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Autore: PeterJRaf    28/04/2013    5 recensioni
La vita è davvero imprevedibile.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6° Capitolo

Sentivo il vento attraversarmi i capelli e le lacrime bagnarmi la pelle. 
Volevo farla finita. 
Mi spostai verso il vuoto, bastava solo un altro piccolo movimento e io sarei morta, bastava così poco.  
Mi girai e, dando le spalle al vuoto, con un saltello toccai il pavimento del mio balcone. 
Jenna e Peter dovevano pagarla. Tutti i ragazzi della scuola ne avevano abbastanza di loro.
 
Entrai nei corridoi della scuola, sentivo gli sguardi delle persone su di me e questo mi rese nervosa. Velocemente raggiunsi il mio armadietto, quando presi tutto lo chiusi. Vidi la faccia di Jenna, attaccò un volantino su di esso. 
Lo guardai ''MEGA PARTY A CASA DI PRINCESS'' 
J:Sappi che non sei invitata al mio compleanno.
B:Preferisco uscire con un cavallo che ha l'HIV che venirci. 
Rimase a bocca aperta, nessuno mai gli aveva risposto così.
Andai in classe, l'ora di letteratura mi avrebbe fatto rilassare un pò i neuroni, tanto in quella materia non ci capivo nemmeno una virgola. Dopo due ore di italiano e una di matematica riuscii ad incontrare Lea a mensa. 
Dopo aver preso qualcosa da magiare ci sedemmo al solito tavolo. 
B:E' guerra conto Jenna. 
L:Lei che ti ha fatto? E' stato Peter.
B:Lui e tutti i suoi ''amici'' sono i suoi burattini.
L:Che hai intenzione di fare?
B:Domani darà una festa.
Lea si guardò intorno, controllando se qualcuno stesse ascoltando. Dopo circa due secondi avvicinò il suo volto al mio. 
L:Non puoi farlo -mormoró
B:Oh, certo che posso.
-IL GIORNO DOPO-
I volantini che annunciavano un party a casa mia finirono velocemente, mia madre quella mattina mi disse che non sarebbe ritornata prima della sera seguente quindi approfittai di organizzarla a casa mia. 
I ragazzi preferivano mangiare pizza e ballare anzichè mangiare sushi e sentire Jenna parlare di sè.  
-20.00-
Lea incominciò a frugare nel mio armadio in cerca di un vestitino carino, dopo un pò ne tiro uno fuori. Lo guardai da cima a fondo, scrutandone ogni centimetro.  
B:Ma da dove è uscito?
L:Non lo so, credo sia di tua madre. Provalo.
Era un vestitino corto, con lo scollo dietro la schiena a U e tinto di un grigio chiaro. Odiavo mettere vestitini del genere ma decisi che per quella sera avrei indossato quello. 
-21.00-
-PARTE PETER-
Raggiunsi la casa di Jenna, stranamente non sentii la musica fin da fuori. Entrai, la vidi mentre era intenta a spaccare tutti i piatti presenti nella cucina. 
J:E' una stronza. 
La fermai, togliendoci il piatto che stava per lanciare contro il muro. 
P:Perchè non c'è nessuno?
J:Biancaneve Owen ha organizzato una festa nello stesso giorno in cui l'ho organizzata io.
P:E' una con le palle quella.
Mi tirò un debole pugno sul petto. 
J:Andiamo a rovinare la sua festa.
P:Non è colpa sua se preferiscono lei a te.
Mi maledii, mordendomi la lingua. Jenna si girò verso di me, aveva la faccia rossa e arricciò il muso: stava per scoppiare. Indietreggiai lentamente terrorizzato da cosa sarebbe accaduto a momenti. 
J:IO SONO PRINCESS, TUTTI MI AMANO!
Corse fuori casa mettendosi nella sua macchina e partire a tutta velocità.
-PARTE NEVE-
La festa era fantastica, tutti quanti si stavano divertendo. Lea mi prese per mano e ci demmo alle danze. All'improvviso la musica cessò e incominciò un gran chiasso fra quelli presenti. 
Vidi Jenna salire sul divano e urlare qualcosa a squarciagola diretto a me.
J:Sei una troia.
B:Ti brucia eh.
Rimase impalata a guardarmi, strinse i pugni e subito dopo scese dal divano e mi venne vicino.
J:Forse a quella che brucia se tu, non riesci a mandare giù che Peter ti abbia preso solo in giro. 
B:Invece guarda: me la sto spassando alla grande, di quello non mi importa niente. Ora vattene dalla mia festa, mi dispiace dirtelo ma non sei stata invitata -dissi provando a imitare la sua voce.
All'improvviso sentii le persone urlare il mio nome. Finalmente qualcuno aveva avuto il coraggio di mettersi contro di lei non preoccupandosi delle conseguenze. 
Jenna si guardò intorno e, arrendendosi, scappò verso la porta.
Lea si avvicinò allo stereo e rimise di nuovo la spina. Alzai in aria il bicchiere pieno di birra e urlai: Che la festa continui!
-IL GIORNO DOPO-
Quando entrai a scuola tutto era tornato alla normalità, vidi Jenna passarmi davanti a testa alta. Non era servito a niente ma mi era bastato averla resa ridicola davanti a tutti. 
Mi trattenni più tempo nei corridoi insieme a Lea e arrivai al corso di arte in ritardo. 
Quando oltrepassai la soglia sussurrai un piccolo ''Merda''. Solo un posto era libero, quello vicino a Peter.
Mi sedetti provandolo ad evitare.
P:Scusami per l'altra volta, sono stato uno stupido ad accettare la scommessa.
Mi girai verso di lui, i nostri occhi si incrociarono provocandomi un lieve mal di pancia.
B:Va bene. 
Sorrisi.
B:Incominciamo a disegnare su.
Non sapevo il perchè di averlo fatto, sotto sotto mi piaceva e dovevo accettarlo. 
Dopo che Lea mi accompagnò a casa dovetti darmi una mossa a riordinare l'intera casa. Ci volle un pò ma finii prima dell'arrivo della padrona di casa. 
La settimana passò velocemente, finalmente arrivò sabato. Quel giorno io e Lea saremmo dovute partire per Los Angeles, suo padre ci regalò quel viaggio di cinque giorni.
Los Angeles, senza genitori, tantissimi soldi a disposizione erano cose che combaciavano perfettamente insieme. 
Le valigie vicino la mia porta erano già pronte da un pezzo. Velocemente mia madre mi accompagnò in aeroporto e dopo circa dieci minuti passati a sentire le sue raccomandazioni sentii la voce di Lea chiamarmi, mi annunciò che l'aereo stava per partire.
Frettolosamente salutai mia madre con un semplice bacio sulla guancia e ci dirigemmo verso l'entrata del ''mostro volante''.
Ci sedemmo ai posti assegnati, viaggiavamo in prima classe. 
Tutto perfetto.
Tranne per un particolare...

-Buondì gente, spero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto; fatemi sapere cosa ne pensate attraverso una recensione <3- 
 
  
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