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Autore: lamialadradilibri    08/05/2013    2 recensioni
( TITOLO PRECEDENTE : KILLER PER AMORE )
Emily Parker.
Jake Frost.
Kate Blanco.
Tre ragazzi , storie diverse , diverse fini.
E' che , se nella vita inizi male , finisci peggio.
Non sempre , però ...
DALLA STORIA :
Uccisi solo una guardia. Jake non abbatté più nessuno, e mi passò la pistola. Ma non posso dire d'averlo ucciso io sola, quell'uomo, perché fu Jake, abbracciandomi da dietro, a premere con me il grilletto.
Fu magico, non per la morte, ma l'abbraccio. La fedeltà, la fiducia.
Un intreccio di amore , morte , indecisione , paura ... Questo è "in the end"
( AVVISO : In questa storia sono presenti descrizioni più o meno crude di omicidi / cadaveri / suicidi )
♥Detto ciò, vi auguro BUONA LETTURA : )
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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''AIUTAMI...'', 7.

L'aria attorno a me sembrò gelare, mentre correvo a più non posso verso non sapevo nemmeno dove.

C'era qualcosa – di sbagliato.

Kate accanto a me, quasi non ce la faceva più.

Come potevamo continuare così? Lei a poco a poco rallentava, non aveva più quello sguardo convinto che diceva: -Ora scapperò-, e sembrava più rassegnata.

Non potevo lasciarla, andarmene. Jake era un mostro, si sarebbe vendicato ovvio.

La vita mi sembrava un incubo mentre le gambe macinavano metri, chissà, forse chilometri – così mi sembrò – senza che me ne accorgessi. Non sentivo più il mio corpo, tant'ero stanca, e mi sembrò quasi d'esserne uscita; mi vidi correre annaspando e stringendo la mano di Kate senza più forze.

Una ragazza così generosa. -Una ragazza troppo generosa!-, mi dicevano sempre tutti, persino i miei prof duranti i colloqui coi genitori.

Così generosa da sacrificarsi per un altro?”, mi domandò una voce, mentre continuavo a guardarmi. Nel frattempo però, sentivo la forza della mia mano che stringeva Kate. E dissi, quasi senza volerlo: -Kate, corri di più! Puoi farcela!-

Ma lei cominciò a scuotere il capo, e ritornai nel mio corpo. Non sapevo cos'era successo, né volevo saperne di più. Non avevo saliva né forza per risponderle, mentre lei si buttava giù: -No, non ce la farò mai. Come sempre. Come sempre, sono una fallita.-

Non riuscivo a consolarla. Né mi sembrava il luogo adatto. Per consolare una persona, ci vuole tempo, impegno, forza di volontà, pazienza. Là non c'era niente.

-Kate...- la mia voce, roca, nemmeno si sentì. Kate continuò a correre in silenzio per un tempo indefinito, finché Jake sparò all'aria, forse anche lui stremato.

All'inizio non capii. Pensai: Perché? Perché siamo così importanti per lui, non può fare da solo?

Ma poi Kate cadde giù, rantolando: -Emily!-

Non volli sapere, né vedere. Corsi ancora, senza più un'anima. Mostro!

Sono troppo gentile. Posso salvarmi.”

Ma non ero così. Non ero un mostro. Rallentai; mi ferma; mi voltai. E Kate era lì a terra.

Lo spettacolo che mi si presentò era orribile. Il suo corpo, coperto dalla polvere che aveva creato sbattendo a terra, era grigio. Aveva sbattuto il mento a terra, così che i denti le entrassero nella mascella, in una marea di sangue.

Non volevo crederci. Sbattei gli occhi. E la trovai a fissarmi. Nei suoi c'era disperazione. Senza più sembrare lei – ora mi sembrava un corpo, nient'altro – tese la mano verso di me. Il rumore dei braccialetti che si schiantavano tra di loro per poi cadere a terra, a pezzi, mi sembrò fuori luogo.

-Aiutami...-, sussurrò, non so con quali forze. Ma non mi mossi, né le feci un sorriso.

Nei suoi occhi non c'era altro che disperazione e rimpianto, anche. Dov'era stata colpita? Non riuscivo più a muovermi.

Con le lacrime agli occhi, e sputando più sangue di quant'avrei mai immaginato, chiuse la mano a pugno e la mosse un po'. Non capivo, non mi capivo. Mi ero persa, e quando vidi Jake sempre più vicino, la mia mente andò in tilt.

Il vento cominciò a soffiare impetuoso, quasi a voler partecipare all'azione, e sollevò la polvere. Tossii. Sentii Kate tossire, ma facendo rumori strani, gemendo e singhiozzando, e non ebbi il coraggio di guardarla più.

Jake sollevò la pistola verso di lei, e puntò alla testa. Finalmente la esaminai, non cercando però di salvarla. “Se lo faccio”, pensai, “mi toccherà la stessa fine.”

Era ferita alla schiena. Chissà dov'era penetrato il proiettile, ma il vento, la polvere, il sangue, non me lo facevano capire.

Dopo un po', guardando negli occhi inespressivi di Jake, capii cosa stava per fare.

Sparò alla testa.

Bum.

Kate stramazzò. Il suo volto, prima rivolto a me, si schiacciò a terra con uno schianto tremendo. Il sangue schizzò ovunque, macchiò il suolo.

-Non c'era... altro... da fare...-, sibilò Jake, senza però muoversi.

E io? E lei? E che succederà?”

Non mi riconoscevo più, mi girai e presi a correre, senza più provare un minimo di fatica.

Ero fuori, fuori dal mio corpo, dall'anima, dalla mente.

Non ero io.

 

ANGOLO AUTRICE.

Ehii.. Come avete visto sì, il capitolo l'ho rifatto. Neanche a me piaceva l'altra versione, che ora non c'è più, l'avevo fatto così per, in velocità D:

Alla fine siamo arrivati alla parte ''cruenta'' della storia.

Cosa ne pensate? È stato molto difficile descrivere la morte di Kate – volevo dimostrare il dolore nei suoi OCCHI. Per me gli occhi sono parte importante delle persone, NON MENTONO.

Ditemi cos'è che ne pensate, spero vi abbia soddisfatto almeno questa versione (:

Allora, ciao .

  
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