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Autore: GingerHair_    29/04/2013    2 recensioni
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Capitoli revisionati: 0/13

Non c’è molto da dire su di me. Ho vent’anni e vivo a Londra con Tommy, mio fratello gemello. Non ho un gran fisico, sono troppo magra, piatta e senza curve, ho i capelli biondo cenere e gli occhi, l’unica cosa che non disprezzo di me stessa, verdi-grigi.
Di carattere credo di essere una persona non molto socievole, ma ho i miei perché. Mi piace stare in compagnia di quelle poche persone che amo e che mi fanno sentire bene, tutti gli altri non li sopporto. La musica mi fa stare bene, la ascolto sempre, quando sono triste, felice, confusa, affamata… insomma sempre.
Ed Sheeran è il mio migliore amico.
Mi chiamo Samantha Kent, e questa è la mia storia.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo due



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Ed era venuto a casa nostra la mattina presto.
Lui veniva sempre da noi.
Di solito portava pure qualche schifezza da mangiare, tipo gli hamburger di qualche fast food o qualcosa di simile.
Io non riuscivo mai a mangiarli la mattina, mentre lui e mio fratello se li sfondavano tutti, puntualmente.
« Non so prorpio come voi facciate » dissi loro schifata mentre addentavano il loro panino.
« È facile » mi disse Tommy. «Basta prendere il panino con due mani, portarlo davanti alla bocca e addentarlo » prese un altro mozzico e varie salse uscirono andando a finire sul tavolo.
Ed rise, mentre io ero disgustata.
Di solito ero una che mangiava molto, ma la mattina non riuscivo a toccare cibo.
« Ed, sei stranamente silenzioso questa mattina…» gli disse Tommy.
Aveva ragione.
Ed era sempre il primo che mi stuzzicava sul cibo, si divertiva un mondo.
« Colpa di tua sorella » gli rispose indicandomi.
« Cosa c’entro io? » chiesi, dato che non avevo la minima idea di cosa avevo fatto.
« Mi sono ubriacato troppo ieri sera e oggi ho mal di testa » mi disse lui.
« Quindi? » gli chiesi io che continuavo a non capire.
« Eri tu mi dicevi ‘Dai, Ed, solo un’altra birra…’ » mi disse lui guardandomi storto.
Ripensai alla sera precedente.
« No, Ed, credo proprio che tu ti stia ricordando male… quella era Jane Gillag » gli dissi.
« Ah, davvero? » mi chiese lui confuso.
« Stavi messo proprio, bene, è Ed! » commentò Tommy.
Aveva finalmente finito di mangiare quel suo dannatissimo hamburger.
« Oh, a quanto pare sì » rispose Ed.
« Quindi non ti ricordi di cosa volevi parlarmi? » gli chiesi.
Lo vidi concentrarsi al massimo.
« No, mi spiace, non ricordo nulla » mi disse lui.
« Ah, ok » gli dissi solamente.
Tommy mi guardò serio per un momento.
Mi conosceva benissimo, sapeva che quando dicevo ‘ah’ voleva dire che ero contrariata.
Era così strano.
Il fatto che andassimo d’accordo, voglio dire.
Ho visto anche i fratelli delle altre ragazze che conoscevo e tutti si odiavano fra di loro, oppure litigavano spesso.
Io e Tommy, invece, avevamo un rapporto bellissimo.
Probabilmente per colpa dei nostri genitori, l’unica cosa buona che avevano fatto era stata quella di farci avvicinare.
 
Ero una delusione per loro, non me lo avevano mai nascosto.
L’unica cosa che importava a loro era che io e Tommy andassimo bene a scuola e che ci comportassimo bene, per cui non bere, non fumare, non dire parolacce, andare tutte le domeniche in chiesa e cose così.
Io ci tenevo molto a non deluderli, perché per me erano una specie di punto di riferimento. Non avevo mai avuto altro a cui aggrapparmi.
Inoltre, Tommy era una causa persa.
Non si impegnava minimamente a scuola e tutto ricadeva su di me.
Giuro che cercavo di andare bene e di fare tutto ciò che mi dicevano, ma ad un certo punto non ci sono più riuscita.
È successo tutto quando a diciasette anni mi sono innamorata sul serio di un ragazzo, Andrew.
Lui era più grande di me di due anni, aveva finito la scuola e lavorava nella ferramenta di suo padre.
Credevo che fosse un ragazzo tenero e che mi amasse, ma mi sbagliavo.
Un giorno mi convinse a farlo con lui e io rimasi incinta.
Quando glielo dissi lui mi rispose che non era possibile e che di sicuro lo tradivo, non avrebbe riconosciuto mio figlio, nostro figlio.
Allora, sola e spaventata lo dissi ai miei genitori.
Loro mi guardarono dritto negli occhi e mi dissero che li avevo delusi.
Nulla fa più male che deludere le persone, che ti guardano il quel modo grave, dall’alto in basso e tu non puoi fare altro che farti piccola, perché non riesco a sostenere il peso di quello sguardo.
Mi dissero anche che se volevo ancora vivere con loro avrei dovuto abortire.
Così lo feci.
Giuro, è stato uno dei gesti di cui mi sono pentita più amaramente.
Tommy si era schierato dalla mia parte, difendendomi e dicendo che avevo solo sbagliato, non c’era nulla di male, si sarebbe potuto risolvere tutto.
Loro non gli diedero ascolto e non si fidavano più di me.
Ovunque andassi dovevo essere accompagnata, non potevo uscire da casa da sola.
Era una situazione orribile.
Quando compii diciotto anni scappai di casa.
Non sapevo dove andare, non sapevo cosa fare, ma sapevo che non sarei potuta più vivere in casa con i miei genitori.
Conobbi un gruppo di tossico dipendenti e mi unii a loro.
Non presi mai la droga, ma ero il loro corriere, la ritiravo dagli spacciatori e gliela consegnavo.
Un giorno mi beccarono, ci beccarono tutti.
Mi feci due settimane di prigione e fui portata in un centro di riabilitazione.
Non rividi più gli altri ragazzi, perché loro furono portati in un altro centro.
Io non avevo mai preso nulla, invece loro avevano davvero bisogno di aiuto, dovevano disintossicarsi.
Fu lì che conobbi Ed.
Lui faceva volontariato in quel centro, ci aiutava e ogni tanto cantava qualche sua canzone.
Una volta ci disse che aveva composto una canzone che parlava della droga, io gli dissi di cantarcela e lui lo fece.
Mi innamorai all’istante di ‘The A-Team’.
Gli dissi che sarei diventata la sua più grande ammiratrice.
Lui si mise a ridere pensando che scherzassi.
Comprai tutti gli EP che aveva prodotto fino a quel momento e mi imparai a memoria tutte le sue canzoni.
Un giorno, stavamo pranzando e lui stava lontano da tutti, perché aveva lasciato a casa i soldi per il pranzo e non poteva comprare nulla.
Io mi avvicinai a lui e gli offrii un po’ del mio cibo.
Avevo delle patate con sopra della salsa al formaggio.
“I needed money, but I’m too shy to ask her, so she buys me chips and chips” gli cantai.
Lui si girò verso di me ridendo e mangiammo insieme.
Quello fu l’inizio della nostra amicizia.
Gli raccontai la mia storia e lui mi raccontò la sua.
Mi disse che voleva diventare un cantante, che voleva far conoscere alla gente le canzoni che scriveva nella sua stanza.
Quando divenne famoso io affittai un appartamento vicino al suo.
Un giorno, per il mio compleanno, mi fece il regalo più bello che avrei mai potuto ricevere.
Mi fece incontrare mio fratello Tommy.
Non so come l’aveva trovato o come aveva capito che era mio fratello, ma quel gesto non lo dimenticherò mai.
Ed gli aveva raccontato tutta la mia storia.
Quando la seppe lui non mi rimproverò, non era il tipo da fare una cosa del genere, mi chiese solo perché non ero scappata con lui.
Anche lui aveva tagliato i ponti con i nostri genitori.
 
« Non sei un po’ troppo distratta, oggi? » mi chiese Ed con aria estremamente vaga.
« Stavo ripensando quando ci siamo conosciuti » gli dissi con un sorriso.
Sorrise anche lui.
Passammo una bellissima giornata, guardando tutti e tre insieme Shrek, era il nostro film preferito.
Quando lui dovette andare via lo salutai dandogli due baci sulle guance.
« Ricordati che il 17 compio gli anni » mi disse lui.
« Non me lo potrei mai dimenticare » gli dissi io con un sorriso.



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Salve a tutti, eccomi qui, ho aggiornato.
Come direbbe qualcuno alla buon ora (ho rischiato di essere uccisa se non aggiornavo ahahah).
Vi piace questo capitolo? So che è un po' palloso, ma dovevo spiegare un po' la storia di Sam, Ed e Tommy.
Non so, spero vi piaccia.
Se volete potete seguirla anche su facebook e ringrazio Sara_Scrive per il banner.

Gingerhair
   
 
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