Sentì che qualcosa lo liberava… come la sensazione di libertà che si prova nel sentirsi togliere delle catene… o come l’abbandono di un fiore che si sciupa, chinando il capo all’incedere dell’inverno…
I fili argentei della barba e dei capelli si staccarono volteggiando sino a terra, spargendosi sui suoi abiti e disfacendosi come polvere, petali di soffioni che docili, si lasciano spogliare da mani gentili.
Le rughe si distesero e i capelli corvini comparvero sino a sfiorare la fronte, leggeri.
Ma le lacrime seguitarono a cadere, anche quando si alzò, reggendosi al divano per l’ansia, con le ginocchia che cedevano.
Avvicinarsi e vacillare… e aggrapparsi alle sue spalle… e toccarlo...
Merlino si accasciò a terra, reggendosi alla sua vita e pianse.
La mano di Artù fra i capelli, come l’ultimo tocco che gli aveva donato.
Ancora, le lacrime di mille anni, non erano stanche.