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Autore: applestark    28/04/2013    0 recensioni
Frannie è all'apparenza la tipica ragazza cheerleader, bionda, alta e impeccabile.
In realtà la sua vita è tutta una messa in scena per sentirsi abbastanza carina agli occhi degli altri, per rendere orgogliosi i suoi genitori.
Ma l'incontro casuale con Alex Gaskarth e gli All time low cambierà la sua vita, e lei diventerà più coraggiosa, più forte, capace di abbandonare le maschere che indossa.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: That girl

Alex Pov.

Io torno nella mia città natale in cerca di tranquillità durante la pausa dal tour e vengo investito il primo giorno di “riposo”.
Questa è davvero la sfiga della mia vita, rendetevi conto, cari.
Avevo preso la bicicletta per fare un giro tranquillo nei dintorni della zona residenziale, dove avevo da poco comprato una casa insieme agli altri, un luogo dove potevamo tornare nei momenti di relax, dove potevamo rifugiarci lontano dalle nostre adorabili fans, che ci seguivano come quei vampiri segugi in Twilight, quei cretini che sentono l’odore di quella puzzona di Bella Swan, per intenderci.
Gli ospedali avevano sempre quella puzza di “pulito”, mi ricordava i pannoloni degli anziani, nulla togliere ai malati ovviamente, ma quella puzza antisettica mi infastidiva proprio tanto.
Ecco perché avevo pregato la biondina omicida di non chiamare l’autombulanza… ma come non detto;
dovevate vederla come si agitava, come faceva la smorfiosa, la noiosa, infantile… aveva tutta l’aria di una figlia di papà, e vista la felpa con il logo della scuola che indossava, sicuramente era anche una cheerleader, di conseguenza ci avrei scommesso i mie gioielli che era una senza cervello , tipo Barbie.
Beh, i miei pensieri cattivi su di lei erano alterati dalla rabbia del momento, mi aveva messo sotto che cavolo!
Mezz’ora più tardi, i miei amici arrivarono di corsa nella stanza dove mi avevano temporaneamente messo, fortuna che il giorno seguente sarei potuto tornare a casa, altrimenti giuro che le avrei tirato i capelli alla sbadata biondina che mi aveva…rotto le palle buttandomi sotto, ecco qua.
-Ciao vecchio mio-
La voce di Jack mi fece immediatamente sorridere, lui era il mio fratellone, se in un’altra vita fossi stato omosessuale, sicuramente lui sarebbe stato il mio ragazzo, voglio dire, guardatelo com’è bello con il suo super naso!
-Ciao Jack- risposi, salutando con le mani anche  Zack e Rian, che ridacchiavano silenziosamente alle mie spalle.
-Ti fai mettere sotto da una bambolina?- domandò il mio migliore amico, sedendosi sulla sedia accanto al letto a gambe incrociate.
In tutta risposta sbuffai, alzando gli occhi al cielo. –Le donne non sono fatte per guidare auto-
-Maschilista- esclamò Rian, dandomi un pugno sulla spalla.
-Infatti, l’hai vista quant’è carina?- intervenne Bassam, dando un’occhiata attraverso la vetrata alla ragazza che camminava avanti e indietro lungo il corridoio della sala d’attesa.
-Ora sono incazzato, non c’è niente da fare.- dissi io, squadrando comunque il bel sederino che aveva la bionda, fasciato da una tuta che non faceva altro che enfatizzare le forme arrotondate del suo didietro.
Ero proprio un porco talvolta, ma gli uomini sono fatti così, c’è poco da fare.
-Parliamo di cose serie, cosa ti sei fatto amico?- mi domandò Zack, dondolandosi sul posto e  guardandomi con attenzione, strano a dirsi.
-Niente, come potete vedere ho il labbro un po’ spaccato, sono pieno di lividi e contusioni sulle gambe, ma niente di importante- risposi io accennando un sorriso, per fortuna non mi ero fatto troppo male, mi tenevano sotto controllo la notte solo in caso potesse succedermi qualcosa, ma non perché ne avevo realmente bisogno.
-Sei ancora vivo…domani sera festeggiamo con delle birre-
Propose Rian, dandomi una pacca sulla spalla.
-Perfetto-
Proprio in quel momento arrivò una simpatica signora, un’infermiera di colore con in mano degli accertamenti.
-Il risultato della tac è positivo, lei non ha niente di rotto, sono solo dolori dovuti all’urto quelli che ha alla schiena, signor Gaskarth. Mia nipote è pazza di lei, credo che domani la farò venire prima che lei se ne va-
Parlava con gentilezza e rispetto, le annuii immediatamente.
-E’ un piacere signora-
-Bene, la lascio alla sua conversazione, vi avviso che l’orario di visite sta finendo però.
Buonanotte-
Diedi un’occhiata all’orologio sulla parete bianca di fronte a me, erano già le 20 in punto, avevo un languorino non indifferente.
-Alex ti dispiace se andiamo? Credo che anche la ragazza voglia dirti qualcosa, è spaventata…sicuramente vuole accertarsi che tu stai bene-
Disse Jack, alzandosi dalla sedia e afferrando il giubbotto di pelle dal bordo del letto, per poi metterselo addosso.
Il resto della ciurma ATL lo seguì, dandomi pacche sulla spalla per salutarmi.
-Ti veniamo a prendere domani mattina amico, buonanotte- dissero all’unisono e io gli sorrisi.
-Avvisate il manager, buonanotte e grazie per la visita-
Ci salutammo e poi loro voltarono l’angolo, per tornarsene a casa.
 
Pochi minuti dopo la porta della stanza si spalancò e la ragazza che mi aveva investito sgattaiolò verso il mio letto con un espressione realmente dispiaciuta che mi venne un tonfo al cuore;
ora che la vedevo così da vicino notavo come il suo labbro inferiore era tirato all’insù per il broncio, quelle erano il tipo di labbra che mi piaceva baciare: a forma di cuore, carnose ma non troppo, e poi così ben delineate.
-Ciao, sto bene, non preoccuparti- Dissi scrollando le spalle e facendo una smorfia di dolore, cavoli, stavo bene ma non troppo…ecco.
-Mi dispiace tanto, ora come minimo i miei mi toglieranno l’auto… mi dispiace davvero tanto-
disse quasi a se stessa, incapace di guardarmi negli occhi;
che poi non sapeva nemmeno chi ero, mi sa.
-Fortuna che non mi sono fatto nulla, sono tosto! Se vuoi ci parlo io con i tuoi-
Mi offrii, facendole cenno di sedersi sul bordo del letto, era piccina, ci sarebbe stata di sicuro in quel posticino.
-Non preoccuparti, poco fa li ho chiamati e per poco non mi perforavano un timpano-
Accennò un sorriso, e notai che dentatura perfetta aveva, doveva proprio essere una specie di miss o qualcosa del genere.
Ed era anche piccola, d’età proprio. Avrà avuto un sedici anni, o forse diciassette…dall’apparenza.
-Quanti anni hai?- le domandai di scatto, poco prima che lei si sedesse dove le avevo indicato, tenendo le piccole manine sulle sue gambe slanciate.
-18, me ne davi di meno scommetto-
-Infatti, diciamo che per avere quest’età dovresti essere più attenta alla guida- la rimproverai, facendole uno sguardo minaccioso che le provocò una risatina graziosa.
-Non farmi la paternale!-
-Comunque io sono Alex, Gaskarth- Mi presentai, porgendole con uno sforzo non indifferente la mano fasciata.
-Lo so chi sei, la mia migliore amica ti adora. Io sono Frannie-
Mi sorrise, stingendomi appena la mano che ritirò in un secondo.
-E tu non mi adori?-
Le strizzai l’occhio, cercando di imitare il principe ladro di Rapunzel quando fa lo “sguardo che conquista”.
-Presto per dirlo, ti ho conosciuto mettendoti sotto…-
Sospirò, adesso mi dispiaceva di averle rivolto offese e bestemmie, era così dispiaciuta!
Ve lo giuro, sembrava Bambi, un cerbiattino.
-Dimentica questa storia! Suvvia, se vuoi possiamo vederci così mi fai conoscere la migliore amica, mi porto la scorta dietro!-
Annunciai , mostrandole un sorriso a 32 denti, volevo tirarla su di morale, e forse ci riuscii perché lei ridacchiò, afferrando il cellulare tra le manine.
-Lexie ne sarà più che felice, è stata anche di recente a un concerto vostro, degli All time low-
-Grandioso, già adoro la tua amica!-
-e me no?- chiese lei, imitando il mio tono di poco prima…
Spiritosa, la piccola Frannie, cavolo.
-E ‘ presto per dirlo- le feci l’occhiolino e poi scoppiammo a ridere entrambi.
Ci eravamo conosciuti in un modo davvero curioso, ma ero aperto a ogni tipo di amicizia ultimamente.
-Mio padre chiede di vederti, cioè con il suo legale, sai per l’assicurazione…-
Scossi la testa e le posai la mano sulla spalla mingherlina. –Niente assicurazioni eccetera eccetera, io sto bene, tu tranquillizzati-
Mi sorrise, imbarazzata ma grata, e poi mise finalmente da parte quel cellulare, probabilmente causa della sua distrazione alla guida.
-Forse è meglio che vado, tra un po’ arriva l’infermiera a portarmi via-
Annuii, aveva ragione, l’orario delle visite era quasi finito.
Era stato piacevole conoscerla, le mie prime impressioni erano state sbagliate, era niente male come ragazzina.
-Scusami ancora allora, buona notte e buon…buon tutto- mi augurò, alzandosi dal letto e avvicinandosi all’uscio della porta.
-Almeno lascia che ti dia il mio numero- le dissi, poco prima che potesse andarsene.
Mi guardò come stranita, poi segnò il mio numero sul suo smart phone e mi sorrise grata quando le dissi che davvero volevo incontrare quella sua amica… magari era una bomba sexy, oppure boh, era un modo per incontrare Frannie di nuovo.
Comunque quando se ne andò scivolai in un sonno profondo, avevo male dappertutto.
  
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