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Autore: ely_trev    07/05/2013    2 recensioni
[Hélène e i suoi amici]
Avviso subito che la storia sarà comprensibile anche a chi non conosce questo telefilm che Mediaset ha improvvisamente sospeso per non si sa quale motivo ormai più di dieci anni fa. Quest'estate, girovagando su internet, ho scoperto che ne sono stati fatti ben tre seguiti (l'ultimo dei quali, per giunta, in patria, ancora in programmazione a distanza di 20 anni dall'inizio della serie) mai arrivati in Italia; dopo essermi informata a grandi linee sullo svolgimento della storia, ho deciso di riprenderla dal punto di vista di uno dei miei protagonisti preferiti - Christian - provando a portare avanti un mio personalissimo "e se...?".
E se il suo amore verso la fidanzata storica non fosse mai svanito?
E se quell'inaspettato ritorno avesse risvegliato tutti i suoi sentimenti?
E se si fosse reso conto di non essere innamorato della sua attuale fidanzata?
Alcuni personaggi sono stravolti rispetto all'ambientazione originaria, altri (che non conosco bene, non avendo avuto modo di vedere il telefilm tradotto) sono stati eliminati per semplificarmi un po' la vita (anche perché i protagonisti della mia storia sono Johanna e Christian).
Per chi non ha conosciuto la serie, prenda il mio racconto come un originale. Buona lettura!
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando il taxi giallo si fermò davanti al vialetto della casa di Johanna, ne discese una coppia che era la rappresentazione vivente della felicità: i giorni di vacanza trascorsi insieme avevano donato loro un senso di serenità e tanta gioia di vivere, insieme ad una grande forza e ad una rinnovata fiducia nel domani.

Entrarono sorridendo, mentre Johanna scherzava sulla circostanza che non dovesse mostrare la sua casa a Christian, che aveva già provveduto a perlustrarla da cima a fondo nei giorni immediatamente successivi al suo sbarco in America.

Però ti ho trovato” le rispose lui, stando al gioco.

Per fortuna” puntualizzò lei, prima di regalargli uno sfuggente bacio sulle labbra.

Aveva sicuramente paura a causa dell'ingombrante presenza di quella malattia che già tanto tempo prima l’aveva allontanata dalla persona amata, ma, allo stesso tempo, sentiva che, in quel momento, avrebbe potuto superare tutti gli ostacoli che la vita le avrebbe posto davanti. Le bastava guardare negli occhi Christian. Quegli occhi non le avevano mai mentito: anche nei periodi più bui della loro tormentata storia d'amore, gli occhi di Christian le avevano sempre raccontato la verità, svelandole i suoi pensieri più nascosti. Christian poteva ostentare tutta l’arroganza che voleva, ma, ogni volta che si rispecchiava nei suoi occhi scuri, Johanna capiva immediatamente cosa passava per la mente del suo fidanzato. Gli occhi di Christian, anche in quel momento, la rendevano partecipe di tutto l’amore che gli bruciava dentro, ancora oggi, nonostante tutto e nonostante tutti. Era certamente spaventato quanto lei, ma, di sicuro, aveva la netta sensazione che quel viaggio all’inseguimento di un sogno potesse rappresentare un nuovo inizio, un nuovo punto di partenza per poggiare le basi di un futuro migliore, da vivere insieme.

Dopo aver disfatto le valigie ed essersi lavati via un po’ di stanchezza con una doccia rilassante, si abbandonarono sul divano, accoccolati uno all’altra.

Mentre si guardavano attorno, come se la casa che li attorniava in quel momento fosse un luogo sconosciuto, cominciarono a riprendere lentamente il contatto con la realtà che li circondava: avvisarono Kate di essere tornati in città e telefonarono anche ad Hélène e Nicolas, comunicando i loro piani per i giorni successivi, che, ovviamente, erano tutti incentrati sulla visita che li aspettava nello studio del dott. Miller.

Cenarono velocemente, quindi si rilassarono sul letto: Johanna era seduta, la schiena poggiata alla parete, mentre con le mani carezzava dolcemente il viso di Christian, poggiato sopra il suo ventre.

Ti senti pronta?” le chiese d’un tratto Christian, dando voce ai suoi pensieri e afferrando la mano di lei, che ancora sfiorava con tenerezza la sua guancia.

Johanna inspirò profondamente, poi intrecciò le dita della sua mano con quelle di Christian e annuì con la testa, guardandolo negli occhi. Era sempre stata una donna forte, ma, in quel preciso momento, sentì che era la sua presenza ad offrirle il coraggio di guardare ancora davanti a sé.

Andrà tutto bene, te lo prometto” la rassicurò Christian.

Aveva l’impressione che fosse vero: la paura non l’aveva abbandonata, ma, ora che Christian era di nuovo al suo fianco, qualsiasi cosa le sembrava possibile.

Il dott. Miller li ricevette il giorno seguente, accogliendo entrambi con gentilezza e cortesia. Analizzò nuovamente le immagini della risonanza magnetica effettuata da Johanna e spiegò che c’erano buone possibilità che il tumore evidenziato – che precisò essere un meningioma – fosse di origine benigna, con altissime probabilità di una completa guarigione. Erano sicuramente necessari ulteriori controlli e, ovviamente, un intervento chirurgico, ma, statisticamente, soltanto una bassissima percentuale di quella neoplasia si rivelava maligno e, anche in questo caso, non era raro che il paziente vedesse risolversi la situazione con relativa facilità.

Le parole del medico non cancellarono la paura di una malattia comunque rischiosa, ma, in ogni caso, li rassicurarono sulle possibilità che avevano di vivere ancora una vita insieme.

Organizzarono l’ingresso in ospedale, dove Johanna avrebbe proceduto ad eseguire gli esami necessari e dove presto sarebbe stata operata, questa volta con la consapevolezza di non essere sola.

All’ora di pranzo si incontrarono con Kate, che, dopo aver rimproverato bonariamente Johanna per quella fuga, che definì inutile, non fece altro che congratularsi con lei e con Christian per quella rinnovata unione, che si vedeva essere molto solida, nonostante tutto.

Tra una commissione ed un’altra, si concessero ancora due giorni di passeggiate per Houston, come fossero due turisti in viaggio di piacere. Johanna si rivelò essere un’ottima padrona di casa e fece assaporare a Christian gli angoli più reconditi della sua città natale, compresi i caratteristi corsi d’acqua, chiamati bayou, che, per la fretta, Christian, nella sua precedente visita alla ricerca della fidanzata, non aveva neanche notato.

Posa quella macchinetta e vieni a sederti qui vicino” gli ordinò Johanna, coprendosi il viso con una mano, mentre Christian continuava ad immortalare ogni espressione di Johanna. “Ma non mi avevi detto che, ai corsi di fotografia, la prima cosa che insegnano è che non bisogna esagerare con le quantità?

Poche immagini, ma pensate… È vero” scherzò Christian, sorridendo e sedendosi su una panchina, di fianco a Johanna. “Complimenti per la memoria. La verità è che il soggetto mi rende particolarmente ispirato” continuò ammiccando e avvicinandosi fino a sfiorare le sue labbra con le proprie.

Come sei romantico!” stette al gioco Johanna.

Sono innamorato” le sussurrò Christian in un orecchio, facendola sorridere.

Si riavviarono verso casa mano nella mano, continuando a ridere e scherzare, come se, improvvisamente, non ci fossero più ostacoli pronti ad intralciare il loro cammino comune. Il giorno dopo, Johanna sarebbe entrata in ospedale, ma tutto quello a cui riuscivano a pensare, in quel momento, era che avevano ancora una serata da trascorrere insieme, uno vicino all’altra, senza sapere che, a casa, c’era un’altra sorpresa che li stava aspettando…

   
 
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