Fanfic su attori > Josh Hutcherson
Segui la storia  |       
Autore: IlariaJH    01/05/2013    6 recensioni
Appena tirata su, la colazione perde tutta la sua importanza. Non sento più l’odore di brioches e caffè. Non presto nemmeno attenzione al mio stomaco che continua a brontolare dalla fame. Sono seduta davanti all’attore per cui ho una cotta da quando avevo sedici anni. Sono seduta davanti a Josh Hutcherson.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: PWP
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Missing you.

I’m missing you,
I’m missing you!
You’re not around and I’m a complete disaster,
I’m missing you.
Green Day – Missing you.

 
 

ANNUNCIO IMPORTANTE.
Il “Journey” che stanno girando in questa FF non è il “Juorney” che stanno programmando di girare in America. La trama l’ho completamente inventata io e non credo che diventerà mai un film XD Detto questo, BUONA LETTURA :3  

 
 
 

Il bastoncino lanciato da Jaden cade in mare senza fare rumore, seguito a ruota dagli schizzi prodotti dal tuffo di Cochise.
L’undicenne dalla pelle scura, seduto accanto a me, scoppia in una risata contagiosa che mi fa sorridere, mentre vediamo il cane dal manto nero uscire dall’acqua portando in bocca il bastoncino e muovendosi con aria trionfante.
Jaden è il più giovane tra i membri del cast. Nel film, interpreterà un bambino testardo, figlio della governate della casa di Amy, che riuscirà a seguire il resto della combriccola nell’avventura.
Porta i capelli lunghi, tutti legati in piccole treccine che partono dal cuoio capelluto. Ha gli occhi di un bellissimo color nocciola, ed è sempre felice. Non appena Bob me l’ha presentato, ho capito che saremmo andati d’accordo.
«Scusa, ma mia mamma mi ha regalato un libro che mi piace tantissimo!»
Si era giustificato, dopo averci fatto aspettare mezz’ora fuori dalla sua camera d’albergo, in cui viveva con la mamma, il papà e il fratello più piccolo che, guarda caso, quel giorno erano andati in spiaggia.
Quel libro era Harry Potter e la Pietra Filosofale.
Da quel momento in poi, ogni momento libero che avevamo sul set, rapivo letteralmente Jaden dalla mamma e lo portavo in giro con me ovunque andassi. E a lui non sembra dispiacere, dal momento che, quando non sono io a cercarlo, è lui che mi viene a trovare.
E’ una buona compagnia. Strano a dirsi, visto che ha solo undici anni.
«Voglio conoscere Josh!» dice, girando una pagina della copia di Harry Potter e la Camera dei Segreti, che ha appena iniziato.
«Beh, tra qualche giorno dovrebbe arrivare.» sovrappensiero, prendo il bastoncino che mi porge Cochise e lo lancio di nuovo verso il mare.
«Ti manca?» la sua voce da bambino mi fa tenerezza.
«Un po’.»
«Anche a me manca la mia ragazza.» mi sorride da sopra il libro.
Alzo un sopracciglio, divertita. Ah, beata innocenza!
«Hai una ragazza e non me l’hai mai detto?» gli faccio il solletico, solo per sentire di nuovo la sua infantile risata contagiosa.
Si rotola a terra, riempiendosi tutti i vestiti di sabbia.
«Lei è bella come i raggi di sole del mattino.» annuisce soddisfatto della sua vena poetica.
«Wow, come siamo romantici!» rido, dandogli una spintarella.
Lui fa per rispondermi, ma veniamo interrotti dalla voce di sua madre, che lo chiama per l’ora di cena. Si alza, mormora un “ciao” sempre con la sua solita felicità e poi corre via.
Lo guardo allontanarsi sulla spiaggia e, quando non lo vedo più, torno a scrutare il mare. La brezza marina mi scompiglia i capelli e respiro quell’odore di mare che ho sempre amato. Cochise nuota nell’acqua, cercando disperatamente il suo bastoncino. Il sole tramonta e comincia a non fare più tanto caldo. Mi infilo la felpa che fino a poco fa era buttata a mo’ di gomitolo sulla spiaggia. Penso che potrei stare così per sempre. Questa è la pace.
Anche se, in questi giorni, non si può dire che io mi stia ammazzando di lavoro. Fino ad adesso ho girato solo due scene: una da sola, Amy che sistema i bagagli di Sean e Hank nel retro del suo pick-up nero sbiadito, e una con Jaden, sulla spiaggia mentre Mojo, il suo personaggio, prega Amy di portarlo con lei nella spedizione.
La trama del film è davvero interessante e, sapere che dovrò fare un bel po’ di scene di azione mi riempie di adrenalina già adesso. Il film dovrebbe cominciare con una persona che scompare: la mamma di Mojo (Jaden). Imparentata con il compagno della mamma di Sean (Josh), Hank (
Dwayne Johnson), e governate a casa di Karl Warper (Robin Williams). Questo attirerà i due, che raggiungeranno le Hawaii per scoprire cosa è successo. Verranno ospitati a casa di Karl, uno scienziato pazzo secondo cui i libri di Verne sono come la Bibbia. Amy, la nipote, e Jace Murray (Alex Pettyfer), il fidanzato, arrivano da New York per qualche settimana, dal momento che Jace, appassionato di scienza, viene chiamato da Karl per assisterlo in un nuovo esperimento. Naufragheranno su un’isola deserta, durante l’esperimento di Karl, che però si scoprirà avere base di ghiaccio. Esattamente come quella descritta da Verne ne “Il paese delle pellicce.” Tutto il film sarà incentrato sullo scoprire un modo per ritornare sulla terra ferma prima che l’isola si sciolga.
Non vedo l’ora che arrivi Josh, perché aspettano solo lui per girare le scene di gruppo. E non vedo l’ora di girare scene con Robin Williams. E di iniziare a prepararmi per le scene d’azione. E di puntare un coltello contro Dwayne Johnson (perché, a quanto pare, il copione prevede anche questo!)
Andrei avanti a fantasticare in questo stato di pace per ore, ma vengo interrotta sul più bello.
«Adoro il tramonto! Credo sia la parte più bella del giorno.» con la coda dell’occhio vedo Alex Petyfer sedersi accanto a me sulla sabbia. «Non credi anche tu, Rifiutabaci?»
Non mi volto nemmeno a guardarlo. E’ una settimana che mi chiama in quell’orribile modo, ed è da una settimana che gli dico che detesto essere chiamata così.
«Penso che tu abbia appena interrotto un meraviglioso momento di pace.» rispondo cinica. «E mi hai appena chiamata Rifiutabaci. E lo odio.»
Ride, così mi volto verso di lui per lanciargli un’occhiataccia.
«Ok. Ok, la smetto.» mi sorride divertito. «Ti ho stressata abbastanza. Ilaria.»
Sbuffo, nel sentire il tono che la sua voce prende nel pronunciare il mio nome. Credo che se in questa settimana non avesse continuato a chiamarmi Rifiutabaci, a quest’ora saremmo amici da un pezzo. Alex è molto simpatico e, anche se è un po’ troppo pieno di se, ho scoperto che abbiamo un sacco di interessi in comune. Anche lui legge qualunque cosa gli passi sotto il naso e abbia la forma di un libro, gli piace fare cose che ti riempiono di adrenalina, cosa che piace anche a me, a parte andare in macchina con Connor e in moto con Josh. Ha la battuta sempre pronta ma, non capisco perché, quando parla con me si diverte a farmi irritare.  E’ un po’ testardo e gli piace essere al centro dell’attenzione, ma per il resto è apposto.
«Grazie, Alex.» storpio il suo nome con lo stesso tono che ha usato prima. «Comunque sì. Adoro il tramonto.»
Rimaniamo per un attimo in silenzio, poi il sole tramonta, affogando nel mare calmo, scappando dalla luna che lo rincorre.
«Inizia a fare freddo.» mi stringo nella felpa, tirando su il cappuccio. «Sarà meglio che torni in camera.»
Mi alzo in piedi e comincio a spolverarmi i pantaloncini e le gambe dalla sabbia. Alex fa lo stesso.
«Ti accompagno.» mi sorride e non posso fare a meno di fissare i suoi bellissimi occhi azzurro-verde. «Tanto devo tornare anche io in albergo.»
Richiamo Cochise, che esce dall’acqua scuotendosi tutto, poi ci avviamo assieme verso l’albergo.
«Domani devo alzarmi alle cinque e mezza.» dico, tanto per fare conversazione. Sto per aggiungere che non ce la farò mai, ma poi mi ricordo che la scena che girerò sarà assieme a lui e Robin Williams. «Ma anche tu ti alzerai prima, vero?»
Lo dico con un filo di speranza, perché ho notato che io sono sempre quella che deve farsi preparare prima degli altri. A me devono fare il trucco, sistemare i capelli, e mettermi apposto dalla testa ai piedi tutte le volte che devo comparire davanti alla telecamera. Per il resto del cast, che sono tutti uomini, è diverso. Non che non debbano essere truccati e sistemati anche loro ma, semplicemente, ci vuole molto meno.
Infatti, Alex ride, mandando in fumo tutte le mie speranze.
«No. Sveglia alle sette!» ride e stiracchia le braccia. «Che bello essere uomini!»
Alzo gli occhi al cielo e poi gli tiro un pugno in pancia, facendolo smettere di ridere.
«Ehi!»
«Sei un idiota.»
Mi butta un braccio attorno alle spalle e fa una faccia strana, che non riesco a interpretare.
«Se vuoi, posso alzarmi presto anche io.» annuisce, e capisco che è la faccia che userà da adesso in poi per prendermi in giro, perciò lo guardo scettica. Assume un tono melodrammatico, come se stesse recitando una triste scena d’amore. «Davvero, lo farei solo per te.»
Scoppia a ridere, mentre mi scrollo di dosso il suo braccio e aumento la velocità della mia camminata.
«La grandezza del tuo cervello è pari solo alla quantità di battute divertenti che riesci a fare.»
«Decisamente grande, quindi?»
«Inesistente.»
Fa la faccia offesa, incrociando le braccia al petto e alzando un po’ le spalle. Sembra un bambino arrabbiato con la mamma perché non vuole comprargli un giocattolo. Potrei quasi pensare che sia tenero ma, allo stesso tempo, è talmente buffo che, questa volta, sono io che scoppio a ridere.
 
«Ciak! AZIONE.»
Il vocione di Brad Payton, il nostro magnifico regista, ci avvisa che la telecamera sta girando. Davanti a me, Robin comincia a recitare le sue battute e, braccio attorno alla mia vita e sorriso stampato in faccia, Alex si tuffa nel suo personaggio recitando la sua parte. Anche io mi immergo nel mio personaggio. Per pochi minuti, non sono più l’Ilaria che si sente a disagio sentendosi il braccio addosso del ragazzo affianco a lei, o che sente la mancanza del suo ragazzo, o che vorrebbe solo svenire per il fatto di essere a pochi passi da Robin Williams. Per pochi minuti sono Amy. La Amy che ama il ragazzo che la sta stringendo. La Amy che considera l’anziano davanti a lei solo un nonno con cui è cresciuta. La Amy preoccupata per il folle esperimento che le due persone che ama di più al mondo vogliono mettere in pratica. Per un attimo, non conta che una decina di persone mi stia fissando, attenta a ogni mio minimo gesto. Non conta più niente. Per un attimo ci sono solo più Amy, Jace e Karl.
Dura solo un attimo, perché poi una telecamera si avvicina a un palmo dal mio naso. Senza accorgermene, lancio un’occhiata verso l’enorme macchina nera, mandando in fumo la mia concentrazione, dal momento che arrossisco come un peperone, e l’intera scena.
«Stop. Stop! STOP!»
Sbuffo e inarco le spalle. Sono un caso disperato. È già la quinta volta che rifacciamo la scena perché sbaglio e comincio a sentirmi in colpa.
«Ma che ti prende?!» Brad si avvicina, la faccia un po’ rossa e il tono spazientito.
Sto facendo innervosire pure lui, la cui famosa calma è quasi intaccabile.
«Mi dispiace.» biascico senza guardarlo negli occhi, perché so benissimo che in quel castano scuro troverei solo delusione. «Non so che mi prende.»
Brad fa per dire qualcosa, ma poi ci ripensa. Respira, e immagino che stia cercando di calmarsi, torna alla sua postazione di regista e parla all’orecchio del suo assistente. Alzo la testa, in cerca di occhi che mi incoraggino e mi tirino un po’ su il morale, ma quello è il compito degli occhi di Josh, e in questo momento lui non è qui.
Comunque ci provo lo stesso, e i primi occhi che incrocio sono quelli di Alex. Mi sorprende un po’, perché immaginavo che anche lui si stesse rompendo le scatole a furia di fare e rifare la stessa scena. Invece è qui, ancora il braccio attorno alla mia vita, che mi sorride. Sento un moto di gratitudine nei suoi confronti invadermi il petto, e questo mi spinge a interrompere la catena tra i nostri sguardi e passare avanti.
Ad attendere la mia attenzione, trovo gli occhi ghiaccio di Robin e temo che le gambe non reggano. Anche lui mi incoraggia con lo sguardo.
«Non lasciarti prendere dallo sconforto!» mi sorride, e tante piccole rughe si impossessano del suo viso.
Mi prende le mani tra le sue, e si posiziona esattamente davanti a me. Io non so come reagire. A parte la volta in cui ci siamo conosciuti, non abbiamo avuto molte altre occasioni per parlare, e sto ancora cercando di abituarmi alla sua presenza.
Senza volerlo, lancio un’occhiata a Brad, che sta ancora confabulando con il suo assistente. Ho paura che mi mandino via. Comincio a dubitare che mi abbiano presa perché so recitare. Credo che dietro ci sia lo zampino di Josh. Potrebbe averli convinti a prendermi. In fondo, perché assumere “un’insegnate” solo per me perché Brad vuole essere sicuro che io riesca a recitare perfettamente davanti alle telecamere? Perché..?
I mie pensieri vengono interrotti da Robin, che attira la mia attenzione scrollandomi con dolcezza.
«Non ci pensare proprio!» mi fissa, in faccia ancora quell’espressione incoraggiante di poco fa.
Alzo un sopracciglio, perché non capisco la sua uscita.
«Credi che vogliano rimpiazzarti.» rimango un po’ sorpresa dal fatto che l’abbia capito così in fretta. «Non ci pensare proprio! Sei troppo perfetta per il ruolo perché ne riescano a trovare un’altra.»
Da sorpresa, la mia faccia diventa scettica.
«E’ inutile che fai quella faccia.» Alex si piazza dietro a Robin.
Gli lancio un’occhiataccia.
«Ha ragione.» sembra che vogliano a tutti i costi tirarmi su il morale, quando l’unica cosa che vorrei è che Brad mi dicesse in faccia che non so recitare. Che sono un caso senza speranza. Che non vado bene per il ruolo. E che è colpa di Josh se adesso sono qui a far perdere un sacco di tempo a tutti. «Ho visto il tuo provino. E Alex ha già avuto l’onore di recitare con te. Se ti hanno presa, non è perché il tuo ragazzo famoso ha fatto i capricci. Cosa che, oltretutto, non è mai successa. Se ti hanno presa è perché sei brava. Brad non prende gente a caso. Brad prende solo i migliori. Quindi ora smettila di pensare negativo. Vai, e mostra a tutti che sei la Amy che cercavano. Che nessuno, nemmeno una telecamera a un palmo dal naso, può demoralizzarti.»
Si allontana di un passo e mi tende la mano.
Che abbia ragione? Che mi fossi preoccupata per niente? Che, in fondo, io sia così poco concentrata solo perché mi manca Josh? Che non riuscissi a fare quello che ero venuta per fare solo perché troppo emozionata di essere qui? Di vedere il mio sogno realizzarsi? Di essere a contatto con l’attore che ho sempre voluto conoscere?
Forse.
So solo che ci riposizioniamo davanti alle telecamere e, quando Brad, con tono speranzoso, grida “Azione”, io sono Amy. E, anche quando la telecamera si avvicina, io rimango Amy.
 
«Smettila. Smettila!» Jaden ride, tenendosi la pancia. «Smettila di farmi il solletico!»
Rido dei suoi deboli tentativi di farmi smettere. E’ così tenero!
Stiamo per girare una scena con Robin e, tutte le volte che io e l’undicenne piegato in due dalle risate davanti a me, dobbiamo recitare assieme, mi diverto a farlo ridere prima di andare in scena. Guardando le telecamere che vengono accese e le luci che vengono posizionate, si innervosisce, e questo è un buono metodo per farlo sciogliere.
Ancora ridendo, smetto, per lasciarlo respirare. Mi prende i polsi e li stringe forte, come se questo mi potesse impedire di ricominciare a torturarlo quando voglio.
«Tranquillo, ragazzino.» Alex si avvicina, e da una pacca gentile sulla spalla di Jaden. «Ti difendo io!»
Si avvicina lentamente e pericolosamente, muovendo le mani come se avesse due chele. Sa benissimo che soffro il solletico. L’ha scoperto mentre stavamo per andare in scena. Sfilandosi la maglietta accanto a me, per sbaglio, mi aveva sfiorato la pancia, provocandomi una mezza risata isterica, che mi prende tutte le volte che mi fanno il solletico.
Allungo le mani verso di lui, cercando di prendergliele per impedirgli di torturami come, fino a poco prima, stavo facendo io con il mio ragazzino preferito.
«Non lo fare.»
«Cosa?» sul suo viso si dipinge un sorriso innocente.
«Quello che stai per fare.»
«Io non sto per fare niente..!»
Indietreggio, e vado a sbattere contro qualcuno, che mi afferra le braccia e mi tiene stretta. Comincio a ridere ancora prima che Alex prenda a farmi il solletico.
«Ehi, ehi, ehi!» il vocione divertito di Brad mi salva dalla tortura. «State cercando di far fuori la mia perfetta Amy?! Poi dove la trovo un’altra che me la interpreti?!»
Le mani che mi afferravano le braccia mi lasciano andare. Mi volto e mi ritrovo faccia a faccia con Robin, che mi sorride nel suo solito modo gentile. Gli lancio una finta occhiata offesa e, voltandomi verso Alex, incrocio le braccia al petto e gli faccio la lingua.
Lui sorride.
«No, no, no!» Bob ci raggiunge con la sua camminata dondolante. Mi mette un braccio attorno alle spalle e, sorridendo come sempre, mi fa allontanare di qualche passo dagli altri. «Qui nessuno fa fuori Ilaria.» fa una pausa e poi mi da una spintarella. «Come faccio senza lavoro io, eh?»
Stavo per annuire, contenta di essere protetta da qualcuno, invece spalanco gli occhi e guardo uno per uno i presenti con un’espressione che vuole essere offesa, ma che immagino essere solo ebete. 
«No, ma è bello vedere che mi volete tutti molto bene!»
La mia protesta scatena le risate generali. Perfino i ragazzi che lavorano per preparare la scena si fanno una mezza risata.
Quando abbiamo questi momenti vuoti tra una scena è l’altra mi diverto un sacco. A quanto pare, tutti si sono convinti che con me possono scherzare liberamente e sto diventando la vittima preferita di tutti per scherzi e prese in giro. Il fatto che non sono per niente suscettibile e un sacco cinica sembra incoraggiare tutti ancora di più. E’ divertente!
L’altro giorno, che ero arrivata in ritardo perché rimasta troppo al telefono con Josh, avevo trovato il set completamente vuoto. Perfino Cochise, che mi segue sempre ovunque, aveva smesso di scodinzolare felice. Avevo passato mezz’ora buona a cercare qualcuno, ma non avevo trovato anima viva. Quando mi ero avvicinata al limitare del bosco, avevo sentito un rumore come di un pianto. Ora, io non sono una persona coraggiosa, anzi, anche il meno pauroso dei film dell’orrore mi impedisce di dormire per una settimana buona. Ero rimasta a guardare tra gli alberi, cercando di decidere se scappare o scappare. Poi qualcuno si era mosso, rompendo qualche ramo. Non avevo resistito. Ero scoppiata a urlare e piangere assieme, finché, ridendo come matti, tutto lo staff era uscito dal bosco.
Non avevo più rivolto la parola a nessuno per dieci minuti buoni. Poi mi era passata.
Mentre la risata generale va scemando, sento il rumore di una macchina fotografica che scatta.
Ci giriamo tutti e, davanti a noi, Sam ci saluta con un piccolo inchino, la sua macchina fotografica, che affettuosamente chiama “Baby”, appesa al collo.
E’ una ragazza nella media. Capelli castano-biondo, tagliati corti, sempre sparati. Occhiali da sole sempre in testa, perché, a detta sua, è “una cosa da fighe!”. Occhi nocciola. Pantaloncini, di qualunque tipo, genere e colore, e a qualunque ora, sempre addosso.  
E’ l’addetta alle foto. Qualunque tipo di foto. L’unico ordine che ha dato ai suoi due collaboratori, uno dei due non si vede mai, mentre l’altro fa i video che poi verranno montati per la fine delle riprese, una specie addio, è stato:
«Divertitevi, con quelle macchine fotografiche. Divertitevi, finché dall’alto non riceveremo l’ordine di scattare le foto promozionali.»
Da allora, tutte le volete che stiamo girando, oppure stiamo per girare, una scena, Sam è lì con la sua Baby a scattare foto. E’ una tipa divertente.
«Scusatemi!» dice con un mezzo sorriso, sparandosi i capelli. «Ma eravate troppo belli per non essere immortalati.»
Bob si avvicina a lei, con la scusa di voler vedere la foto appena scattata, ma è palese che si è preso una cotta enorme per la nostra fotografa. E anche lei non gli è indifferente.
Scuoto la testa, sorridendo. Quei due assieme mi fanno sentire ancora di più la mancanza di Josh.
Fortunatamente c’è qualcuno che mi fa pensare ad altro.
«Iaia!»
Piccole braccia si attorcigliano alle mie gambe, accompagnando il gridolino felice di Will, il fratellino di Jaden. Ha sei anni, e può vantarsi dell’onore di unico bambino con meno di dieci anni che mi piaccia davvero. Io odio i bambini piccoli.
«Ciao mostriciattolo!» lo prendo in braccio e lui ride.
L’ho conosciuto qualche giorno fa. La mamma di Jaden, venuta a sapere che passavo le serate in camera da sola, mi aveva invitata, anzi no, costretta, perché non aveva voluto sentire nemmeno una parola che non fosse un sì uscire dalla mia bocca, a cenare con loro. Così mi ero innamorata del piccolino, come già era successo con l’undicenne, e come mi ero innamorata di tutta la famiglia.
Girare questo film mi sta cambiando un po’ troppo..!
«Ok, basta chiacchiere.» Brad ci richiama tutti al nostro lavoro. «E’ ora di mettersi al lavoro!»       
 
Il tempo libero che ho… lo passo a studiare. Già, perché tra meno di tre settimane cominciano le sessioni di settembre degli esami, e non ho intenzione di prendere un voto che vada sotto il trenta. Quando l’avevo detto in famiglia, mia mamma era scoppiata a piangere, dicendo che era così orgogliosa di sentire che avrei continuato gli studi nonostante stessi recitando in un film che avrebbe, secondo lei, sicuramente avviato la mia carriera da attrice. Non avevo capito subito perché si fosse emozionata tanto. Per me era una cosa così ovvia! E’ vero, il mio sogno di fare l’attrice si sta avverando, ma rimango comunque molto attaccata all’altro mio sogno: diventare una ricercatrice. Inoltre, con la mia visione pessimistica del mondo, che farebbe quasi impallidire i Maya e compagnia bella, non posso permettermi di mollare tutto solo perché adesso sul mio conto ci sono tanti soldi che potrei pagarmi un college migliore. E se un giorno Jimmy si stufasse di avermi come modella? E se Janet si accorgesse che farmi da manager è una perdita colossale di tempo? E se con Josh..?
All’ultima non ci voglio nemmeno pensare.
«Che stai facendo?» Alex si siede accanto a me sulla sabbia.
Mi piace venire a studiare in riva al mare. Tutto è tranquillo e riesco a trovare la giusta concentrazione per farmi entrare in testa tutte queste informazioni. Lascio libero Cochise, mi siedo sulla sabbia e inizio a ripetere mentalmente le informazioni che mi servono. Non oso nemmeno ripassare ad alta voce. Il rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia è talmente silenzioso che mi sembrerebbe di recare oltraggio a un posto sacro, col suono della mia voce.
Ogni tanto qualcuno mi viene a disturbare. Jaden che si mette a giocare con il cane, Robin che, interessato dalle mie origini, si fa insegnare l’italiano, o Alex, che si accontenta anche solo di sedersi e rimanere in silenzio ad osservare il mare.
«Sto studiando.» rispondo con uno sbuffo.
Le distrazioni non aiutano allo studio, ma nemmeno il paesaggio. Anche studiando nella mia camera d’albergo, il pensiero che a pochi metri c’è il mare che ti invita a buttarti in acqua a qualsiasi ora del giorno (qui fa sempre caldo!) mi fa sentire depressa. Insomma, non staremo qui per sempre a girare, e io non mi sto godendo un solo minuto del mio tempo libero!
«Ok…» Alex sospira, un po’ esasperato.
Da quando ha smesso di chiamarmi con quell’orribile nomignolo, andiamo molto più d’accordo. Sul set, mentre aspettiamo di girare, ci facciamo delle chiacchierate davvero interessanti, e ci divertiamo un sacco. Con lui posso parlare di tutto e, dal momento che ogni giorno che passa Josh mi manca sempre di più, è una buona distrazione. Tra lui, Jaden e Robin, credo di aver trovato dei buoni amici. E questo è tutto dire, date le mie tendenze all’asocialità.
Senza darmi fastidio, si sdraia e guarda il cielo un po’ annuvolato. Gli lancio un’occhiata e poi torno a studiare. Passa un buon quarto d’ora prima che Alex dia i primi segni di essersi scocciato. Inizia a sbuffare e a rigirarsi sulla sabbia, come se non trovasse la posizione giusta. Non l’aveva mai fatto prima, quindi mi giro a guardarlo, un po’ sorpresa.
«Mi sto annoiando.» si giustifica, guardando la mia espressione confusa.
Mi stringo nelle spalle.
«Nessuno ti obbliga a stare qui.» non lo dico con cattiveria, ma è un dato di fatto.
Lo capisco se si annoia. Anche io mi annoierei a stare vicino a qualcuno che studia tutto il tempo. Sono Josh ci riesce. Si mette lì e aspetta pazientemente che io finisca. La sua pazienza mi mette agitazione. Infatti la maggior parte della volte, dopo mezz’ora, lo butto fuori dalla stanza.
Alex sbuffa, si mette a sedere e mi prende il libro dalle mani.
«Ehi!»
«No. Adesso basta!»
«Se non passerò gli esami col 30, ti riterrò il diretto responsabile.»
Mi sporgo verso di lui, per riprendermi il libro, ma è più alto di me e, alzando un braccio lo porta fuori dal mio raggio d’azione.
«Ritienimi pure quello che ti pare.»
Mi sporgo ancora di più verso il mio libro, finché stufa di stare ai suoi giochetti, mi alzo in piedi e gli afferro il braccio. Inutile dire che Alex fa lo stesso, e il libro è di nuovo fuori dalla mia portata.
«Alex, restituiscimi il libro!»
«No.»
Inizio a saltare, appoggiandomi a lui e cercando di tirargli giù il braccio.
«Alex!»
«Dimmi..!» fa la faccia da angioletto e indietreggia di un passo.
Mi fermo con le mani sui fianchi, guardandolo scocciata.
«Dammi il libro, o questa me la paghi.»
Lui alza un sopracciglio e sorride serafico.
«E com’è che me la faresti pagare, sentiamo?»
Inclino la testa di lato, facendo un mezzo sorriso.
«Non vuoi davvero saperlo..!»
Lui continua a tenere il libro in alto e, con la mano libera, fa un cenno come per dire di accomodarmi.
«L’hai voluto tu!»
Mi avvicino di un passo, alzo la testa e gli mordo il braccio. Lui lancia un urlo e il mio libro cade per terra. Scoppio a ridere, mentre mi chino per prenderlo, ma lui mi afferra per la vita e, senza rendermene conto, mi ritrovo sulle sue spalle. Adesso è lui che ride. Si avvia verso il mare e capisco cosa vuole fare. Comincio a tirargli pugni sulla schiena, ma lui non si ferma né mi presta attenzione. Noto che si leva le scarpe e, un secondo dopo, mi ritrovo in acqua. Mi rimetto in piedi, togliendomi i capelli dalla faccia. Faccio in tempo a riprendere fiato, che Alex mi spinge di nuovo in acqua. Inizio a schizzare con i piedi e poi sono io che lo spingo in acqua. La sua faccia, quando si rimette in piedi, è talmente buffa che non riesco a trattenermi dal ridere e quindi mi ritrovo in acqua. Quando riemergo, lui è girato di spalle e corre verso la spiaggia. Lo rincorro, gli salto sulle spalle e gli copro gli occhi con le mani. Inizia a dimenarsi, tanto che alla fine ci ritroviamo entrambi in acqua. Ridiamo talmente tanto che sento le fitte alla pancia.
Arriva anche Cochise che, dato che riesce ancora a toccare in acqua, comincia a schizzarci, scrollandosi ogni tre per due.
«Cochise, basta! Smettila!»
«Ila! Alex!» la voce di Jaden arriva lontana alle mie orecchie, ma appena capisco che è la sua, mi volto verso la spiaggia e gli faccio cenno con la mano che l’ho sentito.
Mi fa segno di avvicinarmi e così esco dall’acqua, ancora ridendo.
«E’ arrivato, Ila!» il ragazzino saltella, felice come una pasqua. «E’ arrivato! Josh è qui!»
Sento il cuore perdere un battito dalla felicità. Richiamo Cochise con un fischio, e poi mi metto a correre verso l’albergo, seguendo Jaden, che mi fa strada.
Quando vedo il cappellino rosso non ho bisogno di aspettare di avvicinarmi per sapere che posso smettere di sentire la mancanza del ragazzo che amo. Mi metto a camminare per riprendere fiato. Lui non si è accorto di me, visto che sta parlando con l’autista della macchina che l’ha portato dall’aeroporto all’albergo. Indossa una maglietta bianca stretta e dei bermuda rossi come il cappellino. Ha una borsa a spalla e si sta mettendo gli occhiali da sole al naso. Cochise gli salta addosso, cercando di leccargli la faccia e scodinzolando come un pazzo dalla felicità. Senza farmi vedere lo raggiungo e lo abbraccio da dietro.
«Benvenuto alle Hawaii, signor Hutcherson!»
Sono talmente felice che mi ero perfino dimenticata di avere i vestiti completamente fradici, dopo che Alex mi aveva buttata in mare ancora munita di pantaloncini, canottiera e scarpe. Solo adesso mi rendo conto che ho i capelli fradici e sto letteralmente gocciolando. Lui, infatti, sobbalza sorpreso. Si leva gli occhiali, e mi guarda i vestiti.
«I tuoi vestiti..?»
La sua voce va scemando e il suo sguardo si perde in un punto imprecisato dietro di me. Sto ancora sorridendo come un’ebete dalla felicità che provo nel riabbracciarlo, quando mi giro e vedo che Alex sta venendo verso di noi, anche lui fradicio dalla testa ai piedi. Josh lo squadra e poi torna a squadrare i miei vestiti. Qualcosa si spegne nel suo sguardo, anche se non capisco bene cosa.
«Josh?» gli chiedo, incuriosita dalla sua faccia priva di espressione.
Lui scuote la testa e mi sorride.
«Come mai i vostri vestiti sono bagnati?» mi attira a se, senza preoccuparsi di bagnarsi.
Lo abbraccio stretto, gli rubo gli occhiali da sole e me li infilo.
«Alex mi ha rubato il libro mentre studiavo.» afferro il suo trolley senza mollare l’abbraccio. «Io gli ho morso il braccio e lui mi ha buttata a mare.»
Josh lancia un’occhiata dietro di se, al ragazzo interpellato. Poi si gira e continua a camminare.
«E tu hai fatto lo stesso..!»
Annuisco, ma non ho voglia di parlare di come sono finita in acqua. Adesso lui è qui e non ho intenzione di sprecare un attimo del nostro tempo a parlare di Alex Pettyfer.
Gli poso un bacio sulla spalla.
«Mi sei mancato tantissimo!»
«Anche tu!»
Il suo sorriso è un po’ forzato, e immagino che sia stanchissimo dopo il viaggio, ma adesso sono troppo felice per prestarci attenzione.
 

 
 

SPAZIO AUTRICE.

 

Prima di qualunque altra cosa, vi ricordo la mia pagina Facebook - - - > Facebook

 

Allora.. che dire..!

Riesco già a vedere i vostri commenti, perciò dovrei preoccuparmi in anticipo.. ma la verità è che mi diverto solo al pensiero che leggerò le vostre recensioni tutte infuriate! XD
 
Lo so a cosa state pensando. E non posso fare a meno di.. AHAHAHAH!
Scusatemi.. AHAHAHA!
Non dovrei ridere, ma.. AHAHAHA!
 
Ok, la smetto! u.u
 
Beh, non ho niente da dirvi, a parte la precisazione a inizio capitolo, che era IMPORTANTE!
E poi vorrei aggiungere che vi voglio davvero tanto bene! *Ila, sei una leccaculo!*
No, sono sincera, davvero. *Certo. Guarda che cresce il naso..!*
Ehi, io non dico le bugie alle mie lettrici. *Nono, questo mai. Se solo sapessero..!*
Shhhh, non spoilerare! *ok, capo!*
 
Sì, beh, questa conversazione con la mia vocina interire me la potevo evitare. e.e
 
Adesso vi lascio, e spero che ci sarete ancora per il prossimo capitolo! :3
Con tanto amore, Ila.   

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Josh Hutcherson / Vai alla pagina dell'autore: IlariaJH