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Autore: aranceeno    07/05/2013    1 recensioni
In questa storia parlo dei Pink Floyd di fine anni 60. E' Roger Waters che parla in prima persona. A partire da questo capitolo comincia la storia che lo porterà a sostituire Syd nella band. E' una sorta di piccola ricostruzione della storia dei Pink Floyd. Le cose che scrivo sono frutto della mia immaginazione. Sfrutto ciò che so di loro per fare una mia ricostruzione personale.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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-Non riusciremo a completare quest’album, ormai è da quasi un anno che ci lavoriamo e Syd non ci viene incontro. Pensa solo a sé stesso. Per quanto mi possa dispiacere per la sua situazione, il suo atteggiamento mi irrita parecchio.
-Ha ragione Nick, purtroppo. Si può capire la sua mania di scordare la chitarra quando proviamo a casa sua. Ma non è giusto nei confronti del resto del gruppo rovinare i live. A dire il vero è sempre stato un po’ eccentrico e anticonformista dal vivo, ma negli ultimi tempi è diventato un po’ pazzo. Sembra godere nel rovinarci le performance davanti al pubblico.
-Si è vero! Vi ricordate quando all’UFO club, ad un tratto si è seduto e ha cominciato a scordare le corde della sua chitarra, mentre stavamo suonando See Emily Play? O quando si è presentato in pigiama in studio? O quando la Blackhill ha cancellato tutta la scaletta dei nostri concerti? Secondo me quella vacanza che avete fatto a Formentera lo ha solo peggiorato!
-Nick, lamentarsi in questo modo non ha senso e non aiuterà di certo il nostro amico. Manteniamo la calma e ascoltiamo i consigli di Rog. E’ stata un’ottima idea quella di far entrare Dave nel gruppo come supporto per Syd.
Ascoltavo i miei due amici, nonché compagni di band, mentre parlavano della situazione del gruppo, che era devastante per tutti e quattro. Nick era sempre il solito ragazzo che si lamentava di tutto e a volte risultava un po’ insensibile, mentre Rick era la voce della ragione. Molto modesto e tranquillo, riusciva sempre a trovare una via di mezzo e le parole giuste per calmare tutti. Ma non era sufficiente per la situazione che stata vivendo Syd.
Era una fresca giornata di metà novembre e tutti e tre camminavamo sotto al sole, diretti verso casa di Syd.
Avevo già contattato Dave per chiedergli di fare da chitarrista supporto a Syd e aveva accettato, anche se doveva completare il suo tour con il suo gruppo. Però aveva detto che di lì a poche settimane si sarebbe potuto dedicare a noi.
Avevamo proprio bisogno del suo aiuto. Ormai Syd dava quasi sempre segni di pazzia, sia in studio che nei live. Era dall’Agosto dell’anno prima che tentavamo di completare A Sarceful Of Secrets, e nonostante molti pezzi li avessimo scritti io e Rick, non riuscivamo comunque ad andare avanti velocemente senza il supporto continuo del nostro frontman. Sembrava essersi preso un anno sabbatico nella sua “dimensione dell’immaginazione”. E con il tempo è andato a peggiorare sempre di più.
Molte volte dovevamo far fronte ai suoi attacchi di schizofrenia o di astinenza e quindi interrompevamo di continuo le riprese per farlo calmare o per farlo addormentare sotto effetto dei sedativi, per poi riprendere con l’album il giorno seguente.
Era così frustrante quella situazione. E il fatto che i miei due amici si lamentassero di continuo, aspettando che prendessi io le decisioni più importanti, non era per niente d’aiuto.
Mi sentivo così appesantito. Mi sentivo anche in colpa perché non riuscivo ad aiutare il mio amico che contava su di me. Aveva bisogno di me.
A volte avevo voglia di abbandonare tutto e fuggire via dal mondo della musica, da Syd e da tutti gli altri. Ma ormai quel mondo faceva parte della mia vita, e anche volendo, non riuscivo a sottrarmi ad esso.
Arrivati davanti alla porta di casa, suonammo il campanello.
Alan venne ad accoglierci e ci fece accomodare sui divanetti del piccolo salone di casa Barrett.
-Syd sta arrivando, ha appena finito di farsi la doccia. Oggi è abbastanza di buon umore, non so perché.
Ci disse con tono misterioso. Ma nella sua voce c’era anche della serenità. Quando Syd, per quel po’ che riusciva, ritornava sé stesso, tutti quanti ritornavamo ad essere tranquilli.
-Ragazzi! Ho scritto una nuova canzone!
Era Syd che ci gridava quelle parole, mentre scendeva le scale correndo con un foglio di carta in mano, come un bambino che vuole mostrare il suo giocattolino a suo padre.
Ci mostrò il foglio di carta. Al centro, in alto, c’era scritto a caratteri cubitali “JUGBAND BLUES”.
Io, Nick e Rick ci guardammo straniti.
Non ci aspettavamo completamente una mossa del genere da parte del nostro amico, anzi tutt’altro. Credevamo di dover, per l’ennesima volta, affrontare i suoi problemi psico-fisici.
All’inizio eravamo contenti, però, leggendo il testo della sua canzone, ci accorgemmo che aveva qualcosa di strano.
Oltre il testo che sembrava passare in modo pindarico da uno stato di depressione e malinconia all’ironia più totale, ci rendemmo conto che non aveva una struttura ben precisa. Nemmeno un ritornello.
-Ma Syd, la canzone è… un po’ strana…
Dissi io incerto.
-Voglio registrare questa canzone con la banda dell’Esercito della Salvezza… Sarà meraviglioso!
Ci disse con un sorriso ampio. Era totalmente eccitato all’idea.
I suoi occhi, incorniciati dai riccioli scuri che gli cadevano sempre sul viso, splendevano come non mai. Non vedevamo più quella luce nel suo sguardo da tanto. Sembrava davvero un bambino che crede nei suoi sogni, nel suo mondo della fantasia e dell’immaginazione.
Cosa gli avremmo potuto rispondere?
Rick e Nick mi guardarono, cercando un qualsiasi segno di approvazione o disapprovazione.
Riflettei per qualche secondo..
-Sei tu il capo, Syd. Noi ti seguiamo!
 
Eppure la sua canzone aveva un messaggio. O almeno era quello che pensai io. Forse questo messaggio non esisteva ed era frutto della mia fantasia. Ma tra le righe ironiche di quel testo c’era un che di frustrante e angoscioso. Quasi simile a un addio.
 
È schifosamente premuroso da parte vostra pensare a me qui
Sono quasi obbligato verso di voi per aver chiarito che non sono qui
E non sapevo che la Luna potesse essere tanto grande
E non sapevo che la Luna potesse essere tanto blu
E vi sono grato per aver buttato via le mie scarpe vecchie
E per avermi invece portato qui vestito di rosso
 
E mi chiedo chi potrebbe scrivere questa canzone
Non mi importa se il sole non brilla
E non mi importa se non c'è nulla che mi appartenga
E non mi importa se sono arrabbiato con voi
Amerò in Inverno
 
E il mare non è verde
E io amo la regina
E cosa esattamente è un sogno?
E cosa esattamente è uno scherzo?
Ed avermi portato qui invece vestito di rosso
E mi chiedo chi stia scrivendo questa canzone
 
Non mi importa se il sole non splende
E non m'importa se nulla è mio
E non m'importa se sono nervoso con te
Amerò d'inverno
 
Ed il mare non è verde
Ed io amo la regina
E cos'è esattamente un sogno?
E cos'è esattamente uno scherzo?
  
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