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Autore: applestark    28/04/2013    1 recensioni
Frannie è all'apparenza la tipica ragazza cheerleader, bionda, alta e impeccabile.
In realtà la sua vita è tutta una messa in scena per sentirsi abbastanza carina agli occhi degli altri, per rendere orgogliosi i suoi genitori.
Ma l'incontro casuale con Alex Gaskarth e gli All time low cambierà la sua vita, e lei diventerà più coraggiosa, più forte, capace di abbandonare le maschere che indossa.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 : On my way

Frannie's Pov.

Corsi negli spogliatoi sbattendo la porta alle mie spalle, ero davvero esausta.
Gli allenamenti con le cheerleader stavano diventando estenuanti in vista del campionato di cheerleading , a cui la scuola che frequentavo doveva  partecipare.
Qualcuno potrebbe pensare di me che sono una stereotipata bionda con le gambe lunghe e ben piazzata di seno.
Beh, quel qualcuno si sbaglia di grosso.
In realtà faccio parte delle cheerleader da ben tre anni per volere di mia madre, la quale ha riposto la mia apparente felicità e il suo orgoglio nella divisa a strisce bianche e blu della squadra e nel mio bel faccino sulla foto in prima pagina dell’annuario.
Sono una vigliacca a lasciarle intendere che sono davvero contenta così, ma non ce la farei proprio a deluderla, quindi preferisco andare avanti così, nonostante tutto.
Sbuffai e mi buttai in fretta e furia sotto la doccia, il cui getto caldo mi rilassò un tantino, finalmente era giunto l’ultimo anno alle superiori, lo avevo aspettato con ansia, avrei potuto finalmente dire addio alle persone sbruffone con le quali ero costretta ad uscire il venerdì sera, oppure i pomeriggi per i progetti scolastici e così via.
Persino le compagne di squadra mi risultavano smorfiosa, tranne Lexie ovviamente, che condivideva la mia stessa sorte, solo con un po’ di passione in più per quello “sport”, per il quale si impegnava davvero tanto, forse anche più di me, che ero la cima nella piramide umana.
Ad ogni modo, uscita dalla doccia, mi asciugai con cura i capelli e il corpo, poi mi vestii comoda con una tuta e delle scarpe da ginnastica e legai i capelli biondo scuro in una coda alta. Senza nemmeno truccarmi, svelta uscii dagli spogliatoi e dalla scuola, non avevo per niente voglia di intrattenermi con le mie compagne, così mi diressi in fretta e furia nel parcheggio dove c’era la mia automobile, un vecchio catorcio regalatomi dal nonno per il mio sedicesimo compleanno, una roba da cambiare al più presto possibile, insomma.
Se proprio volete saperlo, vivo in periferia di Baltimora, una città niente male, sinceramente.
Specialmente la zona residenziale nella quale vivo è piuttosto piacevole, trovi di tutto senza doverti spostare troppo, da Starbucks, ai fast food, biblioteche, centri commerciali.
Salita in macchina misi in moto , quel rombo fastidioso fece voltare varie persone che mi guardarono male, io sbuffai e partii a tutta forza, guidando distrattamente verso casa.
Sono una ragazza sbadata, devo ammetterlo, raramente faccio qualcosa senza combinare guai, per imparare a guidare ci ho messo tanto tempo, e neanche adesso sono proprio un’ottima guidatrice.
Se poi considerate che dopo tutto il tempo passato ad allenarmi, correre, fare flessioni e giravolte , stavo anche un po’ male…beh, sono un pericolo pubblico vero e proprio.
Accesi la radio, che dava una canzone depressa commentata ogni secondo dall’altrettanto disperata speaker, che cercava ogni giorno a quell’ora di dare consigli a giovani coppie che rompono, senza però badare ai suoi di problemi.
In quel momento, presa dai ragionamenti interiori, iniziai a pensare che nemmeno io avevo un ragazzo in effetti, c’era qualcuno che mi stava dietro a scuola ma proprio non mi andava giù.
L’ultimo ragazzo che avevo avuto era stato Henry, con il quale avevo rotto per il suo eccessivo volermi controllare, che poi avevo scoperto anche che mi tradiva con Hayley, una stronzetta che cercava anche di soffiarmi il posto di capo cheerleader –e magari ci fosse riuscita! Mi avrebbe fatto un piacere- .
Tutta presa dalla rabbia , dal cellulare che squillava e non sapevo chi era, dalla radio che contribuiva ad innervosirmi e dalla fretta di ritornare a casa… non vidi un ragazzo in bicicletta che attraversava la strada proprio di fronte a me.
Dallo spavento diedi un urlo piuttosto forte, ma  non riuscii a frenare al tempo giusto, tutto quello che udii dopo furono delle bestemmie, pesanti bestemmie su di me, su mia madre, mio padre e tutti i miei santi in paradiso… poi scesi dalla macchina tutta preoccupata, continuavo a mettermi le mani davanti al volto, le mani mi tremavano e a stento riuscii a comporre il numero dell’autombulanza che svelta arrivò nel “luogo del delitto”.
Il ragazzo che avevo investito aveva un’aria distrutta, nervosa e…conosciuta.
Ero piuttosto sensibile al sangue, quindi non riuscivo ad avvicinarmi, avevo troppa paura e impressione di aver combinato un grosso guaio, quindi tutto ciò che feci fu aspettare che i medici arrivassero, gironzolando solo intorno al giovane con la barbetta, il quale continuava a bestemmiare  e a dirmi di non voler andare nell’autombulanza, poi la sirena coprì tutto il fluire del nostro battibeccare , e io salii insieme a lui, terrorizzata dalla reazione che avrebbero avuto i miei, e anche dei problemi che forse avevo recato al ragazzo.
 
 
  
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