Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: lamialadradilibri    02/05/2013    2 recensioni
( TITOLO PRECEDENTE : KILLER PER AMORE )
Emily Parker.
Jake Frost.
Kate Blanco.
Tre ragazzi , storie diverse , diverse fini.
E' che , se nella vita inizi male , finisci peggio.
Non sempre , però ...
DALLA STORIA :
Uccisi solo una guardia. Jake non abbatté più nessuno, e mi passò la pistola. Ma non posso dire d'averlo ucciso io sola, quell'uomo, perché fu Jake, abbracciandomi da dietro, a premere con me il grilletto.
Fu magico, non per la morte, ma l'abbraccio. La fedeltà, la fiducia.
Un intreccio di amore , morte , indecisione , paura ... Questo è "in the end"
( AVVISO : In questa storia sono presenti descrizioni più o meno crude di omicidi / cadaveri / suicidi )
♥Detto ciò, vi auguro BUONA LETTURA : )
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 3

I can't live without you

 

''Kate, non posso vivere senza te! Tu mi capisci, mi aiuti, quand'è il momento taci... e se ti succedesse qualcosa? Non potrei perdonarmelo!”

 

-Che c'è, ora?-, domandò, incazzato, l'uomo.

Kate mi corse subito in aiuto, intuendo preoccupata ciò che stavo vivendo. -Oddio, Emily! È tutto okay?-, sussurrò, guardandosi alle spalle, preoccupata dall'arma che quel bastardo continuava a tenere a sé, in bella mostra.

Un'auto della polizia ci sfrecciò vicino, e anziché fermarsi ad aiutare, sentii qualcuno urlare “Sì, và così!”

Ecco, m'incazzai. Fu più forte di me. Mi tirai su, nonostante fossi senza più forze – facendo rugby, avevo imparato che “Quando sei stanco, non ce la fai più, devi cominciare a dare.” Perché nella vita, come nel rugby, non c'è una fine né una pausa – e mi avvicinai a quello stronzo.

-Okay, senti!-, urlai. Non mi ricordavo più né della pistola né di Michele, né del ''Toro rosso''. -Qua c'è qualcuno che non ha capito come stanno le cose, e sei tu! Io, Kate, noi abbiamo una vita, non pensiamo solo “ah sì, oggi ucciderò quello”. D'accordo? Sì, lo so, per te è difficile da capire perché...-

M'interruppe. Sparò un colpo in aria, che fece un gran fragore. Mi fucilò con lo sguardo, che superò anche gli occhiali, e con quella bocca che, vista da vicino, era bellissima, sbottò: -Il prossimo và nel tuo cervello, baby. Sta zitta.-

Non scherza,” mi dissi, “ma neanch'io. Pensa sia finita così, eh?”

Avrei aspettato; ero brava ad aspettare.

Come quando, in partita, sembrava andare tutto male, le ragazze sfondavano e facevano meta, ma poi cominciavi a correre, a più non posso, e il pubblico urlava il tuo nome... “Emy! Emy!” e vincevi.

Sì, proprio così.

Farò così, aspetterò.”

Lui, inconsapevole, c'informò: -Bene, oggi non si farà nulla. Andremo qua, prenderò la cena; voi mi aspettate nella sala che c'è a destra.-, disse, in tutta calma.

La sala a destra? Perché Quella?

Lì Michele era...

Ignorai ciò che provavo, e mi concentrai sulle sue parole. Le mie Nike, per terra, non facevano rumore, ma i tacchi di Kate sì. Per una volta questo rumore non m'infastidì.

-Cosa??-, sibilò lei. -Cioè, sta notte non siamo a casa?!-

-Direi di no,- rise l'altro, stronzo. -Che c'è, paura del buio?-

Veramente avevo paura, ma non del buio.

Questa notte lo farò.”

Gli avrei rubato la pistola, così capiva chi comandava.

Eh sì, dovevo farlo.

-Entra-, ordinò.

 

Entra”, sussurrò.

 

Entrai, ora più forte che mai, ignorando il déjàvu.

Il bar, come quando c'ero già stata, aveva luci basse e si vedeva ben poco; così, notando la porta della sala a destra, dove c'era il biliardo, afferrai Kate e c'entrai.

-Prima-, mi domandò, quando ci fummo nascoste in un angolo -era per... Michele?-

-Sì.-

-Così... Mi spiace. È che non so che fare, purtroppo. È successo qui?...-

-Sì.-

Capì, e si zittì. L'adoravo, mi conosceva, capiva quand'era il momento di tacere; la mia Kate.

-Emily...-

-Sì?-

-Hai un piano?-

-Ovvio.-

Sorridendo, glielo dissi.

Quando ebbi finito, domandò: -Non sarebbe più facile scappare?-

-c'ho pensato anch'io. Ma tra poco sarà notte fonda, e sai dove siamo... Non è il caso, né ora né mai. Però, domani, lo faremo. Bisognerà correre... Ce la fai?-

-Sì,- mormorò, convinta, guardando la stanza vuota.

Stavo per dirle qualcos'altro, ma la porta s'aprì e trasalimmo. Dal mio canto, cercavo di non guardarmi attorno. “Così, amore, non ti ricorderò.”

Sì, ero codarda. E sì, era l'unico modo.

Alzai lo sguardo, e quando vidi chi stava entrando, mi si gelò il sangue nelle vene.

 

Non è possibile!”, mi disse. Ed invece, era così.

 

 

Eh si, sono cattiva :)

Comunque, com'è questo capitolo x voi?

Chi e' mai entrato?

Quasi quasi ve l'avrei detto... c'ho pensato un po'... ma poi, no u.u

kate e' tanto dolce, ma nel prossimo capitolo le succedera' qualcosa.

Come succedera' qualcosa tra Emy e il tizio, l'uomo. Gli daro' anche un nome – sono stufa di chiamarlo 'l'uomo'! Uff :/

Be', aggiornero' appena possibile.

 

Bye

 

Ps: la frase iniziale (“Kate ecc. ecc”) è messa lì apposta per il prossimo capitolo, okay?

Hi.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: lamialadradilibri