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Autore: fravgolina    03/05/2013    4 recensioni
Ron si interroga su cosa significhi essere un uomo.
Una volta una persona importante mi ha detto che possiedo “la varietà di emozioni di un cucchiaino” ma non credo sia vero
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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What makes me human:
be a man, no matter what

Disclaimer:
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di © J. K. Rowling.
Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.


Una volta una persona importante mi ha detto che possiedo “la varietà di emozioni di un cucchiaino”, ma non credo sia vero.

Non capisco niente delle ragazze, di come ragionano – sono troppo complicate e contorte –, ma questo non mi ha impedito di innamorarmi di quella persona speciale, di morire di gelosia vedendola al Ballo del Ceppo con un campione di Quidditch. Mi sono angosciato e ho sofferto – ho anche perso la testa pensando che lei fosse innamorata del mio migliore amico –, ma non ho mai smesso di sperare: poi Hermione mi ha baciato e finalmente ho potuto tenerla stretta tra le mie braccia.

Sono insicuro e impulsivo, ma credo di aver imparato a mettere da parte il mio orgoglio e a riconoscere i miei errori – se non l’avessi fatto probabilmente Harry sarebbe morto quel giorno, nel bosco, in uno stagno ghiacciato.

Non sono coraggioso, spesso ho avuto paura – forse mi sbaglierò ma la paura è un’emozione e anche piuttosto intensa... – eppure chi non ne ha? Ho perso il conto delle volte in cui ho creduto di essere spacciato e non smetterò mai di provare repulsione per i ragni, ma quello che davvero mi terrorizza è il pensiero di perdere le persone a cui voglio bene.

È per questo che il primo anno ho messo la mia pedina sotto scacco e che quello successivo ho seguito i ragni nella Foresta Proibita, fino alla tana di Aragog, per poi scendere nella Camera dei Segreti alla ricerca di Ginny. Per questo ho difeso Crosta – era solo un topo, ma era il mio topo! O almeno così credevo... – da quel cagnaccio di Black. Per lo stesso motivo ho volato sui Thestral, ho bevuto la pozione polisucco che mi ha trasformato in Harry e ho lottato contro i Mangiamorte più e più volte.

Nella guerra ho perso molti amici – Silente, Remus, Tonks – e ho perso un fratello, Fred è morto e nessuna parola può descrivere il dolore tremendo che ho provato né la voragine che si è aperta nel mio cuore quel giorno.

Ho commesso molti sbagli, detto e fatto cose di cui mi sono pentito: sono fragile, sono umano. Può anche darsi che un bradipo sia più emotivo o più sveglio di me, ma io non credo che un bradipo possa amare e soffrire, che possa riconoscere i propri errori e pentirsi.

Essere un uomo non significa essere perfetti, capire sempre tutto, dire sempre la cosa giusta, non avere paura e non cadere preda del dubbio. Un uomo è colui che sa imparare dai propri errori e che resta fedele al suo cuore – anche quando fa male, anche quando è difficile, soprattutto quando è difficile e doloroso – un uomo rispetta la vita e pone il bene comune al di sopra dei propri desideri, delle proprie paure o del proprio orgoglio.

E anche se dovessi indossare nuovamente un abito da cerimonia che sembra la vestaglia della mia prozia Tessie – cosa che non ho assolutamente intenzione di fare! – tutto questo fa di me un uomo.


NdA: la prima versione di questa Flashfic ha partecipato al contest Essere uomini… nel mondo magico! di risaslytherin & Mitsuki91. Al momento la storia partecipa al contest Un'introspezione caduta nell'oblio indetto da Elyza (alias Save_me).
  
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