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Autore: Sia_    28/04/2013    10 recensioni
- Fa bene, tornare indietro dico. - Hermione gli aveva preso la mano, baciando le dita una ad una, - E poi ci sarebbe una cosa che vorrei chiederti qui, qui dove ti ho conosciuto bene, qui dove ti ho urlato dietro tante volte, qui dove poi ti ho baciato e amato. -
Fred aveva sorriso, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio, perdendosi poi nei suoi occhi nocciola, - Sarebbe? -
- Vorrei solo chiederti di continuare ad amarmi, di continuare a farlo per tutto il resto delle nostre vite. - aveva sussurrato Hermione.
- Mi stai chiedendo di sposarti? -
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo uno.
 

Il mal di testa era aumentato di colpo, continuando a darle un fastidio tremendo; non erano riusciti a farlo passare neanche le pasticche babbane che la madre le aveva mandato in caso di malattia istantanea.
Non le aveva mai ritenute necessarie in tutta la sua vita, ma in quel momento le erano sembrate l’ultima sua ancora di salvezza prima di cadere in un buio completo e morire di dolore.
Aveva aperto gli occhi piano e davanti a lei si era stagliato un paesaggio cupo, nero e scuro; non riusciva a vedere ad un palmo dal naso e la voglia di muoversi era andata sotto il piumone a scaldarsi ancora un po’, tanto era giorno di festa.
Aveva allungato le mani puntandole verso l’alto e aveva fatto finta di osservarle nel buio come da bambina, quando, ad Hogwarts, si svegliava prima e non aveva voglia di alzarsi per nessuna ragione al mondo, neanche per qualche incendio provocato da Seamus.
Aveva accidentalmente spostato lo sguardo sull’uomo sdraiato di fianco a lei: aveva i capelli rossi, l’odore di casa e le orecchie sempre rosse. Ronald Weasley.
Non sapeva esattamente perché o percome lei se ne fosse innamorata tempo prima, ma con lui stava bene, la faceva sentire unica, come se toccasse ogni ora del giorno il cielo con le mani o come se potesse volare. Il loro amore era stato repentino, sulle loro mani erano cadute gocce di interesse fino a riempirle del tutto e si erano messi insieme.
-Han…- una voce era partita in quel buio intenso e la sua mano era corsa veloce verso la lampada del comodino.
Avrebbe potuto pensare ad un ladro che era entrato in casa, ma la porta era sempre chiusa, le finestre sbarrate e avrebbe sicuramente sentito un rumore forte e anche Ron se ne sarebbe accorto; invece se ne stava disteso sul letto di fianco a lei con una mano vicino alla faccia e le sue guance avevano preso un colorito rossastro tanto da farlo sembrare un ebete.
Hermione si era avvicinata alla sua faccia, sicura di aver sentito male e due braccia l’avevano abbracciata da dietro, in modo forte e possente. Si era sentita sopraffatta.
Non l’aveva mai abbracciata in quel modo così duro e appassionato come in quel momento e aveva cominciato a sentire una mancanza d’aria ai polmoni.
-Hanna, ti amo.- aveva detto ancora Ron prima ti lasciarla andare e permetterle di respirare.
Quella si era buttata sul letto inerte e non aveva fatto nessun movimento per allontanarsi dal braccio troppo vicino del ragazzo accanto, per cruciarlo o per andarsene senza saluti futuri, non aveva nemmeno spento la luce che le dava abbastanza fastidio.
La testa le faceva male, aveva la certezza che il suo ragazzo la stesse tradendo e non aveva voglia di alzarsi, era giorno di festa quello, lui le aveva chiesto di sposarla.
 
***
 
-Buongiorno amore!- aveva detto trionfante Ron entrando in cucina, alzando un po’ troppo il volume della sua voce.
La ragazza si era passata una mano sulla fronte e l’aveva sentita calda al tocco, ma non era quello il momento di ammalarsi, doveva chiarire con il suo “fidanzato”.
Si era alzata in piedi, infuriata, con le occhiaie e con le guance assai rosse squadrandolo con lo sguardo.
-Chi è Hanna?- aveva chiesto allo sfortunato.
Lui era divampato sulle orecchie e aveva pensato momentaneamente ad una scusa da appiopparle anche se quella sarebbe stata la volta buona per dirle la verità.
-Una collega a lavoro, è una brutta zitella, ha perso il marito pochi mesi fa e ha cercato di risollevarsi trovandosi un lavoro e una casa. Ne è uscita vittoriosa.-
Hermione aveva rimpicciolito di più gli occhi guardandolo con fare truce cercando anche sono una incertezza nella sua voce, come un balbettio o una mancata parola.
-Una collega che viene a letto con te, vero?!-
-Certo che no, io la consolo nelle ore di lavoro!-
-La consoli… nelle ore di lavoro?- la voce di Hermione era uscita come un sospiro triste e pronto alle lacrime. Ron si era tirato una manata in faccia perché ormai era andata, lo aveva scoperto e la sua vita sarebbe praticamente andata a pezzi.
Hermione non aveva lasciato scendere lacrime e nemmeno gli aveva tirato uno schiaffo; si era limitata a sedersi su una sedia e bere un sorso del suo tè.
-Da quanto?- aveva chiesto dopo pochi minuti di silenzio nella stanza che si era fatta troppo cupa e triste.
-Da qualche mese…- aveva risposto lui sedendosi davanti a lei e tenendo le mani congiunte e scrutando la reazione della ragazza che, tuttavia, non lasciava trapelare nessuna emozione.
-E dove hai trovato il coraggio di chiedermi di sposarti?- la voce di Hermione si era fatta più alta di prima e anche un po’ più stabile.
Ron aveva guardato il pavimento, imbarazzato dalla domanda perché non se la sarebbe mai aspettata.
-Credevo sarebbe passata, non pensavo potesse diventare una cosa seria.-
-Come è iniziata?-
-Ha preferito aprire la porta invece che chiuderla per sempre.-
Hermione si era alzata di scatto inorridita da quello che aveva sentito e gli aveva lasciato l’anello davanti a lui, sul tavolo, prima di smaterializzarsi in un pesante crack.
 
***
 
Fred stava guardando fuori dalla finestra, quando una ragazza si era smaterializzata proprio lì davanti e camminava barcollando.
Hermione, dal canto suo, si sentiva la testa pesante, le gambe molli e aveva molto caldo. Non si ricordava precisamente cosa fosse successo poco prima e sperava di trovarsi solo in un sogno.
Fred era andato a vedere chi fosse e si era trovato davanti un’Hermione tremolante perché in pigiama sotto la neve, con le occhiaie e fin troppo calda in faccia.
La sua fronte era bollente anche immersa in quell’ambiente freddo e la sua pelle rossa si notava anche ad un chilometro di distanza.
-Che ci fai qui?!- aveva chiesto velocemente per portarla dentro in casa dove faceva almeno un po’ più caldo rispetto a fuori.
Le gambe di Hermione non erano più riuscite a reggerla e lei era caduta per terra con un grande tonfo e Fred l’aveva seguita per controllare se stesse bene.
-Ho sbagliato posto, voglio solo andare a casa.- aveva detto Hermione tastando il terreno.
-No, adesso chiamo Ron che ti viene a prendere e ti porta a casa lui, non mi fido.-
-No! Non chiamare Ron!- aveva detto allarmata lei – Tutto, ma non lui! -.
-Scusa, ma tu non stai con…- Fred aveva preferito non continuare a parlarle visto che la ragazza gli aveva tirato uno sguardo piuttosto infuocato prima di appoggiarsi alla sua spalla.
-Fred, secondo te, questo, potrebbe essere un sogno?- aveva chiesto Hermione ancora seduta sul pavimento della casa di quel ragazzo, appoggiata a lui e con la grande voglia di far riposare la testa.
-Non penso Hermione…- aveva detto prendendola tra le braccia per portarla in camera sua a riposare.
-Io non chiamerò Ron, ma tu vedi riposare visto che hai la febbre alta e non una bella cera.-
L’aveva adagiata sulle coperte ancora sfatte della notte prima e l’aveva coperta per bene cercando di non darle fastidio e si era diretto verso la porta.
-Fred, rimani qui con me…- aveva sussurrato nel sonno per poi girarsi dalla parte opposta del letto e sospirare pesantemente.
Hermione si era morsa il labbro dopo quell’affermazione troppo affrettata perché lui non doveva stare dietro ad una stupida, che non riusciva a stare dietro, a sua volta, ad un rapporto come quello che aveva, lei non riusciva mai a fare nulla.
Fred, a suo modo, aveva preferito avvicinarsi alla ragazza, sedendosi di fianco a lei sperando si addormentasse; lei, invece era rimasta con gli occhi sbarrati a fissarlo nel buio. Rispetto alla camera che usava prima, lì si vedeva molto meglio e il viso del ragazzo era nitido sotto i suoi occhi.
-Puoi dirmi che succede, Hermione?- aveva chiesto lui in tono profondamente basso per evitarle fastidi.
-L’ho lasciato.-
Non si era sentita in dovere di piangere prima, ma ora, ammetterlo, faceva male e così aveva sentito i suoi occhi umidirsi piano piano per poi abbandonarsi in un pianto liberatorio, con tanto di singhiozzi.
Fred aveva deciso di avvicinarsi a lei provando a consolarla come meglio avrebbe potuto fare un ragazzo. Aveva cominciato ad accarezzarle il viso, asciugandole le lacrime che cadevano dagli occhi e aveva aspettato che si calmasse almeno un pochino per alzarsi e  avviarsi alla porta.
-Ce ne sono molti migliori di quel cretino Hermione e, sicuramente, tu te li meriti tutti. Adesso riposati e vedi di metterti in sesto che mi devi raccontare tutto.-
Se ne era andato lasciandola sola nella sua stanza. Abbandonandola nei suoi pensieri che si erano fatti più rumorosi nella testa e che, era certa, le avrebbero impedito il sonno.
La testa le faceva male, aveva la certezza che il suo vecchio ragazzo l’avesse tradita e non aveva voglia di alzarsi, era giorno di festa quello, lui le aveva chiesto di sposarla e lei l’aveva lasciato.
 
***
 
-Hanna, tu pensi che io sia uno stronzo?- aveva chiesto Ron nel letto di fianco alla donna che amava.
-Io ti trovo solamente splendido e adoro il modo in cui ti preoccupi, lo sai?-
Quello aveva sorriso al complimento prima di tirarla a sé e baciarla sulla bocca.
Con Hermione era tutto diverso: bisognava stare attenti qui, mettere a posto la coperta o controllare che la porta fosse chiusa a dovere; con Hanna tutto era più emozionante, anche solo fare una camminata per comprare nel supermercato all’angolo.
Hanna era una donna speciale e l’aveva capito fin da quando era diventata la sua collega; anche se le era morto il marito aveva fatto di tutto per andare avanti, superare la cosa ed essere felice. E per essere felice aveva avuto bisogno anche di lui, della sua compagnia, delle sue stupide battute e dei suoi capelli rossi.
-Mi dici un po’ com’era questa Hermione?- aveva chiesto la ragazza scostandosi dal corpo possente del suo fidanzato, facendo correre la mano nella sua.
Ron si era messo su un fianco per guardala bene negli occhi, assicurarsi così di non tornare più indietro e di essere sincero.
-Hermione era ed è una maga straordinaria, bella nel suo modo, maniaca dell’ordine, sono convinto che dovrebbe seguire di meno le regole. Adoravo di lei il modo di preparare il caffè alla mattina e quello di spostarsi i  capelli dalla faccia perché le rendevano difficile la lettura e la sua voce; quella era la parte più bella perché era dolce, armoniosa e talmente angelica che ti faceva volare in paradiso e io la amavo.- aveva detto lui velocemente –Ma ora per me non conta più niente, ora io amo te; perché adoro il modo in cui mi fai il caffè,  il modo in cui io ti sposto una ciocca di capelli dietro le orecchie e adoro i tuoi favolosi baci da angelo.-
Hanna era arrossita, non si era mai resa conto di quanto stesse andando bene quella relazione e di quando amasse quel ragazzo.
Era arrivato in un momento orribile della sua vita e l’aveva aiutata a rialzarsi in ogni modo, come se fosse la sola speranza per risalire e essere di nuovo felice; per avere il cuore in pace e per riuscire a respirare di nuovo, come una volta, quando stava con suo marito e tutto era rose e fiori.
-E io amo te Ronald Weasley.- aveva detto prima di lasciarli l’ennesimo bacio sulle sue labbra.
 
***
 
Hermione si era addormentata lo stesso. Aveva sognato una vita perfetta al fianco dell’uomo che amava fino a poche ora prima e non le era sembrato neanche tanto brutto avere dei figli con lui, poterli abbracciare e sapere che stavano bene, ma anche in quel magnifico sogno lui se ne andava, lasciandola sola a badare la casa per andare da quella sua Hanna.
E lì si era svegliata tutta sudata, con la paura di tornare in quel sogno: tanto c’era già immersa fino alla punta dei capelli.
Aveva scostato un po’ la coperta per farsi aria, in quel momento la testa le faceva meno male e, forse, era solo il merito di un panno bagnato appoggiato sulla sua fronte.
L’aveva tolto e lasciato sul comodino. Aveva la gola secca, ma la distanza tra il letto e la porta le sembrava un infinità e così aveva optato per sedersi e chiamare il ragazzo.
-Fred!-
Si era sentita stupida nel urlare il suo nome, dopotutto perché lui si sarebbe dovuto scomodare per lei? 
Tuttavia non era passato tanto prima che la maniglia della porta girasse piano per far affacciare il ragazzo che era venuto a vedere cosa non andasse.
L’aveva trovata fuori dalle coperte seduta sulla sponda del letto con il pigiama abbastanza trasandato e aveva sorriso.
-Ma dimmi se una si deve conciare in quel modo!-
-In che modo scusa?- si era detta più a lei che a lui squadrandosi il corpo alla ricerca del problema, come se il pigiama con le fragole giganti non ne fosse la causa.
-Piuttosto, aiutami ad andare di là, ho bisogno di aria fresca e di bere.- aveva detto lei speranzosa e lui si era avvicinato offendendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
Lei si era appoggiata barcollando al suo petto perché la febbre si faceva ancora sentire.
-Ecco, un passo qui e una là e sei a cavallo.- le aveva fatto notare l’altro che si era trovato praticamente la ragazza attaccata come un koala al suo corpo per paura di cadere.
-Mi fa male la testa.- aveva fatto notare Hermione accigliata.
-E allora non ti alzavi.-
-Ma volevo aria fresca! E poi camera tua non mi piace-.
-Potevi rimanere a casa tua allora!- aveva detto lui trattenendosi dal ridere staccandosi successivamente.
Lei aveva perso l’equilibrio cadendogli addosso.
-Perché ti sei spostato?!- l’urlo della ragazza si era fatto più acuto e lui le aveva tappato la bocca con la mano.
-Si da il caso che quello che è schiacciato sotto il lieve corpo di una ragazza malata sia io e non tu, Hermione.-
-E io ti ricordo che tutto questo è a causa tua: se non ti fossi spostato io non avrei mai perso l’equilibrio e non ti sarei mai finita addosso e, comunque… ora non riesco neanche a spostarmi…- la voce di Hermione sul finale si era fatta sempre più imbarazzata e confusa, tanto che lui si era dovuto avvicinare per capire cosa volesse dire.
-Non riesci a muoverti?!- aveva detto Fred ridendo di gusto all’affermazione della ragazza che si era sollevata di un pochino solo per evitare di baciarlo.
-Non c’è nulla da ridere energumeno!-
-Io non sono un energumeno.-
-Se non lo fossi allora io non ti avrei chiamato così, non credi?-
-D’accordo, andiamo di là!- aveva detto Fred prendendola in braccio per la seconda volta nello stesso giorno e lei, in questo momento cosciente, aveva cercato di protestare, ma si era dovuta incollare al suo petto per paura di cadere giù come una marionetta.
-Cos’è successo con Ron?- aveva chiesto questo serio percorrendo il corridoio.
-Ho scoperto che va a letto con una certa Hanna, così gli ho ridato l’anello e me ne sono andata.-
-Stronzo!- aveva detto lui prima di adagiarla sul divano e sedendosi di fianco a lei  –E come l’hai scoperto?-
-Parla nel sonno, non te ne eri mai accorto?- aveva chiesto lei alzando un sopracciglio.
-Certo che no, non sono io quello che ci dormiva insieme ogni notte!-
-E non ero l’unica…- aveva detto Hermione rannicchiandosi sul divano e allontanandosi dal ragazzo affianco per rimanere momentaneamente sola.
Così lui si era alzato, sicuro che la sua presenza non fosse la migliore in quel momento di sfacelo nella sua vita; si era girato un attimo per guardala e aveva visto la sua espressione triste, cupa e terribilmente sola.
Non aveva mai pensato che lui potesse pensare ad Hermione in quel modo, dopotutto lei era sempre stata una ragazza combattiva, coraggiosa e non si era mai fermata davanti a nulla. Era super dinamica, aveva un lavoro che le conferiva fama, ma si era limitata solamente a mettersi con suo fratello.
Non era mai stato fiero di Ron e in quel momento gli andava ancora meno a genio, come si era permesso di ferire una ragazza del genere in modo così permanente?
-Fred, ti prego, rimani qui, non voglio più stare sola…-

 

Note dell’autrice:
Volevo scrivere una cosa del genere da un po’ perché mi premeva l’idea di vedere Hermione innamorata ancora. Perché ho deciso di non cancellare la storia d’amore creata dalla nostra cara Regina, ma voglio che questa sia una cosa successiva.
Mi sono accorta che scrivere questa storia è molto difficile per vari motivi che elencherò al seguito, ma mi ci voglio buttare lo stesso. Da tanto pubblico storie e poi le tolgo perché so benissimo che l’idea non mi convinceva e che mi faceva quasi pena come l’avevo scritta. Eppure al momento della pubblicazione mi piaceva.
Non voglio fare lo stesso con questa. La voglio rendere la mia seconda Long tra le Fremioni che ho scritto e renderla qualcosa di apprezzabile. La cosa che tendo ad evidenziare è che questa storia non mi piace nemmeno prima della pubblicazione.
Ora, perché la storia è difficile?
1.Perché ci vuole coraggio per scrivere di una storia che finisce, nonostante tutto quello che è successo e costruirne una con poco più di poche righe.
2.Perché non ho mai provato sentimenti così potenti uno dopo l’altro: non ho mai sentito la necessità di essere veramente importante per una persona e avere questa affianco per tutta la vita, ma l’idea mi piaceva così tanto.
3.Ho paura che non possa piacere.
Adesso io vi saluto perché credo di aver rotto abbastanza e vado a scrivere il secondo capitolo.
Vorrei ringraziare in anticipo tutte le persone che decideranno di aprire questa storia per leggerla e ancora di più quella persona che lascerà un misero commentino al seguito.
E mi scuso con SaraWeasley perché ho pubblicato lo stesso... non volevo aspettare troppo.
Grazie dell'attenzione, 
DrogataDiApiFrizzole



 
   
 
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