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Autore: OldWord    28/04/2013    0 recensioni
Questa è la storia di Cristina di Lorena e del suo amore lontano dal matrimonio trovato guardando il cielo in una notte fiorentina.
Genere: Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Addio Francia e buongiorno a te Italia

Il conte finalmente aveva lasciato il castello e l’aria, secondo il parere di Cristina, era tornata respirabile. I preparativi per il matrimonio erano stati definiti dalle uniche persone che in questa storia avevano voce in capitolo, re e futuro sposo. Pochi mesi la separavano dal fatidico “si” che singhiozzando avrebbe detto in una chiesa estranea, in un paese estraneo e ad un uomo che avrebbe preferito  che rimanesse solo un estraneo. « Cristina! Scendi dalle nuvole e vieni a fare una passeggiata con me! » “la solita Alle” pensò Cristina mentre scendeva dall’amaca. « Dolce come sempre nello svegliarmi dalle mie fantasie eh » disse appena raggiunta la ragazza. « Oggi è una così bella giornata. Non la vuoi passare con me? Ho delle novità » Alexandra era tutta un sorriso e in effetti era una bella giornata di sole. Dopotutto quell’essere era andato via portandosi dietro il cattivo tempo. « Che novità ?! Così mi insospettisci » Cristina le diede corda e così iniziarono una passeggiata che in realtà non aveva nessuna metà particolare. « Ebbene, rullo di tamburi, ho un ragazzo! » si percepiva dal tono di voce la voglia della ragazza di dare questa notizia al mondo. « Sono così felice per te! Chi è? È buono ? Com’è ? Me lo farai conoscere? » le domande a raffica erano già partite e nulla poteva fermale. « Santo cielo, calmati. Si chiama Christopher l’ho conosciuto da poco. Sembra una persona molto buona e io come aspetto lo trovo stupendo » iniziò con le risposte. “ Si merita il meglio questa ragazza “  l’unico pensiero che attraversava la mente di Cristina. « Quindi sei al settimo cielo. Spero di conoscerlo prima di partire » in quelle parole c’era una nota di tristezza. « Certo, finalmente abbiamo entrambe il ragazzo. L’unica differenza è che tu sai già di poterlo sposare, che fortuna. ». Fortuna?! Non riusciva a trovarla questa grande fortuna. « Alle io odio quell’uomo! » non riuscì a trattenersi. « Come? Cristina lo devi sposare, devi dirlo che non vuoi! » “ingenua alle” pensò la ragazza. « Senti, mi ha minacciato e lo sanno tutti che mio nonno non mi vuole assolutamente qui! Come posso fare qualcosa?! Non voglio mettere a disagio mia nonna » replicò lei. « Per favore spiegati » chiese Alexandra con tono pietoso.
Le spiegò e raccontò ogni cosa detta e ascoltata riguardante Ferdinando. Le raccontò del primo incontro, delle minacce e di quel orrendo bacio. Infine Alle non riuscì a dir altro che: « Mi dispiace tanto ». Rimasero insieme ancora per molto quel giorno parlando del più a del meno. Certo non mancò il turno dell’Alle di raccontare la storia di Christopher e si vedeva proprio l’amore nelle parole che diceva. Cristina rideva sempre tantissimo in compagnia dell’amica e questo la portò lontana dai suoi problemi.
 
Passarono settimane, Ferdinando dettava ordini tramite lettere settimanali dove scriveva ciò che la futura moglie doveva imparare. Usanze, costumi ed etichetta che venivano dall’Italia erano all’ordine del giorno negli studi di Cristina severamente sorvegliata dal sovrano. Nulla doveva impedirgli di scacciarla dalla Francia.
« Santo cielo, non respiro dentro a questo vestito! » urlò Cristina mentre le dame le provavano il vestito da sposa. « Non ti lamentare, dovrai portalo solo una volta e per poco. Resisterai » solita voce gentile del re. « Sei stupenda nipote mia » questa era la nonna invece. « Domani partirai per Firenze e vogliamo essere sicuri che nulla vada storto. Dovrai essere impeccabile! » “Non ne posso più di queste frasi re da strapazzo” pensò la ragazza mentre si sfilava il vestito bianco. Non che il vestito non le piacesse, anzi era bellissimo, ma l’occasione non era certo delle più allegre. « Verrai con me nonna? » chiese più rivolta ad Enrico che a Caterina. « Certo che verrà. Verrò anch’io, così potremo tenerti d’occhio ».  « Calmatevi sire, non farò niente che possa recarvi danno! » il tono però non presupponeva ciò che le parole esprimevano.
Era il momento. Cristina sapeva di dover dire addio alla sua amata biblioteca, ai suoi amati giardini e ai sui amici. Ormai era giunto il momento di partire per l’Italia. Fece un gesto di saluto poco prima di salire sulla carrozza e le sembrò che qualcuno davvero la salutasse. Dopotutto la Francia è stata casa sua per molti anni.
Durante il viaggio Cristina passò il tempo in carrozza a chiacchierare con sua nonna e a leggere. Valigie fatte, documenti firmati e merce in consegna tutto secondo i piani.
 L’ingresso a Firenze fu magico. Guardando fuori dalla finestra la ragazza vedeva negozi di tutti i generi e una vivacità tra la gente che la lasciò senza parole. Sentiva musica e canti un po’ ovunque, aveva voglia di scendere e stare in mezzo a loro. Purtroppo la carrozza arrivò a destinazione. Un palazzo bellissimo  ma ad attenderla all’interno c’era il suo odiato futuro marito. Scese dalla carrozza e si diresse all’entrata dove inciampò e cadde a causa di  un pennello. « Ahio, iniziamo bene » disse la ragazza seduta a terra. « Mi scusi vostra grazia, colpa mia! Il pennello mi è caduto mentre trasportavo il materiale per un dipinto. La prego mi perdoni » parole molto veloci che provenivano da un ragazzo moro che le corse incontro. Il pittore le porse le mano come aiuto per rialzarsi senza sapere cosa sarebbe accaduto solo aver lasciato cadere quel pennello.
 
  
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