Chapter nine.

Pov. Honey

Quando mi risvegliai mi trovai in una camera abbastanza grande e ed era illuminata da un camino accesso.

Nonostante la poca luce potevo vedere: una grande finestra, un armadio color bordeaux, un letto a baldacchino -- su cui ero sdraiata io -- ricoperto da cuscini bianchi, una poltrona nera accanto al letto e due porte, una che conduceva sicuramente al bagno interno.

“Vedo che ti sei svegliata, Honey.”

Pov. Justin

Vederla così fragile, legata ad un letto mi rendeva imponente.
Ma era tutta colpa sua.
Se quel maledetto giorno non sarebbe entrata in camera mia e non avrebbe letto quel foglio, ora non le sarebbe successo niente.

Mio padre mi aveva ordinato di ucciderla, ma come potevo io uccidere una creatura così bella?
Non avrei potuto.

Avrei voluto liberarla e farla scappare il più lontano possibile da qui, ma se mio padre l’avrebbe scoperto avrebbe ucciso prima lei e poi me.

L’odiavo, con tutto il mio cuore.

So che avrei dovuto amare una persona che mi ha messo al Mondo, ma lui non è altro che un bastardo.
Si diverte ad uccidere persone che non gli hanno fatto niente, e vuole anche che io diventi come lui.

Ma se lo può scordare, io come lui non lo sarò mai.

Salii le scale che conducevano nella camera in cui avevo messo Honey, aprii lentamente la porta ed entrai dentro.

La vidi sbattere gli occhi e guardarsi intorno.

Posava lo sguardo da un oggetto ad un altro.

“Vedo che ti sei svegliata, Honey.”

Il suo sguardo era sorpreso ed ora mi guardava con quei suoi occhioni grandi.

Mi scrutava dalla testa ai piedi, come se davanti a lei ero una figura sconosciuta.
Mi scappò una piccola risata.

Lentamente mi avvicinai a lei e mi misi seduto sulla poltrona che era vicino al letto.



Pov. Honey

Vidi la sua figura camminare vicino al letto e mettersi seduta sopra la poltrona.
In quel momento provavo paura, timore e terrore di lui.

Cosa voleva da me?

Provai a parlare, ma l'unica cosa che uscì dalla mia bocca fu un ‘Mh’.
Mi accorsi di avere la bocca coperta da un pezzo di stoffa.

Justin, vedendo il mio sforzo, si mise a ridere. Forse in quel momento gli sembravo un pagliaccio... Dopo un po' smise di ridere.

“Honey, mi dispiace...”

Cosa intendeva con quel mi dispiace? Ultimamente mi aveva fatto tante cose e quel ‘mi dispiace’ poteva essere riferito ad una di quelle.

Justin si alzò dalla poltrona e si mise sopra il mio bacino.
Sentivo il suo.. coso a contatto con la mia.. cosa.

Dalla tasca dei suoi jeans fece uscire fuori un coltello.
Aspettate, a cosa gli serviva un coltello?
Se prima avevo paura ora mi stavo cacando sotto.

Cominciò a strofinare l'aggeggio su tutta la mia guancia.
Io chiusi gli occhi scossa da quello che sarebbe successo.

La sua voce, debole, mi fece congelare il sangue nel cervello per quanto mi fece paura.
Peccato che ora non c'era più niente da fare.

“Io devo ucciderti.”









 

1) Scusatemi per il ritardo, ma mi è venuta la febbre e non posso stare molto al computer dato che mi fa male la testa. :c
2) Scusatemi anche per questo capitolo così corto e schifoso, sicuramente è anche pieno di errori -- dato che non ho il tempo per rileggerlo.

Però, voglio ringraziare quelle 8 recensioni che ci sono state nello scorso capitolo.
Io.Vi.Amo.
A quante recensioni arriverete su questo capitolo? -- sicuramente zero per quanto fa schifo --
Sorprendetemi, se ci riuscite. lol

Peace and Love.
Beatrice.