia piccola storia iniziata per me come un "esperimento"... spero che abbiate gradito :)
Un ringraziamento particolare va a _Nessie_Jonas_, che ha recensito tutti i capitoli facendomi riflettere sui miei errori. 
Se volete farmi sapere qualcosa sulla storia (se vi è piaciuta, se non vi è piaciuta, suggerimenti, ecc) scrivetemi e vi risponderò.
Alla prossima fanfiction,
rosa_bianca
   
 
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