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Autore: _ClAkRi_    04/05/2013    4 recensioni
Eccoci di nuovo qui con la nostra seconda storia, è il continuo di "è bastato un solo sguardo", per capire questa non è necessario leggere la prima, però per una migliore comprensione sarebbe meglio.
In questa storia, i protagonisti sono Sofia, ormai diciottenne, ancora innamorata del suo tenente preferito e Bart che si ritrova a pensare a lei senza nemmeno renderse conto o forse non ha mai smesso di pensarci da quel quasi bacio?
Ma ci saranno anche Lucia e Orlando, alle prese con non pochi problemi...
Insomma nuove avventure, amori, disavventure... per una storia con molti colpi di scena tutti da scoprire.
Fateci sapere cosa ne pensate.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO UNDICI – FEBBRE D’AMORE
Una domenica pomeriggio, come tutte le domeniche, Sofia aspetta che Bart la passi a prendere per passare del tempo in sua compagnia. A volte Sofia rimane il sabato sera a dormire a casa del suo Bart, ma non sempre ciò è possibile e per questo si vedono dopo pranzo, per non insospettire Lucia e Orlando, i quali hanno capito bene che Sofia si sta vedendo con un ragazzo, ma sono lontani dalla verità.
“Il sempre puntuale Tenente Dossena quando serve che venga in orario, arriva in ritardo? Tra 5 minuti devi essere qui, dobbiamo andare in un posto speciale...”
Sofia non perde occasione per punzecchiarlo, di solito il suo Bart è un orologio svizzero in quanto a puntualità, ma stavolta ci è stata un emergenza al Ris, infatti anche la sua mamma quella mattina è uscita presto, nonostante sia domenica, e quindi sa che è dovuto a ciò il suo tremendo ritardo e il suo è solo un modo per prendersi il gioco di lui.
“Sono appena arrivato sotto casa tua... Ancora una volta, amore, ti ho letto nel pensiero”non appena ha letto il messaggio del sua piccola è scoppiato a ridere, sapeva che non avrebbe perso occasione per punzecchiarlo, non sarebbe lei senza una sana dose, tutti i giorni, di presa in giro nei suoi confronti.
“Si, si mi leggerai anche nel pensiero, ma non pensare di addolcirmi in questo modo... sei comunque in ritardo caro tenente.”
Bart ride di nuovo e aspetta che la sua principessa esca, infatti poco dopo la vede spuntare e salire in macchina come un fulmine, travolgendolo immediatamente con un bacio.
«Ora andiamo, dai, dai...» dice separandosi da lui, dopo un bacio passionale.
«Andiamo dove, come faccio ad andare se non so che intenzioni hai?» la guarda negli occhi confuso.
«Ti dico io la strada che devi fare, non ti preoccupare.» non vuole dirgli subito il posto in cui lo sta portando, vuole che sia una sorpresa e soprattutto non vuole svelargli subito il significato di quel posto, il suo posto, il posto che un tempo era, ed è tutt’ora dei suoi genitori, un posto speciale a cui lei è sempre stata affezionata e in cui torna ogni volta che può, a volte anche da sola, specie quando ha bisogno di pensare, un po’ come fanno Lucia e Orlando ogni volta che ne sentono la necessità.
Ancora molto confuso, Bart decide di fidarsi di lei e mette in moto, seguendo le sue direttive.
Dopo circa un’ora sono al mare. È una giornata di sole, ma non è ancora primavera e non è il luogo adatto, visto la stagione, per passare la domenica, però se non si fanno il bagno ci possono anche stare...
Come se Bart non conoscesse Sofia però, conosce bene le sue intenzioni, lo capisce dal suo sguardo furbetto.
«Sof non hai mica intenzione di farti il bagno vero? Rischi di ammalarti così...» le dice guardandola serio, non vuole che si prende l’influenza.
«No, a parte che se anche fosse così non lo farei da sola... ma comunque le mie intenzioni sono altre.» guardando mentre parla verso la grotta situata poco più avanti rispetto alla riva, raggiungibile entrando in acqua o anche semplicemente bagnandosi un po’ i piedi.
Rimane a lungo ad osservarla incantata, è quello il suo posto speciale, suo e dei suoi genitori... è là che tra Lucia e Orlando è avvenuto per la prima volta, che si sono giurati amore... ed è proprio là che vuole che ciò accada anche tra lei e Bart.
 
Intanto al Ris, Lucia e Orlando, si stanno prendendo una pausa in sala relax, più che altro è stato Orlando a insistere per prendersi un caffè, Lucia non aveva alcuna intenzione di staccare... infatti una volta finito di bere, si dirige subito alla porta, ma Orlando prontamente la blocca, attirandola a sé e stringendola.
La guarda mettendo il broncio e battendo i piedi per terra. Lucia lo guarda a sua volta scoppiando a ridere di gusto.
«Sembri Sofia quando era piccola ai miei no. Comunque sta per arrivare Abrami, te l’ho già detto.» risponde continuando a guardarlo e ridendo.
«Ma Abrami non ce l’ha una famiglia? Oggi è domenica, dovremmo stare al fare un picnic o che so io, no a lavorare...» facendo finta di non aver sentito l’allusione a Sofia.
«Lo sai che con me non si fanno vacanze.» risponde seria, ma anche con quel pizzico di ironia tipica di lei, quando sa di avere ragione.
«Lo so, purtroppo. A volte vorrei essermi sposato con un carabiniere semplice o ancora meglio con una maestra di asilo, una portiera, una cassiera, barista... insomma hai capito il concetto.» ribatte con lo stesso tono usato da Lucia, ma in realtà ama la sua Lu anche per questo, non vorrebbe che fosse diversa, non ne sarebbe così innamorato se non fosse lei.
«Se la metti su questo piano... Vado senza concederti nemmeno un bacio, cosa che avevo pensato di fare, nonostante l’arrivo imminente di Abrami, ma visto che la pensi così... Vai a cercarti una maestra di asilo, una portiera, una cassiera, barista... insomma hai capito il concetto.» lo guarda e gli fa l’eco delle sue parole per prenderlo in giro e punzecchiarlo e poi fa per allontanarsi, ma Orlando prontamente l’avvicina di nuovo a sé.
«Guarda caso stavo proprio scherzando... io ti amo capitano e le cassiere, bariste mi annoiano...» baciandola subito dopo e prima che lei possa aggiungere qualsiasi altra cosa.
Lucia ricambia il bacio con passione e si lascia trasportare da quel dolce momento, infondo anche lei desiderava quel piccolo contatto con lui, solo che essendo al Ris non posso permettersi certi tipi di effusioni.
«Continuiamo il discorso dopo, promesso.» gli dice allontanandosi da lui, se pur a malincuore.
«Si basta che non fai come stamattina...»
«Stamattina dovevamo venire al Ris per questo...» ribatte Lucia porgendo di nuovo l’attenzione verso di lui.
Quella mattina, proprio come pochi minuti prima, Orlando non voleva lasciarla scendere dal letto, nonostante fosse tardi e Lucia è dovuta ricorrere ai trucchetti tipicamente femminili per riuscire a “liberarsi” dalla sua presa.
Orlando la guarda senza dire nulla e scuote la testa, non c’è niente da fare, la sua Lu è incorreggibile. La guarda con sguardo furbo, le da un altro leggero bacio, accertandosi che non li veda nessuno e poi gli schiaccia l’occhio, tornando anche lui al suo lavoro.
 
Sofia ha preso la mano di Bart e lo sta trascinando verso la grotta, con passo deciso.
«Sof, per entrare nella grotta ci dobbiamo per forza bagnare, forse è il caso...»
«Come sei noioso Dossena, te l’ha mai detto nessuno? Guarda che possiamo entrare anche senza doverci bagnare.» infatti possono entrare bagnandosi solo un po’ le gambe.
«Le gambe puoi bagnartele o sporchi i pantaloni nuovi?» continua a punzecchiarlo guardandolo però con finto sguardo serio.
«Molto divertente Serra. Dai andiamo.» guardandola a sua volta, ma lui con sguardo finto offeso per quello che ha appena detto e iniziando a schizzarla leggermente, giusto per fargliela pagare.
Però Sofia non ha preso in considerazione le onde, che prepotenti, hanno deciso di sfogarsi proprio in quel momento... finendo così entrambi nell’acqua, bagnati dalla testa ai piedi e scoppiando a ridere senza nemmeno rendersene conto.
Velocemente entrano nella grotta, per cercare di asciugarsi un po’, per quanto questo è possibile, in realtà Sofia prende la palla al balzo, per poter avvicinarsi a Bart.
Lo bacia con una passione mai vista, anche per lei è qualcosa di nuovo, ma allo stesso tempo eccitante e piacevole, per questo non ha intenzione di smettere, non c’è nessuno che può vederli, finalmente sono soli, senza il problema di nascondersi, soli in un posto magico e speciale... è il momento perfetto.
Bart ricambia il bacio con la stessa intensità, desidera stringere Sofia a sé, accarezzare la sua morbida pelle, perdersi tra i suoi capelli profumati... Sa bene che le intenzioni di Sofia sono altre, l’ha capito dal suo sguardo malizioso, ma nonostante sia difficile, sta cercando di mantenere un certo controllo.
Sofia si muove un po’ impacciata nei movimenti verso Bart, però nonostante l’insicurezza iniziale e la paura di quel momento, della sua prima volta e della loro prima volta, si sente pronta, pronta a fare un passo così importante con l’uomo della sua vita, non desidera altro.
Lentamente si sdraiano e Sofia mettendosi a cavalcioni sopra di lui sbottona un bottone per volta la sua camicia, riuscendo a filargliela completamente e accarezzando il suo petto con gesti delicati e dolci, provocandogli i brividi... Tanto che Bart non riesce più a rimanere lucido, a mantenere il controllo: Sofia sta giocando sporco e lui è pur sempre un uomo innamorato che desidera fortemente la sua fidanzata. In poco tempo ribalta la situazione e fa scivolare, Sofia sotto di lui, per baciarla lungo il lungo, scendendo verso la sua spalla, lasciata scoperta per colpa della maglietta che si è allentata per il bagnato.
Sofia non riesce a credere che ciò sta per accadere davvero, che Bart finalmente si sta lasciando andare e per non sembrare spaventata,anche se un po’ lo è, gioca con i suoi capelli, mentre le mani di Bart si spostano verso l’estremità della sua maglietta, la quale in poco tempo raggiunge la camicia di Bart...
Guarda la sua Sofia rimasta con addosso solo il costume, bella come non mai, che non smette di regalargli emozioni e brividi, non rendendosi conto che si stanno spingendo troppo oltre, non rendendosi conto che la sua mano si sta spostando, involontariamente, verso il laccio del suo costume... Ancora prima di poterlo pensare e fermarsi, anche il pezzo sopra del costume di Sofia raggiunge il resto degli indumenti e i loro corpi bagnati, entrano in contatto, provocando i brividi a entrambi, lungo tutto il corpo.
È il quel momento che Bart riacquista un po’ di lucidità e si allontana da lei.
«Scusa Sof... io non... Non so cosa mi sia preso, scusa non dovevo.» diventando improvvisamente rosso in viso, per la prima volta in vita sua è imbarazzato.
«Bart non devi scusarti, è qualcosa che abbiamo voluto entrambi... io l’ho voluto quanto te. Io sono pronta davvero...» guardandolo negli occhi nel tentativo di rassicurarlo e toglierlo dall’imbarazzo, è una novità anche per lei vedere Bart rosso come un peperone per una situazione del genere, lui che non si è mai fatto di questi problemi, lui che ha perso il conto delle donne che ha avuto nella sua vita. Mentre cerca di rassicurarlo, si avvicina a lui e dopo avergli accarezzato dolcemente la guancia, porta le labbra al suo orecchio: «Io ti voglio.» sussurra e torna a guardarlo negli occhi.
Bart a quelle parole deglutisce e se pur la desidera anche lui, con tutto se stesso, sa che deve fermarsi a ogni costo.
«Credo che sia meglio che torniamo a casa, si è fatto tardi.» le dice alzandosi da terra e porgendo la mano anche a lei.
«No, adesso tu mi spieghi... Ho fatto qualcosa di sbagliato? Io non capisco Bart, era tutto perfetto... Non capisco proprio.» mentre cerca di trattenere le lacrime.
Capendo che le deve una spiegazione, dopo essersi rimesso la camicia e aspettando che anche lei si sia rivestita, si avvicina a lei prendendole il viso tra le mani.
«No amore, non hai fatto nulla di sbagliato...Voglio solo fare le cose con calma, senza fretta. Per la prima volta nella mia vita credimi non ho fretta, posso e voglio aspettare il momento giusto.»
«Ma il momento giusto poteva essere oggi, era tutto perfetto...» Sofia davvero non riesce a capire, a volte teme che Bart non la desideri abbastanza, però poi ripensa agli attimi in cui sono insieme, soprattutto a ciò che è accaduto fino a pochi attimi prima e scaccia via quel pensiero, ma sa anche che dietro a quei suoi repentini no, c’è dell’altro e vuole capire cosa.
«Non lo era... Non lo era amore.» le dice avvicinandosi per darle un bacio, ma Sofia si tira indietro.
«Era tardi no? Andiamo allora.» guardandolo seria e avviandosi alla macchina con il broncio.
Rimane con il broncio per tutto il viaggio di ritorno verso casa, guardando fuori dal finestrino e guardando Bart solo ogni tanto con la coda nell’occhio, ma quando lui la guarda a sua volta, distoglie immediatamente lo sguardo e seria torna a guardare il panorama.
Arrivati sotto casa, Bart parcheggia al solito posto, in modo che possono parlare tranquillamente senza farsi vedere da nessuno, e guarda Sofia negli occhi.
«Sof per quanto ancora mi terrai il broncio?»
«Non lo so, ci devo pensare...» risponde seria e distogliendo lo sguardo da lui, da quando stanno insieme questa è prima discussione che hanno.
«Mi dispiace per prima, sono stato uno stronzo, lo so.. Solo che ti amo Sofia, ti amo da morire, come non ho mai amato prima ed è per questo che con te voglio che accada tutto con calma, senza forzature e te lo ripeterò all’infinito, finché non ti entra in testa, testarda che non sei altro! ti amo, ti amo, ti amo.» le dice prendendole il viso tra le mani in modo che lei possa guardarlo negli occhi, capire attraverso di essi che è sincero, che per la prima volta in vita sua è davvero innamorato e che lei non è come le altre ragazze, lei è la sua Sofia.
«Giochi sporco lo sai Dossena? Io dovrei essere arrabbiata con te, ma poi mi guardi con quello sguardo languido e mi dici che mi ami e non capisco più nulla... giochi sporchi e lo sai, ma è uno dei motivi per cui ti amo. Si... ti amo anch’io.»
Bart la guarda sorridendo alle sue parole, nemmeno lui capisce più nulla a sentirsi dire ti amo,  e poi anche lui le fa un’altra piccola confessione.
«Ti dirò di più... sei talmente in grado di farmi perdere il controllo che ho paura di te piccola Serra.»
«Buono a sapersi, davvero buono a sapersi.» risponde ridendo, avvicinandosi a lui, ma senza baciarlo, vuole giocare con lui.
Bart colma la distanza che li divide, ma Sofia interrompe il bacio sul più bello, lasciandolo a bocca asciutta.
Scende dalla macchina ridendo di gusto per come l’ha lasciato, ma poi desiderando anche lei un bacio vero, di quelli che le sa dare solo Bart, rientra di corsa in macchina e lo bacia lei, mettendoci tutta la passione di cui è capace.
 
Intanto Lucia e Orlando, sono rientrati presto a casa, Orlando non ha voluto sentire storie e Lucia per una volta ha dovuto cedere e accontentare suo marito.
Sono in casa a cucina per la cena, con la musica di sottofondo e le luci soffuse...
A dirla tutta è Lucia che cucina, mentre Orlando l’abbraccia da dietro, baciandola lungo il collo e facendo di tutto per attirare la sua attenzione e farla allontanare per un attimo dalla cena.
«Orlando, smettila... non riesco a cucinare così...» ridendo, per il solletico che lui le sta provocando sfiorandole il collo con il suo naso.
«è quello che voglio infatti, che tu smetta di cucinare...» non avendo nessuna intenzione di smettere, anzi intensifica i suoi baci e la fa voltare verso di sé poco dopo, in modo da poterla guardare negli occhi.
Lucia sta per replicare, ma Orlando non le da il tempo di dire nulla che la bacia.
Il bacio si accende in un attimo, senza nemmeno rendersene conto, tanto che si dimenticano della cena, le mani di Orlando si spostano sotto la camicia di Lucia, stringendola di più a sé e spingendola verso il tavolino della cucina, Lucia gli accarezza il collo e i capelli... ma quell’attimo di intensa passione tra i due, viene interrotto dall’arrivo della piccola di casa, la quale entrando in cucina vede i suoi genitori in atteggiamenti poco consoni, allontanandosi l’uno dall’altra appena lei è entrata.
«Certo che ho un tempismo, arrivo sempre nei momenti sbagliati... però pure voi, avvisate no? Lo sapete che sono una figlia aperta.»
Lucia le lancia la prima cosa che si trova sotto mano e poi da un pizzicotto a Orlando, che si è messo a ridere alla battuta di Sofia.
«Ho capito, è inutile che lanci le cose per farmi andare in camera... vado, vado! Ah metto la musica alta così avete campo libero.» soddisfatta e ridendo esce dalla cucina, per rientrare subito dopo: «dimenticavo... il fuoco! Ho capito che non avete intenzione di cenare, quindi prima che vada a fuoco casa è meglio chiuderlo.» scoppiando ancora di più in una fragorosa risate.
Una volta che Sofia è uscita dalla cucina con un sorriso soddisfatto sul volto, Lucia si rivolge a Orlando.
«Dimmi perché nostra figlia deve sempre trovarci in queste situazioni.» continuando a riempirlo di pizzicotti.
Orlando continua a ridere: «Però su una cosa ha ragione: perché tenere il fuoco aperto, se non abbiamo intenzione di cenare?» attirandola di nuovo a sé.
«Veramente io voglio cenare... quindi calma i bollenti spiriti tenente.» lo guarda con sguardo furbo, per poi allontanarsi da lui e tornare a cucinare, per fortuna non si è bruciato nulla.
«Perfida, ho una moglie perfida, l’ho sempre detto.»
Lucia ride e si concentra sulla cucina, mentre Orlando l’osserva cucinare completamente incantato.
 
Il giorno dopo, Sofia non riesce ad alzarsi dal letto, è stata tutta la notte a fare sogni strani e confusi, questo vuol dire solo una cosa: ha la febbre.
Lucia non vedendola scendere in cucina per la colazione, decide di andarla a chiamare, seguita da Orlando che si è preoccupato.
«Mamma credo di aver la febbre.» dice con la voce stanca e debole.
«Non stai fingendo per non andare a scuola vero signorina?» guardandola negli occhi per capire se sta dicendo la verità o meno, capisce subito se è una scusa, molte volte l’ha fatto quando era più piccola.
Orlando si avvicina a lei e le mette una mano sulla fronte, no Sofia questa volta non sta fingendo, ha davvero la febbre e anche alta.
«No Lu, stavolta non sta fingendo, scotta, credo che abbia la febbre alta.» dice preoccupato e correndo a prendere il termometro.
38, 5 di febbre, più tosse e mal di gola.
Tanto che Orlando vorrebbe rimanere accanto a lei, in modo da non farla stancare, ma Sofia lo convince ad andare e che lei se la cava da sola e se ha bisogno chiama, poco convinto e facendo uscire la parte sua apprensiva, si reca al Ris insieme a Lucia, ma con l’intenzione di chiamare ogni minuto libero per sapere le condizioni della sua principessa.
Non appena escono i suoi genitori, Sofia chiama Bart.
«Amore, non dovresti già essere in classe a quest’ora?» dice guardando l’orologio che segna le 8:00.
«Si dovrei, ma oggi niente scuola... per colpa tua ho la febbre.» dice mettendosi a ridere, per quanto ciò è possibile visto le sue condizioni.
«Colpa mia?» ribatte Bart, capendo che la sua piccolina non ha perso la voglia di scherzare nonostante l’influenza.
«Certo, mi hai schizzato ieri, quindi ora sono con la febbre.» risponde decisa.
Bart scuote la testa rassegnato e: «Comunque nemmeno io mi sento molto bene questa mattina, credo di avere un po’ di febbre anch’io, sicuro ho mal di gola.»
«Possiamo passare la convalescenza insieme... ci curiamo a vicenda, stare vicini aiuta a guarire prima.»
«Si, per la gioia di tuo padre! Prova a proporglielo, senti cosa ti dice.» immaginandosi già perfettamente la faccia di Orlando davanti a una proposta simile e scoppiando a ridere subito dopo, seguito da Sofia, anche lei riesce a immaginarsi ogni singola espressione, parole che farebbe e direbbe il suo papà gelosone.
«Sai che quando si tratta di te e Lucia, Orlando diventa super geloso e non vi fa nemmeno guardare.» continua Bart, marcando il concetto, anche se anche a lui piacerebbe starle accanto in questo momento e poter fare qualcosa per lei.
«Perché tu guardi la mamma?» chiede punzecchiandolo.
«Scema! È meglio che vada ora... ci sentiamo dopo. Riguardati.»
«Anche tu amore.» chiudendo la telefonata e mettendosi a riposare un altro po’ è davvero stanca e non riesce a tenere gli occhi aperti, anche se sa che probabilmente non riuscirà a prendere sonno completamente.
Mentre Bart entra al Ris, per la prima volta a briefing già iniziato e si scusa con i presenti per il ritardo.
«Dossena ci hai una faccia... che ti è successo?» chiede Ghiro, vedendolo con le occhiaie e gli occhi lucidi per via delle febbre, come se non bastasse è arrivato tardi, quando lui è un mostro di puntualità, da quanto è puntuale si dovrebbe cambiare persino il detto “puntuale come un orologio svizzero” e dire “puntuale come un orologio Dossena”.
«Credo di avere l’influenza. Ma non è niente davvero, giusto un po’ di febbre.» spiega per giustificare anche il suo enorme ritardo.
Lucia gli fa cenno che non fa niente e che se vuole tornare a casa, non c’è problema.
«Anche Sofia ha la febbre.» dice Orlando spontaneamente, guardando Bart negli occhi, sa che non c’è niente tra loro, ma meglio togliersi ogni dubbio.
«Ma va davvero? Mi dispiace per Sofia. Sarà un virus che gira allora.» dice nel modo più spontaneo che esista, per fortuna Lucia riporta subito dopo la conversazione sul caso e lui si può rilassare, perché Orlando toglie il suo sguardo inquisitorio dal suo, concentrandosi sulle parole di Lucia e il caso che stanno seguendo, come fa poco dopo anche lui.
 

  
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