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Autore: lamialadradilibri    05/05/2013    2 recensioni
( TITOLO PRECEDENTE : KILLER PER AMORE )
Emily Parker.
Jake Frost.
Kate Blanco.
Tre ragazzi , storie diverse , diverse fini.
E' che , se nella vita inizi male , finisci peggio.
Non sempre , però ...
DALLA STORIA :
Uccisi solo una guardia. Jake non abbatté più nessuno, e mi passò la pistola. Ma non posso dire d'averlo ucciso io sola, quell'uomo, perché fu Jake, abbracciandomi da dietro, a premere con me il grilletto.
Fu magico, non per la morte, ma l'abbraccio. La fedeltà, la fiducia.
Un intreccio di amore , morte , indecisione , paura ... Questo è "in the end"
( AVVISO : In questa storia sono presenti descrizioni più o meno crude di omicidi / cadaveri / suicidi )
♥Detto ciò, vi auguro BUONA LETTURA : )
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 6 (:

 

Ehilà! <3 RECENSITE dopo, okay? ? A più tardi belle :*

E' DAVVERO CIO' CHE VOGLIO?,

Kate cominciò, mentre divorava tutto come un'idiota, a darmi sui nervi. Faceva quell'odioso rumore (splich splich) della bocca che mastica aperta, che odio.

Ovviamente, perché quando mangia diventa pazzescamente idiota, non capì nelle mie occhiatacce l'accusa, e così fui costretta a dirle -Puoi smetterla, KATE?-

Lei non capì. -Di che?-

Non potevo crederci, ma per fortuna Jake salvò la nostra amicizia. -Eccoci.- commentò, guardando un catorcio di pullman, che lui definiva ''baracca'' forse perché non aveva più le ruote.

-Come?-, mi sfuggì. Mio dio, ero terribilmente irritata quella sera. Mi aveva tolto la soddisfazione di dire ''eh sì, l'ho ucciso!'' Con chi poi, non sapevo. Semplicemente volevo dirlo.

Il cellulare vibrò. Una chiamata. C'era campo.

La mia mente lasciò perdere l'omicidio. “Come faccio a rispondere senza che se ne accorga?”

Indicai a Kate la tasca da dove proveniva quel po' di rumore. Lei non afferrò: -Il cellulare..- sussurrai.

Lei alzò le sopracciglia.

-C'è campo!-, dovetti mormorare pianissimo, e lei quasi si sgozzò.

-Cosa?- sibilò piano, grazie a dio – già pensavo che urlasse. Allora lì dentro un cervello c'era!

-Sì. Distrailo.- e indicai Jake. Guardandolo provai una fitta al cuore. È così simile a Michele, da dietro.

E davanti.

E di lato.

Ma non dentro, non c'è buono in lui.

Lei annuì, convinta, e schiacciò la cena rimasta sull'uomo. Beh, sì, “uomo”, anche se aveva la mia età, poco più.

-Cosa...?- urlò lui.

-Oddio! Scusa-, fece, con voce da “oca”.

Io mi rintanai dentro la ''baracca''. Presi il cellulare, ed era mia madre. -Dove siete?-, sibilò.

-Mamma...- la zittii. Ma non riuscii più a dirle nulla, perché Jake salì sull'autobus e mi fulminò con un'occhiata.

-CAZZO FAI?- urlò, avvicinandosi con velocità.

-Siamo state rapite! Zona ta...-

Ma non finii. Afferrò il cellulare, un samsung che io mi ero pagata, e lo gettò fuori da un finestrino aperto. Lo schianto si udì.

-Non farlo mai più- sibilò, e nei suoi occhi non c'era più bellezza.

-D'accordo. Tanto,- dissi ovvia -non posso.-

Cercò di trattenersi e, non so bene come, ce la fece. Andò qualche sedile più avanti e lo reclinò, quindi si distese lì – quant'era alto! Che gambe lunghe – e non disse più nulla.

Kate spezzò il silenzio. -Ehm, dovrei andare in bagno.-

Cosa?? Kate, sei così idiota?? pensai, ma non riuscii nemmeno a dirlo, tant'ero sfinita.

Jake non disse nulla, così le ci riprovò, seduta a qualche posto da me: -Ehm, devo andarci tanto.- mormorò in imbarazzo.

-Che?...- iniziai, furiosa. Ma poi la mia mente collegò. -Jake,- che nome! -posso portarla giù, che sennò si perde? Non voglio sopportarla. Staremo qui- lo tranquillizzai quando si voltò a guardarmi, corrucciando le sopracciglia nere.

-Sì... D'accordo.- commentò.

Kate disapprovò, ma riuscii a condurla fuori.

-Kate, sei un'idiota- le dissi, ovvia. -E ora, corri.-

Corremmo. A più non posso. E correndo lei capì: fuggivamo.

Lei corse, con me, più veloce che poté. E questa volta andò veloce, mano nella mano, per tirarla avanti.

Dietro di noi, urla: -Ferme! Sparo-, ma non le ascoltammo.

Correvamo nella notte sempre più nera, senza tener conto che stavamo finendo in pasto ai leoni.

E chi se ne frega? Ci difenderò”, mi dissi, pensando a che “tipo” di gente girava per la zona tabù.

Kate cominciò ad ansimare. -Basta... Stop!...- sussurrò. Mi guardai dietro: Jake c'inseguiva, senza dimostrare fatica.

-No! È lì! È dietro...-

Lei si voltò: lo vide e cominciò ad andare più veloce.

Di più... di più... di più, è così vicino.

Noi ce la faremo, come sempre. E sarà fatta giustizia.

Qualcosa però mi rodeva dentro.

Un grilletto freddo che non era stato premuto.

Un cervello che non era saltato via, a pezzi.

Esitai: “E' questo ciò che voglio?”

 

Angolo Autrice.

Ohilà ç_ç

Oggi è stata una giornata un po' impegnativa, perciò il capitolo è venuto così... com'è venuto?? è vostro compito dirmelo u.ù

ringrazio chi recensisce, nonostante tutto! E chi legge in silenzio, perchè siete sempre più <3 fatevi coraggio dài!

Analizziamo... Allora, kate, Emily e Jake sono andati alla “baracca”. Da là le due, facilmente, sono scappate... “in pasto ai leoni”, però. Con Jake al seguito; e in più, Emily sente qualcosa che le rode dentro. “Un grilletto freddo che non era stato premuto – un cervello che non era saltato via, a pezzi”.

È ciò che vuole? Davvero, vuole tornare a casa? Da sua madre, incazzata? Senza una vera giustizia?

COSA FARA'??

Aspetto recensioni :*, grazie ancora, bye.

PS: nel caso ci siano errori (di ortografia) ma anche frasi incapibili, SCRIVETELO! Non rileggo quasi mai, anzi, ed è questo il risultato.. sorry :/

  
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